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Israele sotto attacco, media: “Presto rappresaglia contro Iran”. Scontri con Hezbollah in Libano

Teheran replica: "Se ci sarà rappresaglia colpiremo infrastrutture". Raid dell'Idf su Beirut. Hezbollah: "Truppe israeliane respinte a Odaisseh". Due esplosioni vicino ad ambasciata Israele a Copenaghen

Attacco Iran su Israele - (Afp)

Si aggrava la crisi in Medio Oriente dopo l'attacco missilistico dell'Iran su Israele. Lo Stato ebraico lancerà una “significativa rappresaglia” entro pochi giorni, e potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all'interno dell'Iran e altri siti strategici. A riferirlo sono funzionari israeliani citati da Axios. Molti funzionari israeliani - continua la stessa fonte - indicano gli impianti petroliferi iraniani come probabile obiettivo, ma alcuni parlano della possibilità di omicidi mirati o dell'eliminazione dei sistemi di difesa aerea iraniani.

Da parte sua il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, Generale Mohammad Bagheri, ha minacciato di colpire le infrastrutture di Israele, se le forze dello stato ebraico intraprenderanno ulteriori azioni di rappresaglia contro Teheran. Se Israele "vuole continuare a commettere questi crimini o vuole fare qualcosa contro la nostra sovranità e integrità territoriale, l'operazione di questa notte sarà ripetuta più volte e tutte le loro infrastrutture saranno prese di mira", ha dichiarato Bagheri. Ha inoltre descritto il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane - l'unità militare d'élite del Paese - come preparato operativamente a ripetere l'attacco missilistico condotto martedì contro Israele con "aumentata intensità".

Circa 100 case nella città di Hod HaSharon, situata nel centro di Israele, sono state danneggiate dall'attacco missilistico iraniano avvenuto ieri sera. Lo ha riferito Kan News.

Nuovi raid in Libano

Intanto almeno cinque attacchi israeliani hanno colpito la periferia meridionale di Beirut nelle prime ore di oggi. L'esercito israeliano ha emesso numerosi ordini di evacuazione per gli edifici della città, affermando di aver preso di mira i siti di Hezbollah.

Il gruppo sciita annuncia di aver affrontato e quindi respinto le forze israeliane che si stavano infiltrando nella città meridionale libanese di Odaisseh alle prime ore di oggi. Su Telegram - riporta Al Jazeera - Hezbollah ha reso noto che le sue forze "si sono scontrate con i soldati israeliani, hanno inferto perdite e le hanno costrette a ritirarsi".

Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, ha diramato l'ordine agli abitanti di 24 villaggi del Libano meridionale di "evacuare immediatamente le loro case". In un post su X, il portavoce dell'Idf ha affermato che "chiunque si trovi vicino a elementi, installazioni ed equipaggiamenti da combattimento di Hezbollah sta mettendo a rischio la propria vita. Ogni casa usata da Hezbollah per le sue esigenze militari dovrebbe essere colpita".

Allarmi aerei in Israele

Sono stati diramati allarmi di incursione aerea per diverse località nel nord di Israele, con sirene di allarme che hanno suonato in diverse città dell'Alta Galilea. Tra queste - rende noto il Times of Israel - Beit Hillel, Kiryat Shemona e Dafna.

Due esplosioni vicino ad ambasciata Israele a Copenaghen

La polizia danese ha annunciato che sta indagando su due esplosioni che si sono verificate nei pressi della sede dell'ambasciata israeliana a Copenaghen. Non si sono notizie di feriti, ha precisato in una dichiarazione su X. "Nessuno è rimasto ferito e stiamo svolgendo le indagini preliminari sul posto", si legge. "Si indaga - prosegue il messaggio - su una possibile connessione con l'ambasciata israeliana".

Macron condanna attacco Iran

Emmanuel Macron ha "condannato con la massima fermezza i nuovi attacchi dell'Iran contro Israele". E' quanto si legge in un comunicato stampa diramato dall'Eliseo dopo una riunione del Consiglio di Difesa, in cui si annuncia inoltre che la Francia ha "mobilitato" le sue "risorse militari in Medio Oriente per contrastare la minaccia iraniana".

Il Presidente francese ha anche chiesto che "Hezbollah cessi le sue azioni terroristiche contro Israele e la sua popolazione" e ha chiesto alle autorità israeliane di "porre fine alle loro operazioni militari il prima possibile". La Francia - si rende ancora noto - "organizzerà molto presto una conferenza a sostegno del popolo libanese e delle sue istituzioni".

