Dal 18 settembre al 17 novembre l'esposizione dell'artista statunitense negli spazi del concept store milanese
Autoritratti, scene familiari, nature morte e fotografia di strada. Con un tocco di irriverenza. Nella fotografia di Talia Chetrit nessun soggetto è escluso: non solo bianco e nero e colore ma linguaggi diversi si intersecano tra ironia e serietà. A raccontare il lavoro della camaleontica artista statunitense è 10 Corso Como, con 'Gut', la più ampia mostra personale sino a ora dedicata al lavoro di Chetrit, in calendario dal 18 settembre al 17 novembre negli spazi del concept store milanese. "La mostra raccoglie 27 opere di diversi periodi - spiega all'AdnKronos Alessandro Rabottini, che ha curato l'esposizione assieme ad Anna Castelli -. Ci sono sia i momenti iniziali del suo lavoro, scatti realizzati quando aveva 15/16 anni, nei quali chiedeva alle amiche di posare, sia ritratti intimi. Al centro i temi dell'autoritratto legato al corpo e moltissimi legami affettivi della sua vita familiare, il suo essere compagna, madre e figlia".
Talia Chetrit fa un uso schietto e ricco di sfumature dell'obiettivo fotografico, attingendo alla storia della fotografia mentre solleva interrogativi intorno ai temi della rappresentazione del sé, della sessualità e delle dinamiche di potere. Le sue immagini, poetiche e provocatorie, attentamente elaborate, combinano intensità emotiva e qualità compositive. Un esercizio critico su cosa significhi guardare un'immagine e su cosa si prova nel mettersi in posa per l'obiettivo, un'indagine sulle implicazioni formali del gesto di inquadrare e sulle dinamiche psicologiche che emergono quando diventiamo il soggetto dell'inquadratura.
Il titolo della mostra, 'Gut', suggerisce la molteplicità di significati che la parola evoca in inglese: oltre al significato letterale, la parola incarna metaforicamente idee di coraggio o di sfrontatezza, oppure indica una reazione emotiva viscerale o un istinto. In questo senso il titolo riflette la molteplicità di temi formali ed esistenziali che le opere contengono. In mostra l'artista riunisce opere realizzate dal 1994 al 2023: scatti recenti si affiancano a fotografie realizzate a metà degli anni Novanta, come 'Logo' (1996/2017) e 'Face #1' (1994/2017), in cui Chetrit, adolescente, ritrae le amiche d'infanzia. Un'altra opera degli esordi, Murder Picture #3 (1997/2017), raffigura un'amica mentre posa come vittima di un omicidio in quello che sembra un vagone del metrò. L'immagine mostra l'audacia e la tenerezza delle sperimentazioni giovanili di una ragazza quindicenne in grado di citare gli 'Untitled Film Stills' (1977-1980) di Cindy Sherman mentre esplora la fascinazione della società per la violenza e il voyeurismo insito nelle fotografie di cronaca nera.
Per Chetrit, ricontestualizzare foto di trent'anni fa è un tentativo di "appiattire il tempo". Il precoce interesse di Chetrit per la rappresentazione e l'auto-espressione dei soggetti femminili prosegue e si consolida in opere successive come gli autoritratti 'Untitled (Body)' del 2018 e 'Self-portrait (Mesh Layer)' del 2019. Un misto di messa in scena, esibizionismo e auto-parodia contraddistingue questi scatti dalla natura inafferrabile, in cui l'artista espone il proprio corpo seminudo. Puntando l'obiettivo su di sé, Chetrit appare nelle sembianze di un mimo improvvisato o mentre posa come musa di sé stessa.
Le relazioni famigliari hanno un ruolo centrale nella mostra, che include ritratti di ciascun membro della famiglia dell'artista: la madre in 'Mom (Ball)' del 2022 e 'Ash' (2021), il padre in 'Dad/Mesh' (2021), il compagno e il figlio insieme in 'Untitled (Family #2)' del 2021 o ritratti individualmente, come in 'Cat Boot Baby' (2021) e 'Back' (2016). Con un'ironia a tratti corrosiva, Chetrit smantella gli stereotipi famigliari, facendone emergere contraddizioni e incongruenze, usando il linguaggio della moda per stimolare una riflessione su come leggiamo le immagini. Sebbene Chetrit abbia realizzato campagne fotografiche per marchi della moda come Celine, Phoebe Philo e Acne Studios, nei suoi scatti artistici, la moda emerge in filigrana, come uno dei tanti elementi che permettono all'artista di esplorare la formazione dell'identità e delle convenzioni sociali.
