Monica Bellucci compie 60 anni, gli auguri di Città di Castello: “Ti abbiamo vista spiccare il volo”
E' la città natale dell'attrice, nata il 30 settembre 1964
"Tanti auguri Monica": la città di Raffaello, dei mastri del Rinascimento e di Alberto Burri oggi grida in coro "buon compleanno" alla 'divina' del cinema, icona nazionale del 'bello' e ambasciatrice di Città di Castello nel mondo.
Così la città natale di Monica Bellucci, che oggi compie 60 anni, le rivolge gli auguri, per bocca del sindaco Luca Secondi: "Auguri sinceri alla nostra concittadina che con la sua straordinaria bravura e talento da decenni porta in alto ovunque il nome di Città di Castello, che ha sempre rivendicato con orgoglio in ogni occasione, ricordando la sua grande famiglia, i tanti amici ed estimatori che da queste parti l’hanno vista crescere e poi spiccare il volo attraverso una consacrazione artistica che ne ha fatto una autentica 'bandiera' della moda, del cinema e del teatro con ripetuti e prestigiosi risultati". "Nella speranza di averti presto nella nostra città in occasione di eventi che ti hanno vista protagonista o semplicemente per trascorrere qualche momento di relax e piacevole soggiorno - ha concluso Secondi – ti rinnoviamo gli auguri di buon compleanno e proseguimento di una carriera che proprio di recente al Festival del Cinema di Venezia si è ulteriormente arricchita di un'altra perla cinematografica"
I ricordi del primo atelier e del primo acconciatore di Monica Bellucci
Ambasciatrice di Città di Castello nel mondo nel 2001, 'incoronata' nella sala del consiglio comunale, Monica Bellucci ha lasciato il segno nella sua città, nella sua vallata l'altotevere umbro dove torna spesso accanto alla famiglia e agli amici per brevi ma intense 'toccata e fuga' che non passano inosservati per la gentilezza che ha nei confronti di tutti coloro che hanno modo di incontrarla in giro per il centro storico, in un negozio o in un ristorante, riferiscono dal Comune umbro.
"Sono passati tanti anni ma ricordo tutto nei minimi particolari e ancora mi commuovo", ricorda Cesidia Baldesi, per tutti nota come Pina Alberti, titolare per tanti anni di un atelier in centro storico, che è stata la prima a vestire Monica Bellucci nel 1983 per la sfilata di moda al teatro degli Illuminati che ha segnato poi il decollo dell'attrice nel panorama mondiale. "Nella mia boutique, Monica, giovanissima, venne accompagnata dal parrucchiere Piero Montanucci, manifestando il desiderio di indossare abiti particolari e sfilare al teatro comunale per la manifestazione 'Momento Donna', condotta da Maria Giovanna Elmi. Sul palco del teatro, Monica, bellissima, incantò tutti e da li spiccò il volo per il mondo, il successo. Di lei ho un ricordo stupendo perché ogni volta che ho avuto l’onore di incontrarla, a Milano, Parigi, Roma, è sempre stata carina e affettuosa dimostrando gratitudine e senso di appartenenza alla sua comunità e al suo territorio. Oggi più che mai è il simbolo di quanto le donne sono straordinarie e riescono a raggiungere qualsiasi obiettivo: auguri Monica", chiosa.
Anche Piero Montanucci, storico acconciatore di Monica Bellucci assieme a Daniela Morganti, pioniera dei trattamenti estetici, i primi a curare negli anni '80 l’immagine di una giovanissima aspirante modella, ricordano quei momenti indimenticabili. "Già da ragazzina era bellissima, magnetizzava lo sguardo per quanto bella", ricordano i due professionisti con il pensiero all’ultimo servizio fotografico con tulle nero realizzato dalla stilista Giuseppina Caselli, dopo il trucco e parrucco che le valse un premio alla bellezza prima di spiccare il volo per Milano: "La guardai negli occhi e lei dissi con un nodo alla gola, Monica tu da Milano non tornerai a Città di Castello, il tuo posto è li in quel mondo. E così è stato e il resto è storia dei nostri giorni", ricorda Montanucci.
