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Russia, ordine d’arresto per i giornalisti Rai Battistini e Traini: chiesta estradizione

I cronisti da settimane sotto accusa per "attraversamento illegale del confine" dall'Ucraina

Cartello per Kursk  - Afp

La Russia ordina l'arresto in contumacia dei giornalisti Rai Simone Traini e Stefania Battistini, da settimane sotto accusa per "attraversamento illegale del confine" dall'Ucraina, e fuori dal territorio della Federazione russa dopo aver raccontato in estate l'incursione ucraina a Kursk. Secondo i media russi, un tribunale della regione di Kursk ha chiesto l'estradizione in Russia e l'arresto di Battistini e Traini per "attraversamento illegale" del confine e ha ordinato la "custodia cautelare" in territorio russo o "dal momento dell'estrazione".

"La richiesta russa di estradizione e l’ordine di arresto per Stefania Battistini e Simone Traini sono una provocazione inaccettabile. L'Usigrai chiede una presa di posizione unanime del Governo contro questa ennesima intimidazione nei confronti dei giornalisti italiani. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per i contorni che sta assumendo questa vicenda, rinnoviamo piena solidarietà ai colleghi del Tg1 e ci auguriamo che l'ambasciatore della Federazione Russa in Italia venga convocato con urgenza per chiarire la posizione del nostro Paese a tutela del lavoro giornalistico e della libertà di informazione". Così in una nota l'Esecutivo Usigrai.

Battistini, Traini e i reporter ricercati da Mosca

Battistini è la giornalista della Rai che per prima ha documentato l'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, e dal 12 settembre scorso è ricercata ufficialmente da Mosca. La giornalista è stata inserita in un elenco che comprende anche l'operatore Simone Traini e altri giornalisti di testate straniere. Sono tutti ricercati per aver illegalmente attraversato il confine tra Ucraina e Russia.

Nell'elenco, secondo quanto si apprende a Mosca, c'è anche Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente dell'emittente tv ucraina 1+1, ed altre due giornaliste ucraine, Diana Butsko e Olesya Borovik.

"Ho fatto convocare alla Farnesina l'ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell'Interno russo", scriveva nel settembre scorso su X ministro degli Esteri Antonio Tajani. L'annuncio di Tajani seguiva la decisione del ministero dell'Interno russo di inserire nella lista dei ricercati la giornalista Rai, insieme ad altri reporter stranieri.

Il servizio di Battistini

Lo scorso 17 agosto l'Fsb aveva reso noto di aver aperto un procedimento penale contro Battistini e l'operatore Traini del Tg1 con l'accusa di "aver attraversato illegalmente il confine" con la Russia ed effettuato riprese video a Sudzha, nella regione russa di Kursk, teatro a inizio agosto di un'incursione delle forze ucraine.

"La decisione del ministero degli Interni russo di inserire nell'elenco delle persone ricercate la giornalista della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini per il reportage nell'oblast di Kursk rappresenta un atto di violazione della libertà d’informazione", affermava la Rai in una nota. "La giornalista e l'operatore hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi. La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di Servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore", proseguiva la Rai.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Israele, sanzioni Usa a “importanti finanziatori di...

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Si tratta di Mohammad Hannoun: alla guida un gruppo di beneficenza denominato Charity Association of Solidarity with the Palestinian People, è accusato di aver convogliato denaro all'ala militare di Hamas sotto le mentite spoglie di aiuti umanitari

Slogan pro Palestina - Fotogramma /Ipa

Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni su Hamas nel primo anniversario del massacro compiuto il 7 ottobre dello scorso anno contro Israele. Lo ha annunciato ieri il Dipartimento del Tesoro Usa in una nota sul proprio sito web. In particolare, sono stati designati ''tre individui e un ente di beneficenza fittizio che sono importanti sostenitori finanziari internazionali di Hamas, nonché un istituto finanziario controllato da Hamas a Gaza''. E' stato anche ''designato un sostenitore di lunga data di Hamas'', prosegue la nota. Si tratta di ''attori che svolgono ruoli critici nella raccolta fondi esterna per Hamas, spesso sotto le mentite spoglie di opere di beneficenza, e che finanziano le attività terroristiche del gruppo''.

