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Trump, spari e paura. Fbi: “Tentato omicidio”. Fermato un uomo

Un uomo armato al Golf Club di West Palm Beach. L'ex presidente: "Felice di essere vivo, non mi arrenderò"

Donald Trump - Afp

Un uomo armato, spari vicino a Donald Trump. L'ex presidente degli Stati Uniti portato al sicuro dagli agenti del Secret Service che aprono il fuoco al Golf Club di West Palm Beach in Florida sventando domenica 15 settembre un nuovo potenziale attentato ai danni del candidato repubblicano alle elezioni del 5 novembre.

Un sospetto viene bloccato, mentre l'Fbi indaga per tentato omicidio. "Sono contento di essere vivo, non mi arrenderò", dice Trump, che 2 mesi fa, in un comizio Pennsylvania, è stato ferito ad un orecchio dal proiettile esploso da un cecchino.

Trump: "Non mi arrenderò mai"

"Sono al sicuro e sto bene, non mi arrenderò mai'', il messaggio che Trump diffonde subito dopo l'episodio in una e-mail indirizzata ai finanziatori e ai sostenitori. "Ci sono stati degli spari nelle mie vicinanze, ma prima che le voci inizino a diffondersi a dismisura, volevo che voi lo sapesse per primi: sono al sicuro e sto bene!. Niente mi rallenterà. Non mi arrenderò mai! Vi amerò sempre per avermi sostenuto'', scrive Trump. Più tardi, l'ex presidente parla alla Nbc: "Sono felice di essere vivo".

Quindi, un'altra mail: "Sono più risoluto che mai dopo un altro attentato alla mia vita. Non rallenterò mai, non mollerò mai, non mi arrenderò mai. Ringrazio Dio ogni giorno perché ho sostenitori come voi dalla mia parte. Il 5 novembre renderemo l'America di nuovo grande".

Cosa è successo

Attorno alle 13.30, Trump sta giocando a golf nel suo club. E' impegnato tra la buca 5 e la buca 6 sul percorso in una partita con il suo finanziatore Steve Witkoff. Alcuni agenti del Secret Service, secondo le misure di sicurezza, precedono l'ex presidente lungo il campo. Uno degli uomini impiegati per la protezione di Trump vede la canna del fucile che sporge dalla recinzione del club e "aggredisce" il sospettato, come ricostruisce lo sceriffo di West Palm Beach, Ric Bradshaw.

In quel momento, Trump si trova a "300-500 metri'' dall'uomo, dotato di ''un'arma che poteva sparare a lunga distanza. Con un fucile e un mirino, la distanza non è poi così lunga", affermano le forze dell'ordine. All'esterno del circolo viene recuperato "un fucile Ak-47 e due zaini con munizioni'', oltre a ''una telecamera''. L'ex presidente viene portato in un locale del circolo, al sicuro, come rende noto la sua campagna con un comunicato.

E' la prontezza di un testimone che fotografato la targa di un'auto che si allontana dal campo di golf a portare all'arresto del sospetto. L'ufficio dello sceriffo viene allertato alle 13.30: "Un testimone è venuto da noi e ha detto, 'Ehi, ho visto il tizio uscire di corsa dai cespugli, è saltato su una Nissan nera e ho scattato una foto del veicolo e della targa'. E' stato fantastico", dice Bradshaw.

I controlli immediati consentono di individuare il veicolo che viene bloccato sulla statale I-95. L'uomo viene identificato dal testimone e preso in custodia: è "relativamente calmo" al momento del fermo, come spiega lo sceriffo William D. Snyder della contea di Martin e non rilascia dichiarazioni davanti alle domande che gli vengono posto. "Non mostrava molte emozioni", dice Snyder aggiungendo che il sospettato non era armato quando gli agenti lo hanno tirato fuori dall'auto. L'Fbi sta indagando su "quello che sembra essere un tentato assassinio dell'ex presidente Trump".

Chi è il sospetto

E' un uomo bianco di 58 anni che si ritiene provenga dalle Hawaii l'uomo arrestato sulla I-95 in relazione al tentato omicidio, come riferiscono al New York Post fonti delle forze dell'ordine. Il sospettato aveva una telecamera GoPro con sé al momento dell'arresto e le autorità dovranno accertare se intendesse filmare se stesso mentre metteva a segno l'attentato, hanno detto le stesse fonti al Post.