Gli auguri dei ristoratori locali
E ancora, luoghi del cuore ma anche del gusto, nella sua Città di Castello, per Monica Bellucci. "Aveva sempre, negli anni '80 e '90 un suo tavolo riservato nel mio ristorante e amava tanto i tartufi e i prodotti della cucina locale, assieme all'indimenticato Carlo Fuscagni, direttore di Rai 1, suo grande estimatore che senza dubbio ha contribuito a farla conoscere nel mondo della televisione e del cinema dove si è subito dimostrata una grande artista", ricorda Pierluigi Manfroni, chef di fama internazionale, rivolgendo gli auguri "a Monica, regina della bellezza e del talento", e mostrando con orgoglio la foto, scattata da Franco e Riccardo Bani, di una giovanissima Bellucci nel 1988 all’epoca madrina della Mostra del Tartufo di Città di Castello.
E poi ancora auguri da Veronica Barelli, che assieme al papà Primetto, alla mamma Gabriella e ai fratelli, Alberto e Alessandro, ha ospitato spesso Monica Bellucci, nel suggestivo maniero del Castello di Sorci ad Anghiari negli anni di inizio carriera e ora talvolta nei week-end di festa: "La sentiamo come una persona di famiglia da sempre, una presenza costante, auguri”. Indimenticabili anche gli incontri nel 'cucinone' del castello con il maestro Alberto Burri assieme a Primetto e tanti amici. Auguri sinceri anche dal versante nord dell’Altotevere da un altro chef, Roberto Polchi, di Selci-Lama, con la moglie Donatella e il figlio Valerio, che conoscono Monica e la sua famiglia fin da bambina: "i cappelletti in brodo, i crostini di carne ed altre specialità spesso la richiamano nel mio locale che la accoglie sempre con grande entusiasmo".
La città e la comunità di Città di Castello ha inoltre voluto celebrare anche in musica il compleanno dell'attrice sulle note di 'Rhapsody in Blue' di George Gershwin, nel centenario della sua scrittura, con una variazione di 'Tanti auguri' eseguita dal maestro Fabio Battistelli. Buon compleanno infine anche dai giornalisti che nel corso degli anni l'hanno sempre seguita e le hanno rivolto un grandissimo: "Auguri Monica!".
Spettacolo
Carlo Conti: “Amadeus? Scelto vita diversa, ma ha...
Il conduttore tra gli ospiti della nuova puntata di 'A casa di Maria Latella', l'anticipazione Adnkronos
Carlo Conti è tra gli ospiti della nuova puntata di 'A casa di Maria Latella', in onda domani 1 ottobre su Rai 3 alle 23.15. Come anticipa l'Adnkronos, il conduttore commenta il passaggio di Amadeus su Nove: "Adesso ha fatto una scelta professionale di famiglia, di vita diversa e ovviamente avrà ponderato bene". Sul prossimo Festival di Sanremo, che Conti ha ereditato da "Ama", risponde da gentleman: "Qualcuno mi dice 'lui ti ha lasciato una bella gatta da pelare', io rispondo sempre 'no, anzi ha lasciato un Sanremo in grandissima salute, ha fatto un grandissimo lavoro".
A casa di Latella racconta anche del suo rapporto con la privacy e i paparazzi, di come vive la popolarità e dei suoi esordi professionali nelle radio fiorentine. Sono proprio gli esordi che accomunano Conti e Amadeus. E alla domanda se gli auguri che gli ha fatto Amadeus fossero sinceri, Carlo Conti risponde: "Ma sì certo. Noi siamo molto amici, veniamo dalla stessa scuola delle radio private, quindi abbiamo fatto lo stesso tipo di gavetta", spiega ancora.
