Ing, Zanisi: “Con È davvero Ing i clienti possono evitare le frodi”
Damiano Zanisi, Chief Information Officer Ing Italia, a margine della presentazione di “E’ davvero ING?”, la nuova funzione lanciata dall’istituto bancario
“ ‘E’ davvero ING?’ è una funzionalità che abbiamo inserito sulla nostra app, su dispositivi mobili e sul sito web che consente ai nostri clienti di verificare se una chiamata ricevuta a nome di Ing lo è davvero”. Sono le parole di Damiano Zanisi, Chief Information Officer Ing Italia, a margine della presentazione di “E’ davvero ING?”, la nuova funzione lanciata dall’istituto bancario, attraverso cui i clienti possono verificare immediatamente se chi riceve una telefonata sul proprio smartphone a nome di ING sia effettivamente un dipendente della banca digitale. Un passo in avanti per contrastare un problema sociale come quello delle truffe e promuovere la cultura della verifica.
“Molte delle frodi iniziano con una telefonata il cui numero compare nella lista come chiamata di Ing e questo rende molto credibile l'interlocutore, che poi utilizza informazioni recuperate dai social o informazioni che ha recuperato su canali non legali, iniziando un'interlocuzione che mira a spaventare il cliente, convincendolo a farsi dare le credenziali d'accesso - spiega Zanisi - Con questa funzionalità chiudiamo una porta in faccia ai frodatori in quanto il cliente può verificare in tempo reale se è veramente la banca che sta chiamando oppure no. Qualora il cliente si accorgesse che non sta parlando con Ing, deve necessariamente riattaccare e contattarci. Abbiamo visto che la funzionalità ha già costretto i frodatori a cambiare modalità di intervento, in quanto non riescono più a chiamare spacciandosi per operatori di Ing”, conclude.
Cronaca
Caso Matacena a ‘Chi l’ha visto’, parla...
Stasera l'intervista alla donna, indagata per la morte del marito e di sua madre Raffaella de Carolis
A 'Chi l’ha visto', questa sera alle 21.20, Maria Pia Tropepi, indagata per la morte del marito Amedeo Matacena e di sua madre Raffaella de Carolis. "Ho appreso la notizia con molto stupore, - ha detto Maria Pia Tropepi all’inviata Chiara Cazzaniga - c’è stata una autopsia negli Emirati Arabi dove dichiarano la morte naturale: mia suocera era malata da anni di aneurisma addominale ed è morta di un intervento in ospedale. Mio marito, purtroppo, ha avuto un infarto, ma anche lui era reduce da una cardiopatia da anni”.
Per quanto riguarda il matrimonio, Maria Pia Tropepi conferma di aver sposato Matacena con rito islamico negli Emirati Arabi. "State facendo un casino mediatico su delle falsità e delle bugie dette da chiunque che non mi tangono e non mi toccano, - dichiara riguardo alle indagini - hanno detto di tutto e di più sulla mia persona, è più un attacco personale che una inchiesta giudiziaria".
Cronaca
Roma, bus finisce in voragine davanti al parco della...
Non risultano persone ferite. L'area è stata interdetta alla circolazione
A Roma, oggi intorno alle 16.30, i vigili del fuoco sono intervenuti in Largo Pietro Tacchi Venturi, davanti al parco della Caffarella, dove un autobus è finito con le ruote posteriori in una voragine stradale. Non risultano persone ferite. L'area è stata interdetta al traffico in attesa della rimozione del mezzo e della messa in sicurezza della strada. Sul posto gli agenti della Polizia Locale.
Cronaca
Challenge ‘Sex Roulette’, da Codacons esposto a...
L'associazione dei consumatori chiede di "bloccare la diffusione di video e contenuti pericolosi, da sfide sessuali possibili reati a danno dei minori"
'Sex roulette' e sfide sessuali tra minori potrebbero costituire veri e propri reati. Lo afferma il Codacons, che in merito al nuovo allarme sociale scoppiato in Italia presenta oggi un esposto all’Autorità per le Comunicazioni, alla Polizia postale e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia.
"Nell’era della digitalizzazione e del mondo social sembrerebbe essersi manifestata, specie tra la 'Generazione Z', una nuova moda: la cosiddetta 'challenge online', ossia il lancio di sfide diventate virali in rete nelle quali una o più persone si mettono alla prova in una particolare attività, invitando spesso altri utenti a fare lo stesso – scrive il Codacons nell’esposto - Con la diffusione dei social media, la natura di queste sfide è caratterizzata da nuove dinamiche: il pubblico è potenzialmente enorme e coloro che partecipano cercano una visibilità (e accettazione) tramite like e commenti. Ogni sfida online viene “registrata”, produce contenuti e video (a volte di natura violenta) che viaggiano tra i social e il rischio emulazione è molto forte".
Tra queste sfide quelle a sfondo sessuali sono per il Codacons "le più pericolose, generando allarme sociale sotto il profilo della tutela dei minorenni, prevenzione da malattie infettive, tutela della salute, rischio pedopornografia, possibili ricadute in termini di violenza minorile, diseducazione rispetto a tematiche come violenza sessuale, sfruttamento dei corpi, aborto". Condotte che, secondo l'associazione dei consumatori, potrebbero configurare il reato di 'adescamento di minorennia previsto dall’art. 609 undecies del Codice Penale – che si estende a "qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione", nonché "il fenomeno meglio noto come sex tortion, ossia ricatti sessuali in cambio di denaro".
Per tali motivi il Codacons ha chiesto all’Agcom e alla Polizia Postale "l’adozione di azioni di contenimento, blocco e limitazione idonee ad impedire il caricamento e la diffusione dei video realizzati, e ciò al fine di assicurare il superamento di una situazione di potenziale e certamente grave pericolo e allarme sociale", e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia "di aprire indagini penali su tali nuovi fenomeni".