Milano, lo sport come valore sociale: per gli 80 anni del Csi festa in piazza Duomo e match Curia milanese-Nazionale sindaci
A dare il calcio d’inizio l'Arcivescovo di Milano Mario Delpini
Una grande festa di popolo di tutte le 'piccole' società sportive. E' quella in scena oggi in piazza Duomo, a Milano, in occasione del 'Csi Day: 80 anni di società sportive che hanno fatto la storia'. Un'occasione per accendere i riflettori sul servizio educativo delle 630 società sportive affiliate al Centro sportivo italiano che da anni accompagnano generazioni di atlete e di atleti a crescere come donne e uomini, oltre che per celebrare lo sport e i suoi valori di educazione, crescita personale e aggregazione sociale.
All'ombra della Madonnina, tra gli stand dedicati a varie discipline sportive, si sono dati appuntamento il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia e l’assessora allo Sport del Comune di Milano Martina Riva. Numerose le famiglie presenti, con i più giovani impegnati a sfidarsi a calcetto e i papà rapiti dal calciobalilla, senza tralasciare attività più tradizionali come il tiro alla fune, che ha visto impegnate due squadre a contendersi la vittoria.
Nel pomeriggio, poi, si svolgerà anche una partita di calcio tra una rappresentanza della Curia milanese e la Nazionale italiana sindaci. A dare il calcio d’inizio sarà l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini: "Piazza Duomo diventa per un giorno intero la casa di tutte le società sportive del Csi che svolgono un lavoro meraviglioso per tutto l'anno nei quartieri e negli oratori -spiega il presidente del Csi Milano, Massimo Achini-. Più di 150 ore di sport, tantissimo entusiasmo e molti campioni. E poi l'arcivescovo di Milano Mario Delpini che viene in piazza a ufficializzare il primo editto dedicato allo sport e al centro sportivo italiano. C'è tanta voglia di guardare al presente e al futuro. In piazza oggi ci saranno tantissime partite particolari, ma ce ne sarà una che sta generando molta curiosità, la nazionale italiana sindaci contro una rappresentanza della Curia milanese".
"L'attività sportiva è importante, insegna e prepara non solo a gestire le proprie ansie, ma anche a conoscere meglio le proprie capacità e a migliorare l'autostima e il rapporto con gli altri", ha sottolineato il prefetto Sgaraglia.
"I ragazzi -ha aggiunto- fanno amicizia, escono dall'isolamento sviluppando valori etici di comprensione, collaborazione e rispetto per gli altri, valori che sono importantissimi. La giornata di oggi è un'occasione per conoscere tanti ragazzi e stimolarli a fare sport. Se cominciano già da giovani, e coltivano i valori positivi dello sport, continuano anche da adulti e quei valori se li porteranno dietro per tutta la vita".
Tuttavia, ha osservato il sindaco Sala, "la politica da sola non ce la può fare in tempi così complessi. Servono alleati e quando gli alleati sono come il Csi diventa tutto più facile. Loro fanno sport, ma anche educazione e integrazione. Il loro ruolo è importantissimo, lo hanno fatto per 80 anni e noi sicuramente saremo al loro fianco anche in futuro".
Sport
Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo,...
La cerimonia si terrà il 21 ottobre a Roma a Palazzo Valentini
Dall’attaccante del Beşiktaş, Ciro Immobile, al ct della nazionale di pallavolo turca, Daniele Santarelli. Sono solo alcuni dei nomi che il prossimo 21 ottobre a Roma, presso Palazzo Valentini, riceveranno il “Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo 2024”, un riconoscimento, giunto alla sua seconda edizione, volto a chi ha contribuito significativamente allo sviluppo e al miglioramento delle relazioni tra le nazioni, alla crescita di sport, imprese, all'inclusione sociale, alla diffusione culturale e alla conservazione del patrimonio artistico.
L’Euromediterraneo non è solo un luogo geografico che comprende l’Europa e le aree che si affacciano nel Mediterraneo. E’ molto di più, è un immenso continente che racchiude in sé culture e civiltà millenarie sulle quali sono stati costruiti rapporti economici, culturali, scientifici, linguistici, religiosi. Per questo saranno tantissimi i personaggi e le celebrità presenti a Roma a partire dall’ex capitano della Lazio, oggi al Beşiktaş, Ciro Immobile, passando per il vice presidente del club turco, Huseyin Yücel ed Emre Gokdemir, imprenditore da sempre vicino ai giovani sportivi sostenendoli con diverse iniziative. Poi Daniele Santarelli, tecnico di Conegliano e della nazionale femminile di pallavolo turca con la quale ha vinto il mondiale nel 2022 e fatto semifinale olimpica a Parigi 2024. Santarelli sarà accompagnato dal presidente della federazione turca di pallavolo, Mehmet Akif Üstündağ, che negli ultimi anni ha avuto un ruolo strategico nella crescita del movimento del volley nel proprio paese.
