Cagliari, ex calciatore rossoblu Andrea Capone trovato morto in albergo
Il 43enne si trovava a Palazzo Tirso, il corpo senza vita con una ferita alla testa. Accertamenti della polizia nella struttura di piazza Deffenu
Trovato morto in un albergo di Cagliari l'ex calciatore rossoblu Andrea Capone. Il 43enne si trovava a Palazzo Tirso ed è stato trovato senza vita con una ferita alla testa, che potrebbe essere stata causata da una caduta accidentale. Capone era cresciuto nelle giovanili del Cagliari, con cui ha raggiunto la Serie A, e ha giocato anche nel Treviso e nel Vicenza. A gennaio avrebbe dovuto compiere 44 anni. Nell’albergo di piazza Deffenu la polizia sta facendo gli accertamenti per verificare le cause della morte.
Cagliari Calcio: "Sgomento e tristezza"
"Tutto il Cagliari Calcio apprende con sgomento e profonda tristezza la notizia della scomparsa di Andrea Capone, morto a soli 43 anni”. La società in cui è nato e cresciuto saluta così l’ex centrocampista trovato morto stamattina. “Il legame con la sua Terra rimarrà impossibile da scalfire, per un ragazzo da sempre noto per professionalità, dedizione e passione - scrive il Cagliari sui social- . Qualità che rimarranno nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, incontrarlo dentro e fuori dal campo. Il Cagliari Calcio si stringe alla famiglia in questo momento di forte dolore”.
Cronaca
Israele, massima attenzione al quartiere ebraico di Roma e...
De Corato: "Rischio infiltrazione terroristica nei cortei con contenuti antisemiti". Comunità ebraica: "Siamo a un passo da caccia a all'ebreo"
Sensibilizzate ulteriormente a Roma le misure di sicurezza al ghetto e agli obiettivi sensibili della comunità ebraica, alla luce della situazione in Medio Oriente, delle recenti manifestazioni di stampo antisemita e dei cortei pro Palestina annunciati a ridosso dell’anniversario del 7 ottobre nella capitale e vietati nei giorni scorsi. Il livello di sicurezza, secondo quanto si apprende, era già altissimo.
"Cortei a rischio infiltrazione terroristica"
Intanto all'indomani dal corteo pro Palestina a Milano dove sono comparsi cartelli contro Liliana Segre, l'ex vicesindaco di Milano e deputato di Fdi Riccardo De Corato lancia l'allarme terrorismo nei cortei. “Con rammarico prendo atto che, come si legge dai volantini diffusi, nella città di Milano si terranno manifestazioni con chiaro contenuto antisemita. Mi preoccupa che in queste occasioni possa essere oltraggiata la memoria degli israeliani catturati e uccisi durante il vile attacco di Hamas del 7 ottobre, anche vista la concomitanza delle date delle iniziative annunciate. Spero non accada ma temo che questi cortei possano essere un covo di odio ad alto rischio di infiltrazione terroristica".
E la comunità ebraica milanese torna a stigmatizzare “quanto messo in piazza a Milano sabato 28/9 dai 'manifestanti' propal", giudicato "di una gravità eccezionale. Questo purtroppo a dimostrazione di come oramai non ci sia più alcun limite che possa considerarsi insuperabile nella sua inaccettabilità. Si è creata una spirale di cieco odio antisemita e appelli genocidi ormai equiparabili a quelli di matrice nazi-fascista degli anni ’30 e 40’ dello scorso secolo - afferma il presidente Walker Meghnagi -. E’ un involuzione totale e assoluta delle sensibilità, morale e del progresso educativo e culturale che le società civili Occidentali avevano messo in atto dopo la 2° guerra mondiale. E’ un ritorno a un 'medioevo' che si pensava sorpassato e sublimato, ma che constatiamo con profonda angoscia e sgomento essere riemerso dai tempi bui della Storia". .
"Ulteriore motivo di grossa preoccupazione - aggiunge - è il continuo spingersi sempre più oltre nel calpestare e oltraggiare i canoni che definiscono e caratterizzano le società libere e democratiche senza che queste reagiscano subendo passivamente questi oltraggi. Questo non può che portare a un ulteriore involuzione accompagnata da un alzamento del tiro da parte di questi gruppi. Siamo a un passo dalla caccia all’ebreo e da atti di aperta violenza nei confronti di istituzioni ebraiche religiose e non e dei loro rappresentanti".
Cronaca
Pedofilia, Papa: “Non c’è posto per copertura...