I messaggi di Vance e Trump jr

"Sono contento che il Presidente Trump sia al sicuro. Ho parlato con lui prima che la notizia fosse resa pubblica ed era, incredibilmente, di buon umore. Ancora non sappiamo molto, ma stasera abbraccerò forte i miei figli e dirò una preghiera di gratitudine", twitta J.D. Vance, candidato alla vice presidenza con Trump.

"Ci risiamo, amici! Colpi sparati al Trump Golf Course di West Palm Beach, Florida", twitta il figlio di Trump, Donald jr, subito dopo l'episodio, fornendo dettagli che poi saranno confermati dagli inquirenti. "Un AK-47 è stato trovato tra i cespugli, secondo le forze dell'ordine locali. La campagna Trump ha diffuso un comunicato confermando che il presidente Trump è al sicuro. Un sospetto è stato arrestato", scrive ancora.

"Ho appena parlato con il presidente Trump. È una delle persone più forti che abbia mai conosciuto. È di buon umore ed è più determinato che mai a salvare il nostro Paese", scrive su X il senatore Lindsey Graham.

Due mesi fa l'attentato di Butler

A luglio Trump è stato vittima di un attentato a Butler, in Pennsylvania, quando è stato colpito all'orecchio dal proiettile sparato da un cecchino. Ad aprire il fuoco Thomas Matthew Crooks, un giovane che è stato ucciso dagli agenti del Secret Service.

Rialzatosi con l'aiuto degli agenti del Secret Service, Trump ha sollevato il pugno e urlato per tre volte ''fight, fight, fight''. In risposta, i suoi sostenitori hanno urlato 'Usa, Usa'. L'attentatore, che è stato ucciso, aveva usato un Ar15, il modello di fucile semiautomatico più utilizzato negli Stati Uniti, anche nelle stragi di massa che si sono verificate nel Paese. Nell'attentato un uomo, un ex capo dei vigili del fuoco, Corey Comperatore, di 50 anni, è morto e altre due persone sono rimaste ferite in modo grave.

L'attentato di Butler è stato accompagnato da roventi polemiche per le falle nell'apparato di sicurezza ed è stato seguito dalle dimissioni di Kimberly Cheatle, ex numero 1 del Secret Service. Ora il deputato repubblicano della Florida Michael Waltz, che fa parte della task force bipartisan istituita per indagare sull'attentato del 13 luglio, chiede al Secret Service di riferire al Congresso questa settimana sul nuovo episodio.

"Come ho già detto, il tentato omicidio del 13 luglio non è stato un incidente isolato su cui possiamo prenderci il tempo di indagare, dato che le minacce interne ed estere sono in corso. Come membro dell'Assassination Task Force, mi aspetto che il Secret Service ci informino questa settimana", scrive su X. Waltz è membro della task force bipartisan, composta da sei democratici e sette repubblicani, istituita per indagare sul tentato assassinio di Trump avvenuto durante un comizio in Pennsylvania.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Israele colpisce Hezbollah nel Sud del Libano –...

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(Fotogramma)

Si intensificano, dopo le migliaia di piccole esplosioni di apparecchi elettronici che nei giorni scorsi hanno provocato morti e feriti in Libano, gli scontri al confine del Paese dei Cedri con Israele. L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver colpito sette siti di infrastrutture terroristiche di Hezbollah e un deposito di armi nel Libano meridionale durante la notte.

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Esteri

Dopo ‘gattara senza figli’, Harris accusata di...

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Polemiche per la frase della governatrice dell'Arkansas, ex portavoce di Trump alla Casa Bianca

Kamala Harris - Afp

I repubblicani continuano ad attaccare Kamala Harris, in corsa per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti, per non essere madre biologica. E dopo la "gattara senza figli", la frase del candidato alla vice presidenza Dj Vance che continua a rivelarsi il più grande autogol mediatico del ticket repubblicano, ora ad attaccare è Sarah Huckabee Sanders, governatrice dell'Arkansas ed ex portavoce della Casa Bianca di Donald Trump, che ha moderato una town hall con il suo ex boss in Michigan.

"I miei figli mi tengono con i piedi per terra, sfortunatamente Kamala Harris non ha niente che le tenga i piedi per terra", ha detto la repubblicana affermando di considerare il ruolo di madre il più importante della sua vita. Parole che stanno provocando una nuova ondata di critiche e polemiche, da parte di chi, a prescindere dalla visione che riduce la donna solo al ruolo di madre, ricorda che Harris è 'stepmom' dei due figli del primo matrimonio del marito in una famiglia allargata presentata con orgoglio alla convention.

