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Max Pezzali non si ferma mai: nel 2025 la sua festa arriva all’Autodromo di Imola

Il nuovo concerto annunciato dopo il tour negli stadi e il tutto esaurito nei palazzetti di Roma e Milano

Max Pezzali in concerto - Agenzia Fotogramma

La festa di Max Pezzali non si ferma mai. Dopo il successo del tour estivo negli stadi (con oltre 400 mila biglietti venduti) e la notizia del tutto esaurito della prossima tranche invernale di diciassette date tra Milano e Roma, ora il cantante annuncia il live celebrativo completamente rinnovato che si terrà il prossimo 12 luglio 2025 presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.

"Annunciare un evento come Imola rappresenta per me l’emozione totale, la celebrazione assoluta di questo periodo professionale e di vita che non smette di regalarmi incredibili soddisfazioni – commenta Max Pezzali – È un punto d’arrivo importante, e insieme una grande responsabilità. È la chance di dimostrare al pubblico di poter offrire uno show di livello sempre più alto. Le persone escono da questi live con la voglia di tornare, perché si divertono e vivono un momento di condivisione collettiva, a cui va restituita un’esperienza che si arricchisca di elementi inaspettati e sbalorditivi”.

'Max Forever Grand Prix', la nuova stagione di quello che ormai si può considerare un neverending tour, attinge ancora ispirazione in quello che per Max è una sorta di metaverso, da sempre in parallelo al suo mondo musicale, a partire dallo stile fumettistico delle prime cover dei suoi album. Personaggi simbolo delle sue hit famose, che escono dai versi delle canzoni per popolare le pagine di una serie di comic books, disegnati dalla penna dell’illustratore Roberto Recchioni, che con Max collabora dal primo volume. L’ultimo volume, pronto ad essere presentato al prossimo Lucca Comics, rende omaggio al mondo dei motori, trasformando l’Autodromo di Imola nella cornice della più pazza delle gare, che vedrà questi grandi protagonisti sfidarsi a bordo di veicoli iconici, animando il concept del prossimo live.

“Il vantaggio di avere un repertorio con personaggi che dall’immaginario delle canzoni prendono vita e sono visivamente identificabili ci ha aiutati nella costruzione di un concept preciso, una rivisitazione della corsa più pazza del mondo che ci porterà dritti a vivere quello che immagino come un nostro Woodstock – continua Max – A chi condividerà quella serata vorrei che restasse un ricordo indelebile, vorrei che le persone uscissero felici di poter dire ‘Io C’ero’, e la stessa cosa sarà per noi sul palco. Sarà la festa definitiva, epica”.

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Ultima ora

Su Israele 200 missili dall’Iran, Netanyahu:...

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Il premier israeliano: "Chiunque ci attacchi noi lo attacchiamo". Teheran avverte: "In caso di rappresaglia nostra risposta sarà più forte e più potente". Colloqui con la Casa Bianca sulla risposta israeliana. Oggi riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu

Netanyahu e Biden

"L'Iran ha commesso un grosso errore e pagherà per questo". Sono durissime le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu in apertura della riunione del gabinetto di sicurezza dopo l'attacco con 200 missili sferrato dall'Iran contro Israele. "Rispetteremo la regola che abbiamo fissato: chiunque ci attacchi, noi l'attaccheremo", ha scandito.

"Il regime iraniano non capisce la nostra determinazione a difenderci e la nostra determinazione a rispondere ai nostri nemici. Sinwar e Deif (leader di Hamas, ndr) non l'hanno capito, Nasrallah e Shukr non l'hanno capito, e probabilmente c'è chi a Teheran non lo capisce. Lo capiranno", ha avvertito.

L'attacco è "fallito" ed è stato "sventato grazie al sistema di difesa aerea israeliana, che è il più avanzato nel mondo", ha rivendicato Netanyahu, che ha esortato "le forze del bene nel mondo" a unirsi contro Teheran. "Devono stare al fianco di Israele, la scelta non è mai stata così chiara tra la tirannia e la libertà, tra benedizione a maledizione".

Israele è in movimento e l'asse del male è in ritirata - ha concluso - Faremo tutto il necessario per continuare questa tendenza, per raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, anzitutto il ritorno dei nostri ostaggi e assicurare la nostra esistenza ed il nostro futuro".

Teheran: "Nostra azione conclusa a meno di ritorsioni"

Tuttavia l'Iran fa afferma che quella contro Israele è stata "un'azione di autodifesa ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite", attraverso la quale sono stati presi di mira "esclusivamente i siti militari e di sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e Libano", scrive su X il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, ricordando come sia stato fatto "dopo aver esercitato un'estrema moderazione per quasi due mesi, per dare spazio a un cessate il fuoco a Gaza".