L'appello del Pontefice: "Il male va portato allo scoperto, l'abusatore sia giudicato". L'applauso dei fedeli a Bruxelles
"Nella chiesa non c’è posto per la copertura degli abusi. Vescovi non coprite gli abusi". Il Papa, parlando a braccio alla messa nello stadio di Bruxelles, torna a condannare gli abusi sessuali nella Chiesa. Lo fa con parole inequivocabili che vengono accolte con un fragoroso applauso dai fedeli.
"Ho sentito la sofferenza degli abusati incontrati l’altro ieri - ha detto Bergoglio a braccio ricordando l’incontro con 17 vittime di abusi -. Nella Chiesa c’è posto per tutti, non c’è posto per la copertura degli abusi. Vescovi, non coprite gli abusi. Condannate gli abusatori e aiutateli a guarire dalla malattia degli abusi. Il male va portato allo scoperto. L'abusatore sia giudicato".
Il Belgio, in occasione dell’intervento del Papa davanti alle autorità nel primo giorno del viaggio, ha chiesto conto dello scandalo della pedofilia nella Chiesa, e attraverso il premier De Croo ha chiesto al Papa “passi concreti, non parole”. Bergoglio ha fatto nuovamente mea culpa per gli abusi definiti un “crimine”, una “vergogna, una umiliazione” chiedendo perdono. Quindi l’incontro con diciassette vittime di abusi nel corso del quale il Papa ha preso nota delle richieste delle vittime che chiedono giustizia anche in termini risarcitori.
Bergoglio è tornato sullo scandalo degli abusi nella Chiesa stamani nel corso della messa allo stadio, con ampi passaggi a braccio: “Pensiamo a quando i piccoli sono scandalizzati, colpiti, abusati da quelli che dovrebbero prendersene cura. Alle ferite dei piccoli, ma anche dei familiari e delle loro comunità. Torno alle storie di alcuni di questi piccoli che ho incontrato l’altro ieri. Li ho sentiti, ho sentito la loro sofferenza di abusati. Nella Chiesa c’è posto per tutti, ma tutti saremo giudicati. E non c’è posto per l’abuso, per la copertura dell’abuso”.
“Chiedo a tutti di non coprire gli abusi - l’appello -. Chiedo ai vescovi di non coprire gli abusi, di condannare gli abusi e di aiutarli a guarirsi da questa malattia dell’abuso. Il male non si nasconde, il male va portato allo scoperto; che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati con coraggio, che si sappia e che sia giudicato l’abusatore, sia laico, laica, prete o vescovo. Le persone abusate sono un lamento che tocca il cielo. La loro voce non venga coperta dall’indifferenza. L’abuso è un abuso di potere, di coscienza. E quanti abusi di potere abbiamo nella nostra società”, ha detto tra gli applausi dei fedeli allo stadio.
Il grido di dolore: "Tempo segnato da scandali dolorosi"
Viviamo "in un tempo segnato da scandali dolorosi, dentro e fuori la comunità cristiana", il grido di dolore del Papa che invita i fedeli a guardare alla testimonianza di Anna di Gesù, la carmelitana scalza spagnola beatificata durante la celebrazione.
“In un tempo segnato da scandali dolorosi, dentro e fuori la comunità cristiana, lei e le sue compagne, - osserva Francesco- con la loro vita semplice e povera, fatta di preghiera, di lavoro e di carità, hanno saputo riportare alla fede tante persone, al punto che qualcuno ha definito la loro fondazione in questa città come una ‘calamita spirituale’”.
“Per scelta, - racconta il Pontefice - non ha lasciato scritti. Si è impegnata invece a mettere in pratica ciò che a sua volta aveva imparato e con il suo modo di vivere ha contribuito a risollevare la Chiesa in un momento di grande difficoltà. Accogliamo allora con riconoscenza il modello di “santità al femminile” che ci ha lasciato, delicato e forte, fatto di apertura, di comunione e di testimonianza. Raccomandiamoci alla sua preghiera, imitiamone le virtù e rinnoviamo con lei il nostro impegno a camminare insieme sulle orme del Signore”.
Cronaca
Roma, ragazza soccorre clochard con profonda ferita alla...
L'uomo, un 35enne ritrovato a terra a Ponte Milvio, è stato trasportato in codice rosso al Gemelli
Intorno alle 23.30 di ieri le volanti di Ponte Milvio e della Squadra Mobile sono intervenute in Ponte Duca d'Aosta, dove una ragazza urlava e chiedeva aiuto. Agli agenti ha raccontato di aver trovato un uomo, un senza fissa dimora, a terra con una profonda ferita al lato destro della fronte. Dalle prime ricostruzioni, la vittima, un 35enne marocchino trasportato in codice rosso al Policlinico Gemelli, sarebbe stato colpito con un oggetto ancora non identificato da altri due clochard di 56 e 52 anni suoi connazionali, identificati e arrestati poco dopo con l'accusa di tentato omicidio.