Imprese, Frezza (Sace): “Il successo nell’export è dato da copertura, conoscenze e connessioni”
Il Chief marketing & communication officer di Sace nel suo intervento ad una tavola rotonda con imprenditori locali, a Milano
Per avere successo nel mercato dell'export "servono 3 competenze: copertura, conoscenze e connessioni". "Copertura perché bisogna approcciare l’export con le spalle coperte da qualcuno, non si può esportare da soli. Conoscenza, non si può vendere all’estero senza un corretto skillset. Bisogna avere le capacità finanziarie per essere competitivi e quindi conoscenza e formazione sono fondamentali. E poi puntare sulle connessioni, quelle che noi spingiamo sono fondamentali". Lo ha detto il Chief marketing & communication officer di Sace, Antonio Frezza, durante il suo intervento ad una tavola rotonda con imprenditori locali, a Milano.
Economia
Test Altroconsumo, migliorano caratteristiche pneumatici...
Inizia a esserci una concreta possibilità di scegliere un prodotto sicuro e di qualità
Migliorano le caratteristiche e le prestazioni dei pneumatici 'quattro stagioni' anche per le le gomme estive e quelle invernali resta un vantaggio legato alla specializzazione. E' quanto emerge da un test condotto da Altroconsumo su 16 modelli che hanno dovuto affrontare prove davvero all-season. Dal test emergono ad esempio grandi differenze nelle prestazioni di frenata su strada asciutta: mentre il veicolo che monta le gomme Michelin (che eccellono nella prova su trada asciutta) si è arrestato, l’auto con pneumatico Uniroyal (marchio più debole in questa prova) sta ancora viaggiando a quasi 40 km/h. In inverno invece, con temperature sotto lo zero e strade innevate, lo pneumatico deve nuovamente assicurare che il veicolo sia controllabile in sicurezza. Lo stesso deve accadere su strade bagnate e con temperature basse. Inoltre, deve sopportare un chilometraggio elevato, garantire un’abrasione contenuta, avere un consumo di carburante ridotto e rotolare silenziosamente, ovvero deve superare anche un pacchetto di prove di sostenibilità. Il test Altroconsumo dimostra comunque che è raro ci siano pneumatici per tutte le stagioni che abbiano buoni punteggi sia in termini di sicurezza di guida che di prestazioni ambientali, anche se alcuni modelli tengono testa almeno in parte agli pneumatici stagionali estivi o invernali.
In generale, in quest’ultimo test, Altroconsumo ha riscontrato un miglioramento diffuso tra i modelli quattro stagioni. Quello pluripremiato nel test, che ottiene il riconoscimento di Migliore del Test, Miglior Acquisto e Miglior Scelta Green, Goodyear Vector 4Season Gen-3, è l’unico ad aver ottenuto una buona valutazione complessiva, ma ciò non significa che sia impeccabile. Se si guarda alla sicurezza di guida, si nota che offre buoni risultati sul bagnato e su strade invernali, ma mostra qualche debolezza su strade asciutte con temperature estive elevate. Tuttavia, grazie all’ottima durata prevista, alla bassa abrasione e alla buona efficienza, svetta in classifica. Se si viaggia spesso in condizioni invernali, questo pneumatico è una buona soluzione, che permette di evitare il costo e l’impegno di alternare gomme estive e invernali. Va considerato però che su strada asciutta il rendimento di Goodyear è inferiore rispetto agli pneumatici specifici per la stagione estiva testati in passato.
Oltre alle prove di guida tradizionali e al consumo di carburante, il test sugli pneumatici valuta il chilometraggio stimato, in pratica quindi anche la sostenibilità economica del modello. Infatti, non basta considerare solo il prezzo di vendita, ma anche la durata: un treno di gomme può costare poco, ma non ci sarà un vero risparmio se si è costretti a cambiarle presto perché già usurate. Il test Altroconsumo prende in considerazione anche la sostenibilità green dello pneumatico, quindi aspetti come il peso in base al materiale utilizzato e il rumore prodotto. Gli pneumatici leggeri non solo richiedono un minor consumo di materiale, ma hanno anche un effetto positivo sul consumo di carburante. Infine, un altro parametro di sostenibilità è il rilascio di polveri nell’ambiente dovuto all’usura.
Economia
‘E’ davvero ING?’ I clienti smascherano le...
