Connect with us

Published

on

Chroming, cos’è la nuova challenge di TikTok che fa rischiare la morte

Inalare sostanze tossiche e condividerlo sui social con i propri follower. “Chroming” è il termine con il quale è stata coniata la nuova challenge di TikTok che mette a rischio la salute dei giovani e che è diventato già un caso medico e di preoccupazione internazionale.

La sfida consiste nell’inalare fumi associati a prodotti e articoli per la casa, dallo smalto ai pennarelli indelebili. Ad esaminarne le dinamiche e le caratteristiche sono stati gli studiosi del Cohen’s Children’s Medical Center, presentato alla conferenza nazionale 2024 dell’American Academy of Pediatrics. Scopriamo cos’è emerso.

La nuova challenge che preoccupa i pediatri

Il mondo dei social ha pregi e difetti. Uno di quest’ultimi è alimentare le fantasie delle persone, anche le più pericolose, e trascinare tanti giovani in un mondo oscuro e ricco di insidie. Sono chiamate “challenge” e si diffondono rapidamente sulle piattaforme, quali TikTok ad esempio, causando spesso rischi e danni anche irreversibili.

Presentato durante la conferenza nazionale 2024 dell’American Academy of Pediatric, uno studio condotto dal Centro pediatrico ‘Cohen’, nel Queens, a New York, ha analizzato un totale di 109 video sul “chroming” che insieme avevano ottenuto più di 25 milioni di visualizzazioni.

Gli scienziati hanno considerato le informazioni relative al genere e all’età del “content creator”, il tipo di elemento utilizzato per la pratica e la frequenza con cui pubblicavano i video.

“L’aspetto più preoccupante – ha affermato Keerthi Krishna, tra gli autori dello studio – riguarda la tipologia di oggetti usati dagli influencer, tutti facilmente accessibili ai ragazzi, il che rende più complicato individuare il comportamento dannoso, incrementando il rischio di un uso ripetuto e dello sviluppo di una dipendenza”.

Chiamato anche ‘huffing’, il chroming produce un breve stato euforico, ma può portare a vertigini, danni cerebrali e persino decesso. Non è una pratica nuova perché è già da tempo, in alcune parti del mondo, questo tipo di pratica è così diffusa da aver creato dei veri e propri quartieri di zombie, coinvolgendo non solo i bambini, ma anche gli adulti. Dall’inalazione del Nayope (mix di sostanze tossiche) in Africa, agli scenari di persone che non si reggono in piedi a Portland negli Stati Uniti, sono diverse le immagini online che circolano su chi ha fatto di questa partica una vera e propria dipendenza. Ma, fino a qualche anno fa, non era ancora diventata una challenge social.

Le vittime

Una delle vittime di questa “challenge” pericolosa è Esra Haynes, una studentessa di 13 anni di Melbourne, Australia. Secondo quanto si apprende dai media locali, Esra è morta il 31 marzo 2023, a causa dell’esposizione a sostanze chimiche durante un pigiama party dopo aver preso parte al trend di TikTok. Si dice che abbia annusato un deodorante spray, che si ritiene sia la causa della sua morte.

Nel settembre 2023, è morta un’altra adolescente, Sarah Mescall, tre giorni dopo essere stata ricoverata al Crumlin Children’s Hospital di Dublino. Pare che sia crollata dopo aver partecipato alla sfida “chroming” e si sia svegliata a un certo punto per raccontare alla madre cosa era successo prima di svenire di nuovo.

E, non ultimo, il 6 marzo 2024 è toccato a un bambino di 11 anni, morto dopo aver presumibilmente inalato qualche sostanza durante una festa in pigiama con gli amici.

L’appello dei pediatri

I pediatri invitano ad avere una maggiore consapevolezza sui pericoli delle challenge. Tra i video analizzati, l’oggetto più comune era il pennarello indelebile, seguito da prodotti antipolvere, smalto per unghie, diluente per vernici, benzina, deodorante spray e lacca per capelli.

Oltre la metà dei filmati faceva riferimento a effetti derivanti da dipendenza o uso ripetuto. Gli autori hanno invitato genitori e pediatri ad essere maggiormente consapevoli dell’esistenza di questa tendenza e dei suoi pericoli, e chiedono ai proprietari dei social media dovrebbero muoversi più attivamente per prevenire la diffusione di contenuti dannosi.

