Libano, pioggia di fuoco contro Hezbollah: Israele chiede a libanesi di “evacuare” il sud
Oltre 300 gli obiettivi colpiti. Sms Israele ai libanesi: "Fuggite". Idf non esclude un'incursione di terra. Premier libanese: "Da Israele guerra di sterminio". Stop interventi non urgenti e scuole chiuse
E' di almeno 100 morti e 400 feriti il bilancio dei raid aerei israeliani effettuati oggi sul Libano. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Beirut spiegando che tra le vittime si contano anche donne e bambini.
Nei raid è stato ucciso lo Sheik Ali Abu Riya, uno dei massimi funzionari di Hezbollah. Lo rende noto Sky News Arabia citando diverse fonti. Abu Riya era capo aggiunto del Consiglio esecutivo di Hezbollah.
Colpiti più di 300 obiettivi
"Colpiti più di 300 obiettivi di Hezbollah", hanno annunciato le Forze di difesa israeliane con un post su 'X' accompagnato da una foto del ''Capo di Stato Maggiore che approva gli attacchi contro obiettivi Hezbollah in Libano''. Gli attacchi sono stati lanciati dopo che le Idf hanno dichiarato di aver intercettato i preparativi di Hezbollah per lanciare importanti attacchi missilistici contro Israele.
Secondo il corrispondente del giornale libanese L'Orient Le Jour che cita fonti delle forze di sicurezza e testimoni, sono state colpite una decina di località, fra cui Anqoun, Maghdouché, Bnaafoul e Jenjlaya, nell'area di Sidone. Il corrispondente nella zona della Biqaa riferisce anche di raid contro Mechghara e l'area di Sohmor. In una conferma rilanciata dalla Bbc, le Idf precisano che stanno "effettuando attacchi contro obiettivi del terrore appartenenti all'organizzazione terroristica di Hezbollah nel sud del Libano".
L'esercito israeliano ora non esclude un'incursione di terra, ha detto il portavoce dell'Idf Daniel Hagari durante una conferenza stampa, spiegando che "faremo tutto il necessario" per far rientrare in sicurezza nelle loro case i residenti evacuati nel nord di Israele. Hezbollah sta mettendo in pericolo voi e le vostre famiglie".
Messaggi israeliani avvertono libanesi: "Fuggite"
Abitanti di diverse regioni del Libano hanno ricevuto messaggi di avvertimento tramite la telefonia fissa con l'invito ad abbandonare rapidamente i luoghi in cui si trovano. E' quanto riferisce l'agenzia libanese Nna, aggiungendo che si tratta di avvertimenti che arrivano da parte israeliana e che sono arrivati anche ad abitanti della capitale libanese Beirut.
La Bbc riferisce di messaggi di testo e vocali ricevuti stamani da persone che si trovano nel sud del Libano con l'avvertimento a stare lontane da "edifici residenziali usati da Hezbollah per nascondere armi". L'emittente britannica dà notizia di un video che circola sui social media e che mostra una persona che ha ricevuto un messaggio vocale in cui si afferma che le operazioni israeliane continuano e sono entrate in una "nuova fase". "Se vi trovate in una località utilizzata da Hezbollah - prosegue l'audio - lasciatela immediatamente per la vostra sicurezza".
Anche l'ufficio del ministro dell'Informazione libanese ha ricevuto un 'invito' a sgomberare i locali. Lo riferisce l'agenzia libanese Nna secondo cui l'ufficio di Ziad Makary ha ricevuto una telefonata con l'esortazione a lasciare l'edificio che ospita gli uffici del dicastero a Hamra, a Beirut. Dopo la notizia, riporta anche il giornale libanese L'Orient Le Jour, il ministro ha denunciato quella che considera "guerra psicologica" e ha accusato Israele, affermando che "il lavoro al ministero prosegue normalmente".
In precedenza, il portavoce dell'Idf aveva lanciato per la prima volta un ampio avvertimento alla popolazione chiedendo di lasciare le loro case e presagendo così nuovi attacchi. ''Se i cittadini non si sono già allontanati dalle case e dagli altri edifici civili in cui vivono e risiedono, ma dove Hezbollah ha immagazzinato razzi o intrapreso altre azioni, ora devono abbandonare quelle aree'', ha dichiarato.
Si tratta del primo avviso di evacuazione di massa rivolto ai cittadini del Libano meridionale, in merito alle aree in cui opera Hezbollah. Non si è parlata di una possibile invasione di terra, come quella nella Striscia di Gaza, ma Hagari ha mostrato come esempio una struttura civile che, alcune settimane fa, Hezbollah ha trasformato in una struttura dalla quale lanciare verso Israele missili di fabbricazione russa.
