Israele, intercettato missile Hezbollah su Tel Aviv. Nuovi raid sul Libano
Ministero Sanità Beirut: "Almeno 23 morti". Missile Hezbollah verso Tel Aviv. Netanyahu rinvia la partenza per gli Usa
Nuovi raid di Israele sul Libano. Da questa mattina - fanno sapere le Idf- sono stati colpiti più di cento obiettivi di Hezbollah nel Paese dei Cedri. Secondo il ministero della Sanità di Beirut è di almeno 23 morti e 95 feriti il bilancio degli attacchi.
Nella "serie di attacchi" condotti nella notte dai caccia israeliani contro obiettivi di Hezbollah sono stati colpiti combattenti del gruppo, depositi di armi, lanciarazzi e altri obiettivi, riferiscono ancora le Idf. "In seguito all'attacco a diversi depositi di armi di Hezbollah sono state identificate esplosioni secondarie, che indicano la presenza di grandi quantità di armamenti all'interno delle strutture colpite", ha affermato l'esercito israeliano.
Missile Hezbollah verso Tel Aviv
In mattinata le forze israeliane avevano fatto sapere di aver intercettato un missile terra-aria sparato dal Libano verso il centro di Israele vicino a Tel Aviv. Missile che ha fatto scattare le sirene nelle regioni di Gush Dan e Sharon, nel centro del Paese, con le sirene di allarme che sono suonate anche a Tel Aviv, spiega il Times of Israel. Il Comando del Fronte interno delle Idf ha quindi ordinato ai cittadini israeliani di entrare nei rifugi antiaerei.
A stretto giro Hezbollah ha annunciato di aver sparato un razzo contro il quartier generale del Mossad vicino a Tel Aviv. Il gruppo guidato da Hassan Nasrallah ha spiegato di aver voluto colpire i responsabili degli assassini dei leader di Hezbollah e delle esplosioni dei cercapersone e walkie-talkie in Libano.
Due persone sono rimaste ferite invece da schegge dopo che alcuni razzi sono stati lanciati da Hezbollah contro il kibbutz Sa'ar, nella Galilea occidentale, ha riferito il servizio medico d'emergenza israeliano Magen David Adom, aggiungendo che, dei due feriti, uno è in condizioni gravi. Entrambi sono stati trasportati al Galilee Medical Center di Nahariya.
Idf ai libanesi: "Non tornate a casa, non è sicuro"
Le Idf hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato perché non è ancora sicuro tornare. ''Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione'', recita il messaggio che lascia presagire nuovi attacchi israeliani in Libano.
Sono circa 500mila le persone sfollate, ha riferito il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, durante un evento organizzato dalla Carnegie Foundation per la pace internazionale.
Hezbollah intanto ha confermato l'uccisione di Ibrahim Qubaisi, comandante della divisione missilistica del gruppo, in un raid aereo israeliano a Beirut. Per Israele era un obiettivo chiave. Secondo le Idf, Qubaisi era responsabile della pianificazione e dell'esecuzione di numerosi attacchi contro civili e soldati israeliani.
Netanyahu rinvia a domani partenza per Assemblea Onu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rinviato a domani la sua partenza per New York, dove parteciperà alla 79esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha reso noto il suo ufficio mentre si intensificano gli scontri tra l'esercito israeliano e Hezbollah in Libano.
"Il primo ministro Netanyahu partirà per il suo discorso alle Nazioni Unite domani, invece che stasera, e tornerà sabato sera", ha affermato il suo ufficio in una nota.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi una riunione d'urgenza per discutere della situazione in Libano dopo l'escalation con Israele e i raid aerei delle Idf che hanno causato oltre 500 morti. Lo ha annunciato la presidenza slovena del Consiglio di sicurezza Onu.
L'incontro di oggi si terrà su richiesta della Francia e si svolgerà alle 18 ora di New York alla presenza.
Blinken: "Lavoriamo per impedire guerra totale tra Hezbollah e Israele, è possibile"
"Lavoriamo per assicurare che non diventi una guerra su vasta scala". E' quanto ha detto Antony Blinken, intervistato oggi a 'Good Morning America', affermando che l'escalation del conflitto in Libano "deve essere contenuta" ed è possibile farlo. "La guerra su vasta scala non è nell'interesse di nessuno, anche se la situazione è peggiorata, una soluzione diplomatica è ancora possibile", ha aggiunto il segretario di Stato.
"Infatti rimane l'unica via per una sicurezza duratura che permetta ai residenti di entrambi i Paesi di tornare alle loro case sul confine in sicurezza", ha detto ancora, ricordando che quasi ad un anno dal 7 ottobre "in troppi su entrambi i lati del confine tra Israele e Libano rimangono sfollati".
