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Scegliere la macchina confezionatrice giusta: tipologie, funzionalità e materiali

Milano, 8 Ottobre 2024. La scelta della macchina confezionatrice è un passaggio cruciale per ogni azienda che desidera garantire un packaging di qualità. Un sistema di confezionamento efficiente, infatti, non solo migliora l'aspetto estetico del prodotto finale, ma influisce anche sulla sua conservazione, sulla facilità di trasporto e sulla soddisfazione del cliente.

Naturalmente, per fare una scelta consapevole, in grado di rispondere al meglio alle specifiche esigenze aziendali, è fondamentale conoscere le diverse tipologie di macchine confezionatrici, le loro funzionalità e i materiali più impiegati per il confezionamento.

Solo in questo modo sarà possibile investire nella soluzione giusta e, di conseguenza, ottimizzare i costi operativi, aumentare la produttività e migliorare la competitività sul mercato.

Confezionatrici termoretraibili, flow pack, macchine confezionatrici verticali e fardellatrici

Esistono diverse tipologie specifiche di macchine confezionatrici, ognuna con caratteristiche e applicazioni peculiari:

· Confezionatrici termoretraibili: queste macchine, usate principalmente nel settore alimentare, utilizzano film plastici che, sottoposti a calore, si restringono aderendo perfettamente al prodotto. Sono ideali per confezionare prodotti di varie dimensioni e forme, come vassoi e prodotti da forno, offrendo protezione e resistenza;

· Flow pack: queste macchine molto veloci in grado di produrre ad alto règime. Avvolgono il prodotto in un film plastico, creando una confezione ermetica. Sono ampiamente utilizzate nel settore alimentare per confezionare snack, prodotti da forno e altri alimenti, garantendo freschezza e igiene;

· Macchine confezionatrici verticali: ideali per prodotti granulari o in polvere, come caffè e zucchero, ma anche snack e surgelati. Il prodotto viene inserito dall'alto e confezionato in buste sigillate, garantendo velocità e precisione nel dosaggio.

· Fardellatrici: progettate per raggruppare più unità di prodotti di grande formato, come bottiglie o barattoli, in un unico imballo. Utilizzano film termoretraibile, in genere in polietilene, per creare pacchi multipli, facilitando il trasporto e la gestione della merce;

Volendo esplorare le diverse opzioni disponibili sul mercato, è possibile cominciare dalle macchine confezionatrici Multipack, soluzioni professionali che ben si adattano a qualsiasi esigenza di confezionamento delle PMI.

Materiali di confezioname

La scelta del materiale di confezionamento è un altro aspetto fondamentale da considerare. La plastica si conferma uno dei materiali più utilizzati per il packaging grazie alla sua versatilità, resistenza e capacità di proteggere efficacemente il prodotto.

Anche i materiali biodegradabili, come bioplastiche derivanti da amido di mais o canna da zucchero, si stanno diffondendo sempre di più tra le aziende interessate a utilizzare soluzioni al contempo valide e in grado di impattare meno sull’ambiente. Un’alternativa sostenibile piuttosto apprezzata è pure quella costituita dalla carta e dal cartone, materiali che offrono diverse possibilità di personalizzazione.

La scelta del materiale influisce direttamente anche sull'efficienza del processo produttivo. I materiali più leggeri possono ridurre i costi di trasporto, mentre quelli più resistenti possono aumentare la durata di conservazione del prodotto. È importante valutare attentamente le caratteristiche di ciascun materiale in relazione al tipo di prodotto da confezionare e alle esigenze logistiche dell'azienda.

Fattori chiave nella scelta: velocità di produzione, versatilità e costo

Quando si seleziona una macchina confezionatrice, è essenziale considerare fattori come la velocità di produzione, la versatilità e il costo.

La velocità di produzione deve essere in linea con le esigenze aziendali: una macchina troppo lenta può creare colli di bottiglia, mentre una troppo veloce potrebbe non essere sfruttata appieno, rappresentando un investimento non ottimale.

