“De Rossi nostro vanto, yankee go home!”, a Roma spuntano i manifesti
Non si placa la protesta per l'esonero. Il blitz alla vigilia dell'esordio della squadra guidata da Juric in Europa League con l'Athletic Bilbao
Manifesti con l'immagine di Daniele De Rossi, maglia giallorossa e fascia da capitano, e la scritta 'De Rossi nostro vanto. Yankee go home!' sono apparsi stanotte in diverse zone di Roma, alla vigilia dell'esordio della squadra guidata da Juric in Europa League con l'Athletic Bilbao.
I manifesti sono stati attaccati su lungotevere da Testaccio, nei pressi dello stadio Olimpico, a piazza Maresciallo Giardino, intorno all'ex aula bunker, sulla Tangenziale all'altezza di corso Francia e in Circonvallazione Clodia.
Cronaca
Sicurezza stradale, domenica presidio a Roma contro la...
La prossima settimana, proprio in concomitanza della Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla strada, è previsto il voto finale al Senato sulla riforma del codice della strada, voluta e blindata nel testo approvato alla Camera dal Ministro dei trasporti Salvini. Le associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme alle associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile e alle organizzazioni sindacali, che già da mesi lo hanno contrastato e bollato come “codice della strage”, lanciano perciò una nuova fase di mobilitazione, con un presidio a Roma domenica 17 novembre e flash mob in diverse città, dal nord al sud dell’Italia, fino a martedì 19 novembre.
"Lo sfregio ai familiari delle vittime di violenza stradale è doppio e inaccettabile - sottolinea la piattaforma 'Stop al #codicedellastrage' (a cui aderiscono le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, ambientaliste e per la mobilità sostenibile) - Dopo mesi di impegno e ore di audizioni parlamentari, nessuna delle richieste e degli emendamenti che tutte le più importanti associazioni familiari vittime avevano presentato lo scorso aprile con una lettera unitaria è stata accolta, nonostante quanto continua ad affermare il ministro: c’è una bella differenza tra far parlare e ascoltare. Per di più, l’approvazione della legge è stata calendarizzata in aula tra il 19 e il 21 novembre, a ridosso della Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla Strada, che quest’anno si celebra domenica 17".
"L’impianto della riforma è molto chiaro: debole con i forti, dando maggiore libertà di circolare ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti, e forte coi deboli, restringendo viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città - protestano le associazioni - E’ una riforma pericolosa: ad esempio, limita gli autovelox invece che la velocità, che è la prima causa delle collisioni con morti o feriti gravi; vieta controlli automatici sulla guida distratta al cellulare, che è fra i primi fattori di incidentalità; introduce una sola multa per più infrazioni, incentivando la violazione delle regole. È una riforma dannosa: rende più difficile creare o proteggere aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città; e limita l’azione dei Comuni sottoponendoli a decreti ministeriali. In questo modo, la riforma ostacola la prevenzione aumentando anziché abbassare il conflitto e la violenza stradali, che già paghiamo con più di 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno". E "non solo norme peggiori, ma anche meno fondi per la sicurezza stradale". Per tutti questi motivi, la piattaforma 'Stop al #codicedellastrage' lancia una nuova fase di mobilitazione.
Il presidio a Roma, domenica prossima, è previsto in via San Nicola de’ Cesarini (Largo Argentina) ed è aperto a cittadini, associazioni, sindacati e forze politiche. Il giorno stesso e in quelli successivi si terranno diversi flash mob in altre città dal nord al sud dell’Italia, come ad esempio Genova, Torino, Melegnano (Milano), Treviso, Codropio (Udine), Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì, Pesaro, Jesi (Ancona), Perugia, Roma, Napoli, Caserta, Bari e altre ancora che si aggiungono di ora in ora.
Sport
Dal morso a Holyfield allo schiaffo a Jake Paul: tutte le...
Prima di salire sul ring in Texas, il pugile americano è tornato a far discutere per un altro dei suoi colpi di testa
Iron Mike ne ha fatta un'altra. A poche ore dal ritorno sul ring, a 58 anni e 19 dopo l'ultimo match, Tyson in queste ore sta facendo parlare per il ceffone tirato a Jake Paul. Il noto youtuber e ormai anche boxeur, che ha deciso di sfidarlo in un evento show da sold out ad Arlington (Texas), che con ogni probabilità sarà il match più visto della storia della boxe.
È successo un secondo prima del face off e delle foto di rito, dopo la pesa. Un pestone, poi lo schiaffo che ha fatto il giro del mondo. Colpi di testa non nuovi per Mike, definito tempo addietro 'The baddest man of the planet'. Il più cattivo di tutti.
I colpi di testa di Tyson
Tyson è così, ha abituato il suo pubblico a scatti del genere. Fanno parte del personaggio e si legano in parte a un vissuto complicato e a una storia personale tormentata. Quella di un ragazzo dalla famiglia difficile e che già a 12 anni si mise nei guai con la legge, che lo spedì al riformatorio dopo uno scippo. Lo schiaffo a Jake Paul è solo l'ultimo episodio della serie e rientra in parte nel trash talking che di solito avvolge eventi di questo tipo. Gli altri? Sono tanti, in passato hanno riempito le cronache e ancora oggi le prove vagano sul web. Normale per l'uomo che divenne trentotto anni fa - il 22 novembre del 1986 - il pugile più giovane a conquistare la cintura Wbc dei Massimi. Quel titolo mondiale vinto contro Trevor Berbick a 20 anni, 4 mesi e 22 giorni.
