Biologia ambientale a Roma Tor Vergata, si arricchisce l’offerta didattica dell’ Università
Tematiche ambientali e biodiversità, conservazione della biodiversità e gestione sostenibile delle risorse naturali: il nuovo corso nascente di laurea magistrale, il quarto dell’offerta didattica di area, amplia l’offerta didattica del dipartimento di Biologia (http://bio.uniroma2.it/ ) ed è pensato per chi ha a cuore le tematiche ambientali e la biodiversità, con un focus sulla conservazione e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
Poche settimane al via del nuovo corso di laurea magistrale in Biologia ambientale (https://scienze.uniroma2.it/2022/biologia-ambientale-lm-6/) all’Università di Roma Tor Vergata, approvato per l’anno accademico 2024-2025, dal ministero della Ricerca e dell’Università. Tematiche ambientali e biodiversità, conservazione della biodiversità e gestione sostenibile delle risorse naturali: il nuovo corso nascente di laurea magistrale, il quarto dell’offerta didattica di area, amplia l’offerta didattica del dipartimento di Biologia (http://bio.uniroma2.it/ ) ed è pensato per chi ha a cuore le tematiche ambientali e la biodiversità, con un focus sulla conservazione e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
Sono in tutto tre i percorsi formativi presenti: Evoluzione, Biodiversità e Conservazione, Ecologia. Gli studenti avranno la possibilità di scegliere liberamente gli insegnamenti più adatti ai loro interessi, costruendo un percorso personalizzato che rispecchi le proprie passioni. L’obiettivo è formare biologi ambientali in grado di specializzarsi come ecologi, botanici, zoologi o antropologi fisici, figure professionali sempre più richieste sia nel pubblico che nel privato, con opportunità in ambiti come la ricerca, il management, l’impresa, le amministrazioni pubbliche e l’insegnamento. “Questo corso è il frutto di una forte interazione con soggetti pubblici e privati del mondo della ricerca e dei servizi, che hanno partecipato all’individuazione di temi ambientali attuali di interesse cruciale, con una chiara ricaduta sul mondo del lavoro – chiarisce Antonella Canini, direttrice del dipartimento di Biologia – al tempo stesso abbiamo anche accolto le necessità di studenti e studentesse, incrementando le iniziative sul campo con escursioni che permettano agli studenti di prendere consapevolezza dei vari habitat. Ne è scaturito un corso di studio con una ricchissima offerta didattica nuova e moderna nella quale la teoria va di pari passo con la pratica”.
Nella consapevolezza di un mondo sempre più popolato e con risorse naturali non infinite, nei due anni di corso saranno trattati temi importanti quali la descrizione della biodiversità, il suo monitoraggio e conservazione anche in relazione alle sorgenti di impatto, inclusa la qualità ambientale e gli associati rischi per la salute umana. Secondo una visione di scienza applicata, la nuova laurea magistrale in Biologia Ambientale guarda alle produzioni sostenibili, l’economia circolare, il diritto ambientale e la gestione sostenibile delle risorse e degli ecosistemi d’acqua dolce e marini. L’intero corso è ospitato presso le strutture del laboratorio di Ecologia Sperimentale e Acquacoltura, l’Orto Botanico, il Centro di Antropologia molecolare per lo studio del Dna antico, dove studenti e studentesse seguiranno le lezioni e potranno svolgere l’attività sperimentale di tesi. Il corso di laurea magistrale in Biologia ambientale sarà presentato il 15 ottobre, alle ore 10, presso il laboratorio di Ecologia Sperimentale e Acquacoltura, in via Cracovia, 1 a Roma. Le lezioni avranno inizio il 4 novembre.
Cronaca
Passione tartufi, i funghi più pregiati che fanno bene alla...
Il medico-nutrizionista Minelli: "Sono poco calorici e ricchi di sostanze nutritive essenziali. Ideali nelle diete, anche vegetariane e vegane come fonte proteica". Ma in alcuni casi sono controindicati
Comincia la stagione dei tartufi, "dall'inconfondibile aroma e sapore intenso, apprezzati in cucina non solo per questioni di gusto, ma anche per le loro proprietà nutrizionali. Sono un alimento a basso contenuto calorico (circa 30-50 kcal) e ricco di sostanze nutritive essenziali". Parola di Mauro Minelli, medico esperto di immunologia della nutrizione e docente dell'Università Lum (Libera università Mediterranea), che ricorda come i tartufi siano "funghi simbionti che vivono sottoterra - e per questo definiti ‘ipogei’ - appartenenti alla classe degli Ascomiceti, caratterizzati dalla capacità di raccogliere le spore, ossia i piccoli organi riproduttivi, in un sacco denominato asco. Si formano nel terreno ad una profondità di 10-15 cm, in prossimità delle radici della pianta a cui sono legati in un rapporto di simbiosi mutualistica".
