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Onu, Cardi: “Scatto reni su multilateralismo, Meloni dia messaggio forte”

L'appello dell'ex ambasciatore alle Nazioni Unite alla vigilia dell'Assemblea generale: "L'Italia metta a disposizione le sue capacità di dialogo e contribuisca a sbloccare meccanismi inutilizzati"

L'ambasciatore Sebastiano Cardi

Forte di una solida vocazione multilaterale, l'Italia "dovrebbe mettere a disposizione le sue capacità negoziali e di dialogo sempre riconosciute" per sostenere un metodo che appare in netto arretramento in una situazione internazionale sempre più complessa. "Serve uno scatto di reni e mi aspetto dalla premier Giorgia Meloni un appello forte in questa direzione", dice all'Adnkronos Sebastiano Cardi, ex ambasciatore all'Onu, alla vigilia dell'avvio della 79ma sessione dell'Assemblea generale, a margine della quale Antonio Guterres ha convocato il "Summit per il futuro" con l'obiettivo di "ritrovare la strada verso il multilateralismo".

"L’Italia ha una lunga tradizione di paese multilateralista e dispone di capacità istituzionali, diplomatiche e intellettuali che, se mobilitate, potrebbero portare a qualche proposta utile - sostiene Cardi - In quanto presidente di turno del G7 mi aspetterei che la premier portasse un messaggio importante di leadership, con l'Italia, immersa nel Mediterraneo, membro dell'Ue e dalla forte vocazione transatlantica, pronta a prendere iniziative e ad assumersi responsabilità".

L'ex rappresentante italiano al Palazzo di Vetro invoca "uno scatto di reni" e sollecita "un appello molto forte da parte dell'Italia, che ha le carte in regola non solo per auspicarlo, ma anche per metterlo in pratica", contribuendo a "sbloccare meccanismi negoziali finora inutilizzati o per immaginarne di nuovi ad esempio in Medio Oriente, dove esistono margini per rilanciare dinamiche di dialogo,lungo la strada tracciata dagli accordi di Abramo". "Può sembrare un’idea velleitaria data la situazione, ma anche per questo è il momento giusto per approfondirla", insiste Cardi.

Lunedì, a New York, il segretario generale ha invitato i Paesi membri al 'Summit per il futuro' in un momento in cui appare "clamorosa ma speriamo non irreversibile la crisi del metodo multilaterale", una crisi già evidente a partire dal 2017-2018, quando erano "forti le avvisaglie della contrapposizione tra Stati Uniti e Russia e tra Occidente e Russia", ricostruisce Cardi, che è stato anche direttore generale degli Affari politici della Farnesina e che nelle settimane scorse ha lanciato, insieme a suoi ex colleghi, International strategic network (Isn), società di consulenza internazionale.

La convocazione di Guterres, dopo l'attacco russo all'Ucraina e il 7 ottobre e "mentre tutto quello che c'è intorno sembra prefigurare una pericolosissima tendenza alla disgregazione totale, risponde all'esigenza di ritrovare la strada del multilateralismo", spiega l'ex ambasciatore. Che avverte sul rischio che "nel nuovo disordine mondiale si inseriscano e proliferino Paesi con agende alternative per posizionarsi in Africa piuttosto che nel mercato energetico, o attori non statali, trafficanti di armi e di uomini, che approfittano del caos per perseguire i loro interessi criminali".

Consapevole che il Summit per il futuro, al quale partecipano tutti i Paesi con le loro diverse sensibilità e agende, "non basterà, nessuno si aspetta idee rivoluzionarie o nuovi strumenti per rafforza il multilateralismo", Cardi sottolinea però che "le idee che emergeranno potrebbero essere le basi" per imboccare di nuovo quella strada. Immaginando, ripete, "uno sforzo per il rilancio di meccanismi regionali di composizione delle controversie, come per esempio l'Osce o il Consiglio d'Europa, se si parla del conflitto in Ucraina".