Le altre challenge social

Il fenomeno delle challenge sui social è diventato uno dei principali motivi per i quali esperti, studiosi, pediatri e genitori chiedono alle autorità competenti il divieto di utilizzare le piattaforme prima dei 16/18 anni. Un divieto che, però, non trova riscontro nella realtà, con facili mosse per eludere l’età, sono sempre più piccoli i giovani che entrano a contatto con la realtà del web e con le conseguenze che ciò comporti.

Quella del “Chroming” non è né la prima è l’ultima challenge che si è diffusa online. Tutti ricorderete la Blue Whale, una challenge che consisteva nell’affidare i propri comportamenti ai comandi di un “amministratore” per 50 giorni. In molti casi, l’ultimo gesto richiesto era autolesionistico o addirittura il suicidio.

Un’altra challenge che ha coinvolto i minori ha riguardato la “Sex Roulette” che consisteva nell’avere rapporti sessuali di gruppo con persone portatrici di malattie sessualmente trasmissibili o comunque senza l’uso di alcuna precauzione e chi rimaneva incinta o diventata affetto dalla stessa patologia “perdeva”.

Ma tante altre sono state le challenge che hanno coinvolto i giovani: dal correre sui binari delle metropolitane, all’attraversare quelli dei treni con il mezzo in corsa, al mostrare la propria morte in diretta streaming e così via. Il mondo del web è diventato così sempre più un mondo oscuro che fa leva sulle debolezze e le insicurezze dei più piccoli conferendogli forza e coraggio se inclini a compiere questi gesti. Gesti per i quali pediatri e pedagogisti di tutto il mondo chiedono la fine con il divieto dei social.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

La denatalità traccia il futuro delle pensioni: ecco come...

Published

on

Andare in pensione sarà sempre più difficile, soprattutto per chi vuole lasciare il lavoro prima dei 67 anni. In compenso, il governo sta lavorando a degli incentivi per chi resta al lavoro anche dopo l’età pensionabile.

Le indiscrezioni che arrivano dai lavori della Manovra sono dolorose, ma del tutto preventivate. D’altronde, solo pochi giorni fa l’Istat ha lanciato l’allarme sulle troppe pensioni anticipate in Italia. Così tante che mediamente si va in pensione a 64,2 anni e non a 67. Un gap che il Paese non può permettersi con questa crisi demografica.

Ancor meno fattibile, e già esclusa, l’ipotesi proposta dalla Lega di introdurre Quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. A inizio anno il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon aveva rilanciato questo canale di uscita anticipata dal lavoro, ma non si farà perché il sistema pensionistico è già in grave affanno. Non sarà inserita in Manovra neanche la versione light di Quota 41 che prevede il calcolo contributivo dell’intero assegno, esclusa a causa dei costi troppo elevati.

Stretta sulle pensioni anticipate

Dovrebbero essere prorogati i tre canali di pensionamento già esistenti e in scadenza il 31 dicembre:

Quota 103: 41 anni di contributi e 62 anni d’età;
Opzione Donna: che è stata spostata in avanti con la Manovra 2024 (a 61 anni e non più 60 senza figli; a 60 anni e non più 59 con un figlio; a 59 anni e non più 58 con due o più figli);
Ape Sociale: già rivista aumentando di 5 mesi il requisito anagrafico per l’uscita anticipata, che passa da 63 anni a 63 anni e 5 mesi.

Resteranno in vigore anche le restrizioni introdotte lo scorso anno, come il calcolo contributivo per Quota 103 e il tetto all’importo dell’assegno fino al compimento dei 67 anni.

La decisione di non introdurre nuove forme di pensionamento anticipato riflette la volontà (necessità) del governo di puntare su un prolungamento dell’età lavorativa, cercando di tenere a galla il sistema previdenziale.

Nelle scorse settimane, il ministro Giorgetti ha messo sul tavolo l’ipotesi di prolungare le finestre per l’accesso alla pensione anticipata dagli attuali 3 mesi fino a 6 o 7 mesi per chi intende uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne 41) e indipendentemente dall’età anagrafica.

Le “finestre” sono un periodo di attesa obbligatorio, il tempo che una persona deve aspettare dopo aver maturato i requisiti necessari (in questo caso l’anzianità contributiva) prima di poter effettivamente andare in pensione.

Se la proposta diventasse realtà, l’età effettiva a cui si può andare in pensione verrebbe posticipata a 43 anni e 5 mesi per gli uomini e 42 anni e 5 mesi per le donne.

