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Le prospettive aperte dai nuovi approcci terapeutici sono al centro del convegno “Excellence in Lung Cancer”, che si apre oggi a Bari e che vede la partecipazione di oltre 70 tra i massimi esperti nazionali di una malattia oncologica tra le più temute

Tumori al polmone, in Puglia oltre 2.200 nuovi casi l’anno

Ogni anno nella Regione Puglia si registrano oltre 2.200 nuovi casi di tumore polmonare, una delle neoplasie a maggiore impatto sociale e sanitario. In totale in Italia sono solo 117.800 le persone che vivono dopo una diagnosi. La sopravvivenza netta a cinque anni si attesta al 16% negli uomini e al 23% nelle donne. Il fumo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio di insorgenza ed è responsabile dell’85%-90% dei casi osservati nel nostro Paese. Oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica, è possibile ottenere numerose ed importanti informazioni sulle caratteristiche molecolari del singolo tumore. Sono stati identificati molteplici bersagli molecolari e questo ha determinato lo sviluppo di terapie in grado di agire in modo mirato (target therapy). Un’altra importante innovazione è rappresentata dall’immunoterapia, che si basa sull’attivazione del sistema immunitario verso le cellule tumorali. Le prospettive aperte da questi approcci terapeutici sono al centro del convegno “Excellence in Lung Cancer”, che si apre oggi a Bari e che vede la partecipazione di oltre 70 tra i massimi esperti nazionali di una malattia oncologica tra le più temute.

“La patologia si divide in due sottogruppi - sottolinea Domenico Galetta, dell’Irccs Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari - Vi è il carcinoma a piccole cellule (o microcitoma) che rappresenta da solo il 15% dei casi ed in cui, salvo casi diagnosticati in fase molto precoce, la chirurgia non ha alcuna indicazione. Questa tipologia di neoplasia è caratterizzata da cellule di piccole dimensioni, che al microscopio assumono l’aspetto tipico di un chicco d’avena. Il carcinoma non a piccole cellule (Nsclc), che rappresenta circa l’85% dei casi di tumore polmonare, include invece una quota sempre più crescente di tumori caratterizzati da un'alterazione molecolare, che possono essere trattati con terapie mirate. Da alcuni anni la Regione Puglia si è dotata di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per la gestione di tutte le forme di cancro dei polmoni. Sono state stabilite regole condivise e definite modalità e tempi per prendere in carico in modo tempestivo ed efficace i pazienti. Vi sono degli aspetti da migliorare, tra cui il potenziamento del network di centri specializzati che operano su una Regione che copre un territorio molto vasto, di oltre 400 chilometri. In particolare l’hub regionale, rappresentato dall’Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari, è una struttura sanitaria di primo livello, in cui sono attivi oltre 40 Trial clinici sperimentali”.

“Excellence in lung cancer” ospitato a Bari, è il primo di tre appuntamenti nazionali in cui gli esperti si confronteranno sulle più recenti innovazioni terapeutiche introdotte per la cura del tumore al polmone e sui risultati che stanno portando. “Due delle più rilevanti terapie degli ultimi anni sono state l’introduzione di Atezolizumab e Alectinib - aggiunge Cesare Gridelli, dell’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino - Nel trattamento in prima linea del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso, lo standard di cura è rappresentato da chemio-immunoterapia. Lo studio di estensione Imbrella A ha dimostrato per la prima volta la possibilità di ottenere un beneficio duraturo di sopravvivenza a cinque anni, con Atezolizumab, farmaco immunoterapico approvato per questa indicazione, in combinazione con Ce (carboplatino ed etoposide). Questo beneficio è stato riscontrato nei casi di microcitoma esteso, dove si è registrato un tasso di sopravvivenza a cinque anni pari al 12%. Si tratta di un dato incoraggiante e la prossima sfida sarà riuscire ad individuare, con maggiore precisione, quali pazienti possono trarre benefici dal trattamento. Recentemente la terapia con Atezolizumab è stata resa disponibile dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) anche nella formulazione sottocutanea, un’innovativa modalità di somministrazione che permette una gestione più personalizzata e quindi un'ottimizzazione del percorso di cura".

