Continuano le operazioni di soccorso per individuare i dispersi
E' salito a 51 morti il bilancio dell'esplosione in una miniera di carbone nella provincia del Khorasan meridionale, in Iran. "Il numero dei lavoratori morti è salito a 51 e il numero dei feriti a 20", hanno dichiarato le autorità locali all'agenzia iraniana Irna. Continuano le operazioni di soccorso per individuare i dispersi.
Nell'esprimere le sue condoglianze alle famiglie, il presidente iraniano Masud Pezeshkian ha sollecitato "l'adozione di misure per evitare che si ripetano questi incidenti, migliorando gli standard di lavoro nelle miniere".
Esteri
Papa: “Si ascolti voce dei popoli che chiedono...
"Sui fronti di guerra la tensione è molto alta"
''Fratelli e sorelle continuiamo a pregare per la pace. Purtroppo sui fronti di guerra la tensione è molto alta. Si ascolti la voce dei popoli che chiedono pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar, tanti Paesi che sono in guerra. Preghiamo per la pace''. Lo ha detto Papa Francesco dopo la recita dell'Angelus davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro.
Il Papa ha salutato "i partecipanti alla marcia di sensibilizzazione sulle condizioni dei detenuti. Dobbiamo lavorare perché i detenuti siano in condizione di dignità, ognuno può sbagliare. Essere detenuto è per riprendere una vita onesta dopo''.
Esteri
Francia, Darnis (Luiss): “Governo precario senza pesi...
L'incognita è cosa succederà a giugno, quando sarà di nuovo possibile sciogliere l'Assemblea nazionale: secondo il professore francese, a quel punto Le Pen e Melenchon "potrebbero avere interesse comune a censurare il governo, ma cosa farebbe il resto della sinistra?"
Quello annunciato da Michel Barnier "è un governo precario, senza pesi massimi, il cui orizzonte temporale appare limitato all'estate". Jean Pierre Darnis, professore alla Luiss di Roma e all'università di Nizza, commenta in questi termini con l'Adnkronos la nascita dell'esecutivo francese a oltre tre mesi dal voto anticipato convocato da Emmanuel Macron. Il cui esito - lo stop al Rassemblement national grazie al patto di desistenza e il successo della coalizione di sinistra - sembra essere stato ignorato dal presidente francese.
"Il governo annunciato resta un governo di minoranza - sottolinea Darnis - perché è un governo fatto da macronisti ed esponenti dei repubblicani che non allarga la maggioranza precedente" con il sostegno esterno dell'Rn. Un governo spostato a destra, perché "su Barnier c'è stato il nulla osta di Marine Le Pen, che ha fatto sapere per il momento di non volerlo censurare, quindi fino all'estate dovrebbe reggere".
L'incognita è cosa succederà a giugno, quando sarà di nuovo possibile sciogliere l'Assemblea nazionale: secondo il professore francese, autore tra l'altro di "Transalpini", che sarà presentato domani a Roma, a quel punto Rn e Lfi di Jean Luc Melenchon "potrebbero avere interesse comune a censurare il governo, ma cosa farebbe il resto della sinistra?". Che si è compattata dinanzi al rifiuto di Macron di darle una chance con Lucie Castets e per questo è rimasta fuori da un esecutivo che "è sicuramente sbilanciato a destra e provoca non pochi mal di pancia all'ala sinistra dei macronisti, che nascono trasversali", è l'analisi di Darnis.
Quanto ai nomi dei ministri annunciati da Barnier, "non ci sono pesi massimi: a parte i riconfermati Rachida Dati e Sebastian Lecornu, per la maggior parte si tratta di deputati giovani, che hanno lavorato bene in Parlamento ma che non hanno esperienza di governo", sottolinea il professore francese, osservando come "i leader dei partiti siano rimasti fuori per non bruciarsi in vista delle prossime presidenziali".
E c'è ancora un altro elemento che sottolinea la debolezza del governo, secondo Darnis: "La costola macronista potrebbe essere più fedele al presidente che a Barnier, con il rischio di una competizione fra l'ala vicina al premier uscente Gabriel Attal, che vuole comunque muoversi in modo autonomo rispetto al presidente, e il primo ministro". "Un quadro politico, insomma, più che precario", chiosa l'esperto.
Esteri
Hezbollah lancia oltre 100 razzi contro Israele
Dagli Hezbollah raffica di razzi e droni contro Israele: "Colpita base militare". Difesa civile Libano: "50 morti nel raid su Beirut, 66 feriti e 11 dispersi". Soldati israeliani in sede al Jazeera a Ramallah, chiusa per 45 giorni
"Sulla base delle informazioni che abbiamo, metà degli ostaggi a Gaza sono vivi". E' quanto ha detto Benjamin Netanyahu in un incontro a porte chiuse con la commissione Esteri e Difesa della Knesset parlando dei 97 israeliani ancora in mano ad Hamas, secondo quanto riferisce la radio dell'Esercito, citata da Times of Israel.
L'attacco dei miliziani libanesi in Israele
Hezbollah attacca Israele in rappresaglia per le esplosioni e i raid mirati dei giorni scorsi, che hanno fatto decine di morti. I miliziani libanesi hanno lanciato 140 razzi e droni, la maggior parte dei quali intercettati, contro la Galilea, colpendo in particolare l'area di Haifa.