La versatilità è un altro aspetto fondamentale. Una macchina in grado di gestire diversi formati e tipologie di prodotti permette di adattarsi rapidamente alle richieste del mercato, riducendo i tempi di fermo macchina e aumentando la flessibilità operativa. Questo è particolarmente importante in settori dove la varietà dell'offerta è un fattore competitivo.

Per quanto riguarda i costi, infine, oltre al prezzo d'acquisto, è importante considerare le spese richieste per la manutenzione, l'efficienza energetica e la disponibilità di pezzi di ricambio. Un investimento iniziale più elevato può essere giustificato da risparmi a lungo termine in termini di produttività e costi operativi ridotti.

Naturalmente, rimane altrettanto determinante scegliere di investire in macchine caratterizzate da tecnologie avanzate. Puntare sull’innovazione e sulla qualità, infatti, è fondamentale per raggiungere il successo a lungo termine.

Per maggiori informazioni

Sito web: https://www.multipack.it/confezionamento/

Email: info@multipack.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Come il microcredito sta rivoluzionando il settore delle...

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microcredito-imprese

Roma, 08/10/2024 - Sono tante le nuove imprese, o le piccole aziende che vogliono crescere, che si scontrano con la "non bancabilità". Con questa espressione si indica l’assenza dei requisiti minimi necessari per accedere ai canali del finanziamento bancario.

Il problema è particolarmente sentito dalle microimprese (con meno di 10 dipendenti) che in Italia rappresentano oltre il 98% delle realtà imprenditoriali. Si tratta di quasi 4 milioni di aziende, di cui ben l’83,3% è a gestione familiare. Una realtà importante, quindi, in grado di creare occupazione, sviluppare il mercato e sostenere la spesa pubblica.

Tuttavia, la mancanza di uno storico creditizio o l’assenza di garanzie solide spesso rappresenta un ostacolo alla loro sopravvivenza e alla loro crescita. Il microcredito per imprese nuove rappresenta l’unica soluzione possibile quando il circuito bancario tradizionale risulta è inaccessibile. Attraverso questo importante strumento di finanziamento, le piccole imprese ritrovano slancio e possibilità di sviluppo. Accedervi è più semplice e snello di quanto richiesto dal canale bancario. Il prestito viene concesso valutando la qualità dell’iniziativa imprenditoriale piuttosto che limitarsi all’analisi dello storico creditizio e alla qualità delle garanzie offerte.

Cos'è il Microcredito per le imprese

Il microcredito è uno strumento finanziario che permette l'accesso al credito ad aziende non idonee ad attingere al sistema bancario.

Possono trovarsi in questa situazione le imprese che:

• sono giovani e non hanno uno storico creditizio,

• sono start up,

• non dispongono di garanzie reali.

Va tenuta poi in considerazione l’eccessiva complessità del processo di richiesta e approvazione del credito bancario. La conseguenza di questa laboriosità è il prolungamento dei tempi di istruzione della domanda e di liquidazione del credito. Un aspetto determinante per chi ha bisogno di un prestito per la propria attività.

Recenti indagini, infatti, hanno rilevato come più del 50% delle piccole e medie imprese abbia bisogno di accedere a un finanziamento entro una settimana. Addirittura, per il 30% il bisogno di accedere al prestito si riduce a meno di 48 ore.

Microcredito chi può accedere e quanto può richiedere

Il Microcredito per le imprese è un finanziamento con tetto massimo di 75.000 € che si caratterizza per la possibilità di accedervi senza garanzie reali. Estendibile fino a 100.000 € per le sole Srl a fronte di adeguate garanzie.

A regolare questo strumento finanziario è il Decreto MEF del 17 ottobre 2014 n. 176, modificato il 20 Novembre 2023 dal Decreto MEF n. 211. I soggetti ammessi sono:

associazioni, o società di persone, titolari di partita IVA con massimo 10 dipendenti;

lavoratori autonomi o imprese individuali, titolari di partita IVA con massimo 5 dipendenti;

chi si trova in condizioni di vulnerabilità economica e sociale.