"Non chiedo consigli a nessuno, perché se sbaglio sbaglio io", ha poi racconta sul suo stato d'animo in vista del prossimo Saremo 2025. E - come anticipa l'Adnkronos - alla domanda della padrona di casa, se è preoccupato di non riuscire a bissare i successi del predecessore Amadeus, risponde: "No. Altrimenti non avrei mai accettato. Ormai sono in una fase non guardo neanche più alle dieci del mattino i dati Auditel, posso leggerli alle 10.15, 10.30, non mi cambia la vita. Credo di non dover dimostrare niente. A me stesso non devo più dimostrare niente, qualcosina l’ho fatta - e sempre parlando di Sanremo - per me la responsabilità più grande è la scelta delle canzoni, adesso la mia concentrazione è tutta sui brani e le canzoni che devo scegliere".
Tra gli ospiti dell'house talk anche l’attrice e comica Lucia Ocone, il regista e conduttore televisivo Pino Strabioli, il Procuratore generale della Corte d’Appello di Milano Francesca Nanni e il giornalista Davide Desario, direttore dell'Adnkronos.
Spettacolo
Sanremo, Carlo Conti ospite di Maria Latella:...
Il conduttore tra gli ospiti della nuova puntata di 'A casa di Maria Latella', l'anticipazione Adnkronos
Carlo Conti è tra gli ospiti della nuova puntata di 'A casa di Maria Latella', in onda domani 1 ottobre su Rai 3 alle 23.15. Come anticipa l'Adnkronos, il conduttore commenta il passaggio di Amadeus su Nove: "Adesso ha fatto una scelta professionale di famiglia, di vita diversa e ovviamente avrà ponderato bene". Sul prossimo Festival di Sanremo, che Conti ha ereditato da "Ama", risponde da gentleman: "Qualcuno mi dice 'lui ti ha lasciato una bella gatta da pelare', io rispondo sempre 'no, anzi ha lasciato un Sanremo in grandissima salute, ha fatto un grandissimo lavoro".
A casa di Latella racconta anche del suo rapporto con la privacy e i paparazzi, di come vive la popolarità e dei suoi esordi professionali nelle radio fiorentine. Sono proprio gli esordi che accomunano Conti e Amadeus. E alla domanda se gli auguri che gli ha fatto Amadeus fossero sinceri, Carlo Conti risponde: "Ma sì certo. Noi siamo molto amici, veniamo dalla stessa scuola delle radio private, quindi abbiamo fatto lo stesso tipo di gavetta", spiega ancora.
"Non chiedo consigli a nessuno, perché se sbaglio sbaglio io", ha poi racconta sul suo stato d'animo in vista del prossimo Saremo 2025. E - come anticipa l'Adnkronos - alla domanda della padrona di casa, se è preoccupato di non riuscire a bissare i successi del predecessore Amadeus, risponde: "No. Altrimenti non avrei mai accettato. Ormai sono in una fase non guardo neanche più alle dieci del mattino i dati Auditel, posso leggerli alle 10.15, 10.30, non mi cambia la vita. Credo di non dover dimostrare niente. A me stesso non devo più dimostrare niente, qualcosina l’ho fatta - e sempre parlando di Sanremo - per me la responsabilità più grande è la scelta delle canzoni, adesso la mia concentrazione è tutta sui brani e le canzoni che devo scegliere".
Tra gli ospiti dell'house talk anche l’attrice e comica Lucia Ocone, il regista e conduttore televisivo Pino Strabioli, il Procuratore generale della Corte d’Appello di Milano Francesca Nanni e il giornalista Davide Desario, direttore dell'Adnkronos.
Spettacolo
Francesco Da Vinci: “La mia ‘Partenope’...
Esce il 4 ottobre l’album d’esordio dell'artista: "L’ambiente musicale è incattivito, preferisco autoprodurmi"
Un album contro i pregiudizi, un inno alla libertà di essere se stessi che rappresenta anche una ripartenza. Francesco Da Vinci, figlio d'arte e musicista di terza generazione, si prepara al suo album d’esordio, 'Partenope' che esce il 4 ottobre. All’Adnkronos, l’artista rivela il significato profondo del suo lavoro, la sua personale battaglia contro i pregiudizi e la sua scelta di indipendenza artistica. ‘Partenope’, racconta Francesco, "è il mio primo album ufficiale, anche se ho scritto tantissimo nel corso degli anni. Per diverse circostanze, ho sempre frenato, non mi sentivo pronto, non avevo la consapevolezza necessaria".