I morsi
La storia più celebre, che ormai va a braccetto con il suo nome, riguarda il morso all'orecchio di Evander Holyfield. Era il 28 giugno 1997 e si combatteva a Las Vegas per il titolo dei Massmi Wba. Il fattaccio nel corso del secondo round, quando Mike appoggiò la testa accanto a quella dell'avversario, per morderlo al lobo dopo aver sputato il paradenti. L'arbitro fermo il match e il pubblico cominciò a inveire: lui si giustificò parlando di una precedente testata di Holyfield. “È stato scorretto”, la motivazione. Quello a Holyfield non fu l'unico morso della carriera di Tyson. Cinque anni dopo Las Vegas, nel 2002, Mike ne rifilò un altro alla gamba dell'inglese Lennox Lewis, prima di un incontro in un hotel di New York. Gli specialisti parlarono di una malattia nervosa, strane pulsioni da legare a un discorso psichiatrico. Iron Mike, dalla sua, si convertì all'Islam e poi urlò al mondo di essere rinato.
Le donne
Un altro grande capitolo riguarda i problemi con le donne, spesso picchiate. I giornali degli anni Novanta e dell'inizio degli anni Duemila mettono in prima pagina diversi episodi controversi. Come quelli con Naomi Campbell, top model con cui ebbe una breve storia, e Robin Givens, la sua seconda moglie una volta trovata a letto con un giovane Brad Bitt. Nel 1992, invece, una pesante accusa di aggressione e violenza sessuale arrivò da Miss America Desiree Washington, mentre la difesa parlò di un rapporto consensuale. Venne processato e condannato a sei anni, ma ne scontò tre.
I problemi con la droga
Fu poi lui stesso a svelare tanti altri aneddoti della sua vita sregolata in un'autobiografia pubblicata nel 2013: parlò per esempio di abuso di alcol e di cocaina consumata prima di alcuni incontri. E nel 2018, quando la California legalizzò la coltivazione di marijuana, annunciò l'apertura di un ranch in cui produrla.
Addirittura, nel 2019, fumò veleno di rospo – sponsorizzato per le sue particolari 'proprietà' - e tutto venne filmato e dato in pasto ai social. Elenco finito? Per niente. Nel 2022, su un volo in partenza da San Francisco verso la Florida, Tyson prese a sberle un passeggero colpevole di averlo importunato dopo la richiesta di un selfie. Rientra nell'elenco dei suoi mille colpi di testa. Fino a stanotte e a un ritorno sul ring che sarà show, ma non solo. (di Michele Antonelli)
Spettacolo
“Violenza”, il nuovo singolo dei Mangrovia Twang
Con il lancio di Violenza, disponibile dal 15 novembre, i Mangrovia Twang inaugurano una nuova fase del loro percorso artistico. Il brano, un’intensa esplorazione delle contraddizioni umane, intreccia elementi elettropop con un lirismo capace di evocare forti emozioni. Il tema centrale è il conflitto tra le purezze della vita e i suoi inevitabili lati oscuri, un dualismo che si riflette tanto nei testi quanto nella struttura musicale.
La composizione alterna strofe minimali a ritornelli densi e stratificati, amplificando il contrasto emotivo e narrativo. Violenza si presenta come una tempesta sonora ed emotiva, capace di coinvolgere l’ascoltatore in un viaggio che oscilla tra attrazione e repulsione, amore e violenza. La band, attraverso questo brano, non si limita a sperimentare nuove sonorità, ma offre uno spaccato intimo e universale delle dinamiche relazionali.
L’uscita di Violenza segna anche il primo passo verso il debutto discografico con l’album BENEVIOLENZA, atteso nei prossimi mesi. Prodotto in collaborazione con Andrea Pachetti, già noto per il lavoro con The Zen Circus ed Emma Nolde, il disco promette una sintesi affascinante di rock alternativo ed elettropop.
Mangrovia Twang, una band in evoluzione
Il progetto Mangrovia Twang nasce nel 2020 dall’iniziativa di Mattia Locapo, Roberto Sticchi e Mario Manuel Rossi. Il loro primo EP, Giorni che esplodono (2022), ha riscosso ampi consensi, superando i 300mila ascolti e ottenendo riconoscimenti da critica e pubblico. Inserito tra i migliori dischi dell’anno da Indielife, l’EP è stato trasmesso su Radio Capital, mentre Rockit ha elogiato la loro musica come “articolata, complessa, diversa dalle proposte mainstream”.
Nel 2023, l’arrivo del cantante Davide Morea e del bassista Alessandro Sticchi completa la formazione, pronta per affrontare nuove sfide artistiche. Con il loro primo album, i Mangrovia Twang si preparano a consolidare il loro stile unico, tra ricerca sonora ed evoluzione personale, offrendo al pubblico un’esperienza musicale sempre più coinvolgente e profonda.
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