Dengue Fano, oltre 100 casi e 50% ricoverati: riunione ministero Salute-Regione Marche
Un solo contagiato ha presentato shock ipovolemico. Disposta sorveglianza attiva degli asintomatici e disinfestazioni su larga scala
Sono oltre 100 i casi confermati di Dengue a Fano e per la metà delle persone colpite c'è stato il ricovero in ospedale. E' quanto apprende l'Adnkronos Salute dopo la riunione tra gli esperti del ministero della Salute, la Regione Marche, il Centro nazionale sangue, il Centro nazionale Trapianti, il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, il Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali (Cesme).
La Regione Marche "riporta che al 30 settembre 2024 stati registrati 102 casi confermati e 10 probabili. Viene riferito un aumento dei casi negli ultimi 7 giorni dovuto all’aumento delle conferme diagnostiche ma senza un reale aumento dell’incidenza dei casi, che, dopo due picchi registrati il 6 e il 14 settembre, risulterebbe in diminuzione (ultimo caso con esordio sintomi il 25 settembre. E viene riferito un aumento complessivamente sotto controllo". Viene riferito che "l’area con i casi positivi non sembra si stia estendendo, ma che resti sempre confinata all’area di Fano".
Viene riferito dalla Regione Marche, "che tutti i casi presentano quale luogo di esposizione Fano, compresi alcuni pazienti non residenti ma che presentano comunque un link robusto con Fano". I casi sono stati tutti visti "dal pronto soccorso di Fano, gli altri pronto soccorso sono stati allertati mediante nota regionale al fine di intercettare possibili ulteriori casi (quelli risultati negativi sono attualmente in numero maggiore rispetto alle prime settimane di settembre)".
Disposte nuove disinfestazioni su larga scala
Riguardo alle attività di disinfestazione, viene riportato che, "oltre a quelle già condotte, è stata indicata al Comune la necessità di nuove disinfestazioni su larga scala" ma dalla riunione sono emerse "criticità" che devono ancora essere ben identificate. Ad esempio, "i trattamenti larvicidi in caditoie di aree pubbliche non sono stati simultanei in tutta l’area urbana ma sono stati condotti in modalità spot in base all’insorgenza di nuovi casi". Inoltre tra le criticità emerse risulterebbe la "valutazione dell’efficacia delle disinfestazioni, a volte condotte in condizioni ambientali non ottimali per la conformazione del territorio e per le condizioni meteorologiche".
Ricoveri a scopo cautelativo
Riguardo le condizioni cliniche dei casi di Dengue "la metà ha necessitato ricovero ospedaliero in reparti di Malattie infettive, Medicina, Pediatria, Geriatria e Neurologia ma per lo più a scopo precauzionale. Un solo caso ha presentato shock ipovolemico in fase di defervescenza. Un caso pediatrico risulta in buone condizioni".
"Serve sorveglianza attiva degli asintomatici"
Riguardo alla ricerca attiva dei casi, si riferisce che "è stata limitata ai soggetti sintomatici identificati sul territorio (medici di famiglia e pediatri di libera scelta) e che non sono stati indagati attivamente possibili casi asintomatici, come ad esempio i parenti dei casi confermati".
Ma per contrastare il focolaio di Fano, serve "la sorveglianza attiva dei casi asintomatici" come i conviventi dei casi confermati, "al fine di comprenderne l’eventuale ruolo nel mantenimento del ciclo di trasmissione" e "viene raccomandata l’offerta gratuita dei test".
Salute e Benessere
Vaccini, Signorelli (Nitag): “Equità di offerta anche...
"Rischiamo di avere Regioni più sensibili al tema e altre che invece rimangono indietro"
"Auspico che ci sia un'equità di offerta delle vaccinazioni perché rischiamo di avere, e in parte sta già succedendo, Regioni più sensibili al tema, con più risorse tecniche ed economiche, che fanno proposte innovative, e altre Regioni che invece rimangono indietro". E' un riferimento al caso del vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) quello che ha fatto Carlo Signorelli, presidente di Nitag - National immunization technical advisory group, in occasione della nona edizione di Long-Term Care, a margine degli Stati generali dell'invecchiamento attivo, in corso a Roma.
"In questo momento - spiega - è vigente il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023/2025 che prevederebbe la possibilità di aggiornare il calendario delle vaccinazioni". Attualmente, ricorda l'esperto, "le vaccinazioni offerte sono rappresentate dal vaccino antinfluenzale, il vaccino anti-pneumococco, il vaccino anti-Zoster e il richiamo Covid nelle categorie interessate che sono in larga parte gli anziani e i soggetti fragili. L'aggiornamento è possibile naturalmente. Ogni vaccino che entra nel calendario diventa un livello essenziale nel sistema nazionale. Quindi la parte tecnica può esprimere delle proposte, ma poi è necessario il vaglio del ministero dell'Economia e delle Finanze, che valuta ogni intervento che determini una nuova spesa, discorso che vale anche per la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale. In realtà è uno dei vaccini di cui si discute molto, ma che ancora al momento è fuori dal calendario. Quindi lo potrebbero teoricamente somministrare solo le Regioni che hanno disponibilità economiche aggiuntive". "Alcune Regioni, dopo essersi attivate per la vaccinazione dei bambini, ci stanno pensando, soprattutto per gli anziani e i fragili", conclude Signorelli.
Salute e Benessere
Vaccini, Conversano (HappyAgeing): “Introdurre...