Ora, ha assicurato, "la nostra azione è conclusa a meno che il regime israeliano non decida ulteriori ritorsioni. In quello scenario, la nostra risposta sarà più forte e più potente", avverte. "I sostenitori di Israele hanno ora la responsabilità accresciuta di tenere a freno i guerrafondai di Tel Aviv invece di lasciarsi coinvolgere nella loro follia", ha concluso il ministro.

Biden: "Discussioni in corso sulla reazione"

Ma dagli Usa il sostegno a una ormai certa reazione di Israele viene confermata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden: "Ne stiamo discutendo proprio ora, siamo in costante contatto con il governo israeliano", ha affermato l'inquilino della Casa Bianca affermando di "non aver parlato" con Netanyahu. "Abbiamo parlato con tutti i suoi collaboratori e gli parlerò", ha affermato il presidente americano. Che poi, alla domanda su quali potrebbero essere le conseguenze per l'Iran, ha tagliato corto: “Questo resta da vedere”.

Biden ha quindi ribadito che "l'attacco iraniano sembra essere stato respinto ed è stato inefficace. Non ci sono dubbi: gli Stati Uniti sostengono pienamente, pienamente Israele", ha scandito.

L'Iran "è una forza destabilizzante e pericolosa" in Medio Oriente, l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele "è risoluto", ha fatto eco la vice presidente e candidata alla Casa Bianca Kamala Harris che ha seguito l'attacco iraniano a Israele dalla Situation Room insieme a Biden.

“Il mio impegno per la sicurezza di Israele è incrollabile”, ha affermato Harris, precisando che gli Stati Uniti "non esiteranno mai a intraprendere qualsiasi azione sia necessaria per difendere le forze e gli interessi statunitensi contro l'Iran e i terroristi sostenuti dall'Iran".

Oggi vertice Onu

E' stata convocata per domani mattina ora americana una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell'attacco iraniano a Israele.

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Esteri

Ecco quali missili balistici ha usato l’Iran per...

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Secondo Federico Borsari (Cepa), Teheran ha lanciato i Fattah 1, i Kheibar Shekan e l'Emad

Ecco quali missili balistici ha usato l'Iran per colpire Israele

Per una prima analisi dell'attacco dell'Iran contro Israele, l'Adnkronos ha parlato con Federico Borsari, resident fellow del Center for European Policy Analisys (Cepa), esperto di difesa e sicurezza. "Rispetto a quello di aprile, abbiamo assistito a un attacco meno diversificato. Teheran ha scelto di impiegare solo missili balistici, ma di capacità maggiore, mentre qualche mese fa ha schierato anche droni e missili da crociera".

Di quali si tratta? "Tra i più moderni del suo arsenale - spiega Borsari. Il Fattah 1, svelato poco più di un anno fa, un missile balistico a medio raggio (1400 km circa) che l'Iran definisce ipersonico, ma più precisamente ha una prima fase di lancio a velocità ipersonica, poi la testata si stacca dal booster e viene spinta da un secondo motore più piccolo che permette di manovrarla nella fase terminale. E' più complicato da abbattere per i sistemi di difesa aerea. Dei missili balistici tradizionali si può calcolare la traiettoria dopo il lancio, questi invece possono essere 'corretti' in volo e dunque sono più difficili da intercettare".

Quali altri missili sono stati impiegati? Secondo Borsari, "in base alle immagini di alcuni componenti abbattuti, avrebbero usato anche il Kheibar Shekan, anche questo un missile balistico a medio raggio ma con testata non manovrabile. E poi l'Emad, che ha 1800 km di portata. I primi due hanno testate intorno ai 500 kg, l'Emad arriva a 750 kg, quindi parliamo di armi che possono essere molto pericolose e fare pesanti danni all'obiettivo".

L'impatto su Israele, prosegue l'esperto, "è stato limitato, le difese aeree hanno funzionato e anche gli Stati Uniti con i loro assetti navali nel Mar Rosso e nel Mediterraneo hanno dato una mano. Ma dai video che circolano, pare che decine di missili abbiano impattato sul terreno, e ciò vuol dire che l'Iran è riuscito a 'saturare' le capacità di difesa israeliane. Tra gli obiettivi c'erano alcune basi aeree, tra cui quella di Nevatim, che ospita gli F-35. Si tratta di 39 caccia di ultima generazione molto avanzati, che sicuramente l'aeronautica - avvertita con qualche ora d'anticipo dell'attacco imminente - avrà fatto decollare da quella base. Sia per contribuire alla difesa aerea, sia per evitare che fossero danneggiati. Per capire l'esatta entità dei danni bisogna però aspettare le prossime ore".