Accanto a fotografie che sono tanto intime quanto provocatorie troviamo vedute urbane realizzate con l'uso di un obiettivo telescopico: qui i soggetti, ritratti da lontano, sono anonimi e sfocati mentre l'artista, contrariamente a quanto accade nel resto della sua opera, non mostra alcuna connessione emotiva con lo svolgersi degli eventi, che osserva a distanza. La mostra di 10 Corso Como invita il visitatore a scavare dentro di sé e a confrontarsi su vari temi: l'amore, l'amicizia, i legami familiari e quelli con sé stessi, in un immaginario affascinante e ricco di contraddizioni. Una riflessione, 'nuda e cruda', sulla natura sfaccettata delle relazioni umane.
Moda
Trattamenti professionali per le unghie e le mani: consigli...
Sono numerose le minacce che, giorno dopo giorno, mettono a repentaglio la salute e il benessere delle nostre mani, che sono esposte in maniera costante a numerosi agenti esterni: per esempio il freddo e il sole, ma anche l’acqua e, ovviamente, tutti i prodotti chimici contenuti nei detergenti, che possono rendere la pelle più debole e conferirle un aspetto poco piacevole. La cura della pelle deve essere messa in atto tutti i giorni, e si basa sulle fasi di pulizia, tonificazione e idratazione. Ciò deve valere non solo per la pelle del viso, ma anche per quella delle mani, a cui invece in genere spetta solo l’applicazione di una semplice crema idratante.
Il valore di una manicure professionale
L’importanza di una manicure professionale si evidenzia nel valore di trattamenti efficaci che vengono applicati e che garantiscono alle unghie e alle mani un aspetto curato e, soprattutto, sano. Stiamo parlando, fra l’altro, di trattamenti spa, adattati a seconda delle necessità della pelle e che, proprio per questo motivo, garantiscono un intervento mirato, e di conseguenza un risultato più che apprezzabile. Conoscere da vicino la beauty routine professionale che è consigliabile seguire permette anche di individuare i prodotti più appropriati a seconda delle caratteristiche individuali.
La bellezza delle unghie con i prodotti di Tiziana Bellini
Per prendersi cura delle unghie si può fare sicuro affidamento sui prodotti disponibili sul sito tizianabellini.com, un vero e proprio punto di riferimento nel settore: qui si possono trovare non solo prodotti per le unghie, ma anche corsi dedicati, per imparare ogni segreto su questo argomento. Vale la pena di esplorare, in particolare, la sezione dei best seller; da ricordare, infine, che per tutti gli ordini di almeno 80 euro la spedizione è gratuita.
Il peeling: che cos’è e a che cosa serve
Il peeling, conosciuto anche con il nome di scrub, è il primo trattamento che è opportuno effettuare, e ha lo scopo di eliminare le cellule morte e le impurità della pelle. L’epidermide, di conseguenza, può essere rigenerata e diventare luminosa e al tempo stesso morbida. Lo scrub può consistere in un’esfoliazione chimica o in un’esfoliazione meccanica: la prima comporta l’impiego di acidi esfolianti ottenuti da sostanze naturali o dalla frutta; la seconda consiste nello sfregare delle microsfere o dei microgranuli che, agendo come particelle abrasive, per effetto del massaggio aiutano a eliminare le impurità.
Quali sono i prodotti più indicati
L’esfoliazione chimica è da preferire per le pelli più sensibili e delicate; il consiglio, nello specifico, è di preferire una schiuma peeling enzimatica, in grado di purificare la pelle in maniera approfondita, in vista delle fasi successive del trattamento. Questa schiuma si caratterizza per una texture leggera ed è in grado di detergere ed esfoliare per mezzo dell’azione svolta dagli enzimi della frutta. In questo caso, quindi, non c’è bisogno di utilizzare le particelle abrasive. Tale mousse, che contiene la papaina, il pantenolo e l’acido ialuronico, conferisce alla pelle un aspetto uniforme e al contempo vellutato.
