Per la prossima primavera-estate Sara Cavazza Facchini si ispira al celebre trittico di Bosch, tra tocchi soft e colori vividi: "Leggerezza per la nuova donna"
“Rispetto al passato, la donna Genny ha voglia di libertà, di essere più sé stessa e non come la società la desidera. Il mio è un messaggio metaforico per dire ‘io sono così e parlo della mia vita’”. Parola di Sara Cavazza Facchini, che per la prossima primavera-estate di Genny si lascia ispirare dai colori vividi e dalla forte caratterizzazione onirica del celebre trittico del ‘Giardino delle delizie’ di Hieronymus Bosch del 1480. “Bosch mi ha ispirata per i colori, per il corpo e per le trasparenze - spiega la stilista nel backstage della sfilata -. Il tutto è accompagnato dall’orchidea, che è il simbolo della maison, e che viene proiettato al massimo anche grazie all’opera di Marc Quinn in passerella. È un mondo di natura e leggerezza, che parla all’umanità anche in chiave un po’ mistica e lirica. Sulla catwalk ho tradotto i concetti in leggerezze, fluidità e nella voglia di vedere la donna in una nuova dimensione di sé stessa”.
In questo spazio onirico e metafisico sbocciano colori e trasparenze che rendono romantica e al tempo stesso concreta l'intera collezione, mentre l'orchidea sboccia su stampe macro e micro, effetto pois sul trench in cotone oppure macro sulle bluse da giorno e gonne plissé. A fare da fil rouge un'idea di leggerezza e femminilità che cambia i connotati perfino al tailleur, trasformandolo in un pigiama a righe in cotone. Lo smoking di satin viene invece rivisitato con una lunga giacca sleeveless da portare di giorno su top lingerie, di sera a pelle oppure nel completo giallo di organza stropicciata.
“Tutto è molto soft - osserva la creativa -. Anche per le calzature ho scelto delle slingback basse e per la prima volta in passerella delle ballerine, con touch un po’ baby. La donna Genny è anche un po’ girlish, perbene ed educata”. Per la sera, il tema della lingerie serpeggia negli abiti, nei quali compaiono reggiseni a fiocco, corsetti con fiori ricamati mentre tessuti e colori rimandano ai fiori di Bosch. Tra i capi più significativi i lunghi abiti impalpabili delle uscite finali che celano il corpo in un gioco di trasparenze e lavorazioni preziose. Fili di perle decorano le bretelle degli evening dress o dei pantaloni a vita alta, in maniera elegante e classy (di Federica Mochi)
Moda
Emporio Armani riscrive i codici della cravatta
Per la prossima primavera/estate elogio dell’accessorio maschile, lo stilista: "Gesto allora radicale oggi diventa gioco"
La gigantografia in bianco e nero di una modella in completo maschile con la cravatta, capelli raccolti all’indietro, sguardo basso, accoglie gli ospiti della sfilata di Emporio Armani dedicata alla prossima primavera-estate. Un scatto iconico, scelto dal signor Armani per il suo valore simbolico. Risale al 2000 ed è del fotografo Tom Munro, lo stesso che campeggia sull’invito di questa sfilata e che fa da leitmotiv all’intera collezione.“È una foto del mio passato, che rappresenta però anche il futuro - spiega Armani -. Il gesto, che allora fu radicale, oggi diventa un gioco. I tempi sono cambiati e sono consapevole di aver dato un contributo, e un guardaroba, a questo cambiamento”.
Guardare al passato con lo sguardo rivolto al futuro. È questa l’essenza della collezione, un annuncio di quel che verrà dopo. Così la cravatta, indossata dalle donne in modo provocatorio, torna a essere quell’accessorio che ha saputo sempre reinventarsi abbattendo i muri della convenzione e del genere. Armani, tutto questo, lo sa bene e lo trasforma in vezzo, in divertimento. Come nel prezioso top scintillante che spunta sotto al completo nero, una cravatta che ondeggia al movimento. O quella che adagia elegantemente sopra il capospalla, o la trasforma in micro top.
E’ l’equilibrio di maschile e femminile a guidare il racconto: dalle giacche morbide dalle spalle naturali ai pantaloni fluidi, fino ai blouson, parka e trench che si alternano a piccoli abiti dai drappeggi avvolgenti, gonne lunghe, abiti leggerissimi. Una continuità con il passato ma che guarda in avanti, nel più istintivo dei gesti di stile: la camicia bianca e ampia portata con i pantaloni ricamati e, appunto, la cravatta.
Alla fine della sfilata, all’Armani/teatro Giorgio Armani saluta il pubblico insieme a Leo Dell’Orco (responsabile dell’ufficio stile uomo), Silvana Armani (responsabile dell’ufficio stile donna), Nicola Lamorgese (a capo dell’ufficio stile Emporio Armani uomo, storico collaboratore da trent’anni in azienda) e Marco Brunello (a capo dell’ufficio stile Emporio Armani donna, storico collaboratore, in azienda da ventiquattro anni. Applausi e occhi lucidi. Ma oggi da celebrare è anche la riapertura dello storico negozio di via Manzoni, a Milano, una città che da sempre è nel cuore e nella vita del signor Armani.
