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Libano, Israele non si ferma, Usa: “Preparano operazione di terra limitata”

La replica di fonti "autorevoli" sul Times of Israel a quelle citate da Abc e Cnn, che parlavano della possibilità di una operazione circoscritta. Idf: "Ucciso capo sicurezza Hezbollah"

Soldati israeliani e carro armato - Fotogramma /Ipa

Israele non ha ancora deciso sull'eventualità di un'operazione di terra in Libano. Lo scrive il Jerusalem Post, che cita diverse fonti di "autorevoli" e aggiunge che - se arrivasse il via libera a un'incursione - "l'attuale piano iniziale" prevede un'operazione "limitata al sud del Libano o ad alcune aree del Libano meridionale".

Ma, evidenzia il giornale dopo l'uccisione del leader degli Hezbollah e le notizie dei media americani, la situazione "potrebbe cambiare in qualsiasi momento", anche per un eventuale attacco del gruppo orfano del suo segretario generale. Nel caso di un attacco letale contro Israele, prosegue il Post, Israele potrebbe dover "anticipare i suoi piani e potrebbe anche dover invadere più in profondità".

Al momento, stando al giornale, Israele preferisce vedere se il futuro leader di Hezbollah "adotterà un approccio più pragmatico per porre fine al conflitto", anche se non mancano dubbi.

Abc e Cnn: "Israele prepara manovra limitata di terra"

Israele sta preparando una manovra di terra limitata in Libano, aveva anticipato stamani una fonte Usa citata dalla Abc. "Israele non ascolta l'amministrazione Biden, malgrado le sue ripetute richieste di una soluzione diplomatica". I due funzionari americani hanno parlato di operazioni su scala ridotta o "movimenti di confine" che potrebbero essere iniziati o stanno per iniziare contro obiettivi di Hezbollah. E hanno confermato che Israele non sembra aver deciso se lanciare un'operazione di terra, ma è pronto alla possibilità di un'incursione che avrebbe comunque una portata ridotta.

L'obiettivo resta mantenere la promessa fatta agli israeliani, consentire il ritorno nelle proprie case di migliaia di persone costrette ad abbandonare le aree del nord di Israele a causa delle ostilità con gli Hezbollah libanesi riesplose l'8 ottobre dello scorso anno dopo l'avvio delle operazioni israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco del giorno precedente in Israele.

Lo Stato ebraico starebbe spostando le sue truppe al confine settentrionale. E un'incursione di terra, 'circoscritta' nel vicino Libano sarebbe una possibilità, affermavano quindi un funzionario dell'amministrazione e un ufficiale Usa citati dalla Cnn, entrambi con la precisazione che non sembra Israele abbia deciso se procedere o meno con l'operazione.

La valutazione, precisa una fonte, si basa sulla mobilitazione di truppe israeliane e sulla bonifica di aree, mosse che potrebbero essere i preparativi per un'incursione di terra dopo l'uccisione del leader degli Hezbollah libanesi.

Raid in nordest Libano, "11 morti"

Undici morti ad El-Ain, località nel nordest del Libano colpita da un raid israeliano. E' quanto riferisce l'agenzia libanese Nna, senza precisare se le persone uccise siano membri di Hezbollah o civili. Secondo l'agenzia, i soccorritori sono ancora al lavoro per recuperare cinque degli 11 corpi senza vita dopo il raid che ha distrutto una casa in questa località della valle della Bekaa.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, insieme al capo di stato maggiore delle forze israeliane Herzi Halevi, il comandante della divisione operazioni, Oded Basiuk, e il capo dell'intelligence militare, Shlomi Binder - aveva reso noto ieri l'ufficio del ministro citato da YNet - è intanto impegnato in una valutazione della situazione operativa, con enfasi sulla prontezza delle forze a estendere l'offensiva nel settore nord.

