Milano, nasce Grande Brera, nuovo brand per connettere arte, cultura e innovazione
Costruito attorno al simbolo dell'ottagono, figura geometrica ricorrente che accoglie i visitatori già all’ingresso nel cortile d’onore della Pinacoteca di Brera.
Il Gruppo Qubit con Carmi e Ubertis, sono stati scelti per la strategia di costruzione di Grande Brera, un progetto che unisce arte, cultura e innovazione, per accrescere il valore del polo culturale di Milano all’interno del panorama internazionale.
“Il progetto della Grande Brera — spiega Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense — nasce dal desiderio di connettere, dal punto di vista visivo e del brand, Pinacoteca di Brera, Biblioteca Nazionale Braidense, Palazzo Citterio, con le altre istituzioni culturali prestigiose come l’Accademia di Brera, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico, l’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, l’Archivio Ricordi, la Società Storica Lombarda, che abitano e condividono con noi l’edificio monumentale di Brera". "L’idea è che Grande Brera potrà essere una sorta di mother brand, non solo per le istituzioni che ho l’onore di dirigere, ma anche per gli altri residenti - spiega Crespi -. La mia ispirazione è che si possa comunicare sempre Grande Brera / Milano insieme al proprio logo, così che si possa dare ancora più forza a un luogo che è già percepito dal visitatore come un complesso unitario”.
Il nuovo brand di Grande Brera è costruito attorno al simbolo dell'ottagono, una figura geometrica ricorrente che accoglie i visitatori già all’ingresso nel cortile d’onore della Pinacoteca di Brera e che ritroviamo in altri spazi del complesso architettonico. L'ottagono rappresenta non solo il cuore fisico della Pinacoteca, ma anche il cuore artistico di Milano, un cuore che oggi diventa ancora più grande. I due corridoi che partono dal cortile centrale si estendono oltre i confini fisici del complesso, sono rappresentati nel nuovo logo, diventando contenitori del nuovo brand. Un’idea di crescita e apertura verso il futuro che rappresenta la volontà di Brera di abbracciare nuove prospettive e orizzonti culturali. "Abbiamo lavorato a questo progetto con entusiasmo e passione. Grazie al talento e alla visione di Angelo Crespi e Diego Bernardi, siamo riusciti a contribuire alla creazione di Grande Brera. Siamo sicuri che, grazie alla collaborazione tra Qubit e Grande Brera, in futuro renderemo questo polo culturale ancora più grande" dichiara Luca Morvilli, presidente del Gruppo Qubit.
Il percorso intrapreso non si limita alla creazione di un’identità visiva, ma rappresenta un vero e proprio viaggio nell’idea contemporanea di cultura: oggi Grande Brera non è solo un polo museale, ma un luogo vivo di riflessione, incontro e crescita, in cui arte, scienza e cultura si intrecciano e si espandono in un dialogo continuo con il mondo. "Grande Brera è un cuore pulsante al centro delle dinamiche culturali della città di Milano.Grande Brera sarà somma di valori e conoscenze, testimonianza della sua capacità di ricercare, raccontare, stupire. Sarà la concretizzazione di una proposta di stile: educata civiltà multidisciplinare che caratterizza il concetto di Milanesità” sottolinea Alessandro Ubertis.
Con l’obbiettivo di proporre al pubblico una visita intuitiva e precisa di Grande Brera, il sistema di wayfinding progettato da Luciano Galimberti &partners interviene con differenti priorità di lettura, usando stilemi di un design italiano fatto prima di tutto dalla sua capacità di creare relazioni piuttosto che da gesti eclatanti.
Cultura
È morto Angelo Pupino, il professore specialista...
Aveva 88 anni ed era malato da tempo
Lo storico e critico della letteratura italiana Angelo Raffaele Pupino, studioso del romanzo tra '800 e '900 e presidente della Commissione per l'Edizione nazionale dell'opera omnia di Luigi Pirandello istituita presso il Ministero della Cultura, è morto mercoledì 25 settembre a Roma all'età di 88 anni dopo una lunga malattia. La notizia della scomparsa è stata riferita all'Adnkronos da ambienti accademici.
Nato a Taranto nel 1936, dopo aver insegnato in vari atenei in Francia, Germania, Italia, da ultimo Pupino è stato professore all'Università 'L'Oriental' di Napoli, dove ha fondato e coordinato il dottorato di Letterature romanze comparate e diretto varie unità di ricerca. Insigne specialista della letteratura dei secoli XIX-XX, nel cui studio ha privilegiato l'indagine stilistico-strutturale dei testi, se pure storicamente motivata, in una prospettiva comparatistica, Pupino ha coordinato presso la casa editrice Utet l'edizione commentata di 'Tutte le opere' di Pirandello (curandone anche i primi romanzi). Presso il Ministero della Cultura faceva parte anche dei comitati per le Edizioni nazionali delle opere di Alessandro Manzoni, Luigi Capuana, Italo Svevo e Federigo De Roberto.
È stato lungamente segretario e quindi presidente della Società Italiana per lo Studio della Modernità Letteraria; era socio nazionale dell'Accademia d’Arcadia e socio corrispondente dell'Istituto Nazionale di Studi Romani. È autore di numerose monografie e di saggi apparsi in opere collettanee. Tra i suoi libri figurano: 'Manifesti dei movimenti letterari del Novecento' (Cuecm 1992), 'Pirandello: maschere e fantasmi' (Salerno Editrice 2000), 'La maschera e il nome. Interventi su Pirandello' (Liguori 2001), 'D'Annunzio. Letteratura e vita' (Salerno Editrice 2002), 'Ragguagli di modernità. Fogazzaro, Pirandello, 'La Ronda', Contini, Morante' (Salerno Editrice 2003), 'Notizie del reame. Accetto, Capuana, Serao, D'Annunzio, Croce, Pirandello' (Liguori, 2004), 'Manzoni. Religione e romanzo' (Salerno Editrice 2005), 'Pirandello o l'arte della dissonanza. Saggio sui romanzi' (Salerno Editrice 2008), 'Pirandello poetiche e pratiche di umorismo' (Salerno Editrice 2013). Molti i contributi di Pupino apparsi su riviste come 'La fiera letteraria', 'Letteratura', 'Galleria', 'Convivium', 'Lettere italiane', 'Nuova Antologia', 'Nuovi argomenti', 'Sigma', 'Giornale storico della letteratura italiana', 'Strumenti critici', 'Italianistica'. Nel 2004 gli è stato attribuito il Premio Corrado Alvaro alla carriera. Ha fondato e condiretto la rivista 'La modernità letteraria' per Fabrizio Serra Editore e dirigeva la collana 'Biblioteca della modernità' presso Ets.
Cultura
Così muoiono i paesi: il caso di Cavallerizzo, frazione di...
"Il risveglio del drago" di Vito Teti racconta di una piccola comunità che somiglia all'Italia
A Cavallerizzo tutti sapevano che era necessario controllare e incanalare le acque che alimentavano la frana, ma l’incuria e le inadempienze delle istituzioni hanno "risvegliato il drago". Cavallerizzo è il simbolo dell’instabilità di un’intera regione e di tutto un Paese, di una terra segnata dalla precarietà, dai continui abbandoni e dagli interventi emergenziali e mai risolutivi. Cavallerizzo, piccolo paese che muore, luogo periferico e marginale, è in realtà il mondo.
Ci parla dell’Antropocene, dello spopolamento, della possibile fine di luoghi, ci insegna qualcosa su come affrontare il rischio, anche sul piano emotivo, cognitivo, pratico, della "morte" del nostro mondo. Quanto accade in un piccolo sconosciuto paese, ha rilevanza per tutti noi.
E' appena uscito nelle libreria un volume pubblicato da Donzelli, intitolato "Il risveglio del drago" di Vito Teti, che ha insegnato
La drammatica vicenda di questa frazione è simbolo di un intero Paese
Nella notte tra il 6 e il 7 marzo del 2005, dopo settimane di pioggia insistente, il terreno franoso - "il drago" –- su cui poggia la frazione di Cavallerizzo, in provincia di Cosenza, si scuote: la popolazione fugge e si mette in salvo, ma il rientro nelle case, seppure solo in minima parte distrutte, non avverrà mai.
Per vent’anni Vito Teti seguirà con attenzione e partecipazione le vicende di una comunità "spaesata" e sofferente, ma al tempo stesso tenace e speranzosa, che in queste pagine prende la parola e si racconta. I protagonisti di questa storia dedicano tempo ed energie per resistere, per non disperdersi, per non smarrire la presenza, per cercare un nuovo "appaesamento", per restare in loco o trasferirsi e ricostruire in una zona vicina.
Fanno incontri, riunioni, discutono per mesi, per anni, per provare a uscirne con meno danni possibili, anche a costo di compromessi con i propri desideri e le proprie volontà. "Che senso posso dare alla storia di una piccola comunità che frana e si dissolve, e che dà origine a dispersioni, esilî, dolori, fratture, dissidî, forme di resistenza?" chiede si Teti. In un mondo in cui la fine e la crisi climatica incombono, le vicende di 300 abitanti ci raccontano quelle di 8 miliardi di persone. Teti è anche autore del saggio "La restanza", pubblicato da Einaudi, che si interroga sulla dinamica partire o restare nei luoghi e per i luoghi.
Cultura
‘Soglie’ dell’artista Roberto Floreani in...
L'artista espone tre opere relative alla sua nuova ricerca. Inaugurazione venerdì 27 settembre al Centro Artistico Alik Cavaliere
Anteprima nazionale a Milano per le 'Soglie' di Roberto Floreani. L'artista, ad oggi riconosciuto come uno degli astrattisti di riferimento della sua generazione, esporrà presso il Centro Artistico Alik Cavaliere (inaugurazione venerdì 27 settembre, ore 18.30, via Edmondo de Amicis, 17) tre opere relative alla sua nuova ricerca, che possono essere considerate come una sorta di sintesi della sua esplorazione e del suo percorso in ambito astratto ormai quarantennale. Alla tappa di Milano farà seguito quella di Roma, alla fine di ottobre, presso la Galleria Russo.
Le 'Soglie' risultano essere una combinazione tra l'abituale raffinatezza materica dell'artista e il suo ricco retroterra teorico, in continuità con l'Omaggio al Quadrato di Josef Albers. Il concetto teorico di Soglia si presta a svariate interpretazioni suggerite da Floreani, che spaziano dalla Filosofia alla Teologia, analizzando il sentimento del tempo e comunque situandosi nell'ambito relativo alla Spiritualità, sempre presente storicamente nell'Astrazione, fin dalle origini.
"L'opera d'arte - dice Floreani all'Adnkronos - può essere un veicolo per un messaggio di natura spirituale. L'artista si alimenta anche attraverso una diversa percezione del mondo, attingendo a risorse insolite, spesso ai limiti della comprensione - se non oltre - proteso nella ricerca di una nuova via alla conoscenza che attraversi la sua sensibilità. Un viaggio da e verso in una ciclicità continua, come entrando nella dimensione del sonno e uscendovi".
"Affidando la propria opera al mondo - afferma - l'artista alimenta il proprio straniamento, la destabilizzazione, adoperandosi immediatamente per ripristinare un nuovo equilibrio finalizzato alla nuova spinta vitale proiettata verso la creazione di un'altra opera".
Con questa nuova, convincente evoluzione della sua ricerca, Floreani procede da protagonista in continuità con quella "Linea italiana all'Astrazione che parte dalle Compenetrazioni iridescenti di Giacomo Balla (1912) e arriva fino ai giorni nostri - rileva l'artista - attraversando le esaltanti stagioni del Gruppo di Como e delle sperimentazioni futuriste, della Galleria del Milione, della grande stagione romana guidata da Piero Dorazio, seguendo l'intuizione di Jean Baudrillard secondo cui 'l'Astrazione è diventata la grande avventura dell'arte moderna perché fa ancora parte di una storia eroica della pittura'".
Al Centro Artistico Alik Cavaliere Floreani si confronterà anche su temi e contenuti del suo saggio Astrazione come Resistenza (De Piante editore) che tanta attenzione ha destato nel pubblico e nella critica, fin dalla sua uscita nel 2021. Si tratta infatti della prima ricognizione teorica di un artista dedicata all'Astrazione dopo il testo Kn di Carlo Belli, pubblicato nel 1935.
Roberto Floreani: "L'ascolto interiore attraverso l'arte per resistere alla deriva della società"
'Astrazione come Resistenza', mostra di Roberto Floreani