Ma lo stesso Guterres, che è alla fine del suo secondo mandato e dunque non deve essere rieletto, "dovrebbe tornare nell'arena internazionale in maniera più chiara e più netta", esorta l'ex ambasciatore. "Come segretario generale qualche margine di manovra in teoria lo avrebbe, sulla guerra in Ucraina, per esempio, potrebbe incarnare la figura del negoziatore super partes se Stati Uniti, Russia e Ue lo accettassero: la leadership si conquista con le azioni", dice Cardi. Riaffermato l'impegno a sostenere l'Ucraina con tutti i mezzi, l'ex ambasciatore insiste ancora sulla necessità di trovare un modo di negoziare con la Russia: "Bisogna evitare che quello ucraino diventi un altro conflitto congelato nel cuore dell'Europa che Mosca può usare a suo piacimento, premendo sul grilletto per scatenare crisi energetiche o di sicurezza di vario tipo". "Non possiamo arrenderci all'idea che il metodo multilaterale sia ormai alle spalle - chiosa l'ex ambasciatore - Quasi 80 anni di Onu hanno significato per la comunità internazionale avanzamenti in tantissimi settori, dalla povertà alla lotta alla fame, fino al controllo degli armamenti anche nucleari". Un tema quest'ultimo riemerso con la guerra in Ucraina e con le minacce che arrivano periodicamente da Mosca e che "espone il mondo a un pericolo grandissimo, se non c'è il dialogo tra le due maggiori potenze che ne sono responsabili, Stati Uniti e Russia".Tornando a parlare dell'Italia, Cardi sollecita la difesa dei suoi interessi al prossimo vertice dell'alimentazione dell'Onu. Forte della sua esperienza anche di negoziatore al summit del 2018, sa quante "insidie" debba affrontare la nostra industria alimentare. "L'Onu - ricorda - è il consesso multilaterale per eccellenza nella lotta alla fame, per lo sviluppo e i diritti umani, ma anche per l'alimentazione. Un tema, questo, cui ogni sette anni viene dedicato un vertice e che è fondamentale per l'Italia, perché ci sono tendenze e teorie di gruppi industriali e di Paesi che, in nome di una sana alimentazione, invocano l'eliminazione di alcuni ingredienti ritenuti nocivi". Con un comparto che vale circa il 10% del Pil ed è quindi fondamentale per l'economia, il nostro Paese "ha tutto l'interesse a mobilitarsi contro alcune prese di posizione internazionali che rischiano di mettere in pericolo le filiere produttive", dice l'ex ambasciatore. Il vertice si terrà l'anno prossimo, ma Cardi ricorda quanto successo in quello precedente, nel 2018, quando lui era co-facilitatore del processo negoziale insieme al collega uruguayano: "In quell'occasione potei vedere dall'interno i meccanismi di elaborazione della dichiarazione finale, che nascondevano molte insidie per il cibo italiano, dietro l’attacco ai grassi, ai dolcificanti e altro ancora”.In vista del vertice del settembre del 2025, consapevole che "attraverso il documento finale si danno indicazioni a favore o a sfavore di alcuni ingredienti o materie prime, l'Italia deve mobilitarsi - insiste l'ex ambasciatore - per fare in modo che la dieta mediterranea e la sua produzione nazionale vengano difese concretamente anche nell'interesse dei consumatori. Mi risulta che le organizzazioni di settore, in particolare Federalimentare, si stanno già attivando e questo è positivo".

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Esteri

Ucraina, droni di Kiev nel cuore della Russia. Zelensky:...

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Attacco contro Kazan, capitale del Tatarstan. Il presidente ucraino: "Colpiremo basi militari"

Volodymyr Zelensky

L'Ucraina arriva a colpire nel cuore della Russia con i droni. Mosca scarica l'ennesima pioggia di missili su Kiev. La guerra non si ferma mai e, anzi, aumenta di intensità in una fase cruciale. L'imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca viene considerato il prologo all'apertura di una fase negoziale per fermare il conflitto: lo stop alle ostilità è l'obiettivo del nuovo presidente degli Stati Uniti, vero game changer nello scacchiere internazionale. Ucraina e Russia, quindi, accelerano per consolidare le proprie posizioni da spendere poi in un'eventuale trattativa.

L'Ucraina per la prima volta è arrivata a colpire con 8 droni la città di Kazan, a circa 1200 km da Kiev. I video diffusi su Telegram mostrano un drone che centra un grattacielo, seminando il panico tra la popolazione fino ad oggi estranea alla guerra. Nessuna vittima, ma l'effetto dell'azione è a dir poco dirompente. Kiev sostiene che l'obiettivo era la fabbrica di polvere da sparo di Kazan.