La Segretaria del Tesoro Janet Yellen ha affermato che ''mentre ricorre un anno dal brutale attacco terroristico di Hamas, il Tesoro continuerà a colpire incessantemente la capacità di Hamas e di altri proxy iraniani destabilizzanti'' in modo che non possa più ''finanziare le loro operazioni e compiere ulteriori atti violenti".

Chi sono i finanziatori sanzionati: uno è in Italia

In particolare, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato tre presunti finanziatori di Hamas tra cui uno con base in Italia. Si tratta di Mohammad Hannoun, "riconosciuto come un agente principale di Hamas da Israele nel 2013", come riporta il Jerusalem Post. Hannoun guida un gruppo di beneficenza denominato Charity Association of Solidarity with the Palestinian People (ABSPP), che è accusato di aver convogliato denaro all'ala militare di Hamas sotto le mentite spoglie di aiuti umanitari.

Tra gli altri sanzionati, Hamid Abdullah Hussein Al-Ahmar, cittadino yemenita residente in Turchia, ex membro del parlamento per conto del partito della Fratellanza Musulmana in Yemen, descritto come uno dei più importanti sostenitori internazionali di Hamas. Al Ahmar, che presiede la Al-Quds International Foundation con sede in Libano, è descritto come colui che ha svolto un ruolo chiave nel portafoglio di investimenti clandestini di Hamas, che al suo apice ha gestito oltre 500 milioni di dollari in attività.

Il Tesoro ha anche preso di mira Majed Al-Zeer, descritto come un "alto rappresentante di Hamas in Germania, che è anche uno dei membri più anziani di Hamas in Europa e ha svolto un ruolo centrale nella raccolta fondi europea del gruppo terroristico". Al-Zeer è stato designato come funzionario di Hamas da Israele già nel 2013 ed è stato anche riconosciuto dalle autorità tedesche come leader degli sforzi di Hamas nel paese già nel 2018. Ha guidato una vasta gamma di organizzazioni in tutta Europa, tra cui il Palestinian Return Centre di Londra, la sua sussidiaria European Palestinian Conference e l'European Palestinian Council for Political Relations (EUPAC).

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Esteri

Israele-Hamas, “la battaglia continua”. Tel...

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A un anno dall'inizio della guerra lo Stato ebraico promette di continuare a combattere, così come l'organizzazione palestinese. Lanciati razzi e missili da Gaza, Libano e Yemen. Tel Aviv avanza con l'operazione di terra nel Paese dei Cedri

 - AfpCandele a Tel Aviv per morti e ostaggi nella strage del 7 ottobre 2023 - Afp

Passato un anno dall'inizio della guerra, Israele "continuerà a combattere" finché gli ostaggi non torneranno a casa. E così Hamas, che promette di andare avanti con "una lunga e dolorosa battaglia di logoramento con il nemico". Dopo le commemorazioni per la strage del 7 ottobre 2023, lo Stato ebraico e i terroristi palestinesi non arretrano di un millimetro. E mentre da Gaza, Libano e Yemen arrivano nuovi attacchi con razzi, droni e missili contro Tel Aviv, va avanti l'operazione di terra israeliana nel Paese dei Cedri, ma anche quella nell'enclave palestinese.

Netanyahu: "Avanti finché ostaggi saranno a Gaza"

Il 7 ottobre "rappresenterà per generazioni il prezzo della nostra rinascita, esprimerà per generazioni la grandezza della nostra determinazione e la forza del nostro spirito". Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un messaggio registrato ieri, in occasione della cerimonia per commemorare l'attacco di un anno fa in Israele.

Incontrando i soldati israeliani feriti e le famiglie in lutto, ha detto Netanyahu, "sentiamo sempre lo stesso messaggio: la campagna (militare) non deve essere interrotta in modo prematuro". E, ha detto, "finché il nemico minaccerà la nostra esistenza e la pace del nostro Paese, continueremo a combattere". "Fin quando i nostri ostaggi saranno a Gaza - ha insistito - continueremo a combattere".

"Finché i nostri cittadini non torneranno nelle loro case in sicurezza, continueremo a combattere - ha proseguito Netanyahu - Insieme continueremo a combattere e insieme, con la grazia di Dio, vinceremo". Il premier ha ripetuto gli "obiettivi della guerra" a cominciare dalla volontà di "rovesciare Hamas", che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza.