Il 'second gentleman' tra i primi a replicare alle parole "incredibili" di Sanders: "Non importa come si diventa genitori, tutti fanno gli stessi sacrifici e godono delle stesse gioie crescendo i figli", ha detto Doug Emhoff.

Anche la sua prima moglie, Kerstin Emhoff, sui social ha difeso il rapporto di Harris con i suoi figli: “Cole e Ella continuano a spingerci a rendere il mondo un posto migliore, Kamala Harris ha speso la sua intera carriera a lavorare per la gente e tutte le famiglie, questo ti tiene abbastanza con i piedi per terra", ha scritto su X.

Intanto, critiche arrivano anche dalla campagna di Trump, che ancora deve fare i conti con la sequela di attacchi e prese in giro per la battuta della gattara, culminata con la foto di Taylor Swift con il gattino nel post di endorsement a Kamala, sono arrivate critiche all'uscita di Sanders. "Ho trovato quelle parole veramente offensive, non ho molto più da dire, sono deluso da Sarah", ha dichiarato il consigliere della campagna, Byran Lanza, affermando di avere avuto "la fortuna di avere una stepmom".

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Esteri

Attacchi a Hezbollah, il piano di Israele con cercapersone...

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Si ritiene ampiamente che dietro queste operazioni ci sia Tel Aviv, ma chi ha realizzato i dispositivi e come sono esplosi?

Cercapersone e walkie-talkie esplosi - (Afp)

Potrebbero volerci anni prima che venga raccontata la storia completa di come sono state orchestrate le esplosioni coordinate di migliaia di cercapersone e walkie-talkie usati da Hezbollah. I dubbi su cosa li abbia fatti esplodere restano e, anche senza che Israele ammetta pubblicamente la responsabilità, è chiaro che l'attacco deve essere stato pianificato con cura. Lo scrive il Guardian, che ha intervistato Alan Woodward, professore di sicurezza informatica alla Surrey University, secondo cui, per trasformare in piccole bombe questi dispositivi "non ci sarebbe bisogno di molto esplosivo: la loro vicinanza al corpo umano causa lesioni anche se si tratta di pochi grammi".

La prima ondata di esplosioni, verificatasi martedì alle 15.30 circa ora locale, sembra essere stata innescata da un messaggio speciale della leadership di Hezbollah, il che implica, ha sostenuto Woodward, una specifica modifica del software incorporato nei cercapersone. Ciò significa che avrebbe innescato un'esplosione quando fosse stato inviato il messaggio appropriato. Potrebbe dunque essere stata un'impostazione predefinita sui cercapersone, esplosi dopo un segnale acustico, che ha dato ai possessori il tempo necessario per avvicinare il dispositivo al volto, motivo per cui i dottori libanesi hanno riferito di aver curato ferite multiple a mani e occhi dopo l'esplosione.

Dodici persone sono state uccise e circa 2.800 ferite nelle esplosioni di martedì, e 14 sono morte in una seconda ondata di esplosioni che è seguita ieri, quando i walkie-talkie hanno iniziato a esplodere. Ciò suggerisce che gli attacchi equivalevano a un tentativo concertato di interrompere le comunicazioni di Hezbollah, il tipo di attività che potrebbe essere un preludio a un bombardamento del Libano meridionale o ad altri attacchi militari convenzionali.

Sabotare i cercapersone non è un'impresa da poco - prosegue il giornale britannico citando Oleg Brodt, direttore dei Cyber Labs della Ben-Gurion University - Potrebbe anche aver richiesto la collaborazione dei produttori o che il Mossad (o chiunque abbia eseguito gli attacchi in Libano) abbia prodotto da sé i cercapersone manipolati. Si tratta, ovviamente, soltanto di speculazioni, al momento.

I cercapersone recavano il logo di un produttore taiwanese, Gold Apollo. Il suo fondatore, Hsu Ching-Kuang, ha affermato che la sua azienda aveva subappaltato la fabbricazione del modello Ar-924 coinvolto nell'attacco alla poco conosciuta Bac Consulting Kft con sede a Budapest, un accordo che, a suo dire, era stato stipulato tre anni fa.