In questo senso è già intervenuto il ministro Giorgetti con la stretta sulle pensioni anticipate dato che già da quest’anno sono state allungate le finestre per Quota 103 (da 3 a 7 mesi nel caso dei lavoratori del privato e da 6 a 9 per quelli del pubblico). Per il 2025, l’ipotesi del ministro è estendere il prolungamento delle finestre alle pensioni anticipate ordinarie.

Età lavorativa e cambiamenti in arrivo

Il Piano Strutturale di Bilancio (Psb), che il governo invierà a Bruxelles, prevede un possibile innalzamento dell’età pensionabile per i lavoratori pubblici. Attualmente, questi devono andare in pensione a 67 anni, ma potrebbe essere introdotta la possibilità di continuare a lavorare su base volontaria fino a 70 anni. L’ipotesi è già stata rilanciata dal ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che ha aperto. Il provvedimento mira a tamponare la perdita di quasi un milione di dipendenti prevista entro il 2030, a causa di pensionamenti previsti e del blocco del turnover attuato tra il 2010 e il 2020, che ha ridotto l’organico di circa 300.000 unità.

Anche per i lavoratori del settore privato sono allo studio incentivi alla permanenza nel mercato del lavoro, con l’obiettivo di allungare il periodo di contribuzione e ridurre la pressione sulle casse previdenziali.

Perequazione delle pensioni

Una piccola nota positiva potrebbe riguardare la perequazione delle pensioni, ovvero l’adeguamento degli assegni all’inflazione. Attualmente, il sistema prevede una rivalutazione meno generosa per gli assegni superiori a quattro volte il minimo (circa 2.459 euro lordi al mese). Con la manovra del 2023, il governo ha tagliato l’indicizzazione per questi assegni, risparmiando circa 10 miliardi nel triennio e 36 miliardi fino al 2032.

L’attuale meccanismo scadrà il 31 dicembre 2024. Senza interventi, si tornerebbe a un sistema più generoso con rivalutazioni del 100% fino a quattro volte il minimo, del 90% tra quattro e cinque volte, e del 75% per gli importi superiori. Tuttavia, anche se il governo decidesse di migliorare la perequazione, gli aumenti sarebbero minimi, poiché l’inflazione è scesa dall’8% del 2022 all’1,5%.

C’è però il rischio che, se dovessero essere approvate misure che aumentano la spesa, come la maggiorazione delle pensioni minime, il Tesoro potrebbe richiedere di coprire questi costi riducendo proprio la perequazione.

Il nodo delle pensioni anticipate

Uno dei punti centrali del dibattito è il numero elevato di pensionamenti anticipati rispetto all’età legale di 67 anni, la più alta in Europa insieme a quella della Grecia. Il recente rapporto annuale dell’Inps ha lanciato un allarme: le pensioni anticipate assorbono ormai la metà della spesa pensionistica e rischiano di compromettere l’equilibrio finanziario del sistema previdenziale nel medio-lungo periodo.

Nel 2023, l’Istituto di previdenza ha chiesto oltre 10 miliardi di euro di fondi pubblici per pagare gli assegni, e la cifra è destinata ad aumentare nei prossimi anni.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha più volte sottolineato che la combinazione tra il declino demografico e il numero elevato di pensioni anticipate rende urgente una revisione delle politiche previdenziali.

Tutti gli elementi tratti in questo articolo riguardano la Manovra 2025, in attesa di una agognata riforma delle pensioni. Sul punto, Giorgetti è stato laconico: “Con questa denatalità, nessuna riforma delle pensioni terrebbe”.

Previdenza integrativa, torna il silenzio-assenso?

Laddove non arriva il pubblico, deve arrivare il privato.
Per questo, un altro fronte su cui il governo sta lavorando è quello della previdenza integrativa. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha proposto di aprire un nuovo periodo di silenzio-assenso per destinare automaticamente il Tfr ai fondi pensione di categoria. Questo meccanismo, già utilizzato in passato, permetterebbe di far confluire il trattamento di fine rapporto nei fondi pensione se il lavoratore non esprime esplicitamente la propria contrarietà entro sei mesi dall’avvio del periodo.

La previdenza integrativa potrebbe diventare una risorsa importante per chi desidera andare in pensione anticipatamente. Il Psb prevede che l’adesione ai fondi pensione sarà sempre volontaria, ma chi vi aderisce potrebbe utilizzare i contributi accumulati per raggiungere la soglia di pensionamento anticipato a 64 anni, a condizione che l’importo raggiunto sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (circa 1.500 euro al mese).