Premier libanese: "Da Israele guerra di sterminio"
"La continua aggressione israeliana al Libano è una guerra di sterminio in tutti i sensi e un piano distruttivo che mira a distruggere i villaggi e le città libanesi", ha detto il primo ministro libanese Najib Mikati durante una riunione del governo a Beirut. Mikati, che ha rinunciato a partire per New York dove avrebbe dovuto partecipare all'Assemblea generale dell'Onu, ha quindi rivolto un appello a ''le Nazioni Unite, l’Assemblea generale e i paesi influenti'' perché ''fermino l'aggressione'' israeliana.
Stop interventi e scuole chiuse
Il ministero libanese della Sanità ha ordinato agli ospedali del sud e dell'est del Paese di sospendere tutti gli interventi chirurgici non urgenti in modo da poter gestire meglio l'eventuale afflusso di feriti. Il ministero "chiede a tutti gli ospedali" nei distretti del sud e dell'est di "sospendere tutti gli interventi chirurgici non essenziali per creare spazio per curare i feriti a causa dell'aggressione israeliana in espansione in Libano", si legge in una nota.
Il ministro dell'Istruzione di Beirut, Abbas Halabi, ha annunciato che le scuole resteranno chiuse per due giorni nel sud e nell'est del paese, così come nei sobborghi meridionali della capitale. Il provvedimento riguarda sia le scuole pubbliche, sia quelle private, come precisa l'Lbci. Sottolineando che l'escalation militare rappresenta un rischio per gli studenti, Halabi ha chiesto agli amministratori scolastici di tenersi informati con le note ufficiali del ministero in merito a ulteriori sviluppi
Gallant informa Austin su 'minaccia Hezbollah e operazioni Idf
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha avuto un colloquio telefonico con il capo del Pentagono Lloyd Austin per aggiornarlo sulle ''minacce di Hezbollah'' e le ''operazione delle Idf'' in Libano. Lo ha scritto Gallant sui social spiegando che ha fornito ad Austin ''una valutazione della situazione delle minacce di Hezbollah" e lo ha informato sulle "operazioni delle Idf per ridurre la capacità di Hezbollah di lanciare attacchi contro i civili israeliani".
Gallant ha aggiunto che con Austin ha ''discusso anche della situazione regionale più ampia e delle minacce poste dall’Iran e dai suoi delegati''. Gli Stati Uniti hanno sostenuto di non essere stati informati in anticipo sui dettagli del presunto attacco israeliano della scorsa settimana, in cui sono esplosi cercapersone e walkie-talkie in Libano.
Sinwar ucciso in raid? Idf non conferma e non smentisce
Tiene banco tra i media israeliani l'ipotesi che il leader di Hamas Yahya Sinwar possa essere rimasto ucciso in un raid. Verifiche dell'esecutivo sarebbero in corso, mentre l'Idf ha dichiarato di non poter né confermare né smentire le notizie sulla possibile morte del capo di Hamas. L'esercito israeliano ''non può confermare, né smentire'' che il leader di Hamas Yahya Sinwar sia vivo o morto, ha detto in un briefing il portavoce Hagari. "Per quanto riguarda quanto emerso negli ultimi giorni sulla situazione di Sinwar, non posso né confermarlo né smentirlo", ha detto.
Tra le fonti consultate dal Jerusalem Post, una di alto livello ha gettato acqua sul fuoco, mentre un'altra ha detto di non avere informazioni reali al riguardo e altre ancora hanno rilevato disaccordi all'interno dell'establishment della difesa.
Famiglia di 3 persone uccisa in raid scuola di Nuseira
Una famiglia di 3 persone è stata uccisa in un attacco israeliano alla scuola Khalid bin al-Walid, nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, Lo riporta al Jazeera, precisando che le tre vittime sono un uomo, sua moglie e il loro bambino. L'esercito israeliano ha affermato che l'obiettivo dell'attacco, il terzo contro la scuola, era un centro di comando e controllo di Hamas.
Gruppo filo Iran in Iraq rivendica attacco a base nel nord di Israele
La Resistenza islamica in Iraq, vicina all'Iran, ha annunciato questa mattina di aver colpito la base di osservazione Golani delle Idf nel nord di Israele. L'attacco ''è finito'', ha spiegato un funzionario israeliano citato dal Times of Israel. Al momento non si hanno notizie di danni o vittime, ma sono suonate le sirene di allarme in tre città nelle zone meridionali delle Alture del Golan.