Al Jazeera: oltre 30 persone uccise a Khan Younis

I corpi di oltre 30 persone, tra cui donne e bambini, sono stati recuperati dopo che le forze israeliane si sono ritirate da Khan Younis a seguito di un assalto via terra durato diverse ore. Lo riferisce al Jazeera, citando Saleh al-Hams, responsabile del reparto infermieristico dell'Ospedale europeo, che ha dichiarato che decine di morti e feriti sono stati trasportati nella sua struttura e al Nasser Hospital a partire dalle 3 del mattino.

Alcuni dei feriti sono in condizioni critiche, ha aggiunto. Le forze israeliane hanno effettuato pesanti attacchi aerei mentre le truppe di terra hanno organizzato incursioni in tre quartieri di Khan Younis, la seconda città più grande di Gaza.

Houthi: colpite postazioni militari in Israele con tre razzi Quds 5

Gli Houthi dello Yemen hanno colpito le postazioni militari nel profondo Israele con tre razzi "Quds 5". Lo ha reso noto il portavoce militare del gruppo, Yahya Saree.

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Esteri

Boris Johnson e la rivelazione sulla regina Elisabetta II:...

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L’ex primo ministro britannico infrange il protocollo reale e nel suo libro rivela alcuni dettagli della malattia della sovrana

Boris Johnson e la rivelazione sulla regina Elisabetta II:

L’ex primo ministro britannico Boris Johnson ha infranto in modo controverso il protocollo reale e ha affermato nel suo libro di memorie che la regina Elisabetta II soffriva di cancro alle ossa prima della sua morte, avvenuta nel settembre del 2022.

Nel giorni e negli anni successivi ci sono state feroci speculazioni sulle modalità esatte del decesso e Johnson, nel libro che uscirà nelle librerie il 10 ottobre e che questa settimana è stato pubblicato a puntate sul quotidiano Daily Mail, ha ricordato gli ultimi giorni della sovrana a Balmoral, in Scozia. “Sapevo da almeno un anno che aveva una forma di cancro alle ossa, e i suoi medici erano preoccupati che in qualsiasi momento potesse avere un forte declino”, ha scritto Johnson, che si dimise formalmente solo due giorni prima della decesso.

Il resoconto di Johnson è la prima indicazione pubblica da parte di un ex alto funzionario del governo su quale possa essere stata la causa della morte della Regina. Il certificato riporta la dicitura “vecchiaia”.

Johnson non è il primo premier a ricordare la sua vita, il suo mandato e le interazioni con la defunta Regina in un'autobiografia. Gli ex leader britannici Tony Blair, Gordon Brown e David Cameron lo hanno fatto, ma solo in termini generali e senza lo stesso livello di dettaglio vivido di Johnson.

Buckingham Palace ha la politica di non commentare i libri pubblicati sulla famiglia reale e quindi non ha confermato o smentito le affermazioni di Johnson.

Johnson, che è stato primo ministro tra il 2019 e il 2022, ricorda di essersi recato alla residenza reale di Balmoral per la consueta udienza e le dimissioni. Al suo arrivo, ricorda di essere stato accolto dal segretario privato della Regina, Edward Young, che gli suggerì che la sovrana era notevolmente peggiorata durante l'estate.Ripensando all'ultima volta che i due si sono seduti insieme nel salotto della Regina, Johnson ha detto di aver capito il preannuncio di Young. “Sembrava pallida e più china, e aveva lividi scuri sulle mani e sui polsi, probabilmente dovuti a gocce o iniezioni”, ha scritto.

“Ma la sua mente - come aveva detto anche Edward - era completamente libera dalla malattia, e di tanto in tanto durante la nostra conversazione sfoggiava ancora quel grande sorriso bianco nella sua improvvisa bellezza che sollevava l'umore”.

Johnson ha descritto le udienze settimanali del Primo Ministro con la monarca come “un privilegio”. “Irradiava una tale etica del servizio, della pazienza e della leadership che sentivi davvero che saresti morto per lei, se necessario”, ha proseguito. Questo può sembrare assurdo per alcuni (e del tutto ovvio per molti altri), ma questa lealtà, per quanto possa sembrare primitiva, è ancora al centro del nostro sistema”. “C'è bisogno di una persona gentile e saggia, e al di sopra della politica, per personificare ciò che di buono c'è nel nostro Paese. Lei ha fatto questo lavoro in modo brillante”.

