Israele sotto attacco, media: “Presto rappresaglia contro Iran”. Scontri con Hezbollah in Libano
Media: "Presto rappresaglia contro Teheran". La replica: "Colpiremo infrastrutture". Raid dell'Idf su Beirut. Scontri con Hezbollah in Libano: "Truppe israeliane respinte a Odaisseh". Due esplosioni vicino ad ambasciata Israele a Copenaghen
Si aggrava la crisi in Medio Oriente dopo l'attacco missilistico dell'Iran su Israele. Lo Stato ebraico lancerà una “significativa rappresaglia” entro pochi giorni, e potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all'interno dell'Iran e altri siti strategici. A riferirlo sono funzionari israeliani citati da Axios. Molti funzionari israeliani - continua la stessa fonte - indicano gli impianti petroliferi iraniani come probabile obiettivo, ma alcuni parlano della possibilità di omicidi mirati o dell'eliminazione dei sistemi di difesa aerea iraniani.
Circa 100 case nella città di Hod HaSharon, situata nel centro di Israele, sono state danneggiate dall'attacco missilistico iraniano avvenuto ieri sera. Lo ha riferito Kan News.
Iran minaccia Israele: "Risposta schiacciante se commette errore"
"Se il regime sionista (così le autorità iraniane definiscono Israele, ndr) commette un errore, riceverà una risposta molto più schiacciante". Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, durante una riunione di governo.
Nel suo intervento, riporta l'agenzia di stampa Irna, Pezeshkian ha elogiato l'operazione di ieri sera e ha accusato il primo ministro "criminale di questo regime", Benjamin Netanyahu, di avere "le mani insanguinate da decine di migliaia di donne e bambini palestinesi oppressi".
Secondo Pezeshkian, a Netanyahu è stato consentito di "minacciare pubblicamente il nostro Paese e gli altri sono rimasti in silenzio di fronte a tale comportamento. È davvero vergognoso - ha aggiunto - che i forum internazionali ed i Paesi occidentali permettano a un criminale di commettere i crimini più atroci e di violare i diritti umani".
Da parte sua il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, Generale Mohammad Bagheri, ha minacciato di colpire le infrastrutture di Israele, se le forze dello stato ebraico intraprenderanno ulteriori azioni di rappresaglia contro Teheran. Se Israele "vuole continuare a commettere questi crimini o vuole fare qualcosa contro la nostra sovranità e integrità territoriale, l'operazione di questa notte sarà ripetuta più volte e tutte le loro infrastrutture saranno prese di mira", ha dichiarato Bagheri. Ha inoltre descritto il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane - l'unità militare d'élite del Paese - come preparato operativamente a ripetere l'attacco missilistico condotto martedì contro Israele con "aumentata intensità".
Khamenei accusa gli Usa
La causa principale dei problemi in Medio Oriente è "la presenza degli Stati Uniti e di numerosi Paesi europei". Lo ha dichiarato la Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, nel suo primo intervento pubblico dopo l'attacco missilistico sferrato ieri sera dalla Repubblica islamica contro Israele. "Nella nostra regione la causa principale dei problemi, che porta a conflitti, guerre, preoccupazioni e ostilità, è la presenza di chi afferma di sostenere la pace e la calma nella regione ovvero l'America e alcuni Paesi europei", ha detto Khamenei durante un incontro a Teheran con esponenti del mondo dell'università. "Se se ne andassero, senza ombra di dubbio, questi conflitti, queste guerre, questi scontri si fermerebbero completamente e i Paesi della regione sarebbero in grado di governarsi da soli e vivere insieme in pace e prosperità", ha aggiunto la Guida Suprema, citata dal sito di Press Tv.
Nuovi raid in Libano
Intanto almeno cinque attacchi israeliani hanno colpito la periferia meridionale di Beirut nelle prime ore di oggi. L'esercito israeliano ha emesso numerosi ordini di evacuazione per gli edifici della città, affermando di aver preso di mira i siti di Hezbollah. "Oltre 150 infrastrutture terroristiche, fra cui quartier generali di Hezbollah, depositi di armi e lanciarazzi sono stati distrutti", ha riferito l'esercito israeliano che ha diffuso delle fotografie che mostrano le truppe in luoghi non specificati, nonché lanciarazzi e altre armi che l'esercito avrebbe trovato nel Libano meridionale.
Il gruppo sciita annuncia di aver affrontato e quindi respinto le forze israeliane che si stavano infiltrando nella città meridionale libanese di Odaisseh alle prime ore di oggi. Su Telegram - riporta Al Jazeera - Hezbollah ha reso noto che le sue forze "si sono scontrate con i soldati israeliani, hanno inferto perdite e le hanno costrette a ritirarsi".
Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, ha diramato l'ordine agli abitanti di 24 villaggi del Libano meridionale di "evacuare immediatamente le loro case". In un post su X, il portavoce dell'Idf ha affermato che "chiunque si trovi vicino a elementi, installazioni ed equipaggiamenti da combattimento di Hezbollah sta mettendo a rischio la propria vita. Ogni casa usata da Hezbollah per le sue esigenze militari dovrebbe essere colpita".
Allarmi aerei in Israele
Sono stati diramati allarmi di incursione aerea per diverse località nel nord di Israele, con sirene di allarme che hanno suonato in diverse città dell'Alta Galilea. Tra queste - rende noto il Times of Israel - Beit Hillel, Kiryat Shemona e Dafna.
Due esplosioni vicino ad ambasciata Israele a Copenaghen
La polizia danese ha annunciato che sta indagando su due esplosioni che si sono verificate nei pressi della sede dell'ambasciata israeliana a Copenaghen. Non si sono notizie di feriti, ha precisato in una dichiarazione su X. "Nessuno è rimasto ferito e stiamo svolgendo le indagini preliminari sul posto", si legge. "Si indaga - prosegue il messaggio - su una possibile connessione con l'ambasciata israeliana".
Macron condanna attacco Iran
Emmanuel Macron ha "condannato con la massima fermezza i nuovi attacchi dell'Iran contro Israele". E' quanto si legge in un comunicato stampa diramato dall'Eliseo dopo una riunione del Consiglio di Difesa, in cui si annuncia inoltre che la Francia ha "mobilitato" le sue "risorse militari in Medio Oriente per contrastare la minaccia iraniana".
Il Presidente francese ha anche chiesto che "Hezbollah cessi le sue azioni terroristiche contro Israele e la sua popolazione" e ha chiesto alle autorità israeliane di "porre fine alle loro operazioni militari il prima possibile". La Francia - si rende ancora noto - "organizzerà molto presto una conferenza a sostegno del popolo libanese e delle sue istituzioni".
Al Jazeera: oltre 30 persone uccise a Khan Younis
I corpi di oltre 30 persone, tra cui donne e bambini, sono stati recuperati dopo che le forze israeliane si sono ritirate da Khan Younis a seguito di un assalto via terra durato diverse ore. Lo riferisce al Jazeera, citando Saleh al-Hams, responsabile del reparto infermieristico dell'Ospedale europeo, che ha dichiarato che decine di morti e feriti sono stati trasportati nella sua struttura e al Nasser Hospital a partire dalle 3 del mattino.
Alcuni dei feriti sono in condizioni critiche, ha aggiunto. Le forze israeliane hanno effettuato pesanti attacchi aerei mentre le truppe di terra hanno organizzato incursioni in tre quartieri di Khan Younis, la seconda città più grande di Gaza.
Houthi: colpite postazioni militari in Israele con tre razzi Quds 5
Gli Houthi dello Yemen hanno colpito le postazioni militari nel profondo Israele con tre razzi "Quds 5". Lo ha reso noto il portavoce militare del gruppo, Yahya Saree.
Esteri
Ucraina sotto attacco, oltre 100 droni lanciati dalla Russia
Kiev: "1.860 militari russi uccisi nell'ultimo giorno di guerra". Onu: "Oltre 12.000 civili uccisi da inizio conflitto"
La Russia ha attaccato l'Ucraina con 113 droni durante la notte. Lo ha reso noto l'aeronautica militare di Kiev, aggiungendo di averne abbattuti 57, mentre altri 56 non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, probabilmente a causa dell'interferenza dei sistemi di guerra elettronica. L'aeronautica militare ha aggiunto che la Russia ha lanciato anche un missile S-400 verso l'Ucraina centrale, ma che non ha causato danni.
La cronaca degli attacchi
Nella notte la Russia ha attaccato la città di Zaporizhzhia, ferendo quattro persone, tra cui un ragazzo di 12 anni. Lo ha riferito il governatore regionale Ivan Fedorov, aggiungendo che il raid ha danneggiato un condominio di 9 piani. Un altro attacco con drone ha colpito un edificio residenziale nella città nordorientale di Kharkiv, ferendo anche qui un dodicenne.
Mentre sempre nella notte le difese aeree russe hanno abbattuto 19 droni nei cieli di quattro regioni russe. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, precisando che "i tentativi del 'regime' di Kiev di condurre attacchi terroristici contro strutture sul suolo russo utilizzando Uav ad ala fissa sono stati sventati. Le forze di difesa aerea in servizio hanno distrutto 19 veicoli aerei senza pilota ucraini, tra cui nove sulla regione di Belgorod, cinque sulla regione di Voronezh, tre sul Mar Nero, uno sulla regione di Kursk e uno sulla regione di Krasnodar".