La diffusione delle pensioni private sarebbe incentivata da una basilare educazione finanziaria, su cui l’Italia ha un gap enorme con gli altri Paesi Ue. In questo senso, serve replicare l’esempio (sostenuto dal Ddl capitali) di alcuni comuni che hanno deciso di introdurre l’educazione finanziaria a scuola. Bisogna attivare diversi canali per evitare che la crisi demografica azzeri le speranze di una generazione senza colpe, ma con tanti debiti.

Continue Reading

Demografica

Baby-sitter: in nero, donne e specializzate, ecco come le...

Published

on

Donna, giovane e specializzata. E spesso in nero. È il profilo della baby-sitter ideale per una famiglia italiana su tre, secondo un’analisi di Nuova Collaborazione (Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico) realizzata dall’istituto di ricerche SWG, che ha indagato le abitudini delle famiglie italiane nella cura dei figli. Lo studio ha coinvolto un campione rappresentativo di 711 famiglie con almeno un figlio nella fascia d’età 0-12 anni.

Dalla ricerca emerge che le baby-sitter sono un po’ l’’ultima spiaggia’ a cui si ricorre per gestire la prole – specialmente fino ai 6 anni d’età – dopo l’aiuto di genitori e nonni. Ma rimangono comunque figure necessarie in una molteplicità di casi e situazioni.

Giovani donne, specializzate ma tenute ‘in nero’: le baby-sitter

Per un compito così delicato, le famiglie si rivolgono a giovani donne (58% tra i 18 e i 34 anni), italiane (95%) e di sesso femminile (93%), anche se c’è una crescente apertura verso figure più anziane e di origine straniera. Inoltre viene sempre più richiesta una certa professionalità oltre a competenze più allargate rispetto alla classica baby-sitter che doveva solo verificare che il bambino non distruggesse se stesso o casa, e andasse a dormire in orario.

Ora sono ricercate anche creatività e primo soccorso, oltre a saper cucinare e svolgere lavori domestici: una tendenza professionalizzante che contrasta con un’altra tendenza, quella a ricorrere alla baby-sitter in modo discontinuo e in nero.

Soltanto il 36% delle baby-sitter, infatti, è assunto con un contratto regolare, anche perché si ‘approfitta’ del fatto che il rapporto di lavoro nasce molto spesso in modo informale e saltuario, per conoscenza diretta o tramite amicizie. Quando però il rapporto si struttura in modo più continuativo, o comporta un numero d’ore rilevante, cosa che capita nel 22% dei casi, la tendenza è a regolarizzare: lo fa il 63% delle famiglie.

Per questo motivo gli italiani apprezzano molto eventuali aiuti da parte dello Stato per affrontare questa spesa: il 59% (tra le persone che attualmente non hanno una babysitter di riferimento) è favorevole ad un eventuale aiuto da parte dello Stato, il 91% a detrazioni totali.

Quanto costa al mese una baby-sitter

Ma quanto costa un aiuto di questo tipo? La spesa media oscilla tra i 250 e i 370 euro al mese in base alla tipologia di collaborazione. Con un contratto regolare, mediamente ogni mese la baby-sitter costa sui 380 euro, scende invece a 368 per chi mantiene rapporti non formalizzati. Dal punto di vista orario, chi non regolarizza tende a pagare circa 50 centesimi in più all’ora, con un compenso in nero pari a circa 10,22 euro che arrivano 9,71 euro per chi decide di contrattualizzare.

“I dati della ricerca realizzata da SWG evidenziano quanto il lavoro delle baby-sitter non venga ancora considerato dalla nostra società, nonostante l’importanza riconosciuta a queste figure per la crescente necessità di conciliare lavoro e vita privata. C’è ancora molta resistenza nel formalizzare i rapporti ma, al tempo stesso, i profili ricercati sono altamente specializzati, a dimostrazione di quanto il lavoro di cura necessiti di formazione mirata – ha dichiarato l’avvocato Filippo Breccia Fratadocchi, vicepresidente di Nuova Collaborazione.

“A questo si aggiunge la mancanza di interventi di welfare strutturati e duraturi in favore delle famiglie. Ecco perché continuiamo a ribadire la necessità di politiche di defiscalizzazione del settore del lavoro domestico che è diventato ormai fondamentale nella gestione e nella cura di tutti i nostri cari”.

Continue Reading

Demografica

“Per essere sicuri che sia una donna deve essere madre”:...

Published

on

Per essere sicuri che una donna sia una donna, deve essere mamma. Per essere sicuri che una donna sia una donna, deve essere mamma. L’equazione, che ricorre ma che è per definizione discutibile, viene ripetuta anche dai microfoni del consiglio comunale della città più cosmopolita e aperta d’Italia: Milano.