Le Idf hanno riferito che è stato intercettato e abbattuto un drone lanciato durante la notte dall'Iraq verso Israele passando per la Siria. In diverse comunità del Golan sono stati lanciati gli allarmi e che non si sono registrate vittime, ha aggiunto l'esercito israeliano.
Economia
Salone Nautico, Cangiano (Fdi): “Settore è eccellenza...
Il deputato di FdI, Gerolamo Cangiano, durante la Conferenza Nazionale sul Turismo Nautico
"Sono felice e orgoglioso di occuparmi di Nautica in Parlamento e di seguire questo settore. Oggi, come sempre, vedo che in questa fiera si celebra la bellezza italiana e per gli appassionati di barche, come me, vedere tanta bellezza riempie di orgoglio. Sappiamo tutti, e lo dicono anche i dati, quanto sia importante il lavoro della nautica per il Paese Italia, con percentuali altissime di produzioni: siamo i primi al mondo. Ogni tre posti barca c'è un occupato, quindi il settore è sempre in crescita ed è un'eccellenza tutta italiana”. Lo ha detto il deputato di FdI, Gerolamo Cangiano, durante la Conferenza Nazionale sul Turismo Nautico, a cura di Federturismo con la collaborazione di Confindustria nell’ambito della 64esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova.
“In tale contesto la politica deve innanzitutto essere vicina a questo mondo, sapendo ascoltare e produrre azioni ed è ciò che stiamo provando a fare con questo Governo sin dalla sua nascita - spiega - Come ricordava il ministro Santanché, infatti, ora abbiamo il Ministero del Mare, il Ministero del Turismo, il Ministero dei Trasporti, tutti a supporto di questo settore e anche noi in Parlamento proviamo a dare il nostro contributo”.
“Prima dell’estate ho depositato un provvedimento, ora in attesa di assegnazioni in Commissione, volto a supportare i porti turistici. Un tema importante anche per il governo, in quanto sembra che, anche nel decreto Bolkestein, ci sia qualcosa di positivo per il settore. Aspettiamo il testo in aula, ma questa è la conferma di quanta attenzione il Governo dà al settore nautico”, conclude.
Esteri
Eccezionale nevicata in Sudafrica, persone bloccate in auto...
Molti disagi nel Paese per l'evento quasi senza precedenti
Un'inaspettata nevicata in Sudafrica ha causato gravi disagi sulle strade del Paese. Come riporta Afp diverse persone sono rimaste bloccate in auto a causa della neve molto abbondante e sono stati costretti a trascorrere la notte bloccati nei loro veicoli.
In #SouthAfrica, hundreds of cars were trapped in snow on the Durban-Johannesburg highway due to snowfall in the Free State and KwaZulu-Natal provinces.
— Alex Terry (@AlexTerry17482) September 21, 2024
For more info about what is going on with our #planet🌍 watch the forum Global Crisis. The Responsibility. pic.twitter.com/ETLpZFH9AZ
L’autostrada N3 che collega Johannesburg e la città di Durban sulla costa orientale è stata una delle più colpite e diversi tratti sono stati chiusi, rendendo impraticabili anche le deviazioni. Le zone più colpite sono state, secondo i media locali, quelle di Eastern Cape, KwaZulu Natal, Free State e Gauteng.
SNOW ⛄️ in South Africa. Our guys say 1996 was the last heavy snowfall here. Wow.. the lions looked beyond stunning in this Winter Wonderland landscape. What a privilege to witness this highly unusual occurrence in Africa. ❤️ pic.twitter.com/iRarBijQpv
— @ggconservation (@gglionsNPC) September 21, 2024
In alcune zone del Sudafrica la neve è rarissima. Glen Garriff Conservation, che si occupa della tutela dei leoni, dichiara che nella zona di Harrismith, dove si trovano, non è stata registrata un'abbondante nevicata dal 1996. In generale poi la neve in questo periodo è un evento eccezionale perché in Sudafrica l'inverno è finito e il Paese vive la primavera: il clima normalmente a fine settembre è mite e soleggiato.
Esteri
Italia primo partner europeo del Bahrein....
