Nasrallah, ultimo addio è un mistero: verso sepoltura in luogo segreto in Libano
Fonti della sicurezza libanese hanno confermato che il corpo del leader Hezbollah è stato recuperato intatto dal luogo del raid nella periferia sud della capitale libanese
Sepoltura il prima possibile, prevede la tradizione islamica. Ma ancora non si sa nulla dell'ultimo addio a Hasan Nasrallah, leader degli Hezbollah libanesi, ucciso in un raid israeliano a Beirut venerdì scorso. Sabato fonti della sicurezza libanese hanno confermato che il corpo di Nasrallah è stato recuperato intatto dal luogo del raid nella periferia sud della capitale libanese, storica roccaforte del gruppo sciita. Potrebbe anche essere già stato sepolto. Dopo la sepoltura, l'Islam non consente lo spostamento della salma, salvo in casi eccezionali.
Difficile organizzare "un grande funerale" per il numero uno del gruppo sciita nel mirino delle operazioni israeliane, "alla luce dell'attuale situazione in Libano dal punto vista della sicurezza", ha detto ai media iracheni una "fonte della resistenza irachena". Tra rischi e difficoltà, secondo la fonte, "si parla di un piano alternativo" ovvero della "sepoltura del martire in un luogo segreto", almeno per il momento, ma con tutta probabilità in Libano. Non a Kerbala, città santa sciita in Iraq, come da voci circolate nei giorni scorsi.
Il rito islamico
Il 'mistero' rievoca quanto accadde con il mullah Omar, il leader dei Talebani (sunniti), morto nel 2013. Il movimento ne confermò il decesso nel 2015, ammettendo che la sua 'guida' era morta due anni prima. E solo nove anni dopo, nel 2022, ormai tornati al potere in Afghanistan, i Talebani hanno fatto sapere che la tomba del loro leader si troverebbe nella provincia di Zabul.
Torna alla mente anche il 'nodo' della sepoltura di Osama bin Laden, ucciso in Pakistan in un blitz dei Navy Seal la notte del primo maggio del 2011. Sepolto in mare, secondo quella che è ormai la storia. Uguale a quella raccontata per il leader dell'Is Abu Bakr al Baghdadi, che si sarebbe fatto saltare in aria a ottobre 2019 durante un raid americano. Certezze in tutti i casi non ce ne sono.
Esteri
Israele, cosa succede dopo l’attacco dell’Iran:...
Dalla possibile risposta israeliana agli avvertimenti dagli Stati Uniti: le possibile mosse future
I Guardiani della rivoluzione, i Pasdaran iraniani, hanno fatto sapere di aver attaccato Israele "in risposta al martirio di Ismail Haniyeh, di Sayyed Hasan Nasrallah e di Nilforooshan". "Abbiamo colpito - ha reso noto l'agenzia iraniana Mehr - il cuore delle terre occupate": almeno 200 missili sono stati lanciati nella serata di oggi, 1 ottobre, in direzione di Israele, con esplosioni a Tel Aviv e Gerusalemme, dove al momento non si registrano vittime.
L'avvertimento iraniano
La televisione di stato israeliana ha fatto sapere che in caso di ritorsione da parte di Israele, la risposta di Teheran sarà "più schiacciante e rovinosa", come annunciato dai Guardiani della rivoluzione. L'attacco, avevano spiegato i Pasdaran, è una risposta alle morti dell'ormai ex leader di Hamas, assassinato a Teheran a luglio, e di Hezbollah e al generale iraniano Abbas Nilforooshan, comandante in Libano della Forza Quds, unità d'élite dei Pasdaran, ucciso a Beirut venerdì scorso come Nasrallah.
Stati Uniti e Israele: "Questo attacco avrà conseguenze"
Dal canto suo, Israele aveva assicurato che qualsiasi attacco iraniano avrebbe avuto delle conseguenze. A dichiararlo ai giornalisti era stato il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, comunicando che "i nostri alleati americani ci hanno allertato sul fatto che hanno indicazioni di un imminente attacco missilistico da parte dell'Iran contro lo Stato di Israele". E ad attacco effettuato Hagari lo ha ribadito: "Proteggeremo i cittadini di Israele, questo attacco avrà conseguenze. Abbiamo piani, agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo".
