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Disabili, consulenti del lavor: “Occupato il 33,5% delle persone con gravi limitazioni, 56% per le meno gravi”

Dati che evidenziano le forti difficoltà che le persone con gravi disabilità ancora incontrano nell’accesso all’occupazione

Disabili, consulenti del lavor:

Secondo le informazioni contenute nella Banca dati dell’Istat sulla disabilità, nel 2021, solo il 33,5% delle persone con gravi limitazioni, nella fascia d’età 15-64 anni, risultava occupata, a fronte di una percentuale del 60,2% delle persone senza limitazioni e del 56% di quelle con limitazioni non gravi. Di contro, risulta molto elevata la quota di persone alla ricerca di un’occupazione: sono il 18,7% tra quanti presentano gravi limitazioni, a fronte del 12,9% di quanti non ne hanno e del 14,3% di quelli che ne hanno di lievi. Un dato questo che evidenzia le forti difficoltà che le persone con gravi disabilità ancora incontrano nell’accesso all’occupazione. Tra quanti non lavorano, l’11,4% è inabile a svolgere un’attività lavorativa, il 16,3% è casalinga, il 5,4% ritirato dal lavoro, mentre il 15,4% è ancora impegnato in percorsi di studio o si trova in altra condizione. Emerge dall'approfondimento realizzato dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, diffuso oggi in occasione dell'accordo siglato oggi dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e dall’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas nazionale Aps).

Nel corso degli anni, si è assistito a un progressivo aumento della domanda di partecipazione al lavoro da parte delle persone con disabilità gravi, sebbene a questo non abbia corrisposto un pari incremento delle opportunità occupazionali. A partire dal 2009, primo anno disponibile nella serie storica fornita dall’Istat, il tasso di partecipazione, dato dalla somma tra quota di occupati e persone in cerca di occupazione è progressivamente aumentato passando dal 43,7% al 52,2% del 2022, per un incremento di quasi 10 punti. Ad aumentare è stata la percentuale di persone in cerca di occupazione, passata dal 13,8% del 2009 al 18,7% del 2022, mentre la quota di occupati è aumentata dal 29,9% del 2009 al 33,5% del 2022.

L’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è condizionato da una serie di fattori che attengono ai livelli formativi, alle caratteristiche delle attività che devono essere svolte, all’organizzazione dei contesti di lavoro, che dovrebbero garantire l’inclusione dei lavoratori con disabilità gravi, tramite l’eliminazione di tutte quelle barriere – fisiche, relazionali, comunicative – che rendono difficile, talvolta impossibile, l’integrazione. Sotto il profilo formativo, negli ultimi anni sono stati compiuti molti passi in avanti. Se si osserva infatti la distribuzione delle persone con limitazioni gravi nello svolgimento delle attività quotidiane, emerge nell’ultimo decennio, un netto incremento dei livelli medi di istruzione. Tra le persone di 25-44 anni, la quota di quanti posseggono un diploma di scuola superiore o di laurea è passata dal 40% del 2011 al 61,6% del 2021, mentre tra i 45-64 anni, l’incremento è stato più contenuto, ma significativo, dal 23,8% al 39,7%.

Il rafforzamento dei percorsi di inclusione scolastica delle persone con disabilità dovrebbe favorire anche la facilitazione di quelli lavorativi, considerato che ad oggi, una quota ancora considerevole di occupati con disabilità gravi, ha al massimo la licenza di scuola media (39,5% contro il 26,1% delle persone che non presentano limitazioni); il 41,8% ha un diploma e solo il 18,7% una laurea (contro una percentuale del 26,4% tra gli occupati che non presentano alcun tipo di limitazione).