Iran: "Non lasceremo da solo Libano davanti aggressione"
"Senza dubbio non lasceremo il Libano da solo di fronte a quest'aggressione oppressiva da parte del regime sionista". Lo ha dichiarato in un'intervista all'agenzia Mehr il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, sottolineando che Teheran utilizzerà tutti i mezzi diplomatici a sua disposizione per sostenere il Paese dei cedri.
"Il Libano è un Paese arabo e islamico molto importante nella regione e che ora è esposto ad attacchi aggressivi da parte del regime sionista. Sostenere il Libano, oltre ad essere responsabilità internazionale, è un compito molto importante per tutti i Paesi islamici e arabi", ha aggiunto il portavoce, che ha accusato Israele di essere la causa principale dell'instabilità nella regione.
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Secondo il Washington Post, da anni sarebbe stato messo a punto nel dettaglio il piano sul Libano di Tel Aviv. Che ora sarebbe quasi operativo
Israele apre all'opportunità di una invasione di terra del Libano contro Hezbollah. Invasione che in molti negli apparati di sicurezza chiedono da tempo, anche in base a quanto previsto da un piano messo a punto da anni, quasi dieci. Questo secondo quanto scrive il Washington Post citando ex ufficiali e analisti.
Il piano contro Hezbollah pronto da un decennio: "Ora tutto torna"
"Un conflitto su vasta scala appare come sempre più inevitabile, mano a mano che passano i mesi dal 7 ottobre dello scorso anno. Con Hamas messo alle strette a Gaza, il piano di Israele inizia a essere attuato", scrive il quotidiano americano. "Il piano è stato messo a punto e rivisto dai militari per anni. Ogni volta che arrivavamo vicino alla messa in campo, c'erano vincoli. Ora invece tutto torna. La domanda è cosa viene dopo?", ha spiegato Miri Eisin, ex funzionaria dell'intelligence militare, al corrente con gli sviluppi.
I circa 1.500 obiettivi colpiti nei raid israeliani degli ultimi giorni in Libano rientrano nei dettagliati scenari di guerra pianificati meticolosamente nel tempo, aggiunge Eisin. "Hamas lo scorso sette ottobre ha fatto quello che tutti si aspettavano da Hezbollah", ha sottolineato. L'inizio dell'attuazione dei piani è iniziata pochi giorni dopo il 7 ottobre, ha precisato. Allora è stato il premier Benjamin Netanyahu a fare marcia indietro, nel timore di una sovraestensione dell'Idf.
I timori e i vantaggi di Netanyahu
Netanyahu non era favorevole a un confronto totale con Hezbollah, nel timore di dover combattere su due fronti e di finire impantanato in un'altra guerra costosa e inconclusiva in Libano. Rischi che rimangono anche adesso, ma agire ora offre vantaggi politici: al Premier più tempo per ricostruire la sua reputazione danneggiata, ritardare una possibile commissione di inchiesta sul dopo 7 ottobre, e distogliere l'attenzione del pubblico dalla logorante guerra a Gaza e dalle condizioni degli ostaggi rimasti nella Striscia.
Israele ritiene inoltre che Hezbollah e l'Iran che lo sostiene non abbiano desiderio di una guerra a tutto campo, aggiunge Yossi Kuperwasser, ex direttore del centro di ricerca delle Forze di difesa israeliane. "Siamo stati i primi nell'escalation e questo è andato a nostro vantaggio. Siamo entrati in una nuova fase, violando le regole", ha aggiunto riferendosi alla routine delle schermaglie al confine fra Israele e Libano in atto dallo scorso 7 ottobre.
Il countdown della guerra
Le cose hanno assunto un nuovo ritmo a fine luglio con l'assassinio da parte di Israele di Fuad Shukr, operazione che ha fatto scattare, come dice Eisin, il countdown per la guerra. Gli attacchi ai cercapersone e ai walkie-talkie hanno accelerato il passo.
Israele non è desiderosa di iniziare una invasione di terra e preferirebbe una soluzione diplomatica, ha intanto dichiarato ieri l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon. "Mentre parliamo ci sono forze importanti che cercano di presentare idee e siamo aperti a questo processo", ha spiegato.
Esteri
Germania, esplosione in un bar a Colonia: è la terza volta...
Distrutto il locale in Longericher Strasse. Due persone ferite
Un'esplosione si è registrata in un bar appena aperto nel centro di Colonia, in Germania, intorno alle 2.45 di questa mattina. L'ordigno esploso, che ha distrutto il bar a Longericher Strasse e mandato in frantumi i vetri delle finestre vicine, ha provocato un incendio che i vigili del fuoco hanno spento in un'ora. Due le persone rimaste lievemente ferite.
Si tratta della terza esplosione a Colonia nel giro di dieci giorni. Gli agenti della polizia hanno aperto una indagine per verificare i collegamenti con le deflagrazioni dei giorni precedenti. Da giugno, quella delle scorse ore è la sesta esplosione a Colonia.