Qualche ora prima dell'attacco anche il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin aveva riferito al suo omologo israeliano Yoav Gallant che ci sarebbero state '"gravi conseguenze per l'Iran nel caso in cui decidesse di lanciare un attacco militare diretto contro Israele". Durante il colloquio telefonico Austin ha dichiarato che Washington sostiene Israele nella "necessità di smantellare l'infrastruttura di attacco'' di Hezbollah ''lungo il confine" con il Libano al fine di prevenire "attacchi in stile 7 ottobre contro le comunità settentrionali di Israele".
Esteri
Tunisia, giallo su 4 ex 007 italiani intossicati a cena:...
Si tratterebbe di un incidente causato da un alcolico fatto in casa. I quattro secondo quanto riferiscono all'Adnkronos fonti qualificate, sono residenti in Tunisia da anni
E' giallo su quanto accaduto a quattro ex agenti dell'intelligence che sarebbero rimasti intossicati dopo aver bevuto del liquore artigianale, una settimana fa, durante una cena in casa tra nove persone ad Hammamet in Tunisia. Uno dei partecipanti, di 62 anni, è morto e altri tre ex 007 si sono sentiti male. I quattro secondo quanto riferiscono all'Adnkronos fonti qualificate, sono residenti in Tunisia da anni.
Si tratterebbe di agenti non più organici all'intelligence, che dopo aver lasciato il servizio operativo sono andati in pensione. A quanto si apprende dalle stesse fonti i quattro, durante la cena, si sarebbero sentiti male dopo un bicchiere di liquore fatto in casa. Secondo le stesse fonti, si tratterebbe quindi di un incidente.
Esteri
Israele e le operazioni di terra in Libano, quali sono gli...
Cosa prevede l'invocata risoluzione 1701 del 2006
Smantellare le forze e l'infrastrutture di Hezbollah in un'area del sud del Libano controllata da Hezbollah. Questo l'obiettivo dell'operazione di terra delle forze israeliane nel Paese dei Cedri. L'incursione è scattata dopo due settimane di raid aerei e attacchi, iniziati con l'esplosione di cercapersone del gruppo storicamente sostenuto dall'Iran e culminati con l'uccisione, venerdì scorso a Beirut, di Hasan Nasrallah, del leader di Hezbollah, ormai 'decapitato' e decimato.
La Forza Onu nel sud del Libano, Unifil, ha confermato stamani di aver ricevuto ieri notifica dalle forze israeliane (Idf) dell' "intenzione" di portare avanti "incursioni di terra limitate" nel Paese dei Cedri e ha ribadito la sollecitazione alle parti a impegnarsi sulla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza Onu che nel 2006 pose fine alla guerra di 34 giorni tra Israele e Hezbollah.
La risoluzione chiede il ritiro delle forze israeliane dal sud del Libano a un'area nella zona delle Alture del Golan, al di sotto della Linea Blu, la linea di demarcazione del confine tra Israele e Libano. E chiedeva a Hezbollah di ritirarsi a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dalla frontiera israeliana.
L'area intermedia sarebbe diventata una zona cuscinetto. I caschi blu dell'Onu sono nell'area, ma la risoluzione - tanto citata negli anni - non è stata mai attuata pienamente.
Per Hezbollah la sua presenza nella 'buffer zone' si giustifica con il fatto che Israele continua a occupare terra libanese. E, sottolinea il New York Times, nonostante le Nazioni Unite considerassero il ritiro completo di Israele dal Libano nel 2000, Israele è rimasto nell'area delle Fattorie di Shebaa, che l'Onu considera territorio siriano occupato. Per il Libano e Hezbollah si tratta di terra libanese.
La risoluzione prevedeva la smilitarizzazione di Hezbollah. Ma per Israele il gruppo ha rafforzato il suo arsenale di missili e costruito tunnel sotterranei che consentirebbero al movimento di infiltrarsi in Israele, come avvenne nel 2006. Nel 2018 un'operazione militare israeliana scoprì tunnel realizzati da Hezbollah. Un fatto confermato dalle forze Onu in Libano.