Strage Erba, “Olindo e Rosa soli colpevoli”: le motivazioni del no alla revisione del processo
I giudici della corte d'Appello di Brescia che hanno giudicato "inammissibile" la richiesta segnalano una "mancanza di novità" e un "difetto di legittimazione del proponente"
La richiesta di revisione sulla strage di Erba che vede condannati all'ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi "è inammissibile" sotto un duplice profilo, ossia "dalla mancanza di novità e della inidoneità a ribaltare il giudizio di penale responsabilità delle prove di cui è chiesta l'ammissione". E' uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici della corte d'Appello di Brescia hanno 'chiuso' la strage dell'11 dicembre del 2006.
"Difetto di legittimazione" del pg Tarfusser
La richiesta di revisione presentata dal procuratore generale di Milano (oggi in pensione) Cuno Tarfusser "prima ancora che carente sotto il profilo della novità della prova, è inammissibile per difetto di legittimazione del proponente", sostengono i giudici nelle motivazioni con cui parlano di "violazione delle regole" e respingono così la 'riapertura' del caso.
In questo caso, "la richiesta di revisione è stata formulata da un sostituto procuratore generale della Corte d'appello di Milano privo di delega relativamente alla materia delle revisioni, riservata, secondo li documento organizzativo dell'ufficio, all'avvocato generale, e non assegnatario del fascicolo ed è stata depositata nella cancelleria del procuratore generale di Milano, che l'ha trasmessa alla Corte, evidenziando la carenza di legittimazione del proponente, disconoscendone il contenuto e chiedendo che fosse dichiarata inammissibile".
"Nessuna fuga dai tetti o piste alternative"
Nelle 88 pagine i giudici sottolineano più volte l'assenza di "nuove prove" o come nell'elenco del pool difensivo tra gli elementi vengano menzionate interviste televisive "prive di qualsivoglia valore probatorio". Non c'è nessun "accanimento", ma un impianto accusatorio "solido" verso chi, la sera dell'11 dicembre del 2006, ha ucciso - armato di spranga e coltelli - Raffaella Castagna (30 anni), il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna materna del piccolo Paola Galli (57).
E' la mancina Rosa Bazzi ad affondare la lama nella gola del bambino. Le fiamme appiccate cancellano le tracce, ma quando gli aggressori si chiudono alle spalle la porta dell'appartamento di Raffaella si trovano di fronte, increduli, i vicini di casa: si salva per una malformazione alla carotide Mario Frigerio assalito da Olindo Romando, viene colpita sulle scale e poi uccisa nella loro mansarda la moglie Valeria Cherubini (55). Poi l'acqua per spegnere le fiamme cancella altre tracce.
Contro la coppia non ci sono solo le plurime confessioni, ma prove ed evidenze scientifiche come le "cause e la dinamica degli omicidi". La tesi della via di fuga alternativa "è smentita dall'assenza di tracce di passaggio sull'abbaino e sul tetto di casa Frigerio e sul terrazzino, sul muro esterno e sulla grondaia di casa Castagna e dal dato tecnico d'incontrovertibile valenza probatoria del rinvenimento intorno e sulla maniglia interna del portoncino dello stabile del sangue di Valeria Cherubini (lo stesso trovato sul battitacco della Seat Arosa di Romano), che prova che gli autori del massacro uscirono da li, come, del resto, affermato da Romano e Bazzi nelle tanto contestate confessioni".
Una volta usciti dal portoncino, i due hanno dovuto percorrere un breve tragitto nella corte della 'Palazzina del ghiaccio', in parte schermato dall'ingombro del loro camper, per raggiungere la lavanderia in cui, sempre secondo le loro dichiarazioni, "si sono mondati delle tracce, mentre qualsiasi soggetto estraneo al condominio, sarebbe dovuto uscire nella corte o calarsi dal terrazzino di casa Castagna lordo di sangue". L'ipotetico movente legato a un regolamento di conti nell'ambito del traffico di sostanze stupefacenti "è stato invano approfondito nella prima fase delle indagini e non ha trovato alcun riscontro neppure nelle indagini condotte in parallelo dalla Guardia di finanza di Como e non può certo trovare nuova linfa nelle apodittiche affermazioni e nelle supposizioni degli altri pregiudicati intervistati mentre era in corso l'odierno processo di revisione".
Tre prove inchiodano Rosa e Olindo
Contro Olindo e Rosa Bazzi ci sono tre prove centrali: la traccia ematica di Valeria Cherubini sul battitacco della Seat Arosa, - "escluso possa essere stata lì deposta durante la perquisizione e neppure può sospettarsi essere frutto di una contaminazione in laboratorio"sostengono i giudici; il riconoscimento del supertestimone, - "la prova che ha concorso a formare il giudicato di condanna non è costituita dalla deposizione o dall'annotazione di Gallorini ma dalla testimonianza resa in dibattimento da Mario Frigerio" scrive la corte d'Appello di Brescia -; e le loro plurime e dettagliate confessioni agli inquirenti, sulla Bibbia o al compagno di cella nel caso di Olindo.
A pesare c'è anche il movente (le liti tra vicini), la circostanza che "Romano e Bazzi la sera del fatto avessero delle piccole ferite, non abbiano aperto subito ai carabinieri, sostenendo di essersi addormentati, nonostante li trambusto e i vigili del fuoco in azione per spegnere un incendio accanto al loro appartamento e si siano precipitati a tirar fuori lo scontrino di Mc Donalds). E ancora: le caratteristiche delle ferite delle vittime hanno consentito al medico "di ipotizzare che gli aggressori fossero due, uno più alto e uno più basso, uno destro e uno mancino, uno più forte dell'altro; li fatto che il contatore (dell'energia elettrica, ndr) fosse chiuso e solo i condomini potessero aprirlo per staccare la corrente; li fatto che solo i coniugi Romano sarebbero potuti uscire, rifugiandosi nella lavanderia, senza essere visti" concludono i giudici.