Tali caratteristiche si riverberano direttamente sulla tipologia di occupazione. Tra gli occupati con limitazioni gravi si riscontra una maggiore presenza nelle professioni a più bassa qualificazione (lavoratore in proprio, coadiuvante, collaboratore): vi è occupato il 13,6% contro l’11,7% delle persone senza limitazioni. Risulta invece più bassa la quota di occupati ai vertici della piramide professionale, come dirigenti, professionisti, quadri, pari al 15,6% tra le persone con disabilità gravi e 18,1% tra quelle senza limitazioni. Peraltro, malgrado negli anni si sia assistito a una significativa elevazione dei livelli di istruzione delle persone con disabilità, a questa non sembra aver corrisposto un uguale miglioramento nella collocazione occupazionale.

Tra il 2012 e il 2022 infatti, a fronte di un aumento di quanti svolgono una funzione a livello impiegatizio e intermedio (dal 29,3% al 37,5%), si evidenzia una contrazione di quanti lavorano in proprio (dal 19,7% al 13,6%) e coloro che occupano una posizione altamente qualificata, come dirigenti, professionisti e quadri, la cui incidenza passa dal 17,4% al 15,6%. L’idea, guardando i pochi dati a disposizione, è che il percorso di inclusione lavorativa per le persone con disabilità presenti ancora ampi margini di miglioramento, malgrado alcuni progressi riscontrati negli ultimi anni.

Tra gli occupati che presentano limitazioni gravi, solo il 14,3% si dichiara molto soddisfatto del proprio lavoro (tra quanti non hanno limitazioni la percentuale è del 17,7%) mentre il 30,6% afferma di esserlo poco (22,2%) o per nulla (8,4%). Tale dato colpisce non solo per la differenza rispetto alle persone che presentano limitazioni non gravi (si dichiara poco o nulla soddisfatto il 24,1%) o che sono senza limitazione (18,4%) ma soprattutto perché segnala gli evidenti limiti dei processi di collocamento occupazionale che oggi interessano tale gruppo di lavoratori. E' indicativo da questo punto di vista, che tra i laureati, dove si riscontra il livello più alto di soddisfazione (si dichiara molto soddisfatto il 17,6% contro il 16,6% dei diplomati e il 10,4% di quanti hanno al massimo la licenza media) ci sia anche la maggiore incidenza di insoddisfatti, pari al 31,2%.

Questa risulta quasi doppia rispetto ai laureati che non hanno alcun tipo di limitazione (solo il 16,3% si dichiara poco o per nulla soddisfatto del proprio lavoro), a conferma di come le difficoltà di collocamento al 'posto giusto' risultino ancora più elevate proprio tra coloro che hanno maggiormente investito in percorsi formativi di qualità, e che più scontano la delusione di una collocazione occupazionale non adeguata o non in linea con il percorso formativo intrapreso. Guardando invece al gruppo professionale, è ai livelli più bassi di qualificazione che si riscontra la maggiore insoddisfazione, mentre all’aumentare del livello professionale, cresce la soddisfazione per il proprio lavoro e diminuiscono, in parte, le criticità: anche tra dirigenti e professionisti, resta elevata la percentuale di persone con gravi limitazioni che dichiara bassa o nulla soddisfazione per il proprio lavoro (27,7%).

Su dieci persone con disabilità gravi tra i 15 e i 64 anni, almeno 2 sono alla ricerca di un lavoro. Si tratta di una platea concentrata principalmente al Sud e nelle isole, dove risiede il 46% delle persone in cerca di lavoro; il 21,2% è al Centro e il 32,8% al Nord Italia. Con riferimento al titolo di studio, la gran parte (57,6%) delle persone con limitazioni gravi in cerca di lavoro ha al massimo la licenza di scuola media, mentre il 35%, ha conseguito un diploma di scuola secondaria. Il 7,4% delle persone in cerca ha una laurea. A distinguere le persone con disabilità alla ricerca di lavoro è soprattutto l’età. Tendenzialmente, sia tra quanti presentano limitazioni gravi che meno gravi, si riscontra un’incidenza maggiore di 'over44': sono circa il 62% del totale, la componente di gran lunga maggioritaria, mentre solo il 38% ha meno di 45 anni.

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Economia

Ferrero, ok accordo premio legato ad obiettivi esercizio...