In questo attacco non c'è stato l'intervento di Giordania e Regno Unito, che invece avevano aiutato Israele ad aprile abbattendo una serie di droni e missili. "E' una questione più tecnica che di alleanze regionali: la scorsa volta l'aviazione giordana aveva abbattuto droni e missili da crociera, che viaggiano molto più bassi di quelli balistici. In questo caso non sarebbe riuscita a intercettarli".

In definitiva, è una prova di forza o una prova di debolezza, visto che anche oggi l'Iran, nonostante la pioggia di fuoco, non è riuscita a infliggere seri danni al suo nemico? Secondo Borsari, "lanciare 200 missili balistici in un singolo attacco vuol dire avere un arsenale molto sviluppato. Una stima dello US central command parlava di circa tremila missili balistici, ma il numero potrebbe essere più alto. E sappiamo che continuano a produrne. Certo, le capacità dei gruppi sostenuti da Teheran nella regione sono minori, Hezbollah, Houthi e milizie siriane non si possono paragonare in termini di dotazione. Ma il gruppo libanese ha comunque migliaia di razzi, e anche missili balistici a corto raggio forniti dall'Iran. L'Iron Dome, il famoso scudo israeliano, viene usato soprattutto per bloccare gli attacchi a corto raggio e con armi meno sofisticate, mentre Arrow 2 e Arrow 3 servono per difendere il paese da missili a medio raggio. Una stratificazione che permette a Israele una certa sicurezza, manifestata in queste ore anche dal suo Stato maggiore. Ma sarebbe avventato sottostimare le capacità iraniane", conclude Borsari.

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Champions, Bayer Leverkusen-Milan 1-0: decide Boniface

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Seconda sconfitta per i rossoneri

Boniface in azione

Un Milan timido nel primo tempo esce sconfitto a Leverkusen dal Bayer per 1-0 nella seconda gara della nuova Champions League. A decidere la sfida un gol di Boniface per i tedeschi al 51'. I rossoneri spingono e sfiorano il pari in diverse occasioni rischiando però di subire il raddoppio in contropiede dalla squadra di Xabi Alonso.

La partita

Al 3' tedeschi subito pericolosi con Boniface che entra in area e prova a piazzarla ma Maignan smanaccia e Tomori manda in angolo. Al 22' ancora Bayer pericoloso: Frimpong, in posizione di fuorigioco, riceve palla sulla destra, crossa in area per Boniface che di piatto mette in rete, ma l'arbitro Scharer annulla per fuorigioco. Al 38' Grimaldo sulla sinistra prova il tiro cross, si oppone Maignan ma la palla finisce a Frimpong che calcia di prima e manda alto sopra la traversa. Nel finale crescono i rossoneri ma riescono ad arrivare alla conclusione solo con Pulisic ma Hradecky è attento.

Ad inizio ripresa ancora tedeschi pericolosi. Al 48' errore del Milan in fase di costruzione, ne approfitta Wirtz che entra in area e calcia di potenza, ma Maignan è reattivo. Il portiere rossonero non può nulla al 51': taglio in area di Grimaldo che con un tacco serve Frimpong, tiro di prima dell'esterno con Maignan che respinge ma non può nulla sul tap in di Boniface per l'1-0.

Il Milan sale di intensità e al 56' Pulisic con un filtrante mette Reijnders solo davanti al portiere, ma l'olandese perde l'attimo anche se poi conclude ma Hradecky a mano aperta salva la propria porta. La squadra di Fonseca spinge e Fofana prova due volte senza successo. Al 73' ci prova Morata da poco entrato: errore di Hradecky che provando un passaggio non vede arrivare Morata da dietro e per poco la palla finisce in rete. Il Milan in pressione si scopre e al 76' Frimpong riceve palla sulla corsia di destra ed entra in area ma solo davanti a Maignan calcia sull'esterno della rete.

Nel finale di gara i rossoneri le provano tutte: all'83' Theo Hernandez calcia da fuori area, la palla viene deviata e impatta sulla traversa, Morata ci prova di testa ma manda clamorosamente fuori di pochissimo. All'87' altra occasione per i rossoneri nell'assedio finale: da una punizione di Theo Hernandez, la palla finisce tra i piedi dell'inglese Loftus Cheek che calcia di potenza ma Hradecky ci mette ancora una pezza. Poi al 92' Tella in contropiede sfiora il 2-0 per i tedeschi. Non c'è più tempo e il Milan esce sconfitto in Germania.

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