Come si usa la schiuma peeling enzimatica
Non è difficile applicare in maniera corretta la schiuma peeling enzimatica, ma è bene ricordarsi di agitare il prodotto prima di usarlo. La schiuma deve essere distribuita, in una quantità modesta, in maniera omogenea, non solo sulla pelle ma anche sulle cuticole e sulle unghie. Dopo aver atteso cinque minuti per fare in modo che il prodotto agisca, si può risciacquare con una salvietta calda.
Gli scrub con oligominerali esfolianti
Un ottimo scrub per le mani antiage, invece, può essere arricchito con oligominerali esfoliati, in grado da una parte di nutrire le mani e dall’altra parte di eliminare lo strato di cellule morte. Così, il tono della pelle risulta uniforme; le mani sono lisce, con un aspetto diverso, in virtù di un aspetto più fresco, tonificato e idratato. Anche in questo caso è sufficiente applicare una piccola quantità di prodotto; dopo aver effettuato un piccolo massaggio, si lascia in posa per circa tre minuti. Infine, si risciacqua e, usando un asciugamano bagnato, si effettuano degli impacchi umidi e caldi.
La maschera per le mani
Lo scrub non è sufficiente per curare le unghie e le mani: il trattamento seguente consiste in una maschera per le mani. Esso consiste in un trattamento emolliente e con finalità idratante, capace di nutrire le mani per regalarle un aspetto luminoso e più giovane.
Moda
Il divano letto a una piazza e mezza: quando conviene...
Il comfort e il design sono i due aspetti più importanti fra quelli che rendono consigliabile il ricorso al divano letto a una piazza e mezza. Stiamo parlando di un elemento di arredo che può essere integrato in un piccolo locale da adibire a stanza degli ospiti e che ha la capacità di ottimizzare lo spazio in qualunque contesto venga collocato, come per esempio un monolocale. Il comfort viene sempre garantito, e in più si ha a disposizione un divano che può essere trasformato senza difficoltà per poter ottenere un posto letto in più. Insomma, sono tanti gli aspetti che rendono il divano letto a una piazza e mezza una soluzione eccellente.
Quando c’è bisogno di un divano letto a una piazza e mezza
Con un divano letto a una piazza e mezza, si può contare su un divano a due posti o a tre posti che assicura un comfort ottimale e che in breve tempo può diventare un pratico letto, ideale in presenza di ospiti o semplicemente come unico letto in un monolocale. Per questo motivo è possibile definire il divano letto a una piazza e mezza salvaspazio: insomma, un elemento di arredo che è in grado di coniugare eleganza e modernità, offrendo molteplici opzioni. Si può scegliere, infratti, tra differenti tipologie di rivestimento e di colore, grazie a una vasta gamma di colori per mezzo dei quali chiunque ha l’opportunità di personalizzare il luogo in cui vive in maniera originale.
Perché conviene puntare su un divano letto a una piazza e mezza
Ogni volta che si opta per un divano letto a una piazza e mezza, pertanto, si valorizza la propria abitazione grazie al ricorso a un complemento di arredo trasformabile. Di conseguenza, anche se lo spazio disponibile è decisamente ridotto, si può comunque allestire un pratico posto letto, con tutti i vantaggi che ne conseguono. Un elemento di arredo simile garantisce molteplici vantaggi, tanto dal punto di vista pratico quanto a livello estetico: ecco spiegata la ragione per la quale risulta il più adatto in un appartamento di piccole dimensioni.
Le soluzioni offerte da Smart Arredo
Spedizione in Italia gratuita, reso per tutti gli ordini gratuito, tripla garanzia sul trasporto, sul prodotto e sulla sicurezza dei pagamenti: sono questi gli aspetti che rendono consigliabile scegliere Smart Arredo come negozio di riferimento per l’acquisto online di un divano letto a una piazza e mezza. Stiamo parlando, in effetti, del più importante negozio online nel nostro Paese per la vendita di mobili convertibili e trasformabili: clicca qui per visionare i divani letto disponibili sullo shop online di Smart Arredo. A testimonianza della qualità offerta, è sufficiente dare uno sguardo alle recensioni verificate di Feedaty, con feedback certificati, autentici e reali.