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Lo comunicano in una nota congiunta la Ferrero e i sindacati

Ferrero, ok accordo premio legato ad obiettivi esercizio 2023-24

Il 19 settembre la Direzione Aziendale Ferrero si è incontrata con le Organizzazioni Sindacali nazionali e territoriali di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e con il Coordinamento sindacale Ferrero delle Rsu e delle Rappresentanze Sindacali della Rete Commerciale. L’incontro, previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, ha consentito alle Parti di analizzare gli andamenti di mercato, le prospettive produttive aziendali, i programmi di investimento e le tendenze occupazionali nonché lo stato di applicazione del vigente Accordo Integrativo Aziendale. Lo comunicano in una nota congiunta la Ferrero e i sindacati.

Con riferimento al Premio legato ad obiettivi (Plo) che, per l’esercizio 2023/2024, prevede un importo massimo di 2.450,00 euro lordi, le parti hanno preso in esame i fattori che concorrono a determinarlo: il risultato economico (30% del premio), unico per tutta l'azienda, e il risultato gestionale (70% del premio) legato all'andamento specifico di ogni stabilimento/area. I premi risultano quindi differenti nelle varie sedi e precisamente: Alba 2.387,85 euro lordi, Aree e depositi 2.207,78 euro lordi, Balvano 2.379,28 euro lordi, Pozzuolo 2.416,44 euro lordi, S. Angelo 2.382,14 euro lordi, Staff 2.372,72 euro lordi. Le somme saranno erogate con le competenze del mese di ottobre 2024, come stabilito dall'Accordo Integrativo Aziendale attualmente in vigore.

Inoltre sarà possibile convertire una parte del Premio Legato agli Obiettivi in servizi alle persone (flexible benefits) tramite apposita piattaforma on-line già operativa. L’Azienda e le Organizzazioni sindacali esprimono congiuntamente piena soddisfazione per i risultati raggiunti, sottolineando i percorsi sviluppati in questi anni di valorizzazione delle persone e del loro benessere in azienda, resi possibili anche grazie a solide e positive relazioni industriali.

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Economia

Salone Nautico, Bucci: “Orgoglio, passione e visione,...

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Il sindaco di Genova, alla giornata d’apertura del 64° Salone Nautico Internazionale di Genova: “È un salone molto diverso rispetto a 10 anni fa”.

Marco Bucci, sindaco di Genova

“Direi che è un Salone molto diverso rispetto a 10 anni fa. Questa mattina un cittadino genovese mi ha mandato quello che si leggeva sul giornale nel 2014. Si diceva che il Salone era in recessione, due anni prima la gente manifestava dicendo che era roba per ricchi. ”. Così Marco Bucci, sindaco di Genova, in occasione della prima giornata del 64° Salone Nautico Internazionale di Genova, in svolgimento fino al 24 settembre e intitolato ‘We are made of sea’. Il sindaco di Genova ha individuato tre parole chiave: “Orgoglio, passione e visione sono le tre parole del messaggio che vogliamo mandare. Passione per il mare, orgoglio di essere arrivati in cima come industria, come città, come Regione e visione perché dobbiamo guardare al futuro. Come i marinai che sanno gestire le onde bisogna abituarsi a quello che sarà il futuro. La tecnologia, il modo di fare business e la capacità imprenditoriale di intravedere il futuro e sapere come gestirlo. Il successo di questi anni è il successo di questo modo di pensare”.

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Economia

Salone Nautico, Zoppas (Ice): “Diporto sportivo conta per 4...

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“In questo salone si celebra una delle categorie più importanti che abbiamo come il diporto sportivo. Su 625 miliardi di euro di export di tutto il Made in Italy questo conta 4 miliardi di euro nel 2023”. Lo afferma Matteo Zoppas, presidente di Agenzia Ice, a margine della prima giornata del 64° Salone Nautico Internazionale di Genova, in svolgimento fino al 24 settembre e dal titolo ‘We are made of sea’.

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