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Orfeo nuovo direttore di Repubblica al posto di Molinari, lascia anche Elkann

La presidenza di Gedi verrà assunta da Maurizio Scanavino

Mario Orfeo (Fotogramma/Ipa)

Mario Orfeo è il nuovo direttore di 'Repubblica'. A quanto apprende l'Adnkronos, Orfeo lascia l'incarico di direttore di Rai3 per succedere, a partire da lunedì prossimo, a Maurizio Molinari, che lascia dunque la direzione del quotidiano di cui rimarrà editorialista e collaboratore. Contestualmente, John Elkann lascerà la presidenza di Gedi che verrà assunta da Maurizio Scanavino, mentre Gabriele Comuzzo diventerà amministratore delegato.

Dagospia anticipa cambio direzione Repubblica

Dopo che Dagospia ha anticipato la notizia del cambio di direttore di Repubblica, è stato uno dei fiduciari di redazione in una chat di servizio a diffondere la notizia del cambio di direzione.

"Cari, siamo in riunione con il Cdr - si legge nel testo del messaggio, inviato in chat a tutti i colleghi, che l'Adnkronos ha potuto visionare - Visto che Dagospia ha già dato la notizia: Elkann lascia la presidenza di Gedi che viene assunta da Scanavino, amministratore delegato diventa Gabriele Comuzzo (ex vice di Scanavino), da lunedì Molinari lascia la direzione di Repubblica e la direzione editoriale del gruppo Gedi e al suo posto come direttore di Repubblica arriva Mario Orfeo. Molinari diventa editorialista e collaboratore di Repubblica".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Manovra 2024, Giorgetti: “Serve il contributo di...

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Il ministro fa riferimento alla prospettiva di "tassare utili determinati in modo corretto". No a nuove tasse per gli individui

Giancarlo Giorgetti

Si chiederà "uno sforzo alle imprese più grandi" di alcuni settori, non ci saranno nuove tasse per gli individui. E' uno dei cardini della Manovra 2024-2025, come si apprende al termine della giornata di oggi, 3 ottobre, caratterizzata da alcune dichiarazioni del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.

Nella definizione della prossima manovra economica, "la linea guida sarà l’articolo 53 della Costituzione" che sancisce come tutti siano tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Questo, a quanto si apprende, significa che "per quanto riguarda le entrate significa che si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l'utile ha beneficiato in qualche modo di condizioni favorevoli esterne affinché contribuiscano con modalità sulle quali è in corso un confronto".

Non è allo studio, si chiarisce, "nessuna nuova tassazione per gli individui mentre le aziende più piccole sono già interessate al Concordato biennale preventivo". "Altre eventuali interpretazioni delle parole del ministro Giorgetti sono da considerarsi forzature" spiegano le fonti.

Cosa ha detto Giorgetti

"Ci sarà una chiamata alla contribuzione - ragionata e razionale - per tutti, non solo per le banche" ma anche per altri settori che hanno beneficiato della congiuntura come la difesa, ha detto il ministro dell'Economia intervistato in occasione dell'evento Future of Finance Italy Economic Outlook di Bloomberg.

"Le aziende non fanno beneficenza e i contributi volontari non esistono" ma "esiste la stella polare che è l'articolo 53 della Costituzione" in base al quale "tutti sono chiamati a contribuire per le loro possibilità alle necessità della nazione", ha affermato, visto che l'Italia è impegnata in un "percorso particolarmente esigente di rientro" riportando il deficit sotto il 3% nel 2026, mentre la Francia conseguirà questo obiettivo nel 2029.

Si tratterebbe di "tassare utili determinati in modo corretto", ha spiegato, osservando che "chi lavora su base transfrontaliera fare determinati passi, chi come le categorie che aderiscono al ravvedimento operano dovranno accettare l'idea che devono dichiarare di più: ci rivolgiamo a tutti". Ma, ha precisato "non si tratta di replicare la narrativa degli extra profitti bancari", dicendosi "convinto che alla fine troveremo una soluzione equilibrata".

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Esteri

Non solo Unifil: tutte le missioni con militari italiani in...

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Carabinieri per addestramento a Gerico, anche Israele e palestinesi d'accordo con Usa

Un militare italiano

In questi giorni si parla spesso della missione Unifil, che nell'acronimo ha "interim", provvisorio, ma che dura dal 1978, e che è stata creata da una risoluzione Onu per creare un 'cuscinetto' nella cosiddetta Blue Line, tra Libano del sud, Israele e un pezzetto di Siria. Un mandato rinnovato più volte, una forza di interposizione che non può mettersi a combattere. Dal 2 agosto 2024, l'Italia in questa missione è rappresentata dalla Brigata Sassari, guidata dal generale Stefano Messina. Si tratta di 1.256 militari italiani su circa 10mila caschi blu da 40 paesi, con il nostro che è il contingente più numeroso dopo l'Indonesia. Ma la nostra presenza nell’area è più ampia.

