E giallo su morte Sinwar: Israele non conferma e non smentisce
Tiene banco tra i media israeliani l'ipotesi che il leader di Hamas possa essere rimasto ucciso in un raid
Tiene banco tra i media israeliani l'ipotesi che il leader di Hamas Yahya Sinwar possa essere rimasto ucciso in un raid. Verifiche dell'esecutivo sarebbero in corso, mentre l'Idf ha dichiarato di non poter né confermare né smentire le notizie sulla possibile morte del capo di Hamas.
L'esercito israeliano ''non può confermare, né smentire'' che il leader di Hamas Yahya Sinwar sia vivo o morto, ha dichiarato in un briefing il portavoce delle Forze di difesa israeliane Daniel Hagari. "Per quanto riguarda quanto emerso negli ultimi giorni sulla situazione di Sinwar, non posso né confermarlo né smentirlo", ha detto.
Tra le fonti consultate dal Jerusalem Post, una di alto livello ha gettato acqua sul fuoco, mentre un'altra ha detto di non avere informazioni reali al riguardo e altre ancora hanno rilevato disaccordi all'interno dell'establishment della difesa.
Chi è Sinwar
Yahya Sinwar, dal 2017 leader di Hamas nella Striscia di Gaza, è considerato la mente dell'attacco a Israele del 7 ottobre. Nato nel campo profughi di Khan Younis sessantuno anni fa da una famiglia espulsa da Ashkelon nel 1948, si ritiene viva nei tunnel dell'enclave palestinese. Israele ha diffuso un video nelle settimane scorse proprio in uno di quei tunnel per dimostrarlo. E' il ricercato numero uno di Israele, ''l'imprendibile''.
Le autorità israeliane lo hanno liberato dal carcere nel 2011 durante uno scambio di prigionieri insieme ad altri 1.026 palestinesi in cambio del rilascio del soldato israeliano rapito a Gaza Gilad Shalit. Sinwar ha trascorso 22 anni in carcere in Israele, dove avrebbe dovuto scontare cinque ergastoli per aver ucciso due soldati israeliani e quattro palestinesi che considerava collaboratori di Israele nel 1989.
I suoi travestimenti per sfuggire a chi lo vuole morto
L'eliminazione fisica di Sinwar sarebbe il colpo di grazia finale per la leadership di Hamas. Per proteggersi da chi lo vuole morto si sarebbe anche "vestito da donna" per nascondersi tra la popolazione della Striscia di Gaza durante il periodo trascorso all'esterno della rete di tunnel.
Sinwar si sarebbe inoltre spostato da un posto all'altro nella Striscia per anticipare i tentativi israeliani di eliminarlo, anche grazie alle informazioni ottenute da corrieri. "Si dice che Sinwar non si fidi più delle comunicazioni elettroniche, temendo che l'esercito israeliano scopra la sua posizione e lo uccida", ha riferito all'inizio di agosto il sito di informazione emiratino Al-Ain.
Parlando con l'agenzia di stampa israeliana Maariv, una fonte della sicurezza israeliana ha dichiarato che Sinwar stava esaurendo i posti in cui nascondersi, mentre l'offensiva israeliana nella Striscia stava indebolendo la leadership di Hamas. Ma il quotidiano Asharq al-Awsat ha riferito che Sinwar insiste affinché la sua vita venga risparmiata come parte dei negoziati per un accordo di cessate il fuoco.
Esteri
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Prima le esplosioni dei cercapersone, poi i walkie-talkie e poi la pioggia di missili nel Sud: il Paese dei Cedri ripiomba nella paura
La "nuova fase della guerra". Così la chiamano. Per Israele è il conflitto al Nord. Il Libano ripiomba nella paura. L'escalation Hezbollah-Israele è forse iniziata martedì scorso. Prima sono esplosi i cercapersone, poi, mercoledì, i walkie-talkie. E anche i pannelli solari. 'Paralizzato' il sistema di comunicazioni del Partito di Dio di Hasan Nasrallah, storicamente sostenuto dall'Iran. Decine di morti, centinaia di feriti in Libano. Da qui Hezbollah ha lanciato nuove accuse a Israele.
"Ci sono molti nemici di Hezbollah in giro, parecchi in questo momento", ha detto ieri in un'intervista a Sky News il presidente israeliano Isaac Herzog, che è così sembrato negare il coinvolgimento di Israele nell'esplosione di migliaia di cercapersone e altri dispositivi di comunicazione che nei giorni scorsi hanno fatto strage in Libano, ma anche nella vicina Siria.
