Darkex, exchange globale di criptovalute, stringe partnership con leader del settore per rafforzare la sua posizione
Georgia, Tbilisi City, 26/09/2024 – Darkex, exchange globale di criptovalute fondato da United Chain Tech, leader mondiale nei servizi infrastrutturali per blockchain, criptovalute e forex, in collaborazione con fondi d’investimento internazionali, sta collaborando con leader del settore come Sumsub, Alchemy Pay, MoonPay e ChainUp per rafforzare la sua posizione a livello globale.
Darkex, con sede a Dubai e fondata da imprenditori turchi in collaborazione con United Chain Tech PLC, leader nei servizi infrastrutturali per blockchain, criptovalute e forex, che promuove la libertà finanziaria globale insieme a fondi d’investimento internazionali, rafforza la sua posizione nella competizione globale.
Un team di 250 persone distribuito tra Asia meridionale, America Latina e MENA(Ucraina)
Darkex è società globale di infrastrutture blockchain che offre prodotti e servizi finanziari con una liquidità superiore a quella dei maggiori exchange di criptovalute a livello mondiale. I co-fondatori includono il CEO Murat Tuğberk Sancaklı, il COO Eray Gündoğan e il CTO Yılmaz Çağrı İşbuğa. Il team dirigenziale è completato dal CFO Birol Balık.
Il COO di Darkex, Eray Gündoğan, ha sottolineato che la loro missione va oltre l’essere un semplice exchange di criptovalute:
“Il nostro obiettivo è costruire un ecosistema sicuro e intuitivo che offra supporto agli investitori in ogni fase del loro percorso. Puntiamo a fornire sia agli investitori nuovi che a quelli esperti gli strumenti, le risorse educative e l’assistenza di cui hanno bisogno, mantenendo la sicurezza al centro di tutto ciò che facciamo.
Oggi, Darkex opera con un team di 250 persone distribuite tra l’Asia meridionale, l’America Latina, la Comunità degli Stati Indipendenti (CIS) e la regione MENA, tutti impegnati a dare priorità all’esperienza utente. Abbiamo più di 100 dipendenti nei nostri uffici in Georgia e Albania e siamo attivi nelle nostre sedi europee. Presto, centralizzeremo tutti i team a Dubai, da dove gestiremo i nostri servizi globali.”
Collaborazione con partner globali per servizi di eccellenza
Sottolineando l’impegno di Darkex nel rispettare gli standard di sicurezza, i requisiti di conformità e gli obblighi normativi, Eray Gündoğan ha dichiarato:
“Darkex ha fatto un ingresso ambizioso nel settore. Stiamo lanciando i nostri servizi in un momento in cui la domanda di exchange di criptovalute sicuri, efficienti e intuitivi è ai massimi livelli.
In questo contesto, sfruttiamo la presenza globale di United Chain Tech per annunciare partnership con giganti internazionali della criptovaluta e della blockchain. Ad esempio, abbiamo stretto una collaborazione con Sumsub, leader G2 per il 2023, per i processi di verifica dell’identità e KYC.
Per migliorare l’esperienza di trading dei nostri utenti, abbiamo integrato le infrastrutture di pagamento uniche di MoonPay e Alchemy Pay nel nostro sistema. Stiamo anche espandendo le nostre collaborazioni globali con partner come ChainUP, e queste partnership continueranno a crescere. Inoltre, Darkex è impegnata a offrire servizi di investimento e custodia agli investitori istituzionali, come consentito dalle normative nei mercati in cui operiamo.”
Adottare misure per rispettare le normative sulle criptovalute
Il COO di Darkex, Eray Gündoğan, ha anche spiegato che la piattaforma offrirà accesso a un’ampia gamma di servizi focalizzati su blockchain e criptovalute, inclusi il trading spot, i futures, il trading a margine, lo staking, i prestiti in criptovaluta e le applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi).
Ha dichiarato:
“Darkex adotta standard di sicurezza globali, inclusi i sistemi di sicurezza biometrici, educa gli utenti sulla cultura blockchain e cripto attraverso la ‘Darkex Academy’, stabilisce un nuovo standard per l’esperienza di trading e supporta diverse valute fiat per soddisfare la comunità globale delle criptovalute.
Come parte dei nostri sforzi per operare come fornitore di servizi di cripto-asset in Turchia, stiamo prendendo i provvedimenti necessari per conformarci. Il nostro obiettivo è offrire una piattaforma sicura, affidabile e ricca di funzionalità, capace di adattarsi alle esigenze in continua evoluzione del mercato cripto. Darkex è pronta per l’adozione di massa a livello globale.”
Scopri di più su Darkex Crypto Exchange
Darkex, l’ultimo arrivato nella competizione tra i principali exchange di criptovalute globali, si distingue dai suoi concorrenti grazie a fattori come le funzionalità di sicurezza di prim’ordine, un’esperienza utente intuitiva, una profonda liquidità, transazioni rapide e un forte focus sulla formazione.