Ad esempio, spiega l’artista, “‘Partenope’ è un brano del 2018 che presentai dopo 'The Voice', nel 2019, quando firmai con la Universal. Era stato scelto per Sanremo Giovani l'anno successivo. Venivo da esperienze importanti, The Voice, la serie ‘Gomorra’ (come attore e autore delle musiche), quindi ero carico. Avevo grandi aspettative per Sanremo Giovani, ma poi non se ne fece nulla. Le delusioni, quando si è giovani, inevitabilmente colpiscono. Questo ha creato un blocco psicologico, non mi sentivo più di pubblicare nulla".
E oggi 'Partenope' è rinato sotto altre spoglie diventando un progetto, un album intero. ‘Partenope’ figura mitologica protettrice di Napoli, diventa per Da Vinci simbolo di diversità e uguaglianza. L'artista la reinterpreta, immaginandola come una figura fluida, capace di rappresentare "una drag, una curvy, una ragazza di colore, mediterranea, con gli occhi a mandorla, un uomo... chiunque”. Per ricordarci che “siamo tutti uguali”. Un messaggio potente contro ogni forma di pregiudizio che Da Vinci confessa di aver vissuto anche lui, seppur in una forma personale. E non nega di fare i conti quotidianamente con il suo essere ‘figlio di’. Francesco, infatti, rappresenta la terza generazione musicale della famiglia Da Vinci, dopo il nonno Mario e il padre Sal che in questi mesi sta spopolando con il singolo ‘Rossetto e caffè’.
"Sento la responsabilità di dovermi affermare al di là del mio cognome. Nella mia famiglia non mi è mai stato insegnato a sfruttare il cognome per ottenere vantaggi. Mio padre, anche lui figlio d'arte, mi ha sempre messo in guardia. Oggi, con i social, è ancora più difficile. Sei costantemente esposto al giudizio, alla cattiveria gratuita. A volte certe critiche feriscono, ma devi rimanere in silenzio, non cedere alle provocazioni”, afferma l’artista. E sulla possibilità di scegliere un nome d’arte, Francesco risponde: “Ci ho pensato, ma a cosa serve nascondersi dietro un nome d'arte quando poi la verità viene comunque a fuori? Credo che la cosa più importante sia dimostrare chi sei, dare voce alla tua vera identità, abbattere i muri del pregiudizio". "Ed io devo dare voce alle mie cose," afferma, sottolineando l'importanza di esprimere se stessi e di essere accettati per ciò che si è.
L'esperienza nei talent, pur formativa, ha lasciato in Da Vinci un senso di disincanto. Il musicista racconta le difficoltà incontrate dopo la partecipazione a 'The Voice', aggravate dalla pandemia e da dinamiche interne all'ambiente musicale. “Mi hanno remato contro. Mi sono allontanato da tante scorie dell'ambiente, persone, sistemini”. E così, racconta, “mi sono formato un gruppo mio, un'etichetta mia, faccio tutto in casa da solo, come quest'album. Devo ringraziare solo me stesso”, dichiara con orgoglio, rivendicando la propria indipendenza artistica. Questa scelta di autoproduzione nasce da una scottatura, dalla consapevolezza di un ambiente musicale "incattivito", dove i rapporti e le major contano più del talento e della passione. Prima la musica era diversa, le case discografiche si affezionavano ai progetti, li costruivano. Oggi prendono progetti già costruiti, investono e vincono. Ho una visione differente, nonostante questo disco esca con Warner. Mi sono occupato di tutto da solo. Se sei un pesce piccolo in un acquario con gli squali, vieni mangiato. In un acquario piccolo, sei il pesce grosso, fai le tue cose e cresci. Preferisco un habitat più tranquillo. Poi si vedrà".
E su una possibile partecipazione a Sanremo, Francesco Da Vinci non chiude le porte ma ammette: "Oggi è dura. Devi andarci con un background forte, successi l'anno prima. Non credo più che Sanremo sia ‘ti presenti con un bel progetto e una bella canzone e la prendono’. Ma mai dire mai”, conclude. (di Loredana Errico)