Una proposta salvaspazio
Come si è visto, il divano letto a una piazza e mezza è un elemento di arredo salvaspazio di notevole praticità: una soluzione che si può quasi definire classica, indicata per coloro che non possono contare su molto spazio a disposizione ma hanno bisogno comunque di un posto letto in più. Questo tipo di divano letto, dopo che è stato aperto, appare un po’ più piccolo rispetto a un letto matrimoniale, e di conseguenza si rivela meno ingombrante. Al tempo stesso, esso si dimostra più ampio rispetto a un letto singolo, e quindi in grado di garantire un livello di comfort superiore. Ecco perché il divano letto a una piazza e mezza è perfetto non solo in soggiorno, ma anche in un monolocale o in una stanza per bambini di piccole dimensioni.
Ingombro minimo, praticità massima
Quando si ha bisogno di un elemento di arredo che ingombri poco e che quindi si possa definire salvaspazio, ecco che la versatilità di un divano letto a una piazza e mezza assicura il meglio che si possa desiderare. Il motivo è presto detto: questo elemento si può usare tanto come letto quanto come divano. È un mobile trasformabile perfetto in un salotto di piccole dimensioni, magari in un angolo del soggiorno destinato al relax o alla lettura, oppure in una zona notte in cui la presenza di un letto comodo e grande è sinonimo di accoglienza, comfort e intimità.
Attualità
Donatella Versace: Reinventarsi senza sosta, una vita al...
Donatella Versace, un nome che parla da solo. Icona della moda, simbolo di stile italiano, un po’ musa e un po’ ribelle. Ma soprattutto, una donna che non ha mai smesso di far parlare di sé. E ultimamente – diciamolo – ci ha dato nuovi motivi per farlo. Tra un’apparizione mozzafiato alla prima mondiale del musical Il Diavolo veste Prada a Londra e nuovi riconoscimenti per il suo impegno umanitario, Donatella continua a essere quel centro magnetico che attira sguardi e giudizi, dividendo il pubblico. E forse, è proprio questo il segreto del suo fascino.
Lo show a Londra e un look che fa discutere
La recente apparizione a Londra ha riacceso tutte le luci su di lei. C’è stato un momento, un istante quasi sospeso, in cui tutti hanno fissato Donatella e il suo miniabito dorato. Ma non è stato solo il vestito a far discutere: è stato il suo viso, l’aspetto sorprendentemente giovane e luminoso. Immediatamente, come al solito, il web si è acceso. Chi grida al miracolo del lifting, chi punta il dito contro botox e filler, chi semplicemente si chiede: “Ma è lei?“
Eppure, Donatella non si è mai nascosta dietro false modestie. Non ha mai negato di credere nella trasformazione, nell’evoluzione anche estetica. “Non credo nel totalmente naturale per le donne“, ha detto in passato. E in fondo, è anche questo a renderla così unica: quella sincerità spietata, senza filtri, che tanto manca in un mondo di perfezione finta e costruita.
Tra ammirazione e critiche: il web si divide
Bastano poche ore dalla sua apparizione, e i social sono in fermento. Si divide l’opinione pubblica: c’è chi applaude la sua audacia, il coraggio di reinventarsi sempre e chi invece la accusa di essere ormai irriconoscibile. In qualche modo, però, tutto questo è più grande di Donatella stessa. C’è un dibattito più ampio, più profondo, che riguarda l’uso della chirurgia estetica, la pressione di dover essere sempre perfetti, l’immagine pubblica filtrata e ridefinita da media e app che regolano anche il modo in cui percepiamo noi stessi. Insomma, Donatella è diventata ancora una volta il pretesto per parlare di qualcosa che ci tocca tutti.
Donatella e Versace: una storia di coraggio e creatività
Non possiamo parlare di Donatella senza parlare di Versace. Da quando ha preso le redini della maison, dopo la tragica morte di suo fratello Gianni nel 1997, Donatella ha portato avanti un’eredità pesante e meravigliosa. Ha trasformato il brand, lo ha reso globale, l’ha reso suo. Con quel suo stile audace, un po’ sfacciato e sempre sensuale, ha definito il concetto di lusso per una generazione intera.