Per tutti questi soggetti il ventaglio di opportunità per ottenere credito si amplia. Non potranno rivolgersi solo alle banche ma anche a società di microcredito autorizzate dalla Banca d’Italia nell’ambito dell’art. 111 del TUB.

Ad oggi gli importi finanziabili sono saliti a 75.000 € (precedentemente il limite era 40.000) per ditte individuali, liberi professionisti, associazioni e società di persone. Si arriva fino a 100.000 € per le S.r.l. che però dovranno fornire anche garanzie reali.

La durata massima del finanziamento è di 10 anni, compreso il pre-ammortamento, e si potranno erogare gli importi in un’unica soluzione.

Come il microcredito cambia il mondo dei prestiti per nuove attività

Le nuove imprese hanno necessità di concretizzare le proprie idee imprenditoriali e crescere nel mercato. Per farlo hanno bisogno di sostegno economico e di supporto nella realizzazione della propria azienda.

Il microcredito per imprese interviene in questo contesto in maniera dirompente. Da quando è operativa la Sezione speciale Microcredito del Fondo di garanzia, le operazioni complessivamente erogate sono state oltre 22.000 per un importo superiore ai 550 milioni di euro. L’impatto di questi finanziamenti per nuove imprese è stato quello di aver generato oltre 55 mila nuovi posti di lavoro. In generale, secondo l’Ente nazionale per il microcredito, ogni operazione fa nascere 2,43 nuove opportunità di occupazione. Un aspetto che incide notevolmente sullo sviluppo del Paese.

A giocare un ruolo fondamentale sono anche i tempi di erogazione dei prestiti per nuove attività che si attestano sui 5-10 giorni lavorativi. Il 60% del microcredito viene richiesto da nuovi imprenditori con età compresa tra i 30 e i 50 anni, seguiti dagli under 30 (29%) e dagli over 50 che costituiscono l’11%.

Cosa è possibile acquistare con il microcredito

Una volta ottenuto il finanziamento sarà possibile destinarlo ad alcune specifiche spese:

• l'acquisto di beni strumentali o servizi funzionali all'attività d’impresa;

• La retribuzione di nuovi dipendenti o soci lavoratori;

• Il finanziamento di corsi di formazione aziendale destinati ai collaboratori;

Il pagamento dei canoni di leasing;

• Spese assicurative;

• Ripristino capitale circolante.

Il microcredito per imprese opportunità e risorsa

Come abbiamo visto, il microcredito offre alle idee imprenditoriali l’opportunità di realizzarsi e crescere, supportandole negli investimenti o nella copertura delle spese.

Versatile, rapido da ottenere e personalizzato, questo tipo di finanziamento tiene conto del valore del progetto che sostituisce la classica garanzia reale.

Dopo avere effettuato una ricerca di mercato, si rileva che Mikro Kapital è una delle società più attive nel panorama nazionale che offre questo servizio. Su un mercato globale del Microcredito che ha raggiunto i 182,7 miliardi di dollari solo nel 2022, il Gruppo lussemburghese Alternative, di cui fa parte Mikro Kapital, vanta un asset totale di ben 314,8 Milioni di euro.

“Il caso del nostro cliente Marco è emblematico di come operiamo – ha dichiarato Raimondo Ruggeri (Direttore Crediti di Mikro Kapital) - Con un business plan dettagliato e la conferma da parte del marchio del fitness nel quale intendeva investire che Marco aveva tutte le caratteristiche per poter aprire una palestra di successo nella sua città, si era recato presso diverse banche per richiedere il finanziamento. Il prestito gli era stato sempre rifiutato perché il cliente era stato coinvolto in un precedente fallimento.

