Giovani, Gualtieri: “Sono una risorsa, vogliamo che Roma li attiri”
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel corso dell’evento all’Università degli studi Link a Roma in cui sono state premiate le 60 giovani promesse della politica italiana
“Premiare e individuare giovani under30 nel mondo della politica è importante, perché non si tratta solo di garantire di un ordinario scorrimento della classe dirigente, non siamo in una fase in cui bisogna assicurare un fisiologico ricambio: quanto noi siamo indietro come Paese rispetto a valorizzare e sostenere le nuove generazioni è proporzionale alla difficoltà che abbiamo ad affrontare le sfide del nostro tempo”. Lo ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel corso dell’evento all’Università degli studi Link a Roma in cui sono state premiate le 60 giovani promesse della politica italiana. L’evento è promosso dall’associazione 'La Giovane Roma' in collaborazione con il magazine 'Politica'. I giovani selezionati, tutti under 30, si sono già distinti all'interno delle principali istituzioni del Paese, sia a livello nazionale che locale.
“I giovani sono la risorsa che ci permette di pensare alle soluzioni di oggi. Serve un salto di qualità della politica nel valorizzare i giovani per affrontare un tempo in cui le cose sono molto diverse da prima. Non si può fare a meno della visione e del coraggio che solo chi è più giovane può avere. - ha concluso Gualtieri - Si tratta, infine, e lo stiamo facendo anche con la città di Roma, di vedere i giovani come una risorsa. Noi abbiamo preso in mano una città che i giovani li mandava via, noi vogliamo una città che li attiri in quanto vibrante, creativa, dove i giovani possano fare impresa e abbiano luoghi e spazi”.
Cronaca
Infarto, per le donne più raro ma più grave
Il cardiologo Rebuzzi: "Dopo la menopausa rischio 'sindrome del crepacuore' per lutti o forti stress psichici"
Il cuore delle donne, rispetto a quello degli uomini, "è più protetto dal rischio di cardiopatie ischemiche. Almeno fino alla menopausa". Poi le cose cambiano. "Perché se in età fertile il rischio di patologie cardiovascolari è inferiore rispetto agli uomini (per l'infarto il rapporto è di 1 a 4), quando termina il periodo di fertilità il rischio cardiovascolare si allinea a quello degli uomini. Il motivo? Le donne non fanno prevenzione, nonostante fumino di più e siano meno attente all'alimentazione e ai corretti stili di vita". Così all'Adnkronos Salute Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all'università Cattolica di Roma, in vista della Giornata mondiale del Cuore che si celebra ogni anno il 29 settembre.
"Le donne sono attente alla prevenzione in ginecologia, ma quando si parla di cuore ignorano i sintomi e i segnali 'spia' - sottolinea Rebuzzi - Ad esempio, non sanno di essere più a rischio per le patologie del microcircolo, cioè di quelle piccole arterie che portano il sangue dalle coronarie alle singole cellule miocardiche".
Dopo la menopausa, poi, a causa della vedovanza o "comunque a seguito di un lutto o un forte stress psichico, la donna - evidenzia l'esperto - ha molte più probabilità di soffrire della sindrome di Tako-Tsubo, una patologia rara anche nota come 'sindrome del crepacuore', indicata così proprio perché a provocarla può essere un particolare stress emotivo".
"Presenta gli stessi sintomi dell'infarto (affaticamento, dolore al torace e respiro corto) e all'esame delle coronarie non si evidenzia nessuna ostruzione - illustra Rebuzzi - Colpisce in circa il 90% dei casi donne nell'età post-menopausa. Si stima che interessi 1-2 casi su 100 pazienti che si recano in pronto soccorso per sospetto infarto. La patologia sembra correlarsi a stress psichici intensi: forti emozioni, paura, panico, spaventi, lutti e da questo nasce il suggestivo soprannome" di sindrome da crepacuore.
Da qui l'importanza della Giornata mondiale del Cuore, "fondamentale - conclude il cardiologo - per far leva su informazione e prevenzione. Si potranno fare in modo gratuito elettrocardiogrammi, controlli della pressione arteriosa e conoscere il proprio indice di rischio cardiovascolare (basso, moderato, elevato)".
Cronaca
SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 27...
Il jackpot per il prossimo concorso sale a 81.8 milioni di euro
Nessun '6' né '5+1' al concorso del SuperEnalotto di oggi, venerdì 27 settembre 2024. Realizzati invece trecentodieci '4' che vincono ciascuno 558,69 euro. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 81.8 milioni di euro. Si torna a giocare domani, sabato 28 settembre, con l'ultimo concorso settimanale e del mese di settembre.
I punteggi vincenti del SuperEnalotto
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Come scoprire se hai vinto
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Quanto costa una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede una colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La combinazione vincente di oggi
La combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 4, 14, 42, 46, 53, 60. Numero Jolly: 31. Numero SuperStar: 85.
Cronaca
Staminali, trapianto in 25enne ‘azzera’ diabete...
E' la prima volta al mondo. La donna cinese: "Ora posso mangiare lo zucchero"
Per la prima volta al mondo un trapianto di cellule staminali riprogrammate ha 'azzerato' il diabete di tipo 1 in una donna di 25 anni di Tianjing che ha iniziato a produrre autonomamente l'insulina meno di 3 mesi dopo l'intervento. Sono i risultati dello studio cinese del Research Institute of Transplant Medicine, Organ Transplant Center del Tianjin First Central Hospital pubblicato su 'Cell'. Finalmente "ora posso mangiare lo zucchero", ha raccontato la donna in una intervista a 'Nature'. Lo studio clinico ha riportato i risultati preliminari a un anno dal trapianto autologo di staminali, prelevate dall'addome. Le cellule sono state riprogrammate chimicamente e sono state fatte crescere come delle cellule 'Beta' del pancreas. Una volta mature sono state inserite nel fegato della ragazza e hanno iniziato a rispondere ai segnali fisiologici, come la glicemia.
James Shapiro, chirurgo specializzato in trapianti e ricercatore all'Università di Alberta a Edmonton, ha spiegato a 'Nature' che i "risultati dell'intervento sono sorprendenti" e i ricercatori "hanno completamente invertito il diabete nel paziente, che prima necessitava di notevoli quantità di insulina". Lo studio, pubblicato oggi su 'Cell', segue i risultati di un altro gruppo di ricercatori, che a Shanghai - in aprile - ha riferito di aver trapiantato con successo isole produttrici di insulina nel fegato di un uomo di 59 anni con diabete di tipo 2. Grande fermento quindi su questa frontiera delle cellule staminali.
"Nel diabete di tipo 1, il sistema immunitario attacca le cellule delle isole pancreatiche - evidenzia lo studio -. I trapianti di isole pancreatiche possono curare la malattia, ma non ci sono abbastanza donatori per soddisfare la crescente domanda e i riceventi devono usare farmaci immunosoppressori per impedire al corpo di rigettare il tessuto del donatore. Come noto, invece, le cellule staminali possono essere utilizzate per far crescere qualsiasi tessuto nel corpo e possono essere coltivate indefinitamente in laboratorio, il che significa che potenzialmente offrono una fonte illimitata di tessuto pancreatico. Utilizzando tessuto ricavato dalle cellule di una persona, i ricercatori sperano anche di evitare la necessità di immunosoppressori".
Nello studio pubblicato su 'Cell', "la paziente ha raggiunto un'indipendenza prolungata dall'insulina a partire da 75 giorni dopo il trapianto", evidenziano i ricercatori del Tianjin First Central Hospital. L'intervallo glicemico target del paziente "è aumentato da un valore basale del 43,18% al 96,21% entro il quarto mese dal trapianto, accompagnato da una diminuzione dell'emoglobina glicata".