Non si è mai fermata alla moda, mai e poi mai. Perché per Donatella la moda è solo una parte del tutto, una finestra sul mondo, certo, ma mai l’unica cosa. La sua creatività è sempre stata accompagnata da una sorta di missione, un bisogno quasi viscerale: difendere il diritto di esprimersi, di essere chiunque si voglia essere, senza limiti, senza paura. Ed è questo che la rende vera, autentica, che la fa risplendere. È come se ci fosse un filo invisibile che collega ogni cosa che fa: la sua vita personale, il suo stile, la sua visione. Tutto fa parte di un unico disegno, di un’unica storia che racconta con il cuore in mano.
Un impegno filantropico che fa la differenza
E proprio parlando di visione del mondo, Donatella non è solo moda. Recentemente, è stata premiata con il Prophets of Philanthropy Award dalla Galileo Foundation, durante il Faith and Philanthropy Summit al Blenheim Palace. Un riconoscimento che non è arrivato per caso. Donatella è da sempre in prima linea per i diritti LGBTQIA+ e per la difesa dei diritti umani. Sfrutta la sua posizione di potere per dare voce a chi, troppo spesso, non ha la possibilità di farsi sentire.
Questo impegno è una delle cose più belle e più vere di Donatella. Non si limita a creare abiti meravigliosi, ma mette la sua piattaforma al servizio di qualcosa di più grande, di più importante. E questo, forse, è il vero significato di essere un’icona.
Moda e musica: la collaborazione con Dua Lipa
Donatella non si ferma mai. Non si limita mai. L’abbiamo vista collaborare con la popstar Dua Lipa per una collezione estiva dal nome evocativo: La Vacanza. Presentata a Cannes, nel maggio del 2023, la collezione ha portato il glamour, la freschezza e l’energia delle due donne sotto i riflettori. Abiti pensati per l’estate, per divertirsi, per brillare.
C’è una sorta di dialogo continuo, di connessione tra Donatella e il mondo che la circonda. Sa parlare alle nuove generazioni senza sembrare mai fuori posto, senza mai perdere il tocco unico che rende Versace quello che è: un mix perfetto di tradizione e innovazione, di lusso e libertà.
Riconoscimenti e onorificenze: il 2024 di Donatella
Quest’anno è stato un altro momento importante per Donatella, insignita del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un riconoscimento che va oltre la moda. Questo onore celebra sì, il suo lavoro e il suo talento creativo, ma anche il modo in cui rappresenta l’Italia, il modo in cui la porta nel mondo. Con determinazione, con stile, con orgoglio.
Essere Donatella: resilienza e trasformazione
Se c’è una cosa che Donatella Versace ci insegna è il valore della resilienza. Dalla perdita del fratello Gianni alla gestione di un marchio iconico, ogni momento della sua vita è stato segnato da sfide enormi. Ma lei è sempre andata avanti, trasformando il dolore in forza, la sfida in successo. E questo si vede, in ogni sua apparizione, in ogni collezione che lancia, in ogni progetto in cui si immerge.
Donatella è una donna che ha saputo reinventarsi, che ha saputo sfidare le aspettative e ridefinire il concetto stesso di bellezza e stile. Una donna che, nel bene e nel male, non lascia nessuno indifferente.
La bellezza oltre le critiche
Le critiche non le sono mai mancate e il recente dibattito sul suo aspetto lo dimostra ancora una volta. Ma dietro ogni critica c’è qualcosa di più. C’è la paura del cambiamento, c’è il rifiuto di accettare che la bellezza possa essere anche trasformazione, che non ci sia un unico modo giusto di invecchiare. Donatella lo sa e in qualche modo, non sembra davvero importarle. Lei vive per se stessa, per la sua arte, per la sua visione. Ed è per questo che è ancora qui, dopo tanti anni, a farsi guardare, discutere, ammirare. Perché alla fine, la bellezza vera è quella che lascia un segno, che crea una reazione, che ci fa pensare.
Chissà cosa ci riserverà ancora Donatella. Davvero, chi può dirlo? Lei è così, imprevedibile, un continuo giro sulle montagne russe. Con Donatella, niente è mai scontato, niente è mai già visto. Può essere un nuovo look, un progetto sociale, un modo tutto suo di portare avanti una battaglia: lei riesce sempre a spiazzarci, a farci parlare, a farci pensare. E noi? Noi siamo qui, ad aspettare, con quella curiosità che non se ne va mai. Perché con Donatella c’è sempre quella sensazione, quella certezza un po’ magica: che la prossima cosa sarà speciale, sarà qualcosa che ci toccherà nel profondo, ancora una volta.