Mikro Kapital ha dimostrato di avere un approccio diverso. - continua Ruggeri - Non ci siamo limitati ad analizzare i dati storici bensì abbiamo approfondito i fatti accaduti in passato per poi concentrarci nel valutare l’idea d’impresa, le competenze e la sostenibilità del progetto”.

Grazie al finanziamento di Mikro Kapital, Marco ha potuto aprire la sua palestra, generando profitti considerevoli. Oggi è diventato uno dei più accreditati punti di riferimento per il fitness nella sua città.

Mikro Kapital, microcredito e tutoraggio

Mikro Kapital S.p.A. è una delle prime società di microcredito riconosciute dalla Banca d’Italia. Al contrario delle banche tradizionali, che basano l’affidabilità su algoritmi finanziari, le società autorizzate puntano sulle idee e sulle persone. La conoscenza del mercato di riferimento e il valore del progetto sono determinanti nella erogazione del microcredito per imprese.

In questo modo, intermediari finanziari come la romana Mikro Kapital, stanno contribuendo a creare una finanza più etica ed inclusiva. È soprattutto la loro capacità di fornire un supporto continuo e su misura a garantire alle nuove imprese una crescita sicura e sostenibile.

L’attività di tutoraggio, infatti, consente alle nuove imprese di massimizzare le risorse del prestito e garantirsi un successo a lungo termine. In alcuni casi, come per Mikro Kapital, sono previsti anche programmi di mentoring e corsi per migliorare le competenze gestionali e finanziarie dei clienti.

Contatti Mikro Kapital S.p.a.

Indirizzo: Via Gaetano Casati n.33/35/37 – 00154 Roma

Telefono: +39 0645674100

Email: preventivi@mikrokapital.com

Corporate website: https://mikrokapital.it/

LinkedIn page: https://www.linkedin.com/company/mikro-kapital-italia/

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World Economic Forum welcomes “SARABURI SANDBOX LOW...

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Dr Chana Poomee_Chairman of Thai Cement Manufacturers Association (TCMA)

BANGKOK, THAILAND - Media OutReach Newswire - 7 October 2024 - Thai Cement Manufacturers Association (TCMA) reveals another step forward of "SARABURI SANDBOX LOW CARBON CITY" to the World Economic Forum's global project, "Transitioning Industrial Clusters Initiative", marking the first industrial cluster in Thailand, the third in ASEAN, and the 21st worldwide to join this initiative. This milestone underscores the bold collaborative action and TCMA's leadership in accelerating the energy transition contribute to the achievement of low carbon city.

Dr. Chana Poomee, Chairman of Thai Cement Manufacturers Association (TCMA), elaborated that the "SARABURI SANDBOX LOW CARBON CITY" initiative, launched on August 15, 2023, is driven by a public-private-people partnership (PPP) model. Led by the Governor of Saraburi Province, with support from TCMA, the Federation of Thai Industries-Saraburi Province, seven key ministries, in collaboration with more than 21 local agencies, and civil society, the project has made significant strides over the past year. It has also gained global recognition for its innovative ecosystem approach aimed at reducing carbon emissions.

"SARABURI SANDBOX" has been globally lauded as a model for fostering an innovation ecosystem with its outstanding concept, bringing together public, private, and civil society sectors to advance towards a low-carbon society. Key achievements include transitioning to hydraulic cement (low-carbon cement) in nationwide construction, the goal to phase out high-carbon cement production by 2025, accelerating the cement industry's shift to clean energy, and increasing the use of alternative fuels (AF) such as biomass, solar power, and refuse-derived fuel (RDF). Other notable initiatives include grid modernization and advancing research on the Carbon Capture, Utilization, and Storage (CCUS) technology. All made progress are continuously presented at global climate forums such as the COP summits. In addition, with government backing and support from the Global Cement and Concrete Association (GCCA), TCMA was honored to co-host the GCCA CEO Gathering and Leader Conference in 2024, bringing together high ranking of cement and concrete manufacturers worldwide to unite in reducing carbon emissions. Furthermore, Thailand recently secured over 200 million Baht in Green Fund support from the Canadian government, aimed at facilitating cement and concrete industry in Thailand the transition to Net Zero by 2050.

