Ferite anche altre 15 persone. Arrestato l'aggressore
Tre persone sono morte e altre 15 sono rimaste ferite dopo che un uomo si è scagliato con un coltello contro le persone che si trovavano all'interno di un supermercato Walmart a Shanghai. Lo rende noto la polizia cinese spiegando di aver arrestato sul posto l'aggressore, un uomo di 37 anni, che era venuto a Shanghai per "sfogare la sua rabbia a causa di una disputa economica personale". Sono in corso ulteriori indagini.
L'incidente è avvenuto in un centro commerciale a Songjiang, un quartiere densamente popolato nella parte sud-occidentale della città, che ospita anche diverse università. La polizia ha affermato che le tre persone morte sono decedute in ospedale per le ferite riportate. Le altre "non hanno riportato ferite mortali" e non si ritiene che siano in pericolo.
Esteri
Incursione Israele in Libano, Houthi: “Sostegno con...
"Resteremo al fianco di Hezbollah con tutta la forza e con tutto ciò che possiamo ed espanderemo le nostre operazioni, a Dio piacendo". Lo afferma all'Adnkronos il vice capo dell'Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) e presidente del consiglio di amministrazione dell'agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer, commentando l'inizio delle operazioni di terra delle Idf nel sud del Libano.
"Gli Houthi hanno le capacità militari per mettere Israele in difficoltà", aggiunge Amer, che senza spiegare esplicitamente i piani dei ribelli che controllano ampie zone dello Yemen tra cui la capitale Sana'a, chiarisce che "abbiamo molte opzioni per sostenere i nostri fratelli in Libano". E questi piani, sottolinea riferendosi ai raid condotti domenica da Israele sul porto yemenita di Hodeidah, "non saranno influenzati dalle incursioni del nemico sionista, né da quelle americane e britanniche".
Esteri
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Esteri
Israele invade il Libano, ira Tel Aviv per ‘fuga di...
Secondo lo Stato ebraico avrebbe potuto mettere in "pericolo" la vita dei propri soldati
All'indomani dell'inizio delle operazioni di terra in Libano, il governo israeliano fatica a nascondere l'irritazione con l'alleato americano per una "fuga di notizie" che - secondo lo Stato ebraico - avrebbe potuto mettere in "pericolo" la vita dei propri soldati. Un vero e proprio cortocircuito a livello mediatico, quello tra Tel Aviv e Washington, che non aiuta certo alla distensione dei rapporti.
Cosa è successo
A manifestare chiaramente l'ira israeliana sono state le dichiarazioni di un funzionario di alto livello israeliano che all'emittente pubblica Kan ha puntato il dito contro gli Usa per aver fatto trapelare i piani dell'operazione. "Questo è stato fatto nonostante gli Usa sostengano l'operazione - ha affermato il funzionario - Ma a noi è chiaro che gli Usa sono preoccupati, e quindi hanno reso pubblica l'operazione per cercare di limitarla".
A scatenare la rabbia di Israele è stata l'uscita del portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, mentre in Israele si rincorrevano dichiarazioni ambigue di politici che esprimevano sostegno alle Idf per l'operazione in Libano, ma nel silenzio dei vertici politici e militari, che non ne avevano ufficializzato l'inizio. Il governo israeliano ha informato gli Stati Uniti su "alcune operazioni", anche di terra, in Libano. "Al momento ci hanno detto che si tratta di operazioni limitate alle infrastrutture di Hezbollah vicino al confine, ma siamo in continuo dialogo con loro", ha scandito Miller.
Parole che non devono essere piaciute affatto in Israele, con il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, che ha replicato a stretto giro sul social X: "Nelle ultime ore ci sono stati molte notizie e voci sull'attività delle Idf al confine libanese. Chiediamo che non vengano diffuse notizie sulle attività delle forze. Attenetevi solo ai resoconti ufficiali e non diffondete voci irresponsabili".
Solo quando in Italia era circa l'una di notte le Idf hanno ufficializzato l'inizio dell'operazione di terra nel sud del Libano, parlando di incursioni "limitate, localizzate e mirate basati su intelligence precisa contro obiettivi terroristici e infrastrutture di Hezbollah".