Salone Nautico, Cangiano (Fdi): “Settore è eccellenza italiana”
Il deputato di FdI, Gerolamo Cangiano, durante la Conferenza Nazionale sul Turismo Nautico
"Sono felice e orgoglioso di occuparmi di Nautica in Parlamento e di seguire questo settore. Oggi, come sempre, vedo che in questa fiera si celebra la bellezza italiana e per gli appassionati di barche, come me, vedere tanta bellezza riempie di orgoglio. Sappiamo tutti, e lo dicono anche i dati, quanto sia importante il lavoro della nautica per il Paese Italia, con percentuali altissime di produzioni: siamo i primi al mondo. Ogni tre posti barca c'è un occupato, quindi il settore è sempre in crescita ed è un'eccellenza tutta italiana”. Lo ha detto il deputato di FdI, Gerolamo Cangiano, durante la Conferenza Nazionale sul Turismo Nautico, a cura di Federturismo con la collaborazione di Confindustria nell’ambito della 64esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova.
“In tale contesto la politica deve innanzitutto essere vicina a questo mondo, sapendo ascoltare e produrre azioni ed è ciò che stiamo provando a fare con questo Governo sin dalla sua nascita - spiega - Come ricordava il ministro Santanché, infatti, ora abbiamo il Ministero del Mare, il Ministero del Turismo, il Ministero dei Trasporti, tutti a supporto di questo settore e anche noi in Parlamento proviamo a dare il nostro contributo”.
“Prima dell’estate ho depositato un provvedimento, ora in attesa di assegnazioni in Commissione, volto a supportare i porti turistici. Un tema importante anche per il governo, in quanto sembra che, anche nel decreto Bolkestein, ci sia qualcosa di positivo per il settore. Aspettiamo il testo in aula, ma questa è la conferma di quanta attenzione il Governo dà al settore nautico”, conclude.
Economia
Sostenibilità, Graffigna (Unicatt): “Olio di palma...
Le dichiarazioni della professoressa di psicologia dei Consumi e della Salute presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza alla proiezione del film “Ozi, la voce della foresta”
"Abbiamo notato che parlare di olio di palma sostenibile apre di nuovo a una disponibilità di dialogo con il consumatore che oggi è anche molto preoccupato rispetto a questo prodotto in ambito alimentare. La priorità è quella di riaprire ad uno spazio di dialogo e di ascolto verso questo tipo di prodotto e soprattutto verso i diversi processi di produzione”. Così Guendalina Graffigna, professore ordinario di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, in occasione della giornata dedicata alla sostenibilità nell’ambito del Capalbio Film Festival che ieri ha visto la proiezione del film di Tim Harper, prodotto da Leonardo Di Caprio, “Ozi, la voce della foresta”. Una pellicola che affronta tematiche importanti come la deforestazione ambientale e la lotta contro lo sfruttamento della natura per il ‘consumo’ umano: “Il film, come tutte le forme di arte e di sensibilizzazione culturale, tocca il cuore delle persone, più ancora della mente, più ancora del cervello. Quindi sicuramente attiverà l'attenzione dei consumatori sull'olio di palma, un’attivazione che rischia di avere anche un trasporto emotivo negativo. C'è quindi davvero bisogno di fare educazione, fare chiarezza al di là dell’emozionalità, per far capire cos'è una produzione sostenibile, che cosa non è una produzione sostenibile”, specifica la professoressa.
Quanto sia importante una corretta informazione per il consumatore lo dimostra anche uno studio sperimentale condotto nel 2023 da EngageMinds Hub, Centro di ricerca in psicologia dei consumi dell’Università Cattolica di Cremona, che ha cercato di approfondire e comprendere come l’etichettatura 'senza' modelli la percezione dei consumatori relativamente alla qualità dei prodotti alimentari e intenzione all’acquisto: “L'esperimento che abbiamo fatto ha dimostrato come riportare l'etichetta senza in fronte pacco di un prodotto da forno, anche associandolo non solo a l'olio di palma ma anche ad ingredienti fittizi, porta il consumatore a percepire quel prodotto ‘senza’ come migliore del prodotto convenzionale - illustra la professoressa Graffigna che ha diretto lo studio - Questo anche sulla base di un battage mediatico che induce a pensare che la parola ‘senza’ elimini qualcosa di nocivo".
"Nel caso dell'olio di palma c'è stata una sensibilizzazione ancora maggiore. Questo studio ha dimostrato non solo l'irrazionalità delle nostre valutazioni come consumatori, ma anche e soprattutto la pericolosità di alcune semplificazioni che molto spesso nel marketing e nella commercializzazione dei prodotti vengono fatte. Se da una parte facilitano il consumatore nell’orientarsi, dall'altra, nel lungo termine, possono portare a fare degli errori di valutazione controproducenti”, conclude.
Economia
Sostenibilità, Pratesi (Roma Tre): “Serve approccio...
Il professore di Economia e Gestione delle Imprese alla proiezione di 'Ozi, la voce della foresta': “Un cartone animato che racconta una storia di cambiamento”
“Le associazioni ambientaliste, che più di altri si occupano di difesa dell'ambiente, del territorio e della biodiversità hanno fatto sapere che boicottare al 100% l'olio di palma non è la scelta giusta. L’olio di palma serve per l'industria e può essere sostituito con altri prodotti che non sempre hanno degli impatti inferiori, anzi, a volte anche peggiori. Ogni problema ambientale e di sostenibilità va affrontato in maniera scientifica, valutando anche i vari impatti di tipo economico e sociale. Quando le cose vengono viste in maniera un po’ semplificata senza tener conto dei vari contesti, si rischia di fare dei danni”. Lo ha sottolineato Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all'Università Roma Tre, intervistato nell’ambito del Capalbio Film Festival, che anche quest’anno ha dedicato un’intera giornata ai temi della sostenibilità.
Ieri, infatti, è stato proiettato il film di Tim Harper, prodotto da Leonardo Di Caprio, “Ozi, la voce della foresta”, la storia di una piccola orangotango che vive serenamente con i propri genitori nella foresta pluviale fino a quando l'intervento dell'uomo distrugge l'ecosistema separandola dai familiari. Un film che, in una narrazione avvincente, affronta tematiche importanti come la famiglia, la deforestazione ambientale e la lotta contro lo sfruttamento della natura per il 'consumo' umano: “Questo film racconta una storia di cambiamento - spiega Pratesi - Il cinema è uno strumento fondamentale per modificare i comportamenti collettivi. Un film, in questo caso un cartone animato, può avere un'azione molto forte - le parole del professore - La storia di un piccolo orangotango può portare i bambini a comprendere certe complessità. Il messaggio che passa è che si possono fare le cose in maniera diversa e che modificare il modo di produrre e di coltivare l'olio di palma, da parte delle aziende, è un po' una raccomandazione”.
L’olio di palma è stato al centro di un dibattito internazionale legato al suo consumo: “Inizialmente i consumatori hanno avuto un atteggiamento un po’ ‘radicale’ e hanno pensato che l'olio di palma, come ingrediente, fosse dannoso alla salute - illustra Pratesi - Quello che era vero è che la domanda di olio di palma era talmente elevata, anche per scopi non alimentari, che questo aveva generato nei paesi di produzione, Malesia e Indonesia, una forte crescita di produzione, ma soprattutto una deforestazione generata a scopo di poter allargare i territori di produzione”. La protesta dei consumatori ha spinto le aziende verso “una grande azione di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la filiera dell'olio di palma sostenibile, prodotto senza danneggiare l'ambiente. Inoltre, le normative attuali vietano totalmente la deforestazione e quella che prima poteva sembrare una scelta delle singole aziende di comportarsi in maniera più responsabile, oggi è un obbligo. Non solo. Una comunicazione più vicina al green washing può generare delle multe, delle complicazioni che le aziende evitano volentieri. In sintesi”, le proteste contro l’olio di palma hanno rappresentato, “un caso interessante di miglioramento generato da tanti diversi attori che insieme hanno trovato una soluzione sostenibile a un problema molto rilevante”, conclude.
Economia
Pierini (Coca-Cola HBC Italia): “Primi 50 anni...
"Un grande traguardo che rappresenta anche un punto partenza per il futuro di Coca-Cola in Campania” ha dichiarato Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director, Coca-Cola HBC Italia all’evento di celebrazione dei primi 50 anni dello stabilimento di Marcianise.