Importanti traguardi sono stati raggiunti anche grazie alle terapie a bersaglio molecolare, in particolare nel Nsclc positivo alla fusione di Alk. “Alectinib è la prima target therapy che offre un'opportunità terapeutica anche per i pazienti diagnosticati in stadio precoce dopo intervento chirurgico riducendo il rischio di recidiva di malattia del 76% rispetto alla terapia standard come dimostrato nello studio Alina. Per la malattia Alk traslocata in stadio avanzato, Alectinib rappresenta ormai una terapia con una consolidata esperienza di pratica clinica, che conferma i dati di efficacia e il buon profilo di tollerabilità e maneggevolezza emersi negli studi registrativi e di real world- prosegue Galetta - Le maggiori conoscenze in oncologia polmonare ci portano ad un uso più esteso di questa molecola sia nel trattamento della malattia Alk traslocata in stadio avanzato che nelle fasi precoci e tutti i dati che abbiamo finora ottenuto ci portano a pensare ad un cambio di passo con buone prospettive per i nostri pazienti”.

“Il mondo della medicina di precisione e delle target therapy per il tumore polmonare è destinato a crescere - afferma Silvia Novello, Università di Torino Aou San Luigi Gonzaga, Orbassano -. La sfida maggiore, per questa tipologia di trattamenti, continuerà ad essere lo studio dei meccanismi di resistenza per poter offrire migliori opportunità ai pazienti. Per quanto riguarda l’immunoterapia, la vera rivoluzione è stata la sua adozione nelle fasi precoci di malattia, sia nel setting perioperatorio, ovvero prima e dopo l’intervento chirurgico, sia nel setting adiuvante - ovvero dopo l'intervento chirurgico. Questa tipologia di trattamento è inserita in uno schema nuovo, che vede la combinazione e l’integrazione delle due tipologie di cure. Gli eventi di aggiornamento come questo che si apre oggi a Bari, sono di fondamentale importanza perché le novità scientifiche sono tante ed incalzanti e il confronto costruttivo tra i diversi specialisti è ormai imprescindibile”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 15 novembre

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Jackpot sale a 32,4 milioni di euro

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 15 novembre

Nessun 'sei' né '5+1' al concorso SuperEnalotto - Superstar numero 182 di oggi. Un punto '5' ha totalizzato una quota unitaria pari a 125.342,48 euro. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti '6' è di 32,4 milioni di euro.

Quali sono i punteggi vincenti?

Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:

- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;

- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;

- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;

- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;

- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.

Quanto costa una schedina

La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.

La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.

Come faccio a sapere se ho vinto

E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

La combinazione vincente di oggi, 15 novembre 2024

La combinazione vincente è 2, 4, 5, 42, 53, 83, Jolly 23 e Superstar 43.

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Cronaca

Palermo, spari a salve a scuola davanti ai bambini: è...

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La simulazione della cattura di un ladro con tanto di unità cinofila è andata in scena nel cortile dell'istituto scolastico. La preside si scusa: "Errore umano nato da drammatica sottovalutazione"

Le immagini della simulazione della Polizia municipale

Un "corto circuito", un "errore umano", nato da "drammatica sottovalutazione". Lucia Sorce, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo statale 'Rita Borsellino' di Palermo, finito nella bufera dopo la simulazione dell'arresto di un malvivente da parte della Polizia municipale con tanto di spari a salve, è visibilmente provata. "Mi assumo pienamente la responsabilità di quanto successo - dice all'Adnkronos - e chiedo scusa a tutti i docenti e ai genitori. C'è stato un errore umano, un'inaccettabile leggerezza. E' chiaro che la proposta è stata inadatta e incoerente, ma non è stata fatta in cattiva fede". A ogni modo, dice senza giri di parole, "come scuola non possiamo permetterci di non avere uno sguardo critico, di non contestualizzare, di non capire che abbiamo dei bambini a cui dobbiamo garantire ben altri scenari".

La cattura del ladro con tanto di unità cinofila è andata in scena nel cortile del plesso Ferrara, alla Magione. Poco prima ai bimbi dai 3 ai 7 anni di età era stata fatta una lezione di educazione stradale. "Hanno parlato di come attraversare la strada, di come difendersi dai cani randagi. I vigili urbani si sono dimostrati sensibili e professionali. Tutto era apparso come un gioco". Poi, terminata quella lezione, era arrivata la proposta. Simulare l'arresto di un ladro. Una proposta fatta con "superficialità", ragiona adesso la preside alla guida dell'istituto comprensivo da 18 anni, e accolta con "altrettanta leggerezza" dalle insegnanti. Così ai bimbi era stato spiegato che ci sarebbero state pistole giocattolo, ma che nessuno sarebbe davvero morto. "Nessuno mi aveva parlato di spari o di caccia al cattivo", dice adesso la preside, sottolineando che "al di là del fatto che una simile attività non ha nulla a che fare con l'educazione stradale, la cattura di un malvivente si può spiegare in tanti altri modi".

