Bata compie 130 anni e collabora con l’Accademia Teatro alla Scala
La Ballerina capsule collection rilegge l’iconico modello Batovka
Ogni donna, con il suo stile e le sue scelte, deve sempre sentirsi sicura di sé stessa e del suo cammino: 'Make your way'. È con questo claim-manifesto che Bata celebra il 130esimo anniversario dalla sua fondazione, che non solo apre una nuova era per il brand, ma rappresenta l’evoluzione della sua storica eredità che mette sempre al centro le donne nel loro percorso di crescita personale e professionale. “Con Make your way celebriamo il potenziale femminile e guardiamo al futuro con determinazione portando avanti una tradizione che accompagna le donne e gli uomini in tutto il mondo, creando collezioni di calzature di qualità e di tendenza, in linea con i nostri valori fondanti - afferma il neo - presidente di Bata Europe, Marco Agnolin -. Perché supportare i loro passi, con stile e con impegno a 360 gradi, rappresenta da sempre la nostra missione”.
A farsi paradigma di un engagement che si rinnova costantemente è la Ballerina capsule collection che rilegge l’iconico modello Batovka di Bata, la scarpa realizzata in tessuto e pelle, nata dal genio creativo del founder del brand che, nel secolo scorso, rivoluzionò il settore calzaturiero. In un'epoca in cui le calzature interamente in pelle erano la norma, Bata riuscì a offrire una scarpa di alta qualità a un prezzo democratico, conquistando rapidamente il mercato e definendo così l'identità dell’azienda, che nel tempo si affermerà come leader nella produzione di calzature. Nella sua reinterpretazione in chiave contemporanea studiata proprio per l’anniversario, assume la forma della classica ballerina, dall’ anima bimaterica, e si declina in due versioni differenti– una con elastico e fusciacca, l’altra dalla linea essenziale e con fiocco -, proposte in diverse varianti cromatiche e di texture.
Testimonial di una scarpa che esprime non solo il legame tra il passato e il futuro del brand, ma si fa simbolo di femminilità elegante, indipendente e inclusiva, anche per il suo essere accessibile e indossabile da chiunque, è Megan Ria, la talentuosa e versatile ballerina che, dopo essersi imposta nei talent televisivi, ha costruito la sua carriera con dedizione e passione. La scelta di Bata di renderla protagonista della sua campagna riflette il percorso di una donna che, attraverso la danza, ha trovato la sua strada e rappresenta un’ispirazione per le altre donne a fare altrettanto. E proprio in questo solco si inserisce 'Bata proudly supports women in dance', il progetto che arricchisce l’impegno di Bata nell’empowerment femminile nella danza grazie alla sponsorship con la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, incentrata in particolare sui corsi femminili dal primo al quinto.
Il contributo del brand Bata per l’anno 2024-25 sarà destinato al sostegno di un percorso formativo che si caratterizza per un’attenzione completa alla persona, seguita in ogni fase della sua crescita umana e professionale. Le allieve dell’Accademia, infatti, affrontano un periodo di studi tanto intenso quanto appassionante, che non solo alterna lo studio in sala alla costante esperienza sul palcoscenico, ma che si arricchisce di masterclass e incontri con coreografi e danzatori di fama internazionale che accrescono le loro qualità tecniche ed espressive. Perché tutte sono accomunate dallo stesso sogno: diventare artiste complete, capaci di scrivere nuove pagine nella storia della danza. "Il nuovo posizionamento, la capsule e la collaborazione con l'Accademia Teatro alla Scala sottolineano l'impegno del brand nel promuovere l'empowerment femminile, creando opportunità concrete per le donne e incoraggiandole a perseguire i propri sogni con fiducia e determinazione" conclude Agnolin.
Moda
Genny, nel giardino delle delizie
Per la prossima primavera-estate Sara Cavazza Facchini si ispira al celebre trittico di Bosch, tra tocchi soft e colori vividi: "Leggerezza per la nuova donna"
“Rispetto al passato, la donna Genny ha voglia di libertà, di essere più sé stessa e non come la società la desidera. Il mio è un messaggio metaforico per dire ‘io sono così e parlo della mia vita’”. Parola di Sara Cavazza Facchini, che per la prossima primavera-estate di Genny si lascia ispirare dai colori vividi e dalla forte caratterizzazione onirica del celebre trittico del ‘Giardino delle delizie’ di Hieronymus Bosch del 1480. “Bosch mi ha ispirata per i colori, per il corpo e per le trasparenze - spiega la stilista nel backstage della sfilata -. Il tutto è accompagnato dall’orchidea, che è il simbolo della maison, e che viene proiettato al massimo anche grazie all’opera di Marc Quinn in passerella. È un mondo di natura e leggerezza, che parla all’umanità anche in chiave un po’ mistica e lirica. Sulla catwalk ho tradotto i concetti in leggerezze, fluidità e nella voglia di vedere la donna in una nuova dimensione di sé stessa”.
In questo spazio onirico e metafisico sbocciano colori e trasparenze che rendono romantica e al tempo stesso concreta l'intera collezione, mentre l'orchidea sboccia su stampe macro e micro, effetto pois sul trench in cotone oppure macro sulle bluse da giorno e gonne plissé. A fare da fil rouge un'idea di leggerezza e femminilità che cambia i connotati perfino al tailleur, trasformandolo in un pigiama a righe in cotone. Lo smoking di satin viene invece rivisitato con una lunga giacca sleeveless da portare di giorno su top lingerie, di sera a pelle oppure nel completo giallo di organza stropicciata.