Il messaggio di Zelensky

"Continueremo ad attaccare le strutture militari russe con droni e missili e ci saranno sempre più proiettili ucraini. Attaccheremo le basi militari e le infrastrutture militari che vengono utilizzate per il terrore contro il nostro popolo", promette il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino difende la legittimità delle azioni e ringrazia i Paesi europei che "migliorano e modernizzano gli arsenali". Il reale problema, per l'Ucraina, è la carenza di uomini.

Come svela il Guardian, Kiev deve ricorrere a specialisti nella gestione della difesa aerea che vengono trasformati in soldati di prima linea e si ritrovano in trincea. Una tregua consentirebbe alle forze armate ucraine di serrare i ranghi, rifiatare e addestrare in maniera appropriata nuovi elementi che oggi, invece, vengono schierati con una preparazione inadeguata: "Abbiamo ricevuto 90 uomini, solo 24 sono pronti. Gli altri sono ubriachi, malati o vecchi", il quadro delineato al quotidiano britannuco da un'anonima fonte dalla prima linea.

La Russia, nelle stesse ore, continua a martellare. L'ultima offensiva ha riversato 113 droni su obiettivi ucraini. "Solo questa settimana i terroristi hanno utilizzato oltre 500 bombe guidate, circa 550 droni d'attacco e più di 20 missili di vari tipi. Questo è il terrore russo che stiamo contrastando", dice Zelensky. "A Kherson - denuncia - è stato distrutto un centro oncologico, a Kharkiv e Zaporizhzhia sono stati colpiti palazzi, dopo che missili balistici hanno preso di mira Kiev e bombardamenti hanno colpito Sumy, Kryvyi Rih, così come le regioni di Dnipropetrovsk e Donetsk".

Le accuse di Mosca

Alle accuse del presidente ucraino, da Mosca risponde Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. "Kiev sta sfogando la sua rabbia impotente per le tangibili sconfitte militari sulla popolazione pacifica della Russia", dice dopo il raid contro Kazan.

"L'attacco alla capitale del Tatarstan è anche una sorta di vendetta per il successo del vertice Brics nell'ottobre 2024, che ha dimostrato il potere e l'influenza di questa associazione, nonché un tentativo di intimidire la popolazione di una delle regioni in via di sviluppo dinamico del nostro paese", aggiunge. "Non è una coincidenza che tutti i media ucraini e i canali Telegram abbiano pubblicato filmati da Kazan con sadico piacere, accompagnandoli con sfoghi verbali osceni. Questa è l'essenza disumana del regime del 'presidente in ritardo", aggiunge Zakharova alludendo al mandato 'scaduto' di Zelensky.

"Ancora una volta, esortiamo la comunità internazionale a fare una valutazione severa delle azioni criminali della giunta di Zelensky. Non c'è giustificazione per il terrorismo. Non può essere ignorato. Merita condanna e tolleranza zero - afferma la portavoce - Siamo indignati per il silenzio ipocrita dell'Occidente tutto e dei suoi mass media, che reagiscono immediatamente a qualsiasi focolaio di estremismo e ancora di più agli attacchi terroristici in diverse parti del mondo, ma nel caso della Russia si comportano come se nulla stesse accadendo".

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Esteri

Ucraina sotto attacco, oltre 100 droni lanciati dalla Russia

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Il presidente ucraino: "Questo è il terrore russo che stiamo contrastando"

Macerie in Ucraina dopo attacco con drone (Afp)

"Solo questa settimana i terroristi hanno utilizzato oltre 500 bombe guidate, circa 550 droni d'attacco e più di 20 missili di vari tipi. Questo è il terrore russo che stiamo contrastando". E' quanto scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, precisando che "la notte scorsa i terroristi russi hanno lanciato più di 110 droni d'attacco contro la nostra popolazione".

"A Kherson - denuncia - è stato distrutto un centro oncologico, a Kharkiv e Zaporizhzhia sono stati colpiti palazzi, dopo che missili balistici hanno preso di mira Kiev e bombardamenti hanno colpito Sumy, Kryvyi Rih, così come le regioni di Dnipropetrovsk e Donetsk". "Sono grato ai nostri partner che continuano a stare al fianco dell'Ucraina e ad aumentare il pressing sulla Russia - conclude - Insieme, con la forza collettiva, garantiremo una pace duratura".

La cronaca degli attacchi

La Russia ha attaccato l'Ucraina con 113 droni durante la notte, aveva reso questa mattina noto l'aeronautica militare di Kiev, aggiungendo di averne abbattuti 57, mentre altri 56 non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, probabilmente a causa dell'interferenza dei sistemi di guerra elettronica. L'aeronautica militare ha aggiunto che la Russia ha lanciato anche un missile S-400 verso l'Ucraina centrale, ma che non ha causato danni.