Con il trading spot, futures, trading a margine, staking, prestiti in criptovaluta e opzioni di investimento DeFi, tutto in un’unica piattaforma, Darkex si fa notare anche per funzionalità uniche come la Safe Mode, che blocca tutte le operazioni in caso di attività sospette mediante l’inserimento di dati biometrici.
Il nuovo CEX di ultima generazione Darkex sta entrando rapidamente sul mercato con una piattaforma che soddisferà le esigenze di trader di ogni livello, grazie al suo background solido e all’esperienza maturata nel settore.
Contact:
Ali Aydın Erduran
support@Darkex.com
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Curiosità
L’app Intesa Sanpaolo e il curioso mistero di “rutto.mp3”:...
A volte gli imprevisti bussano alla porta nei modi più strani. E stavolta, ci ritroviamo di fronte a una curiosità che ci ha colpiti e un po’ destabilizzati. Abbiamo scoperto – e “scoperto” è proprio la parola giusta – che l’app ufficiale di Intesa Sanpaolo, uno dei nomi più noti della scena bancaria italiana, contiene al suo interno un file audio denominato “rutto.mp3”. Già così, la vicenda suona strana. Eppure, dietro a ciò che potrebbe sembrare una semplice burla (o uno scherzo maldestro), si nascondono diverse questioni che meritano attenzione, soprattutto quando si tratta di un’app utilizzata da migliaia di persone per gestire i propri risparmi.
Potrebbe sembrare l’ennesima storia nata per far sorridere sui social ma non è esattamente così. Qui ci troviamo nel regno della finanza, un ambiente dove tutto dovrebbe essere meticolosamente controllato. Emerge Tools, la società che ha portato a galla questa anomalia, si è occupata di scandagliare la struttura dell’app di Intesa Sanpaolo. Ed è così che è venuto a galla “rutto.mp3”: un file nascosto (o meglio, dimenticato?) che non ha alcuna utilità. Non fa parte di un gioco, non è un Easter egg simpatico: sembra proprio un pezzo superfluo lasciato indietro durante la fase di sviluppo.
Un’app un po’ troppo “pesante” per i nostri dispositivi
Dopo la scoperta del file “rutto.mp3”, Emerge Tools ha voluto andare ancora più a fondo. E sapete cosa è emerso? Che l’app di Intesa Sanpaolo, nel complesso, arriva a sfiorare i 700 MB di spazio occupato sui nostri smartphone. Una cifra, onestamente, impressionante. Pensateci: in un’epoca in cui tutto corre veloce e l’ottimizzazione è la parola d’ordine, ritrovarsi con un’app bancaria così voluminosa può far storcere il naso a molti. Gli esperti hanno sottolineato che oltre il 64% di questo “peso” è dato dai cosiddetti framework dinamici, librerie che permettono il funzionamento dell’app ma che potrebbero essere alleggerite in modo considerevole.
L’analisi ha puntato il dito anche su tanti altri file: duplicati, immagini non ottimizzate e risorse probabilmente dimenticate da chiunque abbia messo mano al codice. Insomma, un accumulo di frammenti che, a prima vista, potrebbero essere ripuliti senza troppi traumi. E la domanda che sorge spontanea è: perché tutto ciò non è già stato fatto? O forse il team di sviluppo si è perso per strada, oppure non ha pensato che i dispositivi degli utenti possano risentirne parecchio. In ogni caso, la situazione non passa di certo inosservata.
“rutto.mp3”: uno scherzo o un segnale di scarsa attenzione?
Ma cos’è esattamente questo famoso file audio dal nome tanto esplicito quanto improbabile? A quanto pare, un contenuto senza alcun valore funzionale, giusto un frammento potenzialmente goliardico. Emerge Tools, però, l’ha messo sotto i riflettori per un motivo ben preciso: se in un’app così importante, destinata a operazioni bancarie di rilievo, si trova qualcosa che non dovrebbe esserci, viene subito da chiedersi se la cura per i dettagli sia adeguata. Certo, “rutto.mp3” in sé non mette a rischio i nostri conti correnti, ma quanto possiamo sentirci sicuri se gli sviluppatori lasciano in giro elementi del genere?
È una riflessione lecita, soprattutto se ci poniamo dal punto di vista di chi, ogni giorno, apre l’app per controllare il saldo, effettuare bonifici o gestire carte di credito. Nessuno si aspetterebbe di imbattersi in file che non hanno alcuna correlazione con le normali funzioni di un prodotto bancario.