Otto droni ucraini hanno colpito Kazan, la capitale della repubblica russa del Tatarstan, abbattendosi su un'area industriale e una residenziale. Non ci sono morti né feriti, ha riferito il servizio stampa del capo della repubblica. "In questo momento sono stati registrati otto attacchi. Di questi, uno ha colpito un'impresa industriale, uno il fiume e sei una zona residenziale, non ci sono stati morti o feriti", ha precisato il servizio stampa.
Intanto il governatore ad interim della regione di Kursk, Alexander Khinshtein, sul suo canale Telegram ha riferito che in seguito al massiccio attacco di ieri delle forze armate ucraine a Rylsk, cinque persone sono state uccise e 12 ferite.
"La risposta della Russia all'ultimo crimine ucraino non si farà attendere", ha affermato il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite Vasily Nebenzya, commentando l'attacco missilistico a Rylsk. "La nostra risposta a questo deliberato attacco criminale contro i civili russi arriverà a breve", ha avvertito il diplomatico, denunciando l'attacco come un altro inequivocabile passo del regime di Kiev verso l'escalation.
Kiev: "1.860 militari russi uccisi nell'ultimo giorno di guerra"
Secondo quanto riferito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine, la Russia ha perso 772.280 soldati in Ucraina dall'inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo Stato maggiore ha aggiunto che nella cifra sono incluse le 1.860 vittime subite dalle forze russe nell'ultimo giorno.
Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 9.594 carri armati, 19.841 veicoli corazzati da combattimento, 31.891 veicoli e serbatoi di carburante, 21.252 sistemi di artiglieria, 1.256 sistemi di lancio di razzi multipli, 1.027 sistemi di difesa aerea, 369 aerei, 329 elicotteri, 20.685 droni, 28 imbarcazioni e un sottomarino.
Onu: "Oltre 12.000 civili uccisi da inizio guerra"
Secondo l'Onu sono stati registrati oltre 12.340 decessi di civili in Ucraina da quando la Russia ha iniziato la guerra nel febbraio 2022. Lo ha dichiarato il sottosegretario generale dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo (Unoda) Izumi Nakamitsu, durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di ieri. Il rapporto dell'Onu sulle vittime giunge mentre il presidente russo Vladimir Putin intensifica le minacce contro le città ucraine, tra cui quella del 19 dicembre di colpire Kiev con un missile balistico a medio raggio 'Oreshnik'.
L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha registrato vittime civili in Ucraina dal 24 febbraio 2022 al 30 novembre 2024, ha affermato Nakamitsu. Oltre 12.340 civili sono stati uccisi e più di 27.836 sono rimasti feriti durante questo lasso di tempo. L'Onu ha inoltre rilevato che nel 2024 le bombe aeree e le armi a lungo raggio hanno causato un numero di vittime maggiore rispetto all'anno precedente. Le bombe aeree hanno ucciso 341 civili e ne hanno feriti 1.803 tra il primo gennaio e il 30 novembre, secondo i dati della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Le cifre rappresentano un aumento di tre volte dei decessi e di sei volte dei feriti rispetto al 2023.
Esteri
“Anti-Islam e simpatizzante di Afd”, chi è...
Cosa dicono Wall Street Journal e Der Spiegel
E' un attivista anti-Islam e un simpatizzante di Afd il sospettato saudita dell'attentato di venerdì sera contro un mercatino di Natale a Magdeburgo, in Germania. Lo riporta il Wall Street Journal, secondo cui aveva condiviso contenuti pro-Israele sui social media in seguito agli attacchi del 7 ottobre.
Secondo il quotidiano, l'uomo gestiva un sito web e canali di social media in cui metteva in guardia contro l'Islam e discuteva dei diritti delle donne. Avrebbe inoltre mostrato sostegno al partito tedesco di estrema destra anti-immigrazione Afd.
Già poche ore dopo l'attentato, erano state diffuse alcune informazioni sull'uomo alla guida dell'auto: cittadino saudita di 50 anni, Taleb A., è un medico specializzato in psichiatria che vive e lavora a Bernburg, circa 45 chilometri da Magdeburgo. In base alle news diffuse, è arrivato in Germania dall'Arabia Saudita nel 2006.
L'uomo è noto nella piccola comunità saudita in Germania come un attivista anti-Islam e per i diritti delle donne e spesso postava commenti sul suo sito e suo social in cui denunciava la persecuzione delle donne in Medio Oriente, scrive ancora il quotidiano americano.
Pochi giorni prima dell'attentato, aveva accusato il governo tedesco di promuovere l'islamizzazione del Paese, accusando le autorità di censurarlo e di perseguitarlo per via delle sue opinioni critiche sull'Islam. E aveva avvertito i potenziali rifugiati di evitare la Germania per via della sua 'tolleranza' nei confronti dell'Islam radicale.