“Il mio rapporto con questa città non smette di evolversi - spiega -. Milano rimane il centro del mio mondo, un luogo in cui posso osservare i cambiamenti, in cui posso sperimentare. È qui che testo nuove soluzioni, e la città si rivela sempre reattiva, il che mi consente continui miglioramenti” (di Federica Mochi)
Moda
MM6 tra techno club e citazioni d’archivio
Per la prossima primavera-estate pennellate di vernice, maxi occhiali e strutture decostruite, Rosso (Otb): "Brand è iconico’"
Musica da techno club berlinese, una passerella tutta bianca, soffitti bassi e fumo che avvolge la grande sala della Pelota. Va in scena MM6 Maison Margiela, in una collezione che per la prossima primavera estate gioca con alcuni dei codici del suo Dna, tra pennellate di vernice bianca su completi, maxi occhiali da sole, giacche e pantaloni decostruiti in un contrasto tra lunghezze, pelle nuda e volumi skinny.
“MM6 Maison Margiela è uno dei nostri brand iconici - dice all’Adnkronos il presidente e fondatore del gruppo Otb, Renzo Rosso, prima dello show - è bello perché ha un fascino tutto suo, particolare, e perché ricorda con modernità anche la vecchia Margiela. È un momento glorioso per tutte le linee di questa maison. Margiela va avanti da sola ed è bello perché ha un pubblico tutto suo”.
La collezione è pensata per adattarsi al caldo soffocante dell'estate. Un caldo intenso, quasi frizzante, che richiede il costume da bagno al posto della biancheria intima, e invita al ‘do it yourself’, come il top ricavato da una busta di plastica, il nodo alla maglietta o le verniciature spalmate sul denim. I jeans sono lacerati, così come gli abitini con volant tecnici, o quelli con la maxi cintura a vita bassa, mentre gli stivali da cowboy vengono reinterpretati con il trattamento della vernice bianca. Il capo icona è un blazer bianco che nasconde un taglio sul retro nel quale infilare i capelli.
Non manca una stampa emblematica, la riproduzione del messaggio originale sull’Aids, che ha lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica. In collezione, lato accessori, anche i Dr. Martens 1460 a 8 occhielli, pochette a bracciale, e borse con grandi fibbie. (di Federica Mochi)
Moda
Prada, supereroine contro la dittatura dell’algoritmo
Per la prossima primavera-estate Raf Simons e Miuccia Prada celebrano l’individualità con look tutti diversi
Visiere e occhiali space age, cinture che tengono su le gonne come fossero reggicalze con ganci in acciaio. Copricapi visiera e cuffie spaziali. Orli con un’anima di fil di ferro. Gonne con oblò e maxi piercing, bagliori metallici e materiali tecnici. Ecco la prossima primavera-estate di Prada secondo Miuccia Prada e Raf Simons, che partono dal concetto dell’iperinformazione e della manipolazione dell’algoritmo che governa i nostri dati e la nostra vita, per tratteggiare una collezione che intreccia presente e futuro.
“Volevamo esplorare due concetti sempre più rilevanti nel mondo di oggi - spiega Miuccia Prada nel backstage della sfilata - il bombardamento di informazioni e la manipolazione dell’algoritmo. Di base sembra che nella vita quotidiana siamo diretti dagli algoritmi e la nostra è una risposta umana a questo sistema. Ero molto tesa per questa sfilata, molto più di del solito, perché ci siamo approcciati in modo diverso: invece di fare tre o quattro temi abbiamo provato a concentrarci su tante individualità. Volevamo trovare modi per essere Prada oggi”.
L’approccio umano basato sull’individualità e sul singolo è il concetto dal quale i due stilisti si muovono. Un’ode all’individualità, con capi bon ton e citazioni a Barbarella e alla science fiction, ma profondamente radicati nel Dna del marchio milanese. Nella collezione è facile scorgere qua e là citazioni legate all’immaginario dell’ultima sfilata uomo ma la narrazione è tutta al femminile. Dalle piume che danzano sull’abito nero, alle gonne e abiti trasparenti indossati su pantaloni calzamaglia come fossero tute futuristiche. Con un tocco dark alla Raf Simons, come l’abito di pelle con tanti anelli metallici che risuonano al movimento. Supereroine dei nostri tempi.
“Il supereroe era il filo conduttore della collezione - osserva Miuccia Prada - altrimenti sarebbe stato tutto schizofrenico. Si tratta della forza personale, non è potere ma la forza dell’individuo”. Non a caso, aggiunge Raf Simons, “abbiamo immaginato ogni individuo come un supereroe, con i suoi poteri e la sua storia, riflettendo su questa idea di trasformazione, i comportamenti, le azioni o i vestiti che scegliamo sono mezzi per esprimere un messaggio, per affermare la nostra autorità e la nostra forza. Essi possono trasformare la percezione che abbiamo di noi stessi”. (di Federica Mochi)