Una kermesse di assoluto livello che sarà arricchita nei prossimi giorni quando saranno svelati gli altri nomi vincitori del premio ideato dal giornalista Dundar Kesapli e dal presidente dell'Associazione Giornalisti del Mediterraneo, in collaborazione con l'Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi - Gianfranco Coppola - Presidente) e l'Aips Europe (International Sport Press Association - Charles Camenzuli Presidente).
Sport
Parigi 2024, Castro atleta paralimpico dei rifugiati:...
Lo spadista colombiano vive come rifugiato nel Centro del sistema accoglienza e integrazione di 2° livello, nel quartiere romano di Centocelle
Peccato per Amelio Castro Grueso che l’ottimismo non sia tra le discipline olimpiche, altrimenti avrebbe già una bacheca piena di medaglie d’oro. Si consola realizzando sogni, le presenze sul podio arriveranno. Il primo: aver partecipato alle Paralimpiadi di Parigi come schermidore nella squadra dei rifugiati. Arrivarci è stata un’impresa: "Ho lottato tanto, è stato bellissimo. Ma ho capito che la vita è uno specchio, ricevi quello che dai", racconta a La Ragione.
Se così fosse, avrebbe ancora moltissimo da riscuotere. A lui è stato tolto tanto: quando aveva 16 anni sua madre è stata uccisa, a 20 ha perso l’uso delle gambe a causa di un incidente. Costretto per quattro anni in un ospedale in Colombia (dov’è nato), la famiglia lo ha gradualmente abbandonato fino a lasciarlo solo. "All’inizio è stato difficile, poi ho incontrato Dio. Proprio in quegli anni ho scoperto la fede: in mezzo a tutta quella sofferenza, in mezzo a tutta quella mancanza, ho capito che se credi alla fine le cose si risolvono. Dico sempre di essere un privilegiato perché ho la capacità di affrontare le difficoltà". Dote che ha allenato nel tempo, per spirito di sopravvivenza.
Lo sport è arrivato dopo e gli ha cambiato la vita: "Dopo tutto quello che mi è capitato volevo scrivere un libro per aiutare soprattutto i più giovani, perché -quando ti succede qualcosa di brutto- pensi che stia capitando solo a te. Credo invece che leggere la testimonianza di qualcuno che ha sofferto e che è riuscito ad andare avanti col sorriso possa essere fonte d’ispirazione. Così ho deciso di dedicarmi allo sport: ho pensato che vincendo una medaglia olimpica la mia storia sarebbe arrivata a molte più persone", racconta Grueso a La Ragione.
Il primo approccio (col basket) è andato male. La scherma invece lo ha rapito subito. Merito anche di un allenatore italiano, Daniele Pantoni, conosciuto per caso in Colombia durante una tappa della Coppa del mondo con la Nazionale italiana di spada. Era il 2018, il suo viaggio in Italia nasce anche da quell’incrocio fortuito. Ora lo spadista colombiano vive come rifugiato nel Centro del sistema accoglienza e integrazione di 2° livello, nel quartiere romano di Centocelle.
Da dove tutti i giorni affronta un viaggio di due ore -fra andata e ritorno -per arrivare in palestra: "Già è difficile vivere come rifugiato convenzionale, ma quando ti mancano le gambe lo è ancora di più. A volte i mezzi di trasporto non sono adatti agli spostamenti per persone con disabilità, quindi bisogna lottare per fare anche le cose più semplici. Ma se ce la faccio io, penso proprio che possano farcela tutti", spiega l’atleta Grueso.
Ecco ancora l’ottimismo, l’incrollabile fede. Emerge nonostante l’ultimo grande ostacolo all’orizzonte: a fine ottobre dovrà lasciare il Centro di accoglienza in cui si trova. Col rischio di rimanere ancora senza una casa: "Ma rimango comunque fiducioso. Non sarà facile, ma se Dio non mi ha abbandonato quando ero in ospedale senza potermi muovere, non lo farà neanche ora", conclude a La Ragione.
Sport
Daniele De Rossi, una vita alla Roma, dalle giovanili...
Ha sempre considerato la Roma “una seconda pelle”. Romano e romanista, Daniele De Rossi vede concludersi, dopo appena 8 mesi, la sua avventura da tecnico della squadra giallorossa.