"Riportare a casa tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, è una missione sacra, che non abbandoneremo fin quando non l'avremo conclusa", ha affermato ancora, ribadendo di voler "sventare ogni futura minaccia da parte di Gaza" e di voler "riportare i residenti del sud e del nord nelle loro case in sicurezza".

Hamas: "Battaglia continua"

"La nostra scelta è quella di continuare una lunga e dolorosa battaglia di logoramento con il nemico, e le battaglie hanno dimostrato il successo di questa opzione”, ha quindi assicurato Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas nella Striscia di Gaza, anche lui in un messaggio video trasmesso dall’emittente Al Jazeera. "Se e gli omicidi mirati fossero una vittoria, la resistenza contro l’occupazione sarebbe già finita”, ha sostenuto.

"E' passato un anno dall'operazione più professionale e di successo dell'era moderna" avvenuta dopo che "il nemico era impegnato in insediamento, giudaizzazione e aggressione contro i prigionieri palestinesi", le parole di Obeida.

Hezbollah: "Combattiamo contro aggressione"

Anche Hezbollah, intanto, giura di "continuare a combattere contro l'aggressione israeliana". Hezbollah e i libanesi hanno pagato un "prezzo pesante" per la decisione del gruppo di aprire un "fronte di sostegno" a Gaza, ma "siamo fiduciosi... nella capacità della nostra resistenza di opporsi all'aggressione israeliana", afferma il gruppo, in una dichiarazione riportata dal Times of Israel in cui definisce Israele "una ghiandola cancerogena che deve essere eliminata".

Razzi da Gaza, la risposta di Tel Aviv

Le sirene hanno suonato tre volte ieri nel centro di Israele, in seguito al lancio di razzi da Gaza della mattina, a un missile balistico dallo Yemen nel pomeriggio e ai razzi in serata dal Libano.

Secondo quanto ha reso noto ieri l'Idf in un comunicato, Hamas aveva "pianificato di lanciare un'ampia raffica di razzi contro Israele questa mattina", ma i suoi piani sono stati sventati "dopo aver individuato i preparativi da parte dell'organizzazione terroristica Hamas di aprire il fuoco su Israele".

I caccia israeliani hanno colpito diversi lanciarazzi e tunnel in tutta Gaza poco prima delle 6,30 del mattino, ora in cui Hamas aveva pianificato di lanciare i razzi. Il gruppo islamista è riuscito a lanciare solo quattro razzi nella zona di Sufa, tre dei quali sono stati intercettati mentre il quarto è caduto in una zona aperta. Le sirene d'allarme sono scattate a Tel Aviv a seguito del lancio di razzi dalla Striscia, hanno riferito i media israeliani, precisando che Hamas ha rivendicato il lancio di due razzi M90 contro la capitale dello Stato ebraico nel primo anniversario del 7 ottobre. Due le persone rimaste ferite, ha riferito il Magen David Adom - il servizio nazionale di primo soccorso israeliano - precisando che si tratta di due donne sui 30 anni che sono state portate all'ospedale Asaf Harofeh.

Il lancio di razzi contro Tel Aviv fa parte della "battaglia di attrito in corso" ed è la risposta ai "massacri di civili" da parte dell'esercito israeliano e dello "sfollamento deliberato della nostra gente", hanno poi affermato le Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, nella loro rivendicazione su Telegram dell'attacco con una salva di razzi Maqadmeh M-90 lanciata dal sud di Gaza contro Tel Aviv.

140 razzi Hezbollah, Israele avanza in operazione di terra

Nella giornata di ieri sono stati intanto oltre 140 i razzi lanciati da Hezbollah dal Libano in direzione di Israele, hanno quindi reso noto le forze israeliane come riporta la Bbc. A quanto riferisce l'Idf, sono cinque i razzi a lungo raggio lanciati dal Libano verso il centro di Israele solo nell'attacco di ieri sera. Alcuni sono stati intercettati dalle difese aeree e il resto ha colpito terreni aperti, secondo l'esercito. Non ci sono segnalazioni di feriti o danni gravi. L'Idf aggiunge che non ci sono modifiche alle linee guida per i civili in seguito all'attacco. Hezbollah ha poi rivendicato il lancio di razzi su Israele: "Abbiamo effettuato un'operazione di lancio di missili sulla base Glilot dell'Unità di intelligence militare 8200, che si trova alla periferia di Tel Aviv", dice il gruppo sostenuto dall'Iran.