Chi li ama, dovrà pazientare ancora un po'. In generale, spiega Minelli all'Adnkronos Salute, "i primi tartufi della stagione, soprattutto nel caso del tartufo bianco, non sono di qualità eccelsa, spesso coperti in superficie da larve e insetti, di consistenza molle e poco profumati. Ma con l’avvento dell’inverno, iniziano a svilupparsi in profondità fino a 15-20 cm potendo raggiungere dimensioni molto importanti, tanto più se il terreno non è argilloso e le condizioni climatiche sono vantaggiose. In particolare, un’elevata piovosità consente loro di svilupparsi in maniera completa poiché, come la maggior parte dei funghi, anche i tartufi sono costituiti in gran parte di acqua, che supera generalmente il 70% del peso".
Certo si tratta di un alimento prezioso e, molto spesso, così costoso che viene utilizzato con moderazione, ma "il suo sapore è tanto deciso ed unico che ne bastano piccole quantità per arricchire i piatti ai quali conferisce il suo caratteristico aroma - rimarca - Nel dettaglio, l’analisi nutrizionale di 100 grammi di prodotto fresco evidenzia dai 2 ai 5 g di proteine, dai 5 ai 10 g di carboidrati, massimo 1 g di grassi, da 2 a 3 g di fibra, molte vitamine del gruppo B, in particolare B2, B3 e B6, che supportano il metabolismo energetico e la salute della pelle. Il tartufo contiene importanti minerali come potassio, fosforo, magnesio e calcio, che favoriscono la salute delle ossa, dei muscoli e del sistema nervoso. Infine, è ricco di polifenoli e altri composti con proprietà antiossidanti che aiutano a combattere lo stress ossidativo". Caratteristiche benefiche che "vengono assunte tal quali, visto che il tartufo non subisce processi di cottura prolungata".
'Fare attenzione in caso di allergie, sindrome dell’intestino irritabile e in gravidanza'
"Il pregiatissimo tartufo bianco - spiega Minelli - si consuma solo ed esclusivamente crudo, il nero può anche essere leggermente cotto. Quello bianco va tagliato a fette sottilissime utilizzando uno strumento apposito, l'affetta tartufo, e aggiunto direttamente alla pietanza già cotta, in modo che il calore ne esalti gli aromi senza alterarli. Al contrario, il tartufo nero può essere cucinato, ma solo per un breve periodo e a fuoco moderato - raccomanda - per evitare di comprometterne il sapore". Che sia bianco o nero, il consumo di tartufo "può apportare benefici alla salute. Grazie alla presenza di polifenoli e altre sostanze - rimarca l'esperto - i tartufi possono contribuire a combattere i radicali liberi, riducendo lo stress ossidativo e l'invecchiamento cellulare. I composti bioattivi del tartufo possono avere effetti antinfiammatori e immonomodulanti, potenzialmente utili per contrastare lo stato di infiammazione cronica associato a diverse patologie".
Non solo. "Avendo buona dotazione di proteine di alta qualità, il tartufo può essere considerato come una buona fonte proteica, soprattutto per diete vegetariane o vegane. Inoltre, essendo naturalmente povero di grassi, si pone come supporto ideale per diete ipocaloriche". Fra tante virtù salutari, "ci sono alcune situazioni in cui è opportuno prestare attenzione - avverte Minelli - Alcune persone potrebbero essere allergiche al tartufo o ad alcune sue componenti, e manifestare contestualmente al consumo forme reattive cutanee e respiratorie; altre invece sono del tutto refrattarie al suo odore agliaceo, essendo i suoi effluvi composti da prodotti solforati".
"Altre volte - prosegue - il tartufo può essere responsabile di turbe digestive. In particolare, chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile potrebbe trovarlo difficile da tollerare a causa dei suoi composti fermentabili, che possono accentuare la classica sintomatologia caratterizzata da meteorismo, reflusso, flatulenza, turbe digestive. Benché non ci siano prove conclusive sul fatto che il tartufo sia dannoso in gravidanza, è consigliabile consumarlo con moderazione e solo se proviene da fonti sicure. Infine, essendo un prodotto 'di lusso', la sua autenticità può essere a volte compromessa, per cui occhio alle fonti al fine di evitare prodotti adulterati o falsi".
Cronaca
Salute, Farnetti: “Attenzione a cottura e...