Esteri
Attentato a mercatino Natale Magdeburgo, almeno due morti e...
La polizia non ha ancora stabilito se l'attacco possa essere di matrice islamista o legato a problemi psicologici dell'uomo alla guida dell'auto, un medico saudita 50enne che è stato arrestato
Almeno due persone sono morte, tra cui un bambino piccolo, e almeno 60 sono rimaste ferite nell'attentato avvenuto venerdì sera a Magdeburgo, in Germania, dove un uomo si è lanciato con l'auto contro un mercatino di Natale.
Il sospetto, che è stato arrestato, è un medico che vive e lavora a Bernburg, una città a sud di Magdeburgo, ha dichiarato il premier della Sassonia-Anhalt Reiner Haseloff: si ritiene che abbia agito da solo. Tamara Zieschang, ministro degli Interni, ha dichiarato che il sospetto è originario dell'Arabia Saudita, è in Germania dal 2006. L'uomo, che ha circa 50 anni, non era nel mirino delle forze dell'ordine come noto islamista.
Il conducente dell'auto ha guidato per 400 metri tra la folla. Secondo fonti di sicurezza, avrebbe noleggiato il veicolo poco prima dell'attacco condotto con una Bmw alle 19.04.
Il movente
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e altri politici visiteranno oggi il luogo del sanguinoso attacco. La polizia non ha ancora stabilito se l'attacco possa essere di matrice islamista o legato a problemi psicologici del guidatore. "I motivi restano misteriosi", ha scritto il settimanale Der Spiegel.
“Questa è una catastrofe per la città di Magdeburgo, per lo Stato e per la Germania in generale”, ha dichiarato il premier Haseloff. Magdeburgo è una città di circa 237.000 abitanti nello Stato della Sassonia-Anhalt. Si trova a circa 150 chilometri a ovest di Berlino. I medici hanno curato i feriti stesi a terra tra le bancarelle. Sono state allestite anche delle tende dove i feriti sono stati curati. Molte persone sono state trasportate d'urgenza all'ospedale universitario di Magdeburgo, dove un portavoce ha dichiarato che il personale si è rapidamente attrezzato per gestire un evento di massa. L'identità delle due vittime non è stata rivelata.
Oggi alle 19 si terrà una cerimonia commemorativa nella cattedrale di Magdeburgo. Il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser e il cancelliere tedesco Olaf Scholz dovrebbero partecipare. “I miei pensieri sono rivolti alle vittime e alle loro famiglie. Siamo al loro fianco e al fianco della popolazione di Magdeburgo”, ha scritto Scholz su X. “I miei ringraziamenti vanno ai soccorritori impegnati in queste ore di ansia”.
Il ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita ha condannato l'attacco su X, senza menzionare il sospetto. “Il Regno afferma la sua posizione di rifiuto della violenza ed esprime la sua solidarietà e le sue sincere condoglianze alle famiglie delle vittime, al governo e al popolo della Repubblica Federale di Germania, augurando ai feriti una pronta guarigione”, si legge nel comunicato.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono pronti a fornire assistenza mentre proseguono gli sforzi di recupero e le indagini. “La Germania è uno dei nostri partner più stretti e dei nostri alleati più forti e siamo al loro fianco oggi e nelle settimane a venire. Non c'è posto per la violenza nelle nostre società”, ha dichiarato Miller in un comunicato. “Siamo solidali con il popolo tedesco nel piangere la perdita di vite umane”.
Le condoglianze sono arrivate anche da altri leader: il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer, il segretario generale della NatoJens Stoltenberg e il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric hanno espresso il loro shock per gli eventi. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che i suoi “pensieri sono con le vittime” dopo l'attacco “brutale e codardo”, in un post su X. Von der Leyen ha chiesto che si indaghi su questo “atto di violenza” e che sia severamente punito”.
L'attacco del 2016
Le scene caotiche di venerdì hanno ricordato gli eventi che si sono verificati 8 anni fa nella capitale tedesca. Il 19 dicembre 2016, un terrorista islamico utilizzò un camion dirottato per schiantarsi contro un mercatino di Natale nel centro di Berlino. Dodici persone furono uccise e una tredicesima morì nel 2021 a causa delle ferite riportate. Più di 70 persone sono rimaste ferite. L'attentatore è fuggito in Italia, dove è stato ucciso dalla polizia.
Di recente Faeser aveva lanciato ripetuti appelli alla vigilanza quando si visitano i mercatini di Natale, anche se a fine novembre aveva dichiarato che al momento non c'erano prove concrete di una minaccia.