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Occuparsi di sanità e salute a 360 gradi, esserne coinvolti anche al di fuori delle mura delle proprie strutture ospedaliere e di cura. E' con questo approccio che Korian Italia - 'network della salute', modello unico in Italia e parte del Gruppo europeo Clariane - presenta la prima Relazione d'impatto. "Che per noi rappresenta, al di là dell'obbligo normativo, un mezzo fondamentale per continuare a migliorarci, definire le strategie future e per rafforzare il rapporto di fiducia nei confronti di tutti gli stakeholder, inclusi pazienti e famiglie, dipendenti e collaboratori, comunità locali e istituzioni - afferma Federico Guidoni, presidente e Ceo di Korian Italia - La Relazione d'impatto racconta proprio il nostro modo di fare impresa. Diventa, inoltre, un impegno concreto a coniugare la nostra attività quotidiana con una crescente responsabilità sociale e ambientale, anche grazie all'impegno di tutti i dipendenti e collaboratori Korian. Questo passo si inserisce perfettamente nella missione che è da sempre propria del nostro Dna: l'interesse che dobbiamo avere deve guardare anche agli stili di vita del nostro personale e deve cercare di allargarsi alle comunità verso cui si sviluppano le nostre attività".
Migliorare la salute e la qualità di vita è una delle finalità di beneficio comune prioritarie per Korian - riporta una nota - L'azienda ha misurato il proprio impatto in quest'ambito grazie a un'indagine di customer satisfaction a cui hanno risposto 11mila persone tra pazienti, ospiti e famiglie. I risultati mostrano un'elevata propensione a raccomandare Korian, un elevato grado di soddisfazione dei servizi nel loro complesso e un'alta percezione di quanto pazienti e caregiver si sentono considerati e rispettati. Nasce anche da qui il forte impegno a diffondere il Positive Care - approccio metodologico e comportamentale che mira a trovare per ogni paziente un percorso di cura e di assistenza personalizzato - in 42 Rsa su 66 al 31 dicembre 2023, con l'obiettivo di estenderlo a tutte le strutture socio sanitarie e avviare l'implementazione nelle strutture sanitarie.
Korian promuove un ambiente lavorativo inclusivo e orientato alla crescita, con una permanenza media dei dipendenti di 11 anni e la certificazione europea Top Employer. Secondo l'indagine di clima 2023 - dettaglia la nota - l'83% dei lavoratori si dichiara soddisfatto del proprio impiego, l'82% non prevede di lasciare l'azienda nei prossimi 2 anni e molti dipendenti consigliano Korian come datore di lavoro. Forte, inoltre, l'impegno nella formazione continua del personale, con oltre 50mila ore di corsi erogati a 5.034 dipendenti attraverso la Korian Academy, anche tramite 16 Percorsi qualificanti per l'upskilling. Con un occhio sempre rivolto all'esterno: Korian, infatti, supporta anche la formazione di professionisti esterni, con 117 certificati qualificanti e oltre 13.600 crediti Ecm erogati, con l'obiettivo di contribuire a ridurre la carenza di figure chiave nel settore sociosanitario. Da sempre, inoltre, l'azienda si distingue per un forte impegno nei confronti delle donne e delle politiche di genere - tramite il suo Korian Women's Club e partnership con D.i.RE e con Fondazione Onda - che a novembre 2023 le è valso il Premio internazionale StandoutWomanAward 2023 nella sezione Sustainable & Friendly Company.
Korian - si legge nella nota - nel 2023 ha generato 140 milioni di euro di indotto con i fornitori, di cui il 90% sono aziende locali vicine al territorio e attente alla sostenibilità. L'azienda ha poi promosso attività di sensibilizzazione sui temi della salute e organizzato localmente 400 iniziative a carattere culturale e sociale in collaborazione con associazioni no profit, scuole, università e istituzioni. A livello ambientale, Korian ha avviato un piano pluriennale per ridurre il proprio impatto e preservare la biodiversità, fissando l'obiettivo di tagliare le emissioni di CO2 legate ai consumi energetici del 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019. Nel 2023 sono state già evitate 3.500 tonnellate di CO2, e si prevede che, a fine anno, il totale raggiungerà le 5.000 tonnellate grazie all'efficienza energetica, al risparmio e all'uso di fonti rinnovabili.
Forte, infine, il contributo per favorire l'innovazione e la ricerca. L'azienda mette a punto con costanza nuove pratiche mediche e organizzative, sviluppa tecnologie all'avanguardia e condivide le conoscenze acquisite con la comunità scientifica. Due esempi: il premio ricevuto ai Lean Healthcare Awards e la collaborazione con la startup MBility.
"La Relazione d'impatto vuole essere un racconto onesto e dettagliato del nostro modo di fare impresa, coltivando ulteriormente il rapporto di fiducia, trasparenza e collaborazione con i nostri pazienti, ospiti e partner, coinvolgendoli direttamente nella valutazione dei nostri risultati - conclude Barbara Grill, responsabile per l'impatto di Korian Italia - Il nostro obiettivo è individuare gli spazi di miglioramento per gli anni a venire, condividendoli apertamente con chi è pronto ad aiutarci a realizzarli".
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