Alla scena lei non era presente. "Ho sentito un rumore - racconta - ma non ho capito fossero spari e quando mi sono affacciata ho trovato i bimbi che applaudivano. Anche io ingenuamente ho sottovalutato, non ho capito quello che era successo". Né qualcuno subito dopo le ha fatto presente l'irritualità di quanto accaduto nel cortile. "Nessuno nell'immediato è venuto a parlarmi, l'ho scoperto l'indomani". A sollevare il caso ieri era stata la consigliera comunale del Pd Mariangela Di Gangi che ha inviato una lettera al comandante della Polizia municipale di Palermo, Angelo Colucciello, e all'assessore comunale, Aristide Tamajo. "Pur comprendendo e apprezzando l'impegno della polizia municipale nel promuovere la cultura della sicurezza e della legalità nelle scuole - ha scritto - mi chiedo quanto una simulazione di arresto, con l'utilizzo di armi, sia pertinente al tema dell'educazione stradale". Anche la preside concorda. "Quella simulazione non aveva nulla a che fare con l'educazione stradale. Gli agenti, forse con superficialità, l'hanno proposta e spiegata alle insegnanti che con altrettanta superficialità l'hanno accolta con una paradossale buonafede da parte di entrambi, perché tutto era stato fatto come un giorno. Un terribile gioco". A qualcuno, però, il dubbio sarebbe potuto venire. "Questo non mi perdono - dice la preside -. Anche perché si tratta di insegnanti che io stimo molto, parecchio in gamba, inclusivi, professionali. Eppure nessuno dei presenti ha attivato un senso critico, una lettura del contesto e delle sue conseguenze". Oggi la dirigente scolastica ha inviato un comunicato interno a tutto il personale della scuola e ai genitori perché "dobbiamo approfittare di questa spiacevolissima vicenda per riflettere sul fatto occorre sempre interrogarsi, coltivare quel senso critico di cui abbiamo estremamente bisogno, proprio per contrastare una dilagante riduzione della complessità. E questo vale ancora di più quando si ha a che fare con bambini".

"Reputo che la Polizia municipale - scrive la preside nella comunicazione interna rivolta ai docenti e ai genitori - abbia sbagliato a proporre, in maniera estemporanea, non preventivata, non concordata in principio, un linguaggio militare e la scena di un crimine all’interno di un percorso formativo sull’educazione stradale, probabilmente poiché resta innegabile la fascinazione che la repressione, la cattura e l’arresto vittorioso possa produrre su adulti e bambini. Reputo molto più grave che il personale educativo presente, all’unanimità, abbia accolto, acriticamente, la proposta presentata nel dettaglio, qualche minuto prima, dagli agenti. Noi educatori non possiamo sbagliare, non dovremmo sbagliare ma, laddove sbagliamo, dobbiamo avere l’umiltà professionale di chiedere scusa"."Poteva forse capitare a tutti di sottovalutare la scena, il rumore, le conseguenze - dice ancora all'Adnkronos la preside Sorce -. A noi è capitata questa drammatica sottovalutazione e adesso dobbiamo riflettere e tutta la comunità educante lo sta facendo". Quello che, però, è altrettanto sbagliato è "la strumentalizzazione di un errore umano. Le strumentalizzazioni non fanno bene a nessuno. Noi abbiamo capito l'errore". Ai genitori, "tutti non solo quelli dei bambini che hanno assistito alla simulazione" la preside chiede scusa. "Perché la scuola è un luogo sacro, in cui i bambini passano metà della loro giornata e perché vicende simili rischiano di ledere la fiducia tra la comunità educante e le famiglie", conclude. (di Rossana Lo Castro)

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Cronaca

Carabinieri, passaggio consegne tra generali Luzi e Luongo:...

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Carabinieri, passaggio consegne tra generali Luzi e Luongo: cambia comandante generale

Cerimonia di avvicendamento del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri stamattina alla caserma “Salvo D’Acquisto” di Tor di Quinto: passaggio di consegne tra il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, cedente ed il generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, subentrante. L’evento è stato suggellato dalla presenza del ministro della Difesa, Guido Crosetto, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano.

Il gen. c.a. Luzi, giunto al termine di una “entusiasmante vita militare iniziata 46 anni fa”, ha sottolineato: “L’Arma mi ha permesso di vivere la magia di rapporti profondi e autentici con i Carabinieri, che ammiro per la tempra e la professionalità. Li considero veri e propri eroi del quotidiano”. Rivolgendosi poi ai militari: “Fate il vostro dovere e sarete ricompensati da mille soddisfazioni, come lo è stato per me”. Concludendo: “Il mio grazie più grande all’Arma dei Carabinieri che mi ha spinto ogni giorno a spostare avanti i miei limiti, a pormi nuovi traguardi per affrontare sfide sempre più complesse”. Il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi lascia il comando dopo aver guidato l’Arma dal 16 gennaio 2021. Ha intrapreso la carriera militare nel 1978, reggendo prestigiosi incarichi di comando per oltre 18 anni, tra cui quello di comandante della compagnia di Roma Centro e dei comandi provinciali di Savona e Palermo e della Legione Carabinieri “Lombardia”.