Non che non ci sia libertà di esprimere un’opinione come questa anche e soprattutto nelle sedi politiche: infatti Deborah Giovanati, consigliera di Forza Italia eletta con la Lega, coerentemente madre, lunedì 30 settembre nel suo intervento nel Consiglio si è espressa così: “Per essere sicuri che una persona sia una donna deve essere mamma”.

Donne e ‘quote rosa’

Il tema in discussione riguardava il nuovo regolamento della Commissione paesaggio che prevede l’aumento del numero dei componenti da 11 a 15 e l’obbligo del rispetto delle norme sulla parità di genere, secondo le quali il genere con minor rappresentanza – che fatalmente ancora risulta essere quello femminile, ma la norma tutelerebbe anche quello maschile se dovesse trovarsi nella stessa situazione – deve essere presente almeno al 40% dei membri. Nel caso specifico, dunque, un emendamento del Pd voleva portare a 7 su 15 il numero ‘obbligatorio’ dei componenti del genere meno rappresentato.

E qui appunto Giovanati si è lanciata nella questione di come capire ed essere sicuri che una donna sia veramente tale, per “avere la garanzia che quelle sette componenti siano donne”.

La prima domanda che viene da porsi è: e se una persona non ha voluto o ancora peggio non ha potuto essere madre, cosa è? E ancora: non avrebbe diritto a entrare nella Commissione paesaggio (o in qualunque altro posto dove ci siano le quote ‘rosa’) perché non può dimostrare di essere donna?

Non solo, ma il ragionamento potrebbe essere rigirato, e quindi portare a chiedersi come riconoscere che gli otto componenti maschi siano davvero maschi.

Il sindaco Sala: “Affermazione da medioevo”

Il sindaco Beppe Sala ha infatti commentato: “Quindi io che sono un uomo e non ho potuto avere figli – perché io li avrei voluti ma non ho potuto per i miei guai di salute – mi devo sentire meno uomo? Se cominciamo a fare questi ragionamenti, è veramente il peggio che si possa fare. Siamo ancora molto lontani dalla parità”.

E ha definito l’uscita della consigliera “un’affermazione da ritorno al Medioevo”.

“Liberateci dalle categorie maschili e femminili”

Per la precisione, va detto che Giovanati ha poi specificato che per lei sono donne anche quelle che non sono madri, ma senza chiarire come questo si concili con la sua richiesta che le sette componenti della Commissione paesaggio abbiano partorito dei figli a garanzia che siano donne.

Il punto di partenza della richiesta di Giovanati è, e lo ha spiegato durante il suo intervento tra la perplessità generale e alcune proteste, che “ci sono persone a sinistra che la domanda su cosa sia una donna la stanno ponendo come dubbio intellettuale, culturale, in ogni ambito”.

“Spesse volte – ha continuato – ponete il dubbio di cosa sia una donna e dato che questa maggioranza è sostenuta culturalmente da persone che dicono che la distinzione tra i sessi non esiste più, voi state facendo un’operazione antiquata: state dicendo ‘vogliamo sette donne’, ma cosa sono le donne e cosa gli uomini? Non esistono più, possiamo essere un giorno una cosa e un giorno un’altra, lasciateci la libertà di essere quello che vogliamo, siamo fluidi, liberateci dalle categorie maschili e femminili”.

Insomma la sua richiesta sarebbe una provocazione, come ha commentato sul social X in risposta alle proteste e alle critiche confermando allo stesso tempo il suo pensiero: “La mia voleva essere una provocazione alla loro teoria del neutro e della fluidità. Loro non riconoscono la distinzione tra uomini e donne. Sicuramente una mamma è una donna. E li fioccano gli insulti da parte della sinistra”.

E in un secondo post: “Sicuramente una mamma è una donna. E che sono donne anche chi non è mamma. Si agitano tutti così tanto perché forse a sinistra non possono più dire che solo le donne possono essere mamme? Oppure perché uso il termine mamma? W le donne!”

Continue Reading

Ultime notizie

Esteri53 minuti ago

Iran-Israele, G7: “Soluzione diplomatica ancora...

"Conflitto più ampio non è interesse di nessuno" Colloquio d'urgenza dei leader del G7 oggi, 2 ottobre, a seguito dell'aggravarsi...

Esteri56 minuti ago

Attacco Iran, Massolo: “Netanyahu cavalca onda, verso...