Nella notte la Russia ha attaccato la città di Zaporizhzhia, ferendo quattro persone, tra cui un ragazzo di 12 anni. Lo ha riferito il governatore regionale Ivan Fedorov, aggiungendo che il raid ha danneggiato un condominio di 9 piani. Un altro attacco con drone ha colpito un edificio residenziale nella città nordorientale di Kharkiv, ferendo anche qui un dodicenne.

Mentre sempre nella notte le difese aeree russe hanno abbattuto 19 droni nei cieli di quattro regioni russe. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, precisando che "i tentativi del 'regime' di Kiev di condurre attacchi terroristici contro strutture sul suolo russo utilizzando Uav ad ala fissa sono stati sventati. Le forze di difesa aerea in servizio hanno distrutto 19 veicoli aerei senza pilota ucraini, tra cui nove sulla regione di Belgorod, cinque sulla regione di Voronezh, tre sul Mar Nero, uno sulla regione di Kursk e uno sulla regione di Krasnodar".

Otto droni ucraini hanno colpito Kazan, la capitale della repubblica russa del Tatarstan, abbattendosi su un'area industriale e una residenziale. Non ci sono morti né feriti, ha riferito il servizio stampa del capo della repubblica. "In questo momento sono stati registrati otto attacchi. Di questi, uno ha colpito un'impresa industriale, uno il fiume e sei una zona residenziale, non ci sono stati morti o feriti", ha precisato il servizio stampa.

Intanto il governatore ad interim della regione di Kursk, Alexander Khinshtein, sul suo canale Telegram ha riferito che in seguito al massiccio attacco di ieri delle forze armate ucraine a Rylsk, cinque persone sono state uccise e 12 ferite.

"La risposta della Russia all'ultimo crimine ucraino non si farà attendere", ha affermato il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite Vasily Nebenzya, commentando l'attacco missilistico a Rylsk. "La nostra risposta a questo deliberato attacco criminale contro i civili russi arriverà a breve", ha avvertito il diplomatico, denunciando l'attacco come un altro inequivocabile passo del regime di Kiev verso l'escalation.

Kiev: "1.860 militari russi uccisi nell'ultimo giorno di guerra"

Secondo quanto riferito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine, la Russia ha perso 772.280 soldati in Ucraina dall'inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo Stato maggiore ha aggiunto che nella cifra sono incluse le 1.860 vittime subite dalle forze russe nell'ultimo giorno.

Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 9.594 carri armati, 19.841 veicoli corazzati da combattimento, 31.891 veicoli e serbatoi di carburante, 21.252 sistemi di artiglieria, 1.256 sistemi di lancio di razzi multipli, 1.027 sistemi di difesa aerea, 369 aerei, 329 elicotteri, 20.685 droni, 28 imbarcazioni e un sottomarino.

Onu: "Oltre 12.000 civili uccisi da inizio guerra"

Secondo l'Onu sono stati registrati oltre 12.340 decessi di civili in Ucraina da quando la Russia ha iniziato la guerra nel febbraio 2022. Lo ha dichiarato il sottosegretario generale dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo (Unoda) Izumi Nakamitsu, durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di ieri. Il rapporto dell'Onu sulle vittime giunge mentre il presidente russo Vladimir Putin intensifica le minacce contro le città ucraine, tra cui quella del 19 dicembre di colpire Kiev con un missile balistico a medio raggio 'Oreshnik'.

L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha registrato vittime civili in Ucraina dal 24 febbraio 2022 al 30 novembre 2024, ha affermato Nakamitsu. Oltre 12.340 civili sono stati uccisi e più di 27.836 sono rimasti feriti durante questo lasso di tempo. L'Onu ha inoltre rilevato che nel 2024 le bombe aeree e le armi a lungo raggio hanno causato un numero di vittime maggiore rispetto all'anno precedente. Le bombe aeree hanno ucciso 341 civili e ne hanno feriti 1.803 tra il primo gennaio e il 30 novembre, secondo i dati della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Le cifre rappresentano un aumento di tre volte dei decessi e di sei volte dei feriti rispetto al 2023.

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Esteri

“Anti-Islam e simpatizzante di Afd”, chi è...

