Musk e le illazioni social: “Nessuna relazione con Meloni”
Il magnate usa il suo X per rispondere a un utente
Elon Musk e Giorgia Meloni insieme? Sciocchezze. Tocca al magnate, ovviamente dal suo social X, smentire l'ultimo gossip alimentato dalle illazioni di un utente, Simmon Goddek. "Ero lì con mia mamma. Non c'è nessuna relazione romantica con la premier Meloni", la risposta di Musk. Nel corso della cerimonia, il numero 1 di Tesla e Space X ha speso parole di stima per la presidente del Consiglio e ne ha elogiato l'operato alla guida del governo italiano.
Sul suo profilo, Goddek ha pubblicato una foto che ritrae la presidente del Consiglio e il tycoon che si guardano negli occhi seduti al tavolo alla cena a New York seguita alla premiazione dell'Atlantic Council.
I was there with my Mom.
— Elon Musk (@elonmusk) September 24, 2024
There is no romantic relationship whatsoever with PM Meloni.
"Giorgia Meloni è piu bella dentro che fuori" e "ha fatto un lavoro incredibile come primo ministro dell'Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile", ha detto Musk, rafforzando ulteriormente un rapporto già consolidato. Il magnate è stato ospite di Atreju 2023, la kermesse che Fratelli d'Italia ha organizzato a dicembre dello scorso anno. In quell'occasione, Musk è intervenuto in particolare sul tema della natalità.
Politica
Sgarbi andrà a processo per risarcimento danni: via libera...
Giudicate 'sindacabili' le espressioni pronunciate dal critico d'arte nel 2019 contro l'allora presidente dell'associazione Italia Nostra Mariarita Signorini
Vittorio Sgarbi andrà a processo per risarcimento danni. Lo ha stabilito l'Aula della Camera, all'unanimità, con 3 astenuti, accogliendo la relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla sindacabilità.
Sono dunque state dichiarate sindacabili le espressioni pronunciate dal critico d'arte, deputato all'epoca dei fatti, nel corso della trasmissione radiofonica nel 2019 contro Mariarita Signorini, allora presidente dell'Associazione Italia Nostra.
Politica
Referendum sulla cittadinanza? Per Mulè è a rischio...
Il vice presidente della Camera all'Adnkronos: "I primi a farne un uso responsabile dovrebbero essere i promotori o si rischia di svilirlo"
"Leggendo il quesito referendario è chiaro secondo me che non è un referendum abrogativo. Si tratta di un referendum propositivo, escluso dalla nostra Costituzione; di una innovazione legislativa che vuole prevedere che un articolo della legge del 1992 sui figli adottati si applichi erga omnes, cioè a chiunque". Il quesito "si intesta quindi una novella normativa che non c'entra nulla con un referendum di tipo abrogativo". Ad intervenire con l'Adnkronos è il vice presidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè (Fi), sulla velocità con cui sono state raccolte le 500mila firme, anche grazie alla possibilità di sottoscrizione on-line.
"E' evidente - sottolinea - che c'è un forte interesse rispetto ad una parte politica. Il punto è che il Parlamento su certi temi deve legiferare ed evitare che si inneschi l'idea, sbagliata, che con i referendum si possano innovare le leggi". "I referendum di natura popolare non hanno questa caratteristica e si rischia di tradire quella che è una previsione costituzionale".
Come evitare l'abuso che potrebbe innescare l'on-line? "I primi a farne un uso responsabile dovrebbero essere i promotori che sanno che il referendum è uno strumento altamente democratico da usare 'cum grano salis' o si rischia di svilirlo". "Ammesso poi che venga ammesso - chiosa Mulè - il pericolo concreto è che non si raggiunga il 50+1 dei votanti, con il rischio che questo crei disaffezione allo strumento, che potrebbe apparire inflazionato, quindi abusato". Alzare il quorum è un rimedio? "Non è il tema. Ci si potrebbe riflettere poi. Potrebbe essere non un deterrente (contro gli abusi - ndr) ma uno strumento di garanzia di ulteriore responsabilità, così che ciò che arriva in Corte costituzionale sia già un quesito, sostenuto in maniera assai pesante rispetto alla partenza", conclude il vicepresidente della Camera.
Politica
Referendum Cittadinanza, Mirabelli: “Rischio di...
Mirabelli: "Il quesito a ritaglio potrebbe far valutare il referendum come propositivo"
"Il rischio di inammissibilità" per il referendum sulla cittadinanza "c'è". Ne parla con l'Adnkronos il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, scorrendo il testo del Referendum che intende ridurre a 5 anni di residenza legale il termine per la concessione della cittadinanza italiana. "Il nostro sistema prevede referendum abrogativi, il problema che si pone se il quesito è 'a ritaglio', cioè elimina alcune parti e parole, è che a volte non si abroga una norma ma se ne introduce una nuova. In tal caso ci troveremmo di fronte ad un referendum propositivo che non è ammissibile. Se cambiando le parole tolgo da un 'NON DEVE' il 'NON' modifico la norma. Con il 'ritaglio' in realtà si potrebbe introdurre infatti una nuova disposizione che renderebbe il referendum non ammissibile", spiega Mirabelli.
Leggendo il quesito referendario, Mirabelli rileva: "E' un combinato della lettera b con la caduta della lettera f. Il combinato rischia di far valutare come propositivo il referendum, nel senso che la disciplina di risulta innova e non abroga solamente". "Il referendum infatti - spiega - alla lettera f abroga la norma che prevede l'ottenimento della cittadinanza allo straniero che risiede legalmente per 10 anni in Italia. Ed alla b, che consente un termine inferiore (5 anni) agli adottati da cittadini italiani, elimina la parte relativa all'adozione, sostanzialmente applicando a tutti il termine dei 5 anni. Il rischio inammissibilità dunque c'è".
"Certo - chiosa il presidente emerito - sono stati bravi". Anche la raccolta delle firme in pochi giorni grazie alla norma che autorizza la raccolta online, introdotta nel settembre del 2022, "lascia presumere ad una forte organizzazione sul posto".
E' necessario un intervento normativo per evitare abusi? "Innanzitutto - risponde il presidente emerito - Bisogna valutare cosa accadrà con la verifica della correttezza della raccolta delle firme on line. Ricordo che anche con il metodo tradizionale mancano certificazioni relative e necessarie. In secondo luogo, certamente la raccolta firme informatizzata a distanza riduce i costi, pertanto è uno strumento positivo. Ma se questa facilità conduce ad eccessi, allora potrebbe essere opportuno variare il numero delle firme richieste", conclude.