“Tutto è molto soft - osserva la creativa -. Anche per le calzature ho scelto delle slingback basse e per la prima volta in passerella delle ballerine, con touch un po’ baby. La donna Genny è anche un po’ girlish, perbene ed educata”. Per la sera, il tema della lingerie serpeggia negli abiti, nei quali compaiono reggiseni a fiocco, corsetti con fiori ricamati mentre tessuti e colori rimandano ai fiori di Bosch. Tra i capi più significativi i lunghi abiti impalpabili delle uscite finali che celano il corpo in un gioco di trasparenze e lavorazioni preziose. Fili di perle decorano le bretelle degli evening dress o dei pantaloni a vita alta, in maniera elegante e classy (di Federica Mochi)
Moda
Milano Moda Graduate, i vincitori della decima edizione
L'iniziativa è dedicata alle eccellenze delle scuole italiane
Camera Nazionale della Moda Italiana annuncia i vincitori della decima edizione di Milano Moda Graduate, iniziativa dedicata alle eccellenze delle scuole di moda italiane. I finalisti hanno presentato i propri outfit con una sfilata presso la Sala Cariatidi di Palazzo Reale, tenutasi il 17 settembre scorso, in apertura della Milano Fashion Week. Host della serata è stata Serena de Ferrari. Il premio Camera Nazionale della Moda Italiana è stato vinto alla designer Ioana Nicole Babici dell’Istituto Marangoni.
Il vincitore è stato decretato dalla giuria, presieduta da Renzo Rosso, chairman di Otb, e composta da Carlo Capasa, chairman Cnmi e altre personalità del mondo della moda. Ykk Italia, main partner dell’evento, presente anche per questa edizione con una sezione del progetto dedicata, ha selezionato Andrea Cella di Ied - Istituto Europeo di Design, come vincitore del Ykk Prize. Il vincitore è stato selezionato tra 10 studenti di design delle scuole di moda italiane, a cui è stato richiesto di creare un outfit interamente dedicato agli accessori da chiusura. Il vincitore, premiato da Masahiko Okahara, commercial director Ykk Italia, avrà la possibilità di visitare il Giappone in occasione di un viaggio dedicato alla scoperta della realtà Ykk.
Oltre ai due premi, è stata assegnata una menzione speciale a Tommaso La Sala, di Accademia Costume & Moda. Milano Moda Graduate rappresenta un progetto in cui trovano spazio tutte le professionalità del fashion system. Punto cardine è il percorso di mentoring. Per la settima volta, Camera Nazionale della Moda Italiana offre agli studenti un percorso educational costituito da workshop e consulenze specifiche su vari temi, tra cui sostenibilità e tecniche di produzione, trend e mercati internazionali, merchandising e comunicazione digitale. Tra gli appuntamenti, i workshop con Ykk Italia e TikTok Italy e le visite presso Gucci ArtLab, Casa Zegna, Lanificio Zegna.
Moda
Le città d’Oriente secondo Jil Sander
Per la prossima stagione estiva i direttori creativi Lucie e Luke Meier si ispirano al lavoro del fotografo canadese Greg Girard e ne rileggono l'immaginario
Guardano all'Oriente e alla vita delle grandi metropoli asiatiche Lucie e Luke Meier per la nuova collezione di Jil Sander. Partendo dal lavoro del fotografo canadese Greg Girard, che ha esaminato la trasformazione sociale e fisica nelle più grandi città asiatiche per più di tre decenni, i due direttori creativi si ispirano alle sue stampe fotografiche, ai neon e alla vita notturna nascosta di una Hong Kong pre-tecnologica, tratteggiando una collezione estremamente curata, tra pennellate di colore, stampe e tessuti cangianti.
Negli spazi di via Perin del Vaga, a Milano, gli ospiti sono accolti da una tenda di velluto marrone drappeggiata e continua, con un tappeto floreale a contrasto e un'illuminazione fredda a completare la scenografia. La colonna sonora è tutta sintetizzatori, drum machine e testi stridenti. Un luogo apparentemente inquietante, che intrinseca paesaggi urbani e motivi orientaleggianti. In passerella il racconto parte dai tessuti cangianti e termina là dove il femminile e il maschile si fondono. Formale e casual, con quel tocco di intellettuale eleganza che da sempre è la cifra stilistica del marchio.
Gli abiti da sera sono morbidi e lunghi in georgette, con fiori lavorati a maglia e all'uncinetto. Le silhouette e le forme sono più reali e concrete. Frange di seta fanno capolino dai polsi delle giacche dei tailleur o si muovono sui lunghi orecchini. Le spalle di giacche e cappotti sono ampie, i pantaloni lunghi e sottili morbidi e voluminosi. Le spalline over degli lunghi abiti camicia si coprono di paillettes argentate o corallo. Tra i pezzi più iconici un impermeabile nero di vinile con dettagli floreali che conferiscono un tocco di romanticismo al capo. In prima fila l'iconica artista serba Marina Abramovic assiste allo show soddisfatta. (di Federica Mochi)