Addestramento della polizia palestinese

 C'è la missione multi-nazionale di addestramento della polizia palestinese, uno sforzo a trazione europea ma con il sostegno di Stati Uniti, Israele e Autorità palestinese. Ha la sua base a Gerico, in Cisgiordania, una delle città più antiche del mondo. Un anno fa, all’indomani degli attentati del 7 ottobre, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ritirato il contingente di 22 carabinieri che era impegnato nella missione.

Ora, il generale Michael Fenzel, coordinatore per la sicurezza dell'ambasciata americana in Israele, vorrebbe revitalizzare questa forza tanto da aver chiesto 200 carabinieri all'Italia, come confermato ieri in audizione dal ministro Crosetto. Nel frattempo, a quanto risulta all'Adnkronos, a Gerusalemme sono arrivati degli ufficiali dell’Arma che stanno discutendo la possibilità di un comando italiano anche di questa missione, cosa che aumenterebbe ancora di più il nostro 'standing' nella regione. Israeliani e palestinesi, sempre a quanto risulta, sono favorevoli a questo progetto.

Mibil - Addestramento dell’esercito regolare libanese

L'Italia è impegnata anche nella "Mibil", Missione militare bilaterale italiana in Libano, nell'ambito dell’International support group for Lebanon (Isg), anche questo voluto dall’Onu. In particolare, le nostre forze armate si occupano di addestrare il personale dell’esercito regolare libanese (Laf).

Fonti dell’Adnkronos spiegano che fino al 7 ottobre c'erano una sessantina di ufficiali e sottufficiali italiani, ora il numero è sceso a 15-20, ma sia Israele che Libano hanno chiesto al nostro governo di non interromperla: l'idea è che un giorno le milizie di Hezbollah, che è diventata uno Stato (o un cancro, a seconda dei punti di vista) nello Stato, dovranno lasciare il controllo del territorio alle forze regolari. Il Comitato Tecnico Militare, composto da 8 nazioni (Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti), oltre a occuparsi dell’addestramento dell’esercito libanese, si impegna anche a sostenere la popolazione locale, "elemento chiave per favorire una rinnovata fiducia nell’operato delle Laf", si legge sul sito del ministero della Difesa.

Multinational Force & Observers (Mfo)

Altra missione storica, nata negli stessi anni di Unifil, è quella terrestre e navale istituita dopo gli accordi di Camp David del 1978, per il mantenimento della pace tra Egitto e Israele. Dislocata nel Sinai e nel Mar Rosso, controlla la fascia di confine tra i due paesi e dal Mediterraneo a Sharm el Sheik. L'Italia partecipa con un contingente denominato anche Coastal Patrol Unit (Cpu), cui è stato affidato il compito di verificare la libertà di navigazione nello Stretto di Tiran, che unisce il Golfo di Aqaba al Mar Rosso, e le zone contigue allo stretto.

Tale compito viene assicurato con tre pattugliatori costieri classe Esploratore della Marina Militare. Hanno un equipaggio di 14 effettivi, di cui 2 ufficiali e 12 sottufficiali, sottocapi e comuni. Queste navi sono state impiegate sin dalla loro entrata in servizio in questa missione e hanno preso il posto di vecchie dragamine che venivano usate come pattugliatori.

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Ultima ora

Roma, rubata auto Squadra mobile a Monteverde

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Il furto domenica mattina all'altezza del civico 106 di via Gianicolense

Una Fiat Grande Punto (Fotogramma)

A quanto apprende l'Adnkronos, una macchina della Squadra Mobile della Questura di Roma è stata rubata domenica mattina nel quartiere Monteverde, a pochi passi da Trastevere. E' successo all'altezza del civico 106 di via Gianicolense. Nella circolare interna diffusa dallo stesso ufficio l'indomani, si legge che il furto dell'auto di servizio Fiat Grande Punto di colore bianco è avvenuto alle 10.20 circa. All'interno del mezzo, dove è installata la radio di servizio, erano presenti oltre agli effetti personali dei due agenti di pattuglia anche il dispositivo di segnalazione. (di Silvia Mancinelli)

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