Militari libanesi: "Periodo critico, serve unità"

"Unità" in un "periodo critico e delicato". In Libano, intanto, le Forze Armate hanno diffuso un comunicato all'indomani della conferma dell'uccisione di Nasrallah, con l'accusa a Israele di "lavorare per attuare i suoi piani distruttivi e seminare distruzione tra i libanesi". "Il Comando dell'Esercito - si legge nella dichiarazione riportata dall'agenzia libanese Nna - continua ad adottare le misure di sicurezza necessarie e a svolgere i suoi compiti a tutela della pace civile".

"Alla luce della continua aggressione criminale da parte del nemico israeliano, che ha provocato il martirio di Nasrallah e di molte altre migliaia di martiri, oltre a migliaia di feriti negli ultimi giorni, il Comando dell'Esercito invita i cittadini a mantenere l'unità nazionale e ad astenersi da azioni che potrebbero compromettere la pace civile in questo periodo critico e delicato nella storia del nostro Paese", afferma la dichiarazione in cui si chiede ai libanesi di "cooperare" in nome dell'"unità nazionale, che resta l'unica garanzia per il Libano".

Idf: "Eliminato capo sicurezza Hezbollah"

Le forze israeliane (Idf) hanno intanto annunciato di aver "eliminato" Nabil Qaouk, descritto come il responsabile dell'unità di sicurezza preventiva degli Hezbollah libanesi, vicino alla leadership del gruppo. E' stato ucciso, hanno reso noto come riportano i media israeliani, in un raid effettuato la notte scorsa sulla capitale libanese Beirut. Qaouk è accusato di essere "direttamente coinvolto nel portare avanti attacchi terroristici contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini".

Biden: "Ora cessate il fuoco"

Ma gli Usa insistono nel pressing. "E' tempo di un cessate il fuoco adesso", ha scandito una volta ieri il presidente Usa rispondendo proprio a una domanda dei giornalisti sull'ipotesi di un invasione di terra di Israele in Libano.

Biden ha comunque ribadito che "gli Stati Uniti sostengono totalmente il diritto di Israele a difendersi da Hezbollah, Hamas, gli Houthi e qualsiasi altro gruppo terroristico sostenuto dall'Iran". E "ho dato istruzioni al mio segretario alla Difesa di rafforzare ulteriormente la posizione difensiva delle forze militari statunitensi nella regione del Medio Oriente per scoraggiare l'aggressione e ridurre il rischio di una guerra regionale più ampia", ha aggiunto.

Nel frattempo comunque il dipartimento di Stato Usa ha chiesto ad alcuni dipendenti in missione in Libano e alle loro famiglie di lasciare il Paese in vista di una possibile escalation del conflitto "a causa della situazione della sicurezza a Beirut volatile e imprevedibile", rende noto Cnn. La richiesta riguarda i dipendenti che non sono assegnati a compiti di emergenza, non tutto il personale dell'ambasciata a cui comunque si chiede di non viaggiare per ragioni personali senza una autorizzazione. Ulteriori limiti sui viaggi potranno essere imposte "con poco o nessun anticipo a causa delle questioni di sicurezza e minacce". I voli di linea sono ancora operativi "ma a una capacità ridotta".

Iran: "Avanti con guerra, sostegno contro Israele

"Non esiteremo ad aiutare la resistenza a qualunque livello sia necessario", afferma intanto il capo del Parlamento iraniano, Mohammad Baqer Qalibaf. Le sue dichiarazioni vengono riportate dall'agenzia iraniana Mehr. L''asse della resistenza', sostenuto dall'Iran, va dagli Hezbollah libanesi, ai palestinesi di Hamas, dagli Houthi dello Yemen a vari gruppi armati sciiti in Iraq, fino in Siria.

