Rasi: “Al G7 le 2 misure del Governo per la ricerca di nuovi antibiotici”
L'esperto al talk sull'antimicrobico resistenza, 'utilizzare meglio le molecole disponibili e produrne di nuove'
"Per cercare di sconfiggere o di ritardare l'antimicrobico resistenza (Amr) abbiamo due versanti su cui agire. Uno è utilizzare al meglio le attuali armi, gli attuali antibiotici, e l'altro è produrne di nuove". Al prossimo G7 Salute "il Governo italiano presenterà due misure in questo campo". Lo ha detto Guido Rasi, professore ordinario di Microbiologia e microbiologia clinica presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, già direttore esecutivo della European Medicines Agency (Ema) e consulente del ministro della Salute, partecipando al talk 'Antimicrobico resistenza. La sfida di investire in ricerca', disponibile nei canali web e social di Adnkronos.
"Sul primo versante, la cosa molto importante è avere un approccio olistico, il cosiddetto 'One Health' - spiega Rasi - In questo il Governo italiano è molto avanti: si sono già ottenuti buoni risultati con la sorveglianza e con una continua campagna per l'uso corretto di questi farmaci. Per quanto riguarda il futuro, nell'ambito del G7 parleremo di tutta una serie di misure per poter incentivare un approccio più universale possibile sulla ricerca di nuovi antibiotici e nuovi rimedi. Al G7, in particolare, si tratteranno due aspetti: uno per promuovere la ricerca di farmaci innovativi, l'altro per fare in modo che tale sviluppo sia sostenibile, perché il mercato degli antibiotici ha delle criticità".
Il Governo italiano "sta preparando due misure in questo senso che naturalmente avranno molta più efficacia - osserva Rasi - se saranno in raccordo con altre iniziative mondiali. Si tratta sostanzialmente di unirsi ai grandi finanziamenti per la parte di incentivi cosiddetti 'push' (spinta), che favoriscono la ricerca di innovazione, e poi trovare all'interno della spesa farmaceutica italiana le modalità per gli incentivi 'pull' (su richiesta), in modo che gli antibiotici fondamentali, nel momento in cui arrivassero", fossero "utilizzati al meglio, garantendo loro un mercato che altrimenti non ci sarebbe. Queste due misure saranno sicuramente presentate durante il G7 Salute nel mese di ottobre".
Cronaca
Caivano, don Patriciello: “Mi accusano di essere...
"Vogliamo il bene di questo territorio maltrattato e bistrattato"
"Tante persone, non potendo prendersela con Roma che è troppo lontana, se la prendono con chi è stato l'artefice, con chi ha invitato Giorgia Meloni". Lo ha affermato don Maurizio Patriciello, ascoltato su Caivano in audizione dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. "Questo prete che sta davanti a voi è diventato fascista, è diventato omofobo, tra poco diventerà anche pedofilo: quella volta là, mi sono riservato che appena faranno questo altro passo scatteranno tutte le denunce contro chiunque". "Sono un prete di tutti e per tutti - ha concluso -. Vogliamo il bene di questo territorio maltrattato e bistrattato".
Caivano e la camorra
"Finché ci sarà la gente che muore di fame la camorra non morirà mai" ha riferito, aggiungendo che tanta gente si è rivolta a lui perché ha "visto la possibilità di lavorare" nel nuovo centro sportivo. "Questo immondezzaio è diventato un gioiello" aggiunge riferendosi al nuovo centro sportivo 'Pino Daniele' sorto sulle ceneri dell'ex centro Delphinia, teatro di degrado e violenze. "In quel posto lì ci sta un gioiello e chi dice il contrario mente; capisco i giochi politici, che magari secca a qualcuno, ma dico: abbiamo a cuore il bene comune o il partito?", ha continuato. "La cosa importante da fare è che questo centro rientra nel territorio parrocchiale ed è stato costruito con i fondi della 219 quindi i legittimi destinatari erano i bambini di Parco Verde - ha detto poi don Patriciello -. Io sono contento, ma se non ci sta la possibilità anche per i più poveri di Caivano di poter accedere a una condizione privilegiata sarà ancora una volta qualcosa di bello ma fatto per altri che vengono da fuori e se lo possono permettere, quindi, le prime vittime saranno ancora una volta i nostri bambini". Il parroco, che è anche consulente della Commissione a titolo gratuito, ha ricordato che ora "la caserma dei carabinieri è diventata compagnia e sta sul territorio".
