“Dopo il grande successo della prima edizione, frutto della sinergia tra la nostra ITS Academy, ELIS insieme al Consorzio Mediterranean Health Innovation Hub s.c.a r.l. e Sicindustria Messina, abbiamo pensato di riproporre un percorso di studi che sta avendo davvero successo: la seconda edizione del corso ITS per Informatico Biomedicale”. Lo afferma la presidente dell’ITS Academy “Nuove Tecnologie della Vita” A. Volta di Palermo, Maria Pia Pensabene che ha spiegato: “Questo programma, concepito per rispondere alle crescenti esigenze del settore, mira a formare professionisti in grado di integrare competenze informatiche e conoscenze biomedicali. Le lezioni toccheranno temi fondamentali come la gestione dei dati sanitari, la telemedicina e l'analisi dei big data, in un contesto che richiede sempre maggiore attenzione e responsabilità, affiancato da importanti partners. L'impegno dei partecipanti sarà cruciale per affrontare le sfide attuali e future del mondo della salute, in un ambiente che valorizza la ricerca e l'innovazione”.
Prendono quindi il via le iscrizioni per la seconda edizione del corso ITS Informatico Biomedicale a Messina, in partenza il 7 ottobre 2024. Candidature aperte fino al 20 settembre 2024. Il corso è rivolto a coloro che hanno conseguito almeno un diploma di istruzione secondaria superiore oppure un diploma di 4anni di istruzione e formazione professionale (IeFP), più un corso annuale IFTS. È possibile iscriversi anche se si è già occupati in attività lavorative o in corsi universitari. È inoltre necessario possedere conoscenze base di informatica. Non è necessario avere domicilio e/o residenza in Sicilia. Il corso è completamente gratuito ed avrà una durata di 18 mesi a partire da ottobre 2024, comprendendo 1200 ore di teoria e laboratorio erogate per il 70% da docenti provenienti dalle aziende partner e 800 ore di stage retribuito presso aziende di consulenza internazionali del Consorzio M.H.I.H. e del territorio. Sono inoltre previste delle borse di studio per fuori sede, in sede e pendolari con ISEE inferiore o uguale a € 24.335,11.
“Il corso per Informatico Biomedicale – spiega il presidente di Sicindustria Messina Pietro Franza – rappresenta un’opportunità unica e concreta per coloro che desiderano inserirsi nel mondo del lavoro e, nello specifico, in un settore in continua espansione. Le aziende partner, di rilevanza nel panorama biotecnologico, sono sempre alla ricerca di figure professionali con competenze mirate e aggiornate. Questo corso offre non solo una preparazione teorica, ma anche pratiche esperienziali che possono facilitare l'accesso a posizioni lavorative ambite. In un contesto in cui la domanda di professionisti qualificati è in crescita, le possibilità di impiego sono decisamente elevate. Circostanza che rende questo percorso un investimento sicuro per il futuro”. Le attività didattiche saranno erogate in modalità part- time, in presenza (5/6 ore al giorno), dal lunedì al venerdì. La frequenza è obbligatoria ed è consentito max il 20% di assenze. L’accesso al corso è a numero chiuso e sono previsti un test a risposta multipla e un colloquio orale di tipo tecnico-motivazionale. L’aula sarà costituita da massimo 30 allievi. La Sicilia, - ha spiegato il presidente del Consorzio Mediterranean Health Innovation Hub s.c.a r.l. Marco Ferlazzo - ha visto nel corso degli ultimi decenni una significativa perdita di capitale umano, con molti giovani che scelgono di lasciare la loro terra in cerca di opportunità lavorative e di crescita personale altrove. Questa iniziativa, già alla sua seconda edizione, pone le basi per creare un contesto stimolante che valorizzi le risorse territoriali e le aspirazioni dei giovani siciliani, offrendo loro tutti gli strumenti e le risorse per sviluppare le proprie capacità e intraprendere un percorso professionale significativo nel territorio. È un'opportunità per costruire un futuro migliore, senza lasciare la propria casa”.