Pasdaran: "Anche nostro generale ucciso a Beirut"

I Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran iraniani, confermano quindi l'uccisione in Libano del "generale Abbas Nilforooshan". E' stato ucciso nel raid israeliano di venerdì a Beirut in cui è stato assassinato il leader degli Hezbollah libanesi, affermano secondo quanto riportano le agenzie iraniane all'indomani delle notizie circolate sui media sulle sue sorti. Nilforooshan viene descritto come un alto comandante della Forza Quds dei Pasdaran e comandante dei Guardiani della Rivoluzione in Libano.

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Esteri

Pedofilia, Papa: “Non c’è posto per copertura...

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L'appello del Pontefice: "Il male va portato allo scoperto, l'abusatore sia giudicato". L'applauso dei fedeli a Bruxelles

Papa Francesco a Bruxelles - Afp

"Nella chiesa non c’è posto per la copertura degli abusi. Vescovi non coprite gli abusi". Il Papa, parlando a braccio alla messa nello stadio di Bruxelles, torna a condannare gli abusi sessuali nella Chiesa. Lo fa con parole inequivocabili che vengono accolte con un fragoroso applauso dai fedeli.

"Ho sentito la sofferenza degli abusati incontrati l’altro ieri - ha detto Bergoglio a braccio ricordando l’incontro con 17 vittime di abusi -. Nella Chiesa c’è posto per tutti, non c’è posto per la copertura degli abusi. Vescovi, non coprite gli abusi. Condannate gli abusatori e aiutateli a guarire dalla malattia degli abusi. Il male va portato allo scoperto. L'abusatore sia giudicato".

Il Belgio, in occasione dell’intervento del Papa davanti alle autorità nel primo giorno del viaggio, ha chiesto conto dello scandalo della pedofilia nella Chiesa, e attraverso il premier De Croo ha chiesto al Papa “passi concreti, non parole”. Bergoglio ha fatto nuovamente mea culpa per gli abusi definiti un “crimine”, una “vergogna, una umiliazione” chiedendo perdono. Quindi l’incontro con diciassette vittime di abusi nel corso del quale il Papa ha preso nota delle richieste delle vittime che chiedono giustizia anche in termini risarcitori.

Bergoglio è tornato sullo scandalo degli abusi nella Chiesa stamani nel corso della messa allo stadio, con ampi passaggi a braccio: “Pensiamo a quando i piccoli sono scandalizzati, colpiti, abusati da quelli che dovrebbero prendersene cura. Alle ferite dei piccoli, ma anche dei familiari e delle loro comunità. Torno alle storie di alcuni di questi piccoli che ho incontrato l’altro ieri. Li ho sentiti, ho sentito la loro sofferenza di abusati. Nella Chiesa c’è posto per tutti, ma tutti saremo giudicati. E non c’è posto per l’abuso, per la copertura dell’abuso”.

“Chiedo a tutti di non coprire gli abusi - l’appello -. Chiedo ai vescovi di non coprire gli abusi, di condannare gli abusi e di aiutarli a guarirsi da questa malattia dell’abuso. Il male non si nasconde, il male va portato allo scoperto; che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati con coraggio, che si sappia e che sia giudicato l’abusatore, sia laico, laica, prete o vescovo. Le persone abusate sono un lamento che tocca il cielo. La loro voce non venga coperta dall’indifferenza. L’abuso è un abuso di potere, di coscienza. E quanti abusi di potere abbiamo nella nostra società”, ha detto tra gli applausi dei fedeli allo stadio.

Il grido di dolore: "Tempo segnato da scandali dolorosi"

Viviamo "in un tempo segnato da scandali dolorosi, dentro e fuori la comunità cristiana", il grido di dolore del Papa che invita i fedeli a guardare alla testimonianza di Anna di Gesù, la carmelitana scalza spagnola beatificata durante la celebrazione.

“In un tempo segnato da scandali dolorosi, dentro e fuori la comunità cristiana, lei e le sue compagne, - osserva Francesco- con la loro vita semplice e povera, fatta di preghiera, di lavoro e di carità, hanno saputo riportare alla fede tante persone, al punto che qualcuno ha definito la loro fondazione in questa città come una ‘calamita spirituale’”.