Ausama Alabsi ha spiegato gli elementi politici, economici e culturali che uniscono i due paesi. E una ricetta innovativa per gestire i fenomeni migratori
Il Regno del Bahrein è una delle realtà più antiche del Golfo Persico, un arcipelago di isole tra Arabia Saudita e Qatar che in questi anni ha acquisito sempre più rilevanza a livello geopolitico. Ospita la Quinta Flotta della Marina degli Stati Uniti, una base navale britannica ed è uno degli alleati principali della Nato. L’Italia è il primo partner commerciale del Bahrein tra gli stati dell’Unione europea, una relazione che ha visto una svolta nel febbraio 2020, con il viaggio del principe ereditario e primo ministro, Salman bin Hamad Al Khalifa, che ha incontrato il Papa, il mondo produttivo e le istituzioni. Da quel momento è iniziato un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali tra i due paesi, culminato con la visita del re Hamad Bin Isa Al-Khalifa nell’ottobre 2023, durante la quale è stato ricevuto da Sergio Mattarella e Giorgia Meloni.
Il nuovo ambasciatore, Ausama Alabsi, è stato al Palazzo dell’Informazione, sede dell’Andkronos, dove ha parlato degli elementi chiave che uniscono i due Paesi. “Il mio lavoro, devo ammettere, è reso più facile dal rapporto tra i leader politici, che è meraviglioso. E anche a livello economico, l’interscambio cresce continuamente. Non solo nei settori ‘classici’ del Made in Italy, ma nell’ingegneria avanzata: ci sono diverse imprese italiane che stanno aiutando il Bahrein a modernizzare il proprio settore petrolifero. E poi c’è Leonardo, che ha scelto di stabilire il proprio ufficio regionale a Manama, la nostra capitale. Siamo un Paese piccolo, ma abbiamo dedicato grande attenzione alla nostra presenza in Italia, arricchita da un ufficio economico a Milano e da un console onorario a Firenze, molto attivo”.
Tra le cose che non ti aspetti c’è la più grande cattedrale cattolica del Golfo, Nostra Signora d'Arabia, finanziata interamente dal re. La prima pietra viene da San Pietro, donata da papa Francesco, che è stato in visita a novembre 2021, poco prima della sua consacrazione. E poi c’è l’impegno culturale e accademico, con la cattedra King Hamad for Inter-faith Dialogue and Peaceful Co-existence all’Università Sapienza. “Il mio obiettivo è di rafforzare ancora di più la cooperazione”, continua l’ambasciatore Alabsi, “sui temi ambientali, dal mare alle energie alternative, sulla ricerca, la medicina. Abbiamo una solida base commerciale, ora è il momento di andare più a fondo nei settori tecnici”.
Un’altra questione sulla quale il Bahrein può rappresentare una best practice è l’immigrazione. L’ambasciatore Alabsi nella sua vita precedente, ovvero negli ultimi 20 anni, è stato in prima linea nella definizione e nell’attuazione delle politiche migratorie del suo Paese, “dove il 53% della popolazione è straniero”.
Dopo una fase di ascolto e consultazioni durata quasi due anni tra il 2004 e il 2006, Alabsi è riuscito a far nascere la Labour Market Regulatory Authority (Lmra), una realtà pionieristica: pur essendo un ente pubblico, è strutturato in maniera inclusiva, con un consiglio di amministrazione composto da economisti, rappresentanti delle camere di commercio, dei sindacati, del governo. “In questo modo creiamo un dialogo costante tra tutti gli stakeholder che hanno interesse a un processo migratorio ordinato, sereno ed efficiente. La migrazione viene usata come strumento politico, ma è in realtà un fatto sociale ed economico, e va affrontata come tale. Le aziende chiedono migranti, ma i cittadini temono di perdere posti di lavoro e di vedere la cultura locale minacciata. L’obiettivo è raggiungere un equilibrio che possa soddisfare tutti senza penalizzare nessuno”.
Un elemento di unicità della Lmra è che non solo stabilisce le policy, ma le applica. Gestisce i permessi, le procedure alla frontiera e le ispezioni sui luoghi di lavoro. Stabilisce quanti migranti possono entrare e con quali caratteristiche lavorative. “In questo modo abbiamo creato un sistema integrato ed efficiente, capace di adattarsi a un contesto che cambia ogni anno, e che corre molto più veloce dei processi burocratici. Le leggi sulle migrazioni spesso impiegano anni a essere approvate, e magari a quel punto non rispecchiano più la realtà e le esigenze del sistema socio-economico”.
Alabsi è stato amministratore delegato della Lmra per circa 10 anni, nei quali il modello è stato copiato da vari altri Paesi della regione. “Quando siamo partiti, la disoccupazione in Bahrein era al 17,5%. Dopo tre anni è scesa al 4%. Sono questi numeri ad averci convinto di essere sulla buona strada”. (di Giorgio Rutelli)