Giorgetti: “Saldi meglio delle attese ma incertezze economia globale”
Il ministro in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato: "Con revisione Istat, più difficile crescita Pil dell’1% nel 2024". E nella Manovra più fondi a Sanità e taglio cuneo fiscale strutturale"
"Chi fa le ristrutturazioni edilizie è obbligato ad aggiornare i dati catastali". Anche quelle ristrutturate con il superbonus che ora valgono di più. Lo sottolinea il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che, in vista della manovra 2025, ha illustrato in audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato Piano strutturale di bilancio.
Tra le riforme del Psp "l'aggiornamento degli archivi catastali che dovrà includere le proprietà ad oggi non censite e valori catastali rivisti per quegli immobili che hanno conseguito un miglioramento strutturale, a seguito di interventi di riqualificazione finanziati in tutto o in parte da fondi pubblici". