Ricerca, De Angelis (Roma Tre): “Con la Notte aperta al pubblico tutti tornano bambini”
"Con la Notte della Ricerca l'Università si apre ai piccoli e ai grandi, è proprio questo il senso della scienza e l'Università Roma Tre vuole sempre aprire le porte al pubblico e condividere la conoscenza con tutti. È bellissimo condividere la nostra passione per l'universo, per quello che c'è sotto i nostri piedi, con appassionati, curiosi e anche con chi non ne sa niente. C'è tantissima curiosità. Tutti diventano bambini. Ci sono tantissimi bambini questa sera ma sono bambini anche a 60 anni, a 80 anni perché veramente si torna curiosi quando riusciamo a far mettere le mani in pasta alle persone su quello che facciamo. Siamo abituati a un linguaggio rigoroso all'interno dell'università ma occasioni come queste ci permettono veramente di aprirci e anche di conoscerci fra noi, quindi di creare nuova conoscenza. Impariamo tantissimo dal pubblico, dalle domande, che sono le cose più importanti per sviluppare nuova cultura. Le domande che ci fanno le persone, i bambini, gli adulti in queste circostanze sono quelle che ci andranno ad arricchire di più e ci faranno sviluppare ancora più ricerca". Così Ilaria De Angelis, dipartimento di matematica e Fisica Università degli Studi Roma Tre, durante la “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici”, evento che fa parte del progetto #LEAF, acronimo per “heaL thE plAnet's Future”, cura il futuro del pianeta, organizzato da Frascati Scienza e promosso dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio, presso l'Università degli Studi Roma Tre.
Lavoro
Ricerca, Bordi (Roma Tre): “Nuove tecnologie ormai...
“Nel dipartimento dei studi umanistici abbiamo un laboratorio che si chiama il DH Lab, Digital Humanities Lab e per noi è ormai naturale lavorare in sinergia con i colleghi di scienze, di ingegneria e di architettura. Abbiamo tantissimi progetti e li sviluppiamo insieme con loro anche toccando temi come l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale. Stiamo potenziando questo tipo di approccio perché oggi è imprescindibile''. Lo ha dichiarato Giulia Bordi, dipartimento di Studi Umanistici Università degli Studi Roma Tre, durante la “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici” evento di chiusura della Settimana della Scienza, presso l'Università degli Studi Roma Tre.
''Ad esempio, il Medioevo sembrerebbe il periodo meno adatto alla tecnologia, invece per noi è fondamentale: studiando le chiese medievali attraverso la realtà virtuale e i digital twin, riusciamo a riportare indietro nel tempo l'architettura e far vedere come erano nel Medioevo e come erano anche le pitture al loro interno. Attraverso il restauro virtuale aiutiamo il pubblico a capire come poteva essere una pittura medievale al suo tempo. Le nuove tecnologie sono per noi uno strumento ormai imprescindibile di ricerca, ma anche lo strumento che abbiamo per poter comunicare la scienza, quello che studiamo, ad un pubblico più ampio. Oggi riusciamo ad arrivare a chiunque con la realtà virtuale, che è uno strumento fondamentale perché mette in contatto le persone e rende immediato quello che in passato dovevamo spiegare attraverso articoli e saggi, quindi solo attraverso la scrittura. Oggi con le immagini possiamo comunicare in modo immediato la nostra scienza” .
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Ricerca, Corrado (Roma Tre): “Raccontare per...
"Siamo qui per raccontare la scienza e la cultura in generale alla società, alle persone che non fanno questo di mestiere, perché per una sera chi fa ricerca, sia in ambito scientifico ma anche in ambito umanistico, vuole trasmettere il senso della passione del lavoro che sta svolgendo, perché scoprire qualcosa di nuovo è sempre un'avventura estremamente avvincente. Il senso è proprio trasmettere questa passione e, ovviamente, anche i risultati più significativi, soprattutto in un contesto che ci vede in questi anni impegnati in prima linea con problemi come il cambiamento climatico; la sostenibilità ambientale è in qualche maniera la parola chiave di questa serata". Lo ha sottolineato Sveva Corrado, dipartimento di Scienze Università degli Studi Roma Tre, in occasione della 'Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici' manifestazione che fa parte del progetto #LEAF, organizzato da Frascati Scienza e promosso dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio, presso l'Università degli Studi Roma Tre.
"Vogliamo spiegare come le nostre ricerche possono contribuire realmente alla realizzazione di una società pacifica, in cui c'è spazio e risorse per tutti e questo lo vogliamo fare avvicinando le persone a un modo di lavorare che spesso è complesso, laborioso, si basa sulla acquisizione di informazioni utilizzando il metodo scientifico, che - conclude - è qualcosa di molto serio ed è entrato nelle nostre vite di ricercatori ma spesso non è conosciuto da persone che non si occupano di ricerca”.
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Openjobmetis, all’ateneo della Tuscia arriva il primo...
Per diventare chief resilience officer
L’Università degli Studi della Tuscia, con sede a Viterbo, coadiuvata da Lyve srl - società del Gruppo Openjobmetis spa, agenzia per il lavoro tra i primi operatori del settore in Italia - inaugura la prima edizione del master di I livello in chief resilience officer (direttore responsabile della resilienza), un’opportunità di formazione unica nel panorama italiano e internazionale di grande impatto occupazionale e strategico. L’idea del master parte da una sfida: recuperare la fiducia nel futuro per realizzare contesti di vita e di lavoro sempre più sostenibili. L’intento è ribadire che la resilienza e la sostenibilità devono essere pratiche riconoscibili e condivise quanto più possibile da larga parte della comunità: un cardine del cambiamento nel mondo produttivo, integrato dai valori di giustizia, equità, partecipazione e dignità.
Il master di i livello in chief resilience officer è implementato per potenziare nei professionisti la capacità di adattamento e risposta alle sfide sociali, economiche e ambientali. Esso si inserisce nella mutata concezione delle organizzazioni di lavoro: dalla visione meccanica, che le vedrebbe composte da ingranaggi e processi rigidi, a quella organica che approccia la possibilità di lavorare su potenzialità, criticità e vissuti emotivi.
Il Master è strutturato in 12 moduli tenuti da docenti universitari, esperti e professionisti di altissimo livello e comprovata competenza, con specifica conoscenza del mondo delle imprese e dei processi che le governano. Dal punto di vista organizzativo, per conciliare formazione e lavoro, il Master è organizzato in modalità blended. Le attività seguono un approccio learning by doing per una didattica frontale, ma anche altre forme di attività di studio, progetti applicati su territori e casi di studio interdisciplinari (laboratori e workshop).
Il master si rivolge a professionisti e manager che già operano ai vertici aziendali, ma anche a giovani laureati che vogliono entrare in questo settore strategico ad alta crescita, ai quali sarà garantito uno stage formativo di alto profilo, nelle aziende partner, leader nazionali e internazionali nei loro settori di competenza.
Il master prevede il conseguimento di 60 Cfu e ha una durata di 12 mesi, per un totale di 360 ore di formazione. Il master prevede incontri aperti al pubblico con professionisti riconosciuti al livello nazionale e internazionale.
“Essere fautori e protagonisti del primo master Cro in Italia - ha dichiarato Maddalena Porta, amministratore delegato di Lyve - è espressione dell’ampiezza di capacità e competenze di Lyve . Siamo davvero lieti di poter collaborare con l’Università della Tuscia e particolarmente ispirati nella costante ricerca delle nuove competenze che l’evoluzione del contesto sociale ed economico impongono: il master Cro rappresenta la miglior risposta alle sfide del cambiamento delle organizzazioni e delle transizioni digitali e ambientali”.