La defunta regina non ha mai condiviso dettagli medici privati con il pubblico. Gli assistenti della casa reale continuano a sostenere che i membri della famiglia hanno lo stesso diritto alla privacy medica di chiunque altro.

Re Carlo III e Kate, Principessa del Galles, sono invece andati controtendenza e sono stati più aperti sulla loro salute. I due hanno condiviso i dettagli delle loro diagnosi di cancro e delle loro guarigioni.

Tuttavia, in entrambi i casi, hanno scelto di non divulgare la forma specifica di cancro contro cui hanno lottato. Quando sono stati interpellati, gli assistenti hanno detto che volevano condividere le loro esperienze per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla malattia.

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Esteri

Medio Oriente, Tajani: “Cresce rischio conflitto...

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Intervento alla Camera del ministro degli Esteri: "Pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire sicurezza connazionali"

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

"Occorre evitare una ulteriore escalation in Medio Oriente. Esortiamo tutti a dar prova di moderazione". A dichiararlo, intervenendo alla Camera dei Deputati, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Il governo italiano lavora per la pace", ha aggiunto il ministro, spiegando che "Libano e Gaza sono strettamente legati. È imprescindibile un cessate il fuoco in Libano, come continua ad esserlo a Gaza. È questo il tema al centro di tutti i colloqui che insieme al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa stiamo avendo in queste ore con i nostri partner".

Per Tajani "l’apertura del fronte libanese e l’intervento diretto dell’Iran hanno inevitabilmente accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala. Ma l’escalation delle ultime ore ci spinge ancora di più a lavorare per la pace e per il dialogo. C’è ancora la possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l’intero Medio Oriente. Facciamo appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali". "Non abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario. Come purtroppo dimostrato ieri sera dall’attacco contro Israele. Riteniamo tuttavia che, ancor più in questo momento, sia importante mantenere un canale di dialogo con l’Iran", ha ancora sottolineato Tajani.

Il titolare della Farnesina ha poi assicurato che "siamo pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali". "La priorità è la tutela dei connazionali in tutta la regione e dei nostri militari in Libano, impegnati nella missione UNIFIL e in quella bilaterale di addestramento MIBIL", ha aggiunto.

"Con il Ministro Crosetto - ha poi reso noto - stiamo seguendo ora per ora la situazione di sicurezza sul terreno, in costante contatto con le nostre Ambasciate a Beirut e a Tel Aviv e con la Rappresentanza italiana presso le Nazioni Unite a New York". "Ho da tempo invitato tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili; stiamo lavorando per venire incontro alle loro richieste attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi voli charter e altre modalità, che stiamo esaminando insieme al Ministero della Difesa".

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Esteri

Iran, Israele e attacco con missili: Teheran e Tel Aviv, i...

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Minacce esplicite, promesse di rappresaglia: chi ha l'ultima parola

Un missile caduto a Hebron

L'Iran attacca Israele con una pioggia di missili, circa 200, in una giornata cruciale per la crisi in Medio Oriente. Lo spettro di una guerra estesa a tutta la regione, già in fiamme per la crisi di Gaza e l'escalation in Libano, si fa più concreto nella serata dell'1 ottobre, scandita dalle azioni e dalle parole.

Alle operazioni militari si accompagnano le dichiarazioni che delineano scenari futuri, tra avvertimenti incrociati e minacce esplicite.

Ad accendere la miccia sono i Pasdaran iraniani, che 'ufficializzano' l'attacco: "In risposta al martirio del martire Ismail Haniyeh, di Sayyed Hasan Nasrallah e del martire Nilforooshan abbiamo colpito il cuore delle terre occupate", affermano i Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran iraniani, secondo quanto riporta l'agenzia iraniana Mehr.

Il riferimento è agli ormai ex leader di Hamas, assassinato a Teheran a luglio, e di Hezbollah e al generale iraniano Abbas Nilforooshan, comandante in Libano della Forza Quds, unità d'élite dei Pasdaran, ucciso a Beirut venerdì scorso come Nasrallah. In caso di ritorsione da parte di Israele, la risposta di Teheran sarà "più schiacciante e rovinosa".