L'esperta al congresso internazionale su longevità sana a Milano: "L’olio evo in cottura riduce l’indice insulinico del pasto"
"La medicina di oggi deve chiedersi 'cosa possiamo fare per far sì che le persone non diventino pazienti?'. Alla risposta a questa domanda può contribuire la medicina di precisione, che presuppone un approccio predittivo e, dunque, di prevenzione. In questo senso, la personalizzazione e la partecipazione del paziente è fondamentale, così come l’anamnesi del paziente e familiare. Bisogna studiare la persona, pensare in modo preciso e funzionale. Avere un approccio funzionale alla nutrizione significa approcciare le funzioni organiche". Così Sara Farnetti, specialista in Medicina interna, nel corso del suo intervento 'Nutrizione precisa e funzionale per investire in salute e longevità sana', all'interno del panel 'Controllo del peso per un invecchiamento di successo' che ha chiuso la seconda giornata del 5° congresso internazionale "Healthy lifespan - positive nutrition, antiinflammation diet, physical activity and sport", organizzato da Fondazione Paolo Sorbini, e promosso da Enervit e Technogym, a Palazzo Mezzanotte a Milano.
"La strategia che funziona è una strategia precisa per la persona - aggiunge Farnetti - e si applica a tutte le diverse tipologie di diete. In questo contesto è cruciale studiare lo stato delle funzioni organiche e cosa si mette nel piatto è secondario. È la funzione che fa l’organo e la funzione va agevolata e stimolata per la salute dell’organismo". Secondo l’esperta "bisogna fare attenzione alla preparazione dei pasti, ai metodi di cottura e all’associazione degli alimenti per avere una nutrizione funzionale".
La cottura in olio, ad esempio, "ha azione coleretica, seleziona il microbiota, regola il sistema immunitario, velocizza i processi digestivi e riduce l’indice glicemico del pasto - assicura Farnetti - Un pasto a base di riso scondito e un mela, invece, costituito di amidi, glucosio e fruttosio che stimolano la secrezione insulinica, favorisce l’infiammazione, il meteorismo e l’accumulo di massa grassa e di sodio, rallenta lo svuotamento intestinale e ha un basso indice di sazietà. Quando si manteca la pasta cotta con olio evo caldo ed erbe aromatiche, il pasto non solo ha un indice insulinico più contenuto, ma anche effetto coleretico, azione antiossidante ed epigenetica". “Se si rende funzionale una dieta ipocalorica inserendo cacao, olio evo, noci e semi, si ottiene una dieta con lo stesso numero di calorie ma con effetto coleretico, un’azione epigenetica, remineralizzante, antiossidante e con controllato indice insulinico" conclude
Cronaca
Escalation in Medio Oriente preoccupa più della vicina...
E' quanto emerge da un'indagine Vis Factor sul dibattito sui social
Nonostante la maggiore vicinanza geografica e il maggior coinvolgimento diretto nel conflitto in Ucraina, gli italiani sono molto più preoccupati dalla guerra in corso in Medio Oriente. Il conflitto in Medio Oriente appare infatti più polarizzante, con una maggiore partecipazione emotiva e un forte dibattito su questioni umanitarie e geopolitiche. È quanto emerge dal nuovo report di Human, la piattaforma di social listening di proprietà di Vis Factor, società leader nel posizionamento strategico, presentato in occasione della seconda edizione di Sorrento d’Autore, rassegna curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, in corso oggi e domani nella città gioiello della Penisola Sorrentina.
L’analisi, condotta tra il 27 settembre e il 3 ottobre 2024, ha monitorato oltre 33.5 mila post e commenti su piattaforme come X (ex Twitter), Instagram e Facebook, che hanno generato circa 4.5 milioni di interazioni. Di particolare rilievo sono le conversazioni sulla guerra in Medio Oriente, che rappresentano l'83% del volume complessivo delle discussioni, a fronte del 17% relative alla guerra in Ucraina. Mentre la guerra in Medio Oriente ha generato 3.7 milioni di interazioni, quella in Ucraina si ferma a 787 mila. Il sentiment legato al conflitto in Medio Oriente è fortemente negativo (89,79%), con temi dominanti come la critica alla politica israeliana e la percezione di disinformazione mediatica. La rabbia (40%) e la frustrazione (31%) sono le emozioni prevalenti, alimentate dalle accuse di violazioni dei diritti umani e dalla difficoltà di trovare soluzioni diplomatiche. D’altro canto, il conflitto in Ucraina riflette una rassegnazione generalizzata (38%) e preoccupazione (29%), con un limitato 21,33% di sentiment positivo, associato alla speranza di una risoluzione diplomatica.
Il crescente impatto dei conflitti internazionali ha quindi catturato l’attenzione delle conversazioni online in Italia, con un sentiment prevalentemente negativo che riflette la crescente preoccupazione degli utenti. Il report evidenzia un panorama sociale caratterizzato da ansia e tensioni, con i social media che fungono da specchio delle preoccupazioni della popolazione italiana per le tensioni e le guerre globali.