Israele reagirà, valutando i rischi tanto quanto ha fatto l'Iran, perché nessuno dei due ha interesse alla guerra totale, ma...

Lavoro1 ora ago

Curcio: “Da ingegneria italiana aiuto per messa in...

"Il sistema di Protezione Civile nasce per mettere insieme approcci, formazioni e attività molto diverse, in questo è importante l'apporto...

Salute e Benessere1 ora ago

Vaccini, Signorelli (Nitag): “Equità di offerta anche...

"Rischiamo di avere Regioni più sensibili al tema e altre che invece rimangono indietro" "Auspico che ci sia un'equità di...

Lavoro1 ora ago

Violo (geologi): “Energia e sostenibilità sfide da...

"Siamo in presenza di molte svolte, da quella energetica a quella della sostenibilità ambientale che, con i cambiamenti climatici, sono...

Salute e Benessere2 ore ago

Vaccini, Conversano (HappyAgeing): “Introdurre...

"All'interno del Calendario vaccinale in modo tale da essere equi nei confronti di tutta la popolazione over 65" "Il Comitato...

Salute e Benessere2 ore ago

In Italia 38% anziani sedentari, da HappyAgeing Libro...

Presentato in occasione degli Stati generali dell'invecchiamento attivo In Italia quasi il 40% degli ultra 65enni raggiunge i livelli di...

Salute e Benessere2 ore ago

Vaccini, da HappyAgeing impegno a ridurre differenze...

L'immunizzazione degli over 65 al centro degli Stati generali dell'invecchiamento attivo Rendere più forte ed efficace il dialogo tra istituzioni...

Immediapress2 ore ago

Europa League – Lazio favorita, e imbattuta, contro il...

Roma, 02 ottobre 2024 – Seconda giornata di Europa League con la Lazio che punta a bissare il successo della...

Demografica2 ore ago

La denatalità traccia il futuro delle pensioni: ecco come...

Andare in pensione sarà sempre più difficile, soprattutto per chi vuole lasciare il lavoro prima dei 67 anni. In compenso,...

Esteri2 ore ago

Ucraina e Gaza, perché i due conflitti durano così a lungo?...

Novecentocinquanta giorni di conflitto in Ucraina, il 7 ottobre sarà un anno dall’attacco terroristico di Hamas che ha portato alla...

Esteri2 ore ago

Israele, guerra da più di 100 miliardi di dollari mette in...

Tra costi diretti per i sistemi di difesa, le spese militari e il prezzo pagato in tutti i settori dalle...

Ultima ora3 ore ago

Siemens lancia in Italia portfolio di quadri elettrici...

"Eliminare dal mercato dell’energia elettrica i gas fluorurati, nocivi per l’atmosfera, promuovendo innovazione tecnologica ed efficienza energetica, consolidando il proprio...

Ultima ora3 ore ago

Siemens-Unareti, insieme per una distribuzione elettrica...

La sperimentazione consentirà di portare l’elettricità in una zona di Milano utilizzando la tecnologia 'Clean Air', che impiega gas di...

Ultima ora3 ore ago

Covid, stalker di Bassetti condannato a 10 mesi e 1000 euro...

La condanna patteggiata da un 37enne ligure che aveva contattato incessantemente l'infettivologo del San Martino di Genova dopo che il...

Immediapress3 ore ago

Casinò online: a settembre spesa a +22,4%. Quasi un terzo...

2 ottobre 2024. Semaforo verde a settembre per il mercato dei casinò online. Nel nono mese del 2024 la spesa...

Salute e Benessere3 ore ago

Ematologo Cavo: “In Italia 6mila diagnosi di mieloma...

'Sopravvivenza è significativamente aumentata grazie a nuove classi di farmaci biologici' "Il mieloma multiplo è un tumore del midollo osseo,...

Salute e Benessere3 ore ago

Tumori, Muscaritoli (Sapienza): “Dimagrimento...

"Perdita di peso e massa muscolare non è un fenomeno normale ma molto frequente ed è legato alla malattia e...

Ultima ora3 ore ago

Roma, sottrae alimenti destinati a mensa detenuti:...

Il giudice ha convalidato l'arresto e disposto obbligo di dimora e sospensione dal servizio Un agente della polizia penitenziaria è...

Salute e Benessere3 ore ago

Salute, Consoli (Eudf Italia): “4 mln con diabete ma...

"Malattia è emergenza sanitaria, al Parlamento europeo chiediamo politiche per garantire equità e omogeneità di trattamenti" "Oggi sono circa 4...