Reazioni contrastanti sul web: tra risate e preoccupazioni
Non poteva mancare, ovviamente, il tam-tam mediatico e digitale. In molti, sui social, hanno reagito con ironia. Alcuni hanno scherzato sull’ipotesi che qualche sviluppatore si sia concesso un “momento di svago” dimenticando di ripulire il codice. Altri, più preoccupati, hanno sollevato dubbi sul fatto che un colosso bancario possa mostrare simili disattenzioni. In un settore così delicato, tutto dev’essere sotto controllo, dalla sicurezza informatica fino al dettaglio più microscopico. Qualcuno ha anche ipotizzato che, se si lasciano indizi di scarsa precisione a questo livello, allora ci potrebbe essere altro di cui preoccuparsi.
Possibili rischi per la reputazione e il ruolo della qualità del software
Va detto chiaramente: “rutto.mp3” non espone di per sé l’utente a rischi immediati. Non è un virus, né un malware. Ma la sua presenza diventa un elemento simbolico, un segnale che fa drizzare le antenne a chiunque abbia a che fare con programmi informatici di un certo rilievo. In un clima dove la fiducia del pubblico è merce preziosa, basta pochissimo per intaccare l’immagine di una banca. E sappiamo bene quanto, per un istituto finanziario, mantenere una reputazione solida sia fondamentale.
Intesa Sanpaolo: silenzio e attesa di chiarimenti
Al momento, da parte di Intesa Sanpaolo, non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Stiamo tenendo d’occhio la situazione, perché è plausibile che la banca si stia muovendo per risolvere la faccenda in modo tempestivo. Del resto, alleggerire un’app da 700 MB, eliminare i file superflui e magari rassicurare noi utenti sull’accuratezza dei prossimi aggiornamenti potrebbe essere un bel segnale di responsabilità. Se si vuole rimediare, si può fare. E in modo anche relativamente rapido. C’è da sperare che questa lezione serva a evitare ulteriori scivoloni e anzi, a rilanciare un processo di miglioramento.
Uno spunto per l’intero settore bancario e digitale
D’altronde, il caso “rutto.mp3” va ben oltre la singola vicenda di Intesa Sanpaolo. Porta alla luce un tema più ampio: l’importanza di curare ogni millimetro di software. Troppo spesso, nelle fasi di sviluppo, si lascia indietro qualcosa di inutile e si trascura l’ottimizzazione. Ma in un’epoca in cui le app bancarie sono il principale mezzo attraverso cui effettuiamo operazioni finanziarie, non si può permettere che anche un dettaglio trascurabile sfugga. Emerge Tools, dal canto suo, ha fatto un lavoro che ci spinge tutti a riflettere. Non è questione di trovare il colpevole ma di capire come assicurarsi che tutto funzioni in modo impeccabile.
Ciò che conta, in definitiva, è che il sistema bancario si mostri consapevole e reattivo. Da parte nostra, continueremo a seguire la storia, perché è interessante vedere come un episodio insolito possa trasformarsi in un richiamo per l’intera industria della finanza. Se “rutto.mp3” riuscirà a stimolare un miglioramento, allora forse, per quanto possa apparire strano dirlo, la sua breve e assurda esistenza avrà avuto uno scopo. Staremo a vedere se Intesa Sanpaolo saprà cogliere l’occasione per dimostrare che la fiducia dei cittadini è davvero una priorità. Nel frattempo, la curiosità resta: chi avrà mai pensato di inserire quel file? E soprattutto, quante altre “sorprese” simili si nascondono nel mondo delle app che usiamo ogni giorno? Domande aperte, che speriamo non restino troppo a lungo senza risposta.
Fintech
Eclipse prepara il lancio di una nuova blockchain ibrida
Combinare i pregi di Ethereum e Solana attraverso il lancio di una blockchain ibrida. È questa la proposta di Eclipse, operatore tra i più attivi del settore fintech. L’obiettivo del progetto è quello di fornire agli utenti uno strumento sicuro ed efficiente per gli investimenti, realizzando una sintesi di qualità. Positiva la reazione degli addetti ai lavori e, soprattutto, dei finanziatori, che hanno premiato l’iniziativa. Stando a quanto riportato dai suoi dirigenti, la piattaforma avrebbe infatti raccolto una cifra vicina ai 65 milioni di dollari.
Fintech
Canary chiede l’autorizzazione per il lancio dei suoi Etf
Dopo gli entusiasmi della partenza la parabola degli Etf sembra essere entrata in una fase discendente. La dinamica negativa degli investimenti ha infatti raffreddato l’atmosfera che si era creata intorno a questi nuovi prodotti finanziari, in cui gli addetti ai lavori avevano riposto grande fiducia. C’è però chi scommette sul futuro di quest’avventura: si tratta di Canary. La piattaforma ha recentemente annunciato di aver chiesto l’autorizzazione alla Sec. In caso di parere positivo, i suoi Etf sbarcheranno sul mercato statunitense.