"All'interno del Calendario vaccinale in modo tale da essere equi nei confronti di tutta la popolazione over 65"
"Il Comitato interregionale della prevenzione delle Regioni sta cercando di spingere il ministero della Salute a far introdurre la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) nel Calendario vaccinale, in modo tale da essere equi nei confronti di tutta la popolazione anziana". Lo ha detto Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico scientifico di HappyAgeing, a margine degli Stati generali dell'invecchiamento attivo, organizzati a Roma da HappyAgeing.
Rsv "è un virus che colpisce soprattutto il neonato e gli anziani, la cosiddetta curva a U epidemiologica, quindi appena si nasce e quando diventiamo anziani - spiega Conversano - E' un virus molto pericoloso perché dà delle bronchioliti e le bronchiti, patologie respiratorie molto importanti che spesso portano in rianimazione o addirittura a molti decessi". In relazione al vaccino contro Rsv disponibile di recente, l'esperto spiega che si tratta di "un vaccino che non è compreso nel Calendario vaccinale, quindi non è un livello essenziale di assistenza. Per cui c'è il dubbio che lo possano implementare solo le Regioni non in piano di rientro con fondi di bilancio, e non le Regioni che sono in piano di rientro. Questo naturalmente provocherebbe una iniquità".
E ancora: "Le Regioni stanno lavorando in diversi sensi: alcune hanno introdotto la vaccinazione con legge regionale - fa notare Conversano - altre hanno fatto un piano previsto dai Lea in caso di emergenze infettive. Quindi una situazione molto delicata e variegata tra regione e regione. Tutto questo ci preoccupa non poco, perché la stagione invernale sta per arrivare e il virus non aspetta le leggi regionali o l'implementazione del piano". Il pericolo è che alla fine "in qualche regione gli anziani potrebbero essere protetti e in qualche altra no" avverte l'esperto. "Noi che siamo al di là della modifica del Titolo V della Costituzione - conclude - vorremmo pari opportunità per gli anziani dalle Alpi sino a Lampedusa".
Salute e Benessere
In Italia 38% anziani sedentari, da HappyAgeing Libro...
Presentato in occasione degli Stati generali dell'invecchiamento attivo
In Italia quasi il 40% degli ultra 65enni raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall'Oms, il 22% è definibile come 'parzialmente attivo', mentre il 38% risulta completamente sedentario. La quota di sedentari non sembra solo legata all'età e al genere (è maggiore tra le donne), ma anche alle difficoltà economiche, a un basso livello di istruzione o al vivere da soli. Solo il 27% degli over 65, infine, ha ricevuto da parte di un medico o di altro operatore il consiglio di fare attività fisica. Sono alcuni dei dati di Passi d'argento (Epicentro, 2024), riportati nel Libro bianco sull'attività fisica per l'invecchiamento attivo presentato agli Stati generali dell'invecchiamento attivo in corso a Roma. Il documento è stato realizzato da HappyAgeing - Alleanza italiana per l'invecchiamento attivo, che ha tagliato il traguardo dei 10 anni di attività, celebrati oggi in occasione della Festa dei nonni.
"La sedentarietà e l'inattività fisica hanno effetti negativi sulla salute con ripercussioni sui sistemi sanitari, sull'ambiente, sullo sviluppo economico, sul benessere della comunità e degli individui e sulla qualità della vita - dichiara Maurizio Massucci della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer) e tra gli autori del Libro bianco - Per questo motivo, HappyAgeing ha elaborato una serie di proposte per migliorare la diffusione dell'attività fisica tra gli anziani. Le proposte sono il frutto di esperienze sul campo e di sperimentazioni innovative condotte nell'ambito dell'attività fisica in diverse regioni italiane, con il risultato di migliorare i criteri di accesso, la gestione, l'organizzazione generale, il monitoraggio dei percorsi di attività fisica e la soddisfazione degli utenti".
Gli esperti intervenuti all'evento lo hanno ribadito più volte: "La promozione dell'attività fisica passa per efficaci campagne di comunicazione e programmi di formazione e informazione della popolazione", che coinvolgano non solo gli anziani, ma anche le famiglie, i medici di medicina generale, le farmacie e gli specialisti. Si indica, inoltre, come necessario che gli enti locali, capaci di raggiungere in modo capillare i cittadini, si attivino con l'organizzazione di eventi, festival e giornate dedicate, anche con programmi intergenerazionali che possano rafforzare i legami familiari e comunitari.
Secondo HappyAgeing, sarebbe necessario definire politiche di agevolazioni fiscali per le aziende che vogliono investire in centri sportivi in cui si pratica attività fisica rivolta agli anziani e, per questi ultimi, prevedere incentivi fiscali per favorire l'iscrizione a programmi o centri sportivi. "Forme di acquisto agevolato - riporta una nota - dovrebbero essere previste anche per i dispositivi tecnologici di rilevamento dei parametri dell'attività fisica, così da favorirne la diffusione tra gli anziani. I Dipartimenti di Prevenzione e Riabilitazione delle aziende sanitarie, in collaborazione con le Direzioni regionali Salute, insieme ai Comuni e agli Ambiti sociosanitari - anche tramite le Federsanità Anci ed Anci regionali - e le università, dovrebbero svolgere un ruolo di garanzia e coordinamento delle iniziative per l'attivazione e frequentazione dei percorsi di attività fisica, così da garantirne la qualità".
"Le soluzioni proposte - conclude Massucci - prevedono un coinvolgimento multi-livello tra società civile, singoli cittadini, istituzioni governative, regionali e locali e aziende private. Garantire una buona qualità di vita delle fasce anziane della popolazione, infatti, è un investimento per il benessere di tutta la società".