"Proteggeremo i cittadini di Israele, questo attacco avrà conseguenze. Abbiamo piani, agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo", è la prima replica del portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari.

"Il Paese è entrato in stato di guerra e qualsiasi contenuto a favore del nemico e che indebolisca il paese, il governo, l'esercito è considerato tradimento", la mossa successiva di Teheran, attraverso la nota del ministero dell'Intelligence. In una partita a scacchi tra comunicati e post sui social, la posizione di Israele è affidata inizialmente all'onnipresente Hagari: l'aeronautica israeliana "continua ad operare a pieno regime e anche stasera continuerà a colpire con potenza in Medio Oriente, come è avvenuto nell'ultimo anno", dice rivendicando che contro l'attacco iraniano "i sistemi di difesa aerei americano e israeliano hanno operato in modo efficace, c'è stata una stretta cooperazione nel rilevamento e nell'intercettazione" dei missili lanciati dall'Iran.

Si sale di livello, dall'Iran arrivano le parole del presidente Masoud Pezeshkian, che lancia il guanto di sfida a Israele. "E' stata data una risposta decisa alle aggressioni del regime sionista", afferma sul social X dopo l'attacco missilistico contro lo Stato ebraico, il secondo dopo quello del 13 aprile. Poi si rivolge direttamente al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. "Deve capire che l'Iran non è guerrafondaio, ma si opporrà fermamente a qualsiasi minaccia", scandisce Pezeshkian, sottolineando che "questa azione è stata intrapresa in difesa degli interessi e dei cittadini iraniani". E infine un monito a Tel Aviv: "Questo è solo un assaggio delle nostre capacità. Non entrate in ​​un conflitto con l'Iran".

Parallelamente, ecco il messaggio dell'ayatollah Ali Khamenei: le "persone giuste" potrebbero dover fare sacrifici, "ma non saranno sconfitte alla fine della giornata". "Sono loro i vincitori sul campo", dice citando versetti del Corano con cui sembra predire "imminente vittoria divina" dell'Iran.

Gli Stati Uniti prendono posizione con le parole del presidente Joe Biden. "L'attacco iraniano sembra essere stato respinto ed è stato inefficace. Non ci sono dubbi: gli Stati Uniti sostengono pienamente, pienamente Israele", dice, accendendo i riflettori sull'inevitabile risposta israeliana: "Ne stiamo discutendo proprio ora, siamo in costante contatto con il governo israeliano". Ci saranno contatti con il premier Benjamin Netanyahu. Quali conseguenze per l'Iran? "Questo resta da vedere".

Ben più esplicito proprio Netanyahu, che prende la parola nel gabinetto di sicurezza: "LIran ha commesso un grosso errore e pagherà per questo. Rispetteremo la regola che abbiamo fissato: chiunque ci attacchi, noi attaccheremo lui".

In un ping pong ad altissima tensione, nuovo round da Teheran. L'Iran rivendica il successo nell'attacco contro Israele e promette che se ci sarà una reazione l'Iran risponderà "con ancora maggiore forza". "Questa operazione è stata pianificata meticolosamente, eseguita con precisione e ha comportato una progettazione complessa ed è stata un successo completo. I nostri obiettivi erano puramente militari e operativi e avevano legittimità internazionale", dice il ministro della Difesa, il generale Aziz Nasirzadeh. Nel sottolineare che questi attacchi sono "solo la prima ondata" delle operazioni missilistiche iraniane, aggiunge: "Non abbiamo ancora dispiegato la maggior parte delle nostre capacità missilistiche avanzate. Se il regime sionista, o i suoi sostenitori, cercheranno di trascinare la regione in guerra, risponderemo sicuramente con maggiore forza nelle ondate successive".

Più prudente, in un certo senso, la posizione del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Quella contro Israele è stata "un'azione di autodifesa ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite", con la quale - "dopo quasi due mesi di estrema moderazione" - sono stati presi di mira "esclusivamente i siti militari e di sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e Libano". Ora "la nostra azione è conclusa a meno che il regime israeliano non decida ulteriori ritorsioni. In quello scenario, la nostra risposta sarà più forte e più potente. I sostenitori di Israele hanno ora la responsabilità accresciuta di tenere a freno i guerrafondai di Tel Aviv invece di lasciarsi coinvolgere nella loro follia", conclude.

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