Da qui la pista diventa strana. Bac Consulting è stata registrata in Ungheria nel 2022 e ha fornito un indirizzo di Budapest sul suo sito web, lo stesso indirizzo utilizzato da numerose aziende. Il suo amministratore delegato è Cristiana Bársony-Arcidiacono, secondo il suo profilo su LinkedIn, ed è descritta come laureata alla London School of Economics e madrelingua sia ungherese che italiana.

Il Guardian racconta di aver chiamato la Bársony-Arcidiacono e che questa, dopo aver chiesto come la giornalista avesse ottenuto il numero, ha riattaccato. Tuttavia, ha confermato alla Nbc che la sua azienda lavorava con Gold Apollo. Alla domanda sui cercapersone e sulle esplosioni, la Bársony-Arcidiacono ha detto: "Non produco i cercapersone. Sono solo l'intermediario. Penso che abbiate sbagliato". In seguito, anche i funzionari ungheresi hanno affermato che i cercapersone non erano stati prodotti nel paese.

La fabbricazione dei letali cercapersone con trappole esplosive è solo metà della storia, tuttavia - sottolinea il giornale - chiunque li abbia costruiti aveva una buona conoscenza dell'intelligence all'interno di Hezbollah. Sapevano che Hezbollah aveva ordinato circa 5.000 cercapersone, dopo che il leader del gruppo, Sayyed Hassan Nasrallah, aveva messo in guardia a febbraio contro l'uso dei telefoni cellulari . "Il tuo telefono è il loro agente", aveva avvertito all'epoca il capo di Hezbollah, senza prevedere che i nemici del suo gruppo sarebbero stati pronti a piazzare degli esplosivi nei cercapersone.

Gli aggressor i sapevano anche chi avrebbe fornito i dispositivi sabotati a Hezbollah e avevano un modo per assicurarsi di poter controllare la loro consegna al gruppo militante, così come la loro fabbricazione o compromissione. "La portata, la distruzione e la precisione dell'attacco suggeriscono un'operazione sofisticata in preparazione da mesi", ha affermato Emile Hokayem dell'International Institute for Strategic Studies. Sebbene Israele non abbia rivendicato la responsabilità dell'attacco, pochi dubitano che le sue forze di sicurezza siano dietro allo sforzo, straordinario perché ha coinvolto migliaia di dispositivi anziché un singolo telefono con trappola esplosiva del tipo usato per assassinare il leader di Hamas Yahya Ayyash nel 1996.

Yoav Gallant, ministro della Difesa del Paese, ha chiamato Lloyd Austin, il suo omologo statunitense, "diversi minuti" prima che i cercapersone iniziassero a esplodere per comunicargli che un'operazione in Libano stava per iniziare, secondo il sito web Axios. Non sono stati condivisi dettagli specifici e il dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti non erano stati preavvisati del piano di attacco, sebbene la telefonata di Gallant si avvicini a un riconoscimento di responsabilità.

Ma per quanto sofisticata sia stata la pianificazione, la realtà è che molti civili sono rimasti feriti quando i cercapersone sono esplosi. Un video ha ripreso un cercapersone che esplodeva in un mercato; altri hanno mostrato adulti e bambini in ospedale con gravi ferite traumatiche penetranti alla testa, al corpo e agli arti. Human Rights Watch, un gruppo di monitoraggio, ha affermato che la legge sui diritti umani "proibisce l'uso di trappole esplosive, proprio per evitare di mettere i civili in grave pericolo".

Sembra che Israele abbia voluto intensificare il suo attacco al gruppo militante, due giorni dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha dichiarato che consentire a 60.000 sfollati di tornare sani e salvi alle loro case nel nord del paese era ora un obiettivo di guerra.

Hokayem ha sostenuto che l’operazione del cercapersone, seguita ora dall’attacco con il walkie-talkie, “rappresenta un colpo umiliante e un grave fallimento della sicurezza operativa per Hezbollah”, già scosso dall’assassinio tramite attacco aereo del suo comandante militare di punta a luglio. "Il gran numero di vittime e la loro distribuzione nel Paese hanno avuto un profondo impatto sulla società libanese e su Hezbollah", ha concluso. Ma è anche probabile che si rischino ritorsioni e un'intensificazione delle ostilità, poiché entrambe le parti sono sull'orlo della guerra.

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