Ha ricoperto, dal 6 settembre 2018 al 15 gennaio 2021, l’incarico di capo di Stato maggiore del comando generale dell’Arma dei Carabinieri. Dall'1 gennaio 2023, nell’ambito dell’annuale presidenza di turno di EuroGendFor, ha assunto, in rappresentanza della Difesa, la Chairmanship italiana in seno al Comitato Interministeriale di Alto Livello (Cimin).

Il generale Luongo, intervenuto successivamente ha ricordato la figura di “un maresciallo, comandante di Stazione, che, pur avendo difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena per la propria famiglia si prodigava a ospitare nel proprio alloggio bambini per offrire loro un pasto caldo. Era un vero tutore dell’ordine, un militare dalla schiena dritta, ma al tempo stesso un uomo di straordinaria dignità, con un enorme attaccamento alla sua comunità e con innato senso della giustizia. Quel maresciallo riuniva in sé, nel suo agire, tutti i valori dell’Arma, la generosità, il coraggio, l’empatia, l’attitudine ad essere vicino ai più bisognosi”.

Successivamente, il gen. c.a. Luongo ha sottolineato come “l’Arma deve continuare a massimizzare l’impiego della tecnologia, sia in funzione preventiva che repressiva, sfruttando anche le reali potenzialità dell’intelligenza artificiale e migliorando la capacità di governare lo spazio cibernetico per contrastare il crimine”. Rivolgendosi poi alle nuove generazioni tra le fila dell’Arma: “Scommettiamo sui nostri giovani Carabinieri, incitiamoli al cambiamento, stimoliamoli a cercare nuove strade in modo che ogni militare si senta pienamente coinvolto in un virtuoso progresso di crescita”. Infine, concludendo: “Nel solco della secolare storia dell’Arma e degli insegnamenti che ho ricevuto dai miei maestri, sarò sempre a fianco di tutti i carabinieri che servono i cittadini con determinazione, diligenza e costanza, perché l’Arma deve continuare essere strumento virtuoso per la costruzione di una società più giusta”.

La carriera del nuovo comandante, gen. c.a. Luongo, classe 1962, è iniziata nel 1977 alla scuola militare “Nunziatella”. Ha ricoperto ruoli di prestigio nell’Arma dei Carabinieri, tra cui comandante provinciale di Milano e Roma, assistente militare e aiutante di Campo per l’Arma dei carabinieri del presidente della Repubblica e capo Ufficio legislativo del ministro della Difesa. Dal dicembre 2023 è comandante interregionale carabinieri 'Podgora' e, dal giugno 2024, è vice comandante generale dell’Arma. Ha ricevuto numerosi encomi e onorificenze, tra cui quella di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, medaglia mauriziana e, da ultimo, cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Ha quindi preso la parola il generale Luciano Portolano, capo di Stato maggiore della Difesa, il quale ha evidenziato il suo orgoglio per l’Arma, una nicchia di eccellenza che ha assunto un ruolo di primo piano nel campo delle moderne missioni di training, advising, assistance e capacity building; oltre a rappresentare un riferimento mondiale nell’esercizio della funzione di stability policing, anche con il Centro di Eccellenza “CoEspu” di Vicenza.

Infine il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato: “Si chiude un capitolo di storia dell’Arma dei Carabinieri. Sotto la guida del generale Luzi, cui esprimo profonda gratitudine, abbiamo visto una Benemerita all’avanguardia, radicata nelle tradizioni, con 'il Carabiniere' sempre al centro. Al generale Luongo il compito di confermare l’Arma come presidio di legalità e, insieme, punta di innovazione. A tutti i carabinieri il plauso, la fiducia e la riconoscenza della Nazione. Non esiste Difesa senza Carabinieri e non esiste Italia senza Carabinieri”.

In mattinata, prima dell’evento, i due alti ufficiali hanno reso omaggio ai Caduti deponendo prima una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto, situato presso l’Altare della Patria e poi al sacrario presso il Museo Storico dell’Arma, un gesto simbolico che sottolinea l’importanza dei sacrifici compiuti dai militari italiani per la difesa e la libertà del Paese.

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