Cronaca
Trasporto pubblico, domani sciopero per 24 ore
Modalità diverse da città a città
Sono previsti domani disagi per pendolari e viaggiatori per lo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori del trasporto pubblico. Bus, tram e metro si fermeranno con modalità diverse da città a città.
Cronaca
Covid, caccia all’animale che ha scatenato la...
Ritorno a Wuhan: un nuovo studio punta sull'origine naturale Sars-CoV-2
Alle radici del covid. Ritorno a Wuhan, Cina, dove tutto è cominciato a fine 2019, anno in cui un nuovo coronavirus, Sars-CoV-2, faceva il suo ingresso nel mondo degli esseri umani scatenando di lì a poco una pandemia senza confini. Virus fuggito da un laboratorio o arrivato all'uomo per vie naturali, tramite un animale 'ospite intermedio'? E' il giallo mai risolto di Covid-19. Un nuovo studio riavvolge il nastro, seguendo le tracce del 'Dna fantasma' nei campioni ambientali raccolti a inizio 2020 nel mercato all'ingrosso di frutti di mare di Huanan, dove sono stati censiti i primi casi umani. Gli autori del lavoro pubblicato su 'Cell' sono riusciti così a stringere il cerchio, fornendo una 'short list' delle specie selvatiche presenti nel mercato su cui si concentrano i sospetti.
Lo studio collaborativo internazionale porta la firma di scienziati di diversi atenei statunitensi ed europei e si basa su una nuova analisi dei dati pubblicati dal Cdc cinese, Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, provenienti da oltre 800 campioni raccolti nel mercato di Huanan e nei dintorni, a partire dall'1 gennaio 2020 e dai genomi virali segnalati dai primi pazienti Covid.
Nell'elenco delle specie da cui secondo il team molto probabilmente ha fatto il salto all'uomo Sars-CoV-2, ci sono diversi sospettati: secondo la ricerca, il virus era presente in alcune delle stesse bancarelle della fauna selvatica venduta al mercato, tra cui cani procioni (piccoli animali simili a volpi con macchie simili ai procioni) e zibetti (piccoli mammiferi carnivori imparentati con manguste e iene).
"Questo - evidenzia Florence Débarre, coautrice corrispondente del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs) - è uno dei set di dati più importanti esistenti sull'origine della pandemia di Covid e siamo grati che siano stati condivisi". Lo studio, aggiunge il coautore corrispondente Kristian Andersen dello Scripps Research Institute, "aggiunge un ulteriore livello alle prove accumulate che puntano tutte allo stesso scenario: che gli animali infetti sono stati introdotti nel mercato da metà a fine novembre 2019, il che ha innescato la pandemia". Come si è arrivati a questi risultati. Analizzando i dati raccolti dal Cdc cinese "in modi nuovi e rigorosi", interviene l'altro coautore corrispondente, Michael Worobey dell'Università dell'Arizona.
Le indagini
L'1 gennaio 2020, dopo che gli animali erano stati rimossi e a poche ore dalla chiusura del mercato di Huanan, i ricercatori del Cdc cinese si sono recati nella struttura per raccogliere campioni. Hanno fatto tamponi su pavimenti, pareti e altre superfici delle bancarelle e sono tornati giorni dopo per concentrarsi sulle aree in cui si vendevano animali selvatici, e quindi su gabbie e carrelli usati per spostare gli animali. Infine hanno anche raccolto campioni dagli scarichi e dalle fogne.