Stamani Herzog è intervenuto ancora, via X, per "ripetere e ribadire: Israele non cerca la guerra, ma abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra popolazione". E le forze israeliane (Idf) hanno confermato di aver già colpito, dalle prime ore di oggi, "più di 300 obiettivi di Hezbollah in Libano". Una fonte della sicurezza citata dal sito israeliano Ynet ha anticipato che nelle prossime ore le Idf faranno scattare un attacco "su vasta scala" in terra libanese. "Alle prime ore del pomeriggio, l'Aeronautica lancerà attacchi massicci su vasta scala in tutto il Libano", ha sostenuto. E "Hezbollah risponderà sicuramente". Nel mirino, secondo la fonte, "il nord di Israele" e "forse obiettivi selezionati a Tel Aviv".
Operazioni scattate dopo quella di venerdì quando un raid aereo di Israele ha preso di mira Dahiyeh, roccaforte di Hezbollah nella periferia sud di Beirut. E' stato ucciso un comandante militare di Hezbollah. E con lui sono morti altri esponenti del Partito di Dio. L'ultimo bilancio ufficiale, diffuso oggi, parla di 54 morti, nell'operazione che ha portato all'uccisione di Ibrahim Aqil, noto anche come Tahsin, fino a venerdì scorso a capo dell'unità delle forze speciali Radwan.
Nelle ultime ore l'escalation nelle ostilità tra Israele e Hezbollah si è solo intensificata. Stamani, dopo aver sentito ieri il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, ha parlato di "questa nuova fase in cui siamo entrati nella guerra".
In Libano, secondo i media del Paese dei Cedri e anche stando alla Bbc, sono stati recapitati messaggi di testo e vocali a persone che si trovano nel sud con l'avvertimento a stare lontane da "edifici residenziali usati da Hezbollah per nascondere armi". E l'emittente britannica ha rilanciato un video che circola sui social media e che mostra una persona che ha ricevuto un messaggio vocale in cui si afferma che le operazioni israeliane continuano e sono entrate in una "nuova fase". Per il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, è un "nuovo capitolo" nelle ostilità che ha definito una "battaglia senza limiti".
Alla pioggia di fuoco contro Hezbollah in Libano corrisponde una pioggia di missili lanciati contro Israele. Le operazioni odierne contro il Partito di Dio in Libano, evidenzia la Cnn, sembrano essere le più importanti dal punto di vista dell'estensione geografica dal 7 ottobre dello scorso anno, quando Israele ha iniziato a martellare obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco di quel giorno in Israele. Dall'8 ottobre sono iniziati gli attacchi al confine tra Israele e Libano. Ieri i miliziani libanesi hanno per la prima volta preso di mira dall'inizio della guerra la base Ramat David, vicino a Haifa.
E' passato quasi un anno, nell'enclave palestinese finita nel 2007 in mano a Hamas si conterebbero più di 41.000 morti, e crescono i timori di un conflitto regionale sempre più ampio. Il ministero della Sanità di Beirut ha ordinato agli ospedali del sud e dell'est del Paese dei Cedri di sospendere tutti gli interventi chirurgici non urgenti. Il ministro dell'Istruzione ha disposto la chiusura per due giorni delle scuole nel sud e nell'est del Libano, così come nei sobborghi meridionali della capitale. Secondo un ultimo bilancio, ma non ancora definitivo, i raid odierni di Israele sul Paese dei Cedri hanno fatto almeno 100 morti e oltre 400 feriti.
"Non penso sia prematuro - ha detto la fonte di Ynet - parlare di 'Terza guerra del Libano'". Il Libano e Israele sono da sempre, formalmente, in stato di guerra. Nell'estate del 2006 le ostilità tra Hezbollah e Israele andarono avanti per 34 giorni. Era la "Seconda guerra del Libano". Erano passati solo sei anni da quando, dopo 22 anni, nel maggio del 2000 Israele lasciava il sud del Paese dei Cedri.
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Nuovo vasto attacco di Israele sul Libano. Secondo le forze di difesa israeliane sono oltre 150 gli obiettivi di Hezbollah colpiti. Decine di aerei da combattimento di tutti gli squadroni dell'Aeronautica israeliana hanno partecipato ai raid. Gli attacchi sono stati lanciati dopo che le Idf hanno dichiarato di aver intercettato i preparativi di Hezbollah per lanciare importanti attacchi missilistici contro Israele. Il portavoce delle Idf Hagari non ha escluso un’operazione di terra.