In risposta all'attacco di Hezbollah le Forze di difesa israeliane hanno condotto una serie di raid sul sud del Libano. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre la radio dell'Esercito e l'emittente Kan hanno confermato che i miliziani libanesi hanno per la prima volta preso di mira dall'inizio della guerra la base Ramat David vicino ad Haifa, che il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva visitato mercoledì scorso, nel pieno delle esplosioni in Libano di cercapersone e walkie talkie, annunciando "una nuova fase della guerra".
Israele ha lanciato 400 attacchi contro siti nel sud del Libano la notte scorsa, in due ondate, la prima che ha preso di mira 290 target e la seconda 110. Il ministero della Sanità libanese ha reso noto che tre persone sono rimaste uccise nei raid.
Hezbollah: "Lancio razzi prima risposta a massacri Israele, colpita base militare"
Il lancio di razzi contro il nord di Israele "è la prima risposta ai massacri e alle ripetute aggressioni" dei giorni scorsi, quando decine di persone sono state uccise o ferite in Libano dalle esplosioni di cercapersone e walkie talkie e nei raid a Beirut. Lo ha rivendicato Hezbollah, spiegando di aver colpito anche una base militare e un aeroporto vicino Haifa. "La Resistenza islamica - riferisce il Partito di Dio in una nota - ha attaccato con decine di razzi Fadi 1 Fadi 2 e Katyusha la base militare israeliana e l'aeroporto Ramad David, ad Haifa e razzi hanno raggiunto gli obiettivi in forma precisa e diretta".
In risposta ai "massacri" di Israele, Hezbollah afferma di aver attaccato il complesso militare industriale Rafael Advanced Defence Systems, specializzata nella produzione di equipaggiamento elettronico, che si trova a nord di Haifa.
Netanyahu: "Se Hezbollah non ha ricevuto il messaggio prometto lo riceverà"
"Se Hezbollah non ha ricevuto il messaggio, vi prometto che lo riceverà", ha dichiarato Benjamin Netanyahu in un video pubblicato oggi su X in cui rivendica che Israele ha "inflitto ad Hezbollah una serie di colpi che non si sarebbe neanche immaginato".
"Siamo determinati a far tornare i nostri residenti nel nord al sicuro alle loro case", ha ribadito il premier israeliano. "Nessun Paese può tollerare che si spari sui propri cittadini, sulle proprie città e noi, lo Stato di Israele, non lo tollereremo. Noi faremo tutto il necessario per ristabilire la sicurezza", ha concluso Netanyahu.
Libano: salito a 50 numero morti in raid su Beirut
E' salito a 50 il numero dei morti provocati dal raid israeliano di venerdì sulla periferia sud di Beirut, dove è stato colpito un edificio nel quale era in corso una riunione dei vertici di Hezbollah. Sessantasei feriti e undici i dispersi. Lo hanno riferito le autorità della Difesa civile del Libano, secondo cui le squadre di soccorso sono ancora al lavoro tra le macerie alla ricerca di altri eventuali corpi.
Soldati israeliani in sede al Jazeera a Ramallah, chiusa per 45 giorni
Questa mattina i soldati israeliani hanno fatto irruzione negli uffici di al Jazeera a Ramallah, in Cisgiordania, ordinandone la chiusura per 45 giorni. Lo ha rivelato la stessa emittente del Qatar, ricordando che a maggio il governo di Tel Aviv aveva ordinato lo stop alle trasmissioni di al Jazeera in Israele perché considerata 'un rischio per la sicurezza'.
Hamas condanna la decisione di Israele di chiudere la sede di al Jazeera a Ramallah e afferma che è un tentativo di coprire le sue perdite. In un comunicato il membro del politburo di Hamas, Izzat al-Rishq, afferma che la misura è una "violazione della libertà di stampa, una rappresaglia contro il ruolo dell'emittente nello smascherare i crimini dell'occupazione".
Il comunicato, ripreso da Times of Israel, parla poi di "un tentativo di coprire le azioni della resistenza a Gaza e di Hezbollah che prende di mira le basi militari ben all'interno" del territorio israeliano, aggiunge Al-Rishq esprimendo la solidarietà di Hamas ad al Jazeera.
Gruppi filo Iran in Iraq rivendicano attacco droni contro Israele
Intanto un attacco con droni contro Israele dall'Iraq è stato rivendicato dalla coalizione che riunisce una serie di gruppi filoiraniani, mentre le Forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di avere intercettato "diversi oggetti aerei sospetti" provenienti dall'Iraq. "I combattenti della Resistenza islamica irachena - si legge in una nota - hanno colpito questa mattina una località strategica nei territori occupati usando i droni", un'operazione condotta "a sostegno del popolo di Gaza".
Un drone entrato nello spazio aereo israeliano da est è stato abbattuto dalle difese aeree sulle alture del Golan, ha reso noto l'Idf. Il drone è stato probabilmente lanciato dall'Iraq, da dove le milizie filoiraniane oggi hanno rivendicato attacchi con i droni contro Israele.
Prima dell'alba, sono stati intercettati e abbattuti fuori dallo spazio aereo israeliano due missili, forse cruise, anche partiti dall'Iraq e diretti verso il sud del Golan. Più tardi un altro drone dall'Iraq è stato intercettato mentre era diretto verso il sud di Israele. E' stato abbattuto prima che potesse entrare nello spazio aereo israeliano, riferiscono i militari citati da Times of Israel.