During Climate Week New York City 2024, "SARABURI SANDBOX" was announced as a new member of Transitioning Industrial Clusters Initiative of World Economic Forum, becoming Thailand's first industrial cluster, ASEAN's third, and the 21st globally to engage with the international community in achieving the Nationally Determined Contributions (NDC) on greenhouse gas reduction.

"TCMA is proud that the "SARABURI SANDBOX" innovation ecosystem has been selected to join the World Economic Forum's Transitioning Industrial Clusters Initiative. This step will further propel Saraburi Province towards becoming a low-carbon city while highlighting the potential of TCMA and its members to collaborate with other industrial clusters, with support from the government, to expedite the green energy transition, to strengthen Thailand's economic capabilities, creating win-win-win beneficial outcomes through 4 major mechanisms:- technology, policy, cooperation, and financing, alongside best practices from global partners within the Transitioning Industrial Clusters Initiative." Dr. Chana remarked after presenting the progress on the Partnership in Focus forum at the High Level Ministerial/CEO Roundtable at the Sidelines of the Summit of the Future.

"SARABURI SANDBOX" is an area-based implementation, positioning Saraburi Province as a model for Thailand's greenhouse gas reduction strategies. Operating under the 3C framework-Communication, Collaborative Action, Conclusion step-by-step, it aligns with Thailand's NDC Roadmap, which aims to achieve net-zero carbon emissions. TCMA continues to collaborate with the government, private sector, and civil society across five key sectors: Industrial Processes and Product Use (IPPU), Energy, Waste, Agriculture, and Land Use Land Use Change and Forestry (LULUCF). These prototype projects provide a clearer pathway for action, identifying areas for improvement, and offering lessons on successful practices that can be scaled and replicated across other provinces.

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Transizione 5.0: rivedere l’efficienza dei pannelli...

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Nella foto un impianto fotovoltaico installato da GIFT Solutions

Morello Ritter (Ambico): «Se non si interviene subito con una revisione delle normative, molte imprese rischiano di essere escluse dalle agevolazioni». Salvalaio (GIFT Solutions): «La transizione 5.0 è un passo fondamentale ma, per renderla efficace, è necessario semplificare l’iter di incentivazione».

Padova 08.10.2024 L’era della Transizione 5.0 promette una rivoluzione tecnologica all’insegna della sostenibilità e dell’efficienza energetica, ma uno degli ostacoli più recenti riguarda il settore fotovoltaico. L’introduzione di una detrazione fiscale del 63% per le imprese che investono in impianti fotovoltaici ha suscitato enorme interesse, ma la normativa attuale prevede che i pannelli utilizzati debbano avere un’efficienza minima del 24% e provenire da produttori europei. Il problema? Questi pannelli, ad oggi, non sono disponibili sul mercato, e non lo saranno almeno fino alla metà del 2025.

Il problema dell’efficienza richiesta e la disponibilità di pannelli

L’efficienza del 24% imposta per poter accedere all’aliquota massima di incentivazione rappresenta un livello tecnologico molto avanzato. Attualmente, la maggior parte dei pannelli fotovoltaici commercialmente disponibili ha un’efficienza inferiore a questa soglia. La situazione è aggravata dal fatto che i moduli che potrebbero soddisfare questi requisiti non sono ancora in produzione a pieno ritmo in Europa. L’unica azienda italiana che sarà in grado di produrli è la 3Sun Gigafactory del gruppo Enel, ma le prime forniture non arriveranno prima della metà del 2025.

Anche i concorrenti europei non sembrano attrezzati per colmare questa lacuna nel breve periodo. Di conseguenza, molte imprese che avevano pianificato di investire in impianti fotovoltaici si trovano bloccate, senza la possibilità di accedere alle agevolazioni promesse.