Su quei campioni è stato eseguito il sequenziamento metatrascrittomico, tecnica che mira a ottenere tutte le sequenze di Rna (e che può anche raccogliere il Dna) da tutti gli organismi presenti in un campione: virus, batteri, piante, animali, esseri umani. Il team cinese, guidato da Liu Jun, ha pubblicato i propri risultati nel 2023 su 'Nature' e ha condiviso in modalità ad accesso aperto i dati raccolti. Quello che veniva lasciato irrisolto era il nodo delle identità esatte delle specie animali trovate che potrebbero rappresentare plausibili ospiti intermedi. Secondo l'ultima analisi di questi dati condotta dal team internazionale, in alcuni casi il materiale genetico del virus Sars-CoV-2 e degli animali è stato persino trovato sugli stessi tamponi. Le specie sono state identificate tramite la genotipizzazione dei loro genomi mitocondriali nei campioni.
"Molte delle specie animali chiave erano state eliminate prima dell'arrivo dei team del Cdc cinese, quindi non possiamo avere prove dirette che gli animali fossero infetti", afferma Débarre. "Stiamo osservando i 'fantasmi' del Dna e dell'Rna di questi animali nei campioni ambientali, e alcuni si trovavano in stand in cui è stato trovato anche il virus. Questo è ciò che ci si aspetterebbe di vedere in uno scenario in cui ci fossero stati animali infetti nel mercato". Tra l'altro, fa notare Worobey, "questi sono gli stessi tipi di animali che sappiamo aver facilitato il passaggio del coronavirus Sars originale agli esseri umani nel 2002. La cosa più rischiosa che si può fare è prendere animali selvatici che pullulano di virus e poi metterli a contatto con esseri umani che vivono nel cuore di grandi città, la cui densità di popolazione rende facile per questi virus prendere piede".
Potrebbe essere successo proprio questo nel 2019. Il team internazionale ha anche eseguito un'analisi evolutiva dei primi genomi virali riportati, comprese queste sequenze ambientali, e ha dedotto i genotipi progenitori più probabili del virus che ha infettato gli esseri umani e portato alla pandemia di Covid. I risultati implicano che ci fossero pochissime persone infettate, se non nessuna, prima del focolaio nel mercato.
Gli animali 'sospettati'
Attraverso la nuova analisi si è arrivati alla short list di specie animali presenti nel mercato umido e trovate contestualmente a campioni virali, che potrebbero rappresentare gli ospiti intermedi più probabili per Sars-CoV-2: il comune cane procione, specie suscettibile al virus e nota per aver portato la Sars nel 2003, è l'animale geneticamente più abbondante nei campioni delle bancarelle, e poi è stato trovato in una bancarella con Rna di Sars-CoV-2 del materiale genetico di civette delle palme mascherate, anch'esse associate alla precedente epidemia di Sars. Anche altre specie come il ratto del bambù e i porcospini malesi sono state trovate presenti in campioni positivi a Sars-CoV-2, così come una moltitudine di altre specie.
Gli esperti sottolineano l'importanza di comprendere le origini della pandemia di Covid, anche ora che è alle spalle, soprattutto alla luce di altri recenti 'spillover', salti di specie come quello che ha portato negli Usa alla diffusione del virus dell'influenza aviaria nei bovini. "C'è stata molta disinformazione" sulle radici di Sars-CoV-2, conclude Worobey. Capire queste dinamiche può avere un peso, a suo avviso, per la sicurezza nazionale e la salute pubblica. "La verità - chiosa - è che da quando la pandemia è scoppiata più di 4 anni fa, nonostante ci sia stata una maggiore attenzione al tema della sicurezza in laboratorio, non è stato fatto molto per ridurre la possibilità che uno scenario perfetto per una zoonosi si verifichi di nuovo".
Cronaca
Sangiuliano denuncia Boccia: Procura di Roma aprirà...
La denuncia, annunciata nelle scorse settimane, è ora all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio
E' arrivata in procura a Roma la denuncia presentata dal legale dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, contro l'imprenditrice Maria Rosaria Boccia. La denuncia, annunciata nelle scorse settimane dal legale dell’ex ministro, l’avvocato Silverio Sica, è ora all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio che procederanno all’apertura del procedimento.