“Per scelta, - racconta il Pontefice - non ha lasciato scritti. Si è impegnata invece a mettere in pratica ciò che a sua volta aveva imparato e con il suo modo di vivere ha contribuito a risollevare la Chiesa in un momento di grande difficoltà. Accogliamo allora con riconoscenza il modello di “santità al femminile” che ci ha lasciato, delicato e forte, fatto di apertura, di comunione e di testimonianza. Raccomandiamoci alla sua preghiera, imitiamone le virtù e rinnoviamo con lei il nostro impegno a camminare insieme sulle orme del Signore”.

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Esteri

Russia accusa Kiev: “Abbattuti 125 droni Ucraina, un...

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Mosca: "Attacco terroristico, a Belgorod anche 8 feriti". Bombe russe su Zaporizhzhia, 11 feriti

Belgorod - Afp

"Intercettati e distrutti 125 droni ucraini" lanciati contro il territorio russo. E' quanto afferma la Russia, che accusa "il regime di Kiev di aver cercato di mettere a segno nella notte un attacco terroristico".

Secondo il ministero della Difesa di Mosca, la maggior parte dei droni, 67, sono stati intercettati nel territorio della regione Volgograd, 18 in quella di Rostov e 17 sia in quella di Belgorod che in quella di Voronezh. Le autorità russe riferiscono anche di tre droni intercettati sul Mar d'Azov.

A Belgorod è stata denunciata l'uccisione di una persona e il ferimento di altre otto, due delle quali versano in "gravi" condizioni, in attacchi con droni attribuiti ai militari ucraini.

Almeno 11 persone, tutti civili, sarebbero intanto rimaste ferite in attacchi aerei russi contro Zaporizhzhia, nel sud dell'Ucraina, denunciano le autorità locali come riportano i media ucraini. Fra i feriti ci sono nove donne.

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Esteri

Austria al voto per le elezioni legislative, estrema destra...

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Chiamati alle urne più di sei milioni di elettori per rinnovare i 183 seggi del Nationalrat, la camera bassa del Parlamento di Vienna

Cartellone elettorale FPO in Austria - Afp

Elezioni legislative e seggi aperti in Austria. Sono chiamati alle urne più di sei milioni di elettori per rinnovare i 183 seggi del Nationalrat, la camera bassa del Parlamento di Vienna.

Favorito, nelle intenzioni di voto, il Partito della Libertà (FPOe, formazione di estrema destra) di Herbert Kickl al 27%, seguito dal Partito Popolare Austriaco (OeVP), del cancelliere Karl Nehammer, al 25%. Secondo le previsioni, il Partito Socialdemocratico (SPOe) potrebbe ottenere il 21% dei consensi. Il 9% i Verdi, parte della coalizione del governo uscente.

Partito Popolare Austriaco punta al sorpasso, ridotto il vantaggio del FPOe

Punta intanto al sorpasso nelle urne il Partito Popolare Austriaco (OeVP), del cancelliere Nehammer."Dal mio punto di vista, abbiamo iniziato il sorpasso dopo un'enorme corsa per recuperare", ha dichiarato il segretario generale dei Popolari Christian Stocker, in occasione di un evento conclusivo della campagna. È chiaro che in questa fase due partiti sono in testa a pari merito, ha aggiunto, parlando di una corsa per una vittoria "al fotofinish".

L'immigrazione è stato un tema centrale della campagna elettorale: il FPOe di Herbert Kickl intende dare un giro di vite accelerando il rimpatrio degli immigrati nei loro Paesi d'origine. Il leader dell'OeVP e cancelliere austriaco Nehammer ha ribadito oggi il suo rifiuto di collaborare con Kickl, anche se il partito in quanto tale resta un possibile partner. Kickl non soddisfa personalmente i criteri per dar vita ad un governo responsabile e valido: "Per questo l'ho escluso", ha dichiarato Nehammer. I Verdi, in passato partner di coalizione dell'OeVP, si aspettano circa il 9% dei voti, così come il liberale Neos.