Proprio sul fronte del Libano, le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato che la 91ma Divisione regionale 'Galilea' ha iniziato domenica sera le operazioni di terra nel sud del Paese, unendosi ad altre due divisioni che già operano sul posto contro Hezbollah. "Più di 120" obiettivi di Hezbollah nel sud del Paese sono stati bombardati nell'arco di un'ora, confermano intanto le Idf che danno notizia di un' "operazione aerea su vasta scala" nel sud del Paese dei Cedri.

"Cento jet dell'Aeronautica militare - fanno sapere - hanno attaccato per un'ora più di 120 obiettivi terroristici di unità dell'organizzazione terroristica di Hezbollah", compresi "obiettivi della forza Radwan" e "il quartier generale dell'intelligence di Hezbollah nel sud del Libano".

Sei raid israeliani avrebbero colpito la periferia sud di Beirut, riferiscono i media libanesi che in precedenza avevano riferito di una serie di operazioni nella zona nota per essere la storica roccaforte di Hezbollah nella capitale libanese.

E arriva un nuovo "avvertimento urgente" delle forze israeliane per i civili in Libano. Su X il portavoce Avichay Adraee 'invita' a evitare di trovarsi lungo la spiaggia o su imbarcazioni al largo della costa libanese dal fiume Awali verso sud. Un "avvertimento", a stare lontani "per la vostra sicurezza" e "fino a nuovo avviso" dal mare e dalla spiaggia nell'area, che si inserisce nel contesto delle operazioni militari israeliane contro Hezbollah. Il fiume Awali si trova a circa 50 chilometri dal confine sud del Libano, a nord di Sidone.

Abbattuto missile Houthi diretto a Tel Aviv

Nella giornata di ieri è stato quindi intercettato un missile terra-terra lanciato dallo Yemen in direzione di Israele, rendono noto le forze israeliane (Idf) dopo che nella parte centrale di Israele sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo. Il missile è stato abbattuto con il sistema di difesa Arrow che intercetta il proiettile mentre è ancora fuori dall'atmosfera. Il missile lanciato dagli Houti dello Yemen era diretto a Tel Aviv, precisa l'Idf. I ribelli Houthi hanno poi rivendicato il lancio di missili e droni contro lo Stato ebraico.

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Esteri

Sistema di missione di attacco elettronico, Usa approvano...

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Il costo stimato è di 680 milioni di dollari: "Proposta di vendita sosterrà gli obiettivi di politica estera e gli obiettivi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti migliorando la sicurezza di un alleato della Nato"

Dipartimento di Stato Usa - Afp

Il Dipartimento di Stato Usa ha approvato una possibile vendita militare estera al governo italiano del sistema di missione di attacco elettronico e delle relative apparecchiature per un costo stimato di 680 milioni di dollari. La Defense Security Cooperation Agency ha rilasciato la certificazione richiesta notificando oggi al Congresso questa possibile vendita. Il governo italiano ha richiesto di acquistare il sistema di missione di attacco elettronico (EA)-37B.

"Questa proposta di vendita sosterrà gli obiettivi di politica estera e gli obiettivi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti migliorando la sicurezza di un alleato della Nato che è una forza per la stabilità politica e il progresso economico in Europa", spiega il sito web della Defense Security Cooperation Agency, aggiungendo che "migliorerà la capacità dell'Italia di affrontare le minacce attuali e future aumentando l'interoperabilità con l'aeronautica militare degli Stati Uniti (USAF) e interrompendo le comunicazioni di comando e controllo del nemico quando l'Italia contribuisce alle operazioni di emergenza all'estero. L'Italia non avrà difficoltà ad assorbire questi articoli nelle sue forze armate. La proposta di vendita di questa attrezzatura e supporto non altererà l'equilibrio militare di base nella regione. Il contraente principale sarà BAE Systems, con sede a Hudson".

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