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Saudita in esilio, 50enne, in Germania dal 2006, convinto che le autorità tedesche non facciano abbastanza contro l'islamismo: è il ritratto del sospetto attentatore di Magdeburgo

Una foto dell'autore dell'attentato di Magdeburgo

Taleb al-Abdulmohsen è stato arrestato per l'attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, compiuto nella serata del 20 dicembre. Saudita in esilio, 50enne, in Germania dal 2006, psichiatra e psicoterapeuta a Bernburg, attivista, fortemente critico nei confronti dell'Islam, simpatizzante dell'Afd convinto che le autorità tedesche non facciano abbastanza contro l'islamismo: questo è il ritratto che sembra emergere dalle indagini.

Nato in una piccola località saudita, a maggioranza sciita, poi abiura l'Islam e, ricostruisce il Wall Street Journal citando un funzionario della sicurezza, fugge dalla monarchia del Golfo, a maggioranza sunnita e dove abbandonare l'Islam è un reato. Originario di Hofuf, in Germania diventa noto oltre i 'confini' della piccola comunità saudita per il suo attivismo e per la difesa dei diritti delle donne. "Sono il più forte critico dell'Islam nella storia - ha affermato nel 2019 in un'intervista alla Faz - Se non mi credete, chiedete agli arabi".

"Dopo 25 anni di questo lavoro, pensi che nulla possa più sorprenderti - ha scritto su X Peter Neumann, esperto di terrorismo del King's College di Londra - Ma un cinquantenne saudita, ex musulmano, che vive nella Germania orientale, adora l'Afd e vuole punire la Germania per la tolleranza nei confronti dell'Islam, non era davvero tra i miei pensieri".

Al-Abdulmohsen lavorava come psichiatra alla Clinica Salus di Bernburg, una cinquantina di chilometri da Magdeburgo, come confermato allo Spiegel fonti della struttura. Mitteldeutsche Zeitung ha scritto che nelle ultime settimane sarebbe stato spesso assente per malattia dal lavoro. Nel 2016 ha ottenuto lo status di rifugiato, dopo aver denunciato - ricostruisce il Financial Times - di aver ricevuto minacce di morte per aver abbandonato l'Islam. Una "rottura" che risale al 1997, ha sostenuto una volta in un'intervista.

I media tedeschi lo hanno descritto come attivista impegnato ad aiutare gli oppositori in Arabia Saudita a fuggire dalla monarchia del Golfo per chiedere asilo in Europa. Nel 2019 ha raccontato alla Bbc di passare - "se ho tempo" - 10, 16 ore al giorno ad aiutare a ottenere l'asilo in Paesi occidentali chi in Medio Oriente dice addio all'Islam e di essere 'ricercato' soprattuto dalle donne giovani, tra i 18 e i 30 anni. Il forum wearesaudis.net è stato usato per i consigli rivolti ai sauditi e ai richiedenti asilo in generale.

Su X il suo profilo ha quasi 47.000 follower. Erano 43.000 prima dell'attacco, secondo il Wsj, che fotografa un account con rilanci di post con critiche all'Islam da parte di attivisti arabi e sostenitori dell'estrema destra in Europa e Stati Uniti, contestazioni alle leggi tedesche sul reato di incitamento all'odio.

Ad agosto ha pubblicato un video creato con l'intelligenza artificiale di Elon Musk con critiche alle norme accusate di soffocare la libertà di espressione. Nel giorno dell'attacco quel video è stato ripostato con altri filmati e audio in cui afferma di essere vittima di censura e persecuzioni in Germania. Tra i commenti precedenti scandagliati dalla stampa internazionale ce ne sono anche a sostegno dell'Afd e di critica nei confronti dei democratici negli Stati Uniti.

Negli ultimi mesi, evidenzia il Ft, è sembrato allontanarsi dall'attivismo e adottare un approccio molto critico nei confronti delle autorità tedesche, convinto che fosse "evidente che la politica della Germania dei confini aperti fosse un piano di Angela Merkel per islamizzare l'Europa". Secondo il Wsj, per quattro volte, tra il novembre 2023 e lo scorso settembre, le autorità saudite avevano avvertito la Germania sulla pericolosità di Taleb al-Abdulmohsen, sostenendo potesse rappresentare una minaccia per i diplomatici di Riad. Ma, ricostruisce il giornale, Berlino ignorò quegli avvertimenti pensando i sauditi lo avessero preso di mira per aver ripudiato l'Islam.

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