L’effetto della concorrenza cinese

Mentre l’Europa affronta queste difficoltà, il mercato cinese continua a dominare la scena globale. Grazie a investimenti continui a partire dal 2010, la Cina ha sviluppato una capacità produttiva di pannelli fotovoltaici altamente competitiva sia in termini di costo che di qualità. I moduli cinesi sono disponibili a prezzi decisamente più bassi, spesso circa un terzo del costo di quelli europei. Questo li rende una scelta naturale per molte imprese, che, in mancanza di alternative europee, potrebbero decidere di acquistare pannelli cinesi, rinunciando così all’accesso all’incentivo del 63%.

La conseguenza è paradossale: mentre l’Europa tenta di promuovere la produzione locale e tecnologie più avanzate, molte aziende saranno costrette a rivolgersi al mercato estero per non fermare i propri progetti di transizione energetica.

«Necessario rivedere le aliquote di efficienza»

«Alla luce di queste problematiche, appare chiaro che la soglia del 24% di efficienza per accedere all’aliquota massima di incentivazione è troppo elevata per le attuali condizioni del mercato», afferma Jonathan Morello Ritter, Amministratore Delegato di Ambico Group, che da anni si occupa di finanza agevolata, mettendosi al servizio delle imprese. «Se non si interviene subito con una revisione delle normative, molte imprese rischiano di essere escluse dalle agevolazioni o di dover fronteggiare ostacoli burocratici aggiuntivi, come la necessità di perizie tecniche, diagnosi energetiche e revisioni contabili, che aumentano i costi e i tempi di realizzazione degli impianti. Rendere i requisiti di efficienza più realistici sarebbe una mossa pragmatica per permettere alle imprese di accedere agli incentivi senza dover attendere anni per una tecnologia ancora non disponibile. Per ottenere l’agevolazione massima del 63% si potrebbe ridurre la soglia di efficienza del modulo fotovoltaico al 21%. Questo potrebbe rappresentare un compromesso efficace, permettendo alle aziende di iniziare a beneficiare delle maggiori agevolazioni già oggi». Secondo Morello Ritter la soluzione passa attraverso un confronto tra le parti: «È necessario un confronto tecnico tra le associazioni di categoria e le istituzioni. Solo così potremo individuare dei parametri realistici per l’efficienza dei pannelli e sbloccare gli investimenti delle imprese italiane, che oggi sono frenati da requisiti troppo ambiziosi e dalla mancanza di tecnologia disponibile».

«Semplificare l’iter»

Anche Alessandro Salvalaio, di GIFT Solutions, società specializzata in fotovoltaico per le imprese, ha espresso preoccupazione per le complessità burocratiche legate agli incentivi: «Transizione 5.0 è un passo fondamentale, ma, per renderla realmente efficace, è necessario semplificare l’iter di incentivazione. L’attuale sistema rischia di scoraggiare molte imprese, specialmente quelle più piccole, che non dispongono delle risorse per affrontare processi lunghi e complessi. Per questo noi affianchiamo l’impresa passo dopo passo e cerchiamo la soluzione migliore per il cliente tra le agevolazioni possibili».

Un’opportunità da non sprecare

Transizione 5.0 e le agevolazioni fiscali legate all’energia rinnovabile rappresentano un’opportunità straordinaria per accelerare la decarbonizzazione e migliorare l’efficienza energetica delle imprese italiane. Tuttavia, se non si interviene rapidamente per rivedere i requisiti di accesso agli incentivi, questa occasione rischia di essere compromessa.

L'Europa deve essere realistica e capire che la disponibilità di pannelli fotovoltaici di alta efficienza non è ancora sufficiente per soddisfare la domanda. Nel frattempo, abbassare le soglie di efficienza per l’accesso agli incentivi e semplificare le procedure permetterebbe alle imprese di continuare a investire nel fotovoltaico e di beneficiare delle agevolazioni, contribuendo così alla transizione energetica senza ulteriori ritardi.

Ufficio Comunicazione

Ambico

comunicazione@ambicogroup.it

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