Nehammer ha escluso di entrare in un governo guidato da Kickl per la svolta radicale che quest'ultimo ha impresso al suo movimento. Il presidente austriaco, l'ecologista Alexander van der Bellen, ha ricordato che nulla lo obbliga ad affidare a Kickl - sotto la cui guida durante la pandemia il FPOe si è avvicinato all'ambiente cospirazionista e al movimento identitario - l'incarico di formare un governo, anche nel caso di una vittoria del FPOe. L'OeVP potrebbe però prendere in considerazione la possibilità di entrare in coalizione con il partito di estrema destra se Kickl fosse disposto a lasciare a un altro l'incarico di primo ministro.

È possibile anche una vittoria dell'OeVP, nel qual caso una coalizione con l'FPOe potrebbe essere più probabile: i due partiti hanno già governato insieme in passato, le loro posizioni - soprattutto in materia di economia e immigrazione - non sono molto distanti e Kickl non potrebbe avere alcuna pretesa di diventare premier.

In ogni caso, i sondaggi suggeriscono che la coalizione tra conservatori e Verdi che ha guidato il governo a Vienna negli ultimi cinque anni non potrà andare avanti, restando bene al di sotto dei 92 seggi minimi necessari per la maggioranza, e che il partito di centro-destra sarà probabilmente l'ago della bilancia, in grado di scegliere tra una coalizione con l'FPOe, o una possibile alleanza a tre con l'SPOe di centro-sinistra e con i Verdi o i liberali del Neos.

Guidato dal controverso ex ministro degli Interni Herbert Kickl, l'FPOe, anti-immigrazione, ostile all'Islam e fortemente euroscettico, ha condensato il suo programma in un centinaio di pagine, dal titolo "Fortezza Austria, Fortezza di Libertà": prevede di ridurre al minimo i sussidi per i migranti e i richiedenti asilo, bloccare il ricongiungimento familiare per gli immigrati già presenti in Austria e promuovere la "remigrazione", in particolare per chi si sia macchiato di reati.

Vuole poi ridurre le imposte sui redditi delle società e i costi salariali, e in politica estera si oppone alle sanzioni dell'Ue contro la Russia e a ulteriori aiuti all'Ucraina. L'FPOe ha firmato e rinnovato un "accordo di cooperazione" con il partito Russia Unita di Vladimir Putin. Il FPOe domina la scena politica dalla fine del 2022, è arrivato primo alle elezioni europee di maggio. Secondo le inchieste della vigilia, altri due partiti potrebbero ottenere seggi nell'assemblea: il Partito della birra, guidato dal cantante della band punk Turbobier che vuole "depoliticizzare la politica" (4%, la soglia di sbarramento), e il partito comunista (KPOe), che non ha un deputato dagli anni Cinquanta, ma che si attesta al momento intorno al 3%.

Tra gli altri temi che hanno dominato la campagna elettorale, il costo della vita, con il tasso d'inflazione rimasto per quasi due anni al di sopra della media dell'Ue e la crescita, costantemente al di sotto di tale valore. Problemi la cui causa è stata attribuita dall'estrema destra all'immigrazione e alla guerra in Ucraina. Regole più severe sull'immigrazione sono state presenti - in misura diversa - nei manifesti di tutti e tre i principali partiti, la sicurezza è diventata centrale nel dibattito dopo che il mese scorso la polizia di Vienna ha annunciato di aver sventato un complotto contro un concerto di Taylor Swift. Tre dei sospettati sono figli adolescenti di immigrati. Dopo le ultime inondazioni - che hanno ucciso cinque persone in Austria - anche il tema del cambiamento climatico è tornato in cima alle preoccupazioni degli elettori.

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