"Meloni ha mantenuto le sue promesse"
"Non c'era nessun tentativo di mettere un timbro politico. La mia era la richiesta di un parroco disperato alla presidente del consiglio e le ho detto 'Vieni': era il 25 agosto e non ci avrei giurato che il 31 di agosto la presidente del consiglio sarebbe venuta con mezzo governo. Lei ha ascoltato con grande attenzione. Le ho detto: 'Noi sappiamo fischiare e sappiamo applaudire, ma siamo stanchi di fischiare, abbiamo troppo fischiato a tutti voi che siete a Roma. In queste periferie siamo stati abbandonati e ora abbiamo un grande desiderio di applaudire. Per cortesia prenditi i nostri applausi'. Lei ha fatto delle promesse, le ha mantenute e il mio compito è applaudire" conclude.
Cronaca
Ing, Zanisi: “Con È davvero Ing i clienti possono...
Damiano Zanisi, Chief Information Officer Ing Italia, a margine della presentazione di “E’ davvero ING?”, la nuova funzione lanciata dall’istituto bancario
“ ‘E’ davvero ING?’ è una funzionalità che abbiamo inserito sulla nostra app, su dispositivi mobili e sul sito web che consente ai nostri clienti di verificare se una chiamata ricevuta a nome di Ing lo è davvero”. Sono le parole di Damiano Zanisi, Chief Information Officer Ing Italia, a margine della presentazione di “E’ davvero ING?”, la nuova funzione lanciata dall’istituto bancario, attraverso cui i clienti possono verificare immediatamente se chi riceve una telefonata sul proprio smartphone a nome di ING sia effettivamente un dipendente della banca digitale. Un passo in avanti per contrastare un problema sociale come quello delle truffe e promuovere la cultura della verifica.
“Molte delle frodi iniziano con una telefonata il cui numero compare nella lista come chiamata di Ing e questo rende molto credibile l'interlocutore, che poi utilizza informazioni recuperate dai social o informazioni che ha recuperato su canali non legali, iniziando un'interlocuzione che mira a spaventare il cliente, convincendolo a farsi dare le credenziali d'accesso - spiega Zanisi - Con questa funzionalità chiudiamo una porta in faccia ai frodatori in quanto il cliente può verificare in tempo reale se è veramente la banca che sta chiamando oppure no. Qualora il cliente si accorgesse che non sta parlando con Ing, deve necessariamente riattaccare e contattarci. Abbiamo visto che la funzionalità ha già costretto i frodatori a cambiare modalità di intervento, in quanto non riescono più a chiamare spacciandosi per operatori di Ing”, conclude.
Cronaca
Ing, vice questore Di Berardino: “Necessario essere...
Il vice questore e responsabile sezione Polizia Giudiziaria della Procura di Milano alla presentazione di “E’ davvero ING?”, la nuova funzione dell’istituto bancario anti frode
“Gli step da fare per prestare più attenzione verso le truffe sono a più livelli e sicuramente fare squadra aiuta le forze dell'ordine insieme al mondo delle banche, delle telecomunicazioni e dei social. E’ necessario essere più diffidenti e comprendere che è meglio vivere nel mondo reale e mantenere le relazioni solo successivamente sul mondo social, piuttosto che agire all’inverso conoscendo le persone attraverso i social e poi scoprire che non esistono nel mondo reale”.
Con queste dichiarazioni, Lisa Di Berardino, vice questore e responsabile sezione Polizia Giudiziaria della Procura di Milano, è intervenuta a margine della presentazione di “E’ davvero ING?”, la nuova funzione lanciata dall’istituto bancario, attraverso cui i clienti possono verificare immediatamente se chi riceve una telefonata sul proprio smartphone a nome di ING sia effettivamente un dipendente della banca digitale. Un passo in avanti per contrastare un problema sociale come quello delle truffe e promuovere la cultura della verifica.
“La conoscenza, la formazione digitale, l'informazione, il tenersi sempre al passo con la tecnologia sono aspetti che aiutano molto a proteggersi. E’ chiaro che sono fattori che vanno combinati insieme: non esiste un solo modo per difendersi e diventare immuni. L’importante, quindi, è fare attenzione e usare la diligenza”, conclude.