Basta aprire l’App o andare sulla pagina di login del sito ing.it, premere il pulsante
Supponete di ricevere una telefonata da qualcuno che si presenti come dipendente della banca in cui avete il conto per informarvi di presunte anomalie sulle vostre transazioni. Vorreste assicurarvi di essere davvero al telefono con la vostra banca e non con un truffatore che stia tentando di raggirarvi. Basta aprire l’App o andare sulla pagina di login del sito ing.it, premere il pulsante «È davvero ING? Verifica la chiamata» e autorizzare l’accesso: apparirà un messaggio che confermerà se si sta ricevendo realmente una telefonata da ING oppure no.
Se la chiamata non provenisse dalla banca, molto probabilmente potrebbe trattarsi di una frode. In quel caso, sarebbe raccomandabile chiudere subito la telefonata e segnalare l’episodio a ING attraverso i canali ufficiali. Di seguito un video che illustra il funzionamento di “E’ davvero ING?”.
Nel 2023 in Italia secondo il CERTFin il 15% delle truffe in ambito digital banking è avvenuto tramite spoofing, la tecnica con cui i frodatori riescono a nascondere la propria identità per risultare “affidabili” alle vittime designate e ottenere accesso a informazioni riservate e dati sensibili. Le truffe via spoofing, che avvengono principalmente tramite contatto telefonico, sms o email, sono cresciute del 13% rispetto al 2022.
Negli ultimi 2 anni ING ha informato i suoi clienti sui rischi legati alle truffe attraverso 15 campagne di informazione, che si sono materializzate in 10.000.000 di DEM inviate (Direct email marketing).
I temi hanno riguardato le classiche tecniche di frodi - dal phishing, allo spoofing, al money mule - ma anche un altro tipo di truffa, sempre più diffusa: quella sentimentale, che comporta quasi sempre rilevanti esborsi monetari.
Negli ultimi tre mesi, inoltre, ING ha intensificato le sue attività di creazione di consapevolezza mostrando ai clienti a ogni singolo accesso messaggi specifici su rischi del cyber crime: 720.000 i clienti che hanno visualizzato il messaggio, un risultato che ha contribuito a ridurre sensibilmente il numero di frodi subite.
Parallelamente è stata avviata in agosto una campagna sui social media per sensibilizzare un pubblico più ampio sull’esistenza di “E’ davvero ING?”, promuovendo quindi la consapevolezza sulla cyber security e l’importanza della cultura della verifica. La campagna sui social non finisce qui... sono presto in arrivo altre novità per rendere memorabili, facilmente fruibili e d’impatto alcuni messaggi chiave sulla cyber security che non possono mancare nel bagaglio di conoscenze di ciascuno di noi.
Economia
Ddl Sicurezza, su divieto Canapa le associazioni denunciano...
La norma è in evidente contrasto con la libera circolazione dei beni, principio cardine del diritto europeo
Le principali organizzazioni italiane agricole, artigianali e commerciali si sono unite per denunciare con una petizione al Parlamento Europeo le gravi violazioni alle normative comunitarie introdotte dall'Art. 18 del ddl Sicurezza e dal Decreto Ministeriale sul Cbd del 27 giugno 2024 riguardanti la canapa. La norma inserita nel ddl Sicurezza che vorrebbe vietare coltivazione, commercializzazione, trasformazione, trasporto e altre attività connesse alla canapa industriale è in evidente contrasto con la libera circolazione dei beni, principio cardine del diritto europeo e lo ribadisce una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Il provvedimento non solo infrange palesemente la normativa europea, ma rappresenta un danno concreto per l'economia italiana, colpendo un settore che impiega circa 15.000 persone, crea indotto ed export e che gioca un ruolo chiave nel recupero delle aree rurali favorendo il ritorno dei giovani all’agricoltura e promuovendo pratiche agricole sostenibili. Le associazioni firmatarie rappresentano migliaia di aziende agricole e commerciali oggi a rischio che già da anni vedono la competitività che gli operatori italiani hanno raggiunto in quasi 9 anni, minata dall'incertezza del diritto.
Le associazioni firmatarie della petizione di denuncia al Parlamento Europeo sono: Canapa Sativa Italia, Cna Agroalimentare , Confagricoltura , Cia, Copagri, Unci, Liberi Agricoltori, Altragricoltura, Associazione Florovivaisti Italiani, Eiha, Federcanapa, Sardinia Cannabis, Assocanapa, Resilienza Italia Onlus, Canapa delle Marche e Upcbd. Queste realtà chiedono che il Governo riveda il provvedimento, rispettando gli impegni comunitari e garantendo la sopravvivenza di un settore strategico per l'economia nazionale e l’ambiente.