Antonelli (Siaarti): “Fondazione opportunità per tutti anestesisti rianimatori”
Past president, 'obiettivo valorizzare umanizzazione delle cure, abbiamo iniziato prima del Covid con le terapie aperte che ora vogliamo rilanciare'
"La Fondazione Siaarti, diretta ai 10mila iscritti della nostra società scientifica, ma in generale all'intera categoria, rappresenta un'opportunità di internazionalizzazione e di collaborazione istituzionale per espandere tutte le aree della ricerca inerenti alla nostra specialità". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Massimo Antonelli, past president della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva e membro del Consiglio d'amministrazione della neonata Fondazione, in occasione delle celebrazioni - oggi nella Sala del Refettorio della Camera dei deputati - del 90esimo anniversario dalla nascita della società, avvenuta a Roma proprio il 24 settembre 1934.
"L'arco e la traiettoria dal 1934 che ha seguito la Siaarti - sottolinea Antonelli - ha portato alla Fondazione per poter espandere le ricerche e approfondire nel campo, dando un'ulteriore possibilità di evoluzione e soprattutto di lavoro nel Terzo settore, cioè quello delle società no profit. Anche per poter valorizzare quanto più un cammino che abbiamo già intrapreso come società, che è quello dell'umanizzazione delle cure. Un cammino iniziato prima del Covid con progetti come quello delle terapie aperte, che vogliamo ora rilanciare".
I "problemi più cogenti della categoria - ha poi concluso - sono naturalmente una carenza di anestesisti e rianimatori sul territorio nazionale, vista la molteplicità di attività che la nostra specialità è intesa a coprire, e poi la possibilità di cercare di lavorare in maniera equa ed in maniera identica su tutto il territorio avendo le giuste risorse a disposizione".
Cronaca
Morte Andrea Purgatori, la perizia: “Catastrofica...
Le conclusioni nella relazione disposta dal gip di Roma per stabilire le cause della morte del giornalista. Quattro medici indagati con l’accusa di omicidio colposo
Una "catastrofica sequela di errori e omissioni". Sono queste le conclusioni della perizia medico-legale disposta lo scorso marzo, nell'ambito di un incidente probatorio, per stabilire le cause della morte del giornalista Andrea Purgatori, deceduto nel luglio 2023.
“I neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio del 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio per imperizia. Il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti’’ e da lui in particolare ci fu una ''catastrofica sequela di errori ed omissioni’’, quanto si legge infatti nelle conclusioni. Nel procedimento sono indagati con l’accusa di omicidio colposo quattro medici, l radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani.
Cosa dice la perizia
In riferimento a Laudani, i periti evidenziano che “interpretò non correttamente i risultati dell’esame holter, giungendo alla conclusione che l’embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale. Inoltre non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l’aspetto della perizia” si legge.
In merito al ricovero del luglio del 2023, i periti scrivono che Purgatori “viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove i rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione. Una anemia dovuta alla catastrofica sequela di errori ed omissioni a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e con totale oscuramento del contesto clinico complessivo".
Secondo i periti, un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell’80% qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata”.
Secondo le conclusioni della perizia, l’endocardite, che fu la causa del decesso di Purgatori, “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”.
Cronaca
Roma, 42enne rapinata e stuprata nel sottopasso a Porta...
A chiamare il 112 è stata la stessa vittima intorno alle 6 di ieri mattina
Rapinata e stuprata nel sottopasso a Porta Pia, in piazza della Croce Rossa. Vittima una 42enne italiana, soccorsa e portata in ospedale con tumefazioni al volto e alle braccia.
I fatti sono accaduti nella notte tra domenica e lunedì. A chiamare il 112 è stata la stessa donna, intorno alle 6, raccontando di esser stata avvicinata da un uomo che, dopo averla rapinata, l'ha stuprata. Le indagini degli agenti delle volanti e della Squadra Mobile lo hanno individuato e bloccato. L'uomo, un marocchino di 40 anni, è stato arrestato.
Cronaca
Randazzo: “vigilantes sparò per sbaglio e uccise mio...
Sei anni fa, in uno studio medico di viale Palmiro Togliatti a Roma, un 68enne venne colpito e ucciso dal proiettile che, partito accidentalmente dalla pistola di una guardia giurata, trapassò il muro di cartongesso per conficcarsi nella schiena di Gaetano Randazzo, in attesa di ritirare una ricetta per sua moglie. Oggi, al pronto soccorso dell'ospedale di Torrette ad Ancona, un proiettile esploso per sbaglio da un'altra guardia giurata ha prima perforato una parete del gabbiotto, trapassando una parete di cartongesso le cui schegge hanno solo ferito una 25enne in attesa di essere visitata. "Non è possibile - commenta all'Adnkronos Nino Randazzo, fratello del 68enne morto a Roma - Mentre noi ancora aspettiamo giustizia, con un processo da celebrare a distanza di sei anni, mi tocca risentire una storia identica".
Stavolta la sorte è stata sicuramente più clemente con la ragazza nel bersaglio del proiettile frenato, ma quel giorno di inizio giugno 2018 l'operaio in pensione, padre di una ragazza, morì sul colpo sotto agli occhi degli altri pazienti e del medico. "Ad oggi noi familiari non facciamo che chiedere all'avvocato novità su un processo in stallo, la guardia giurata è stata licenziata ma se è in carcere o meno non ci è stato mai detto. Mio fratello venne preso dal proiettile da dietro, aspettava di ritirare una ricetta per mia cognata e il colpo gli è arrivato al cuore ammazzandolo sul colpo. Una guardia giurata o chiunque altro non può entrare in uno studio medico, o in ospedale con la pistola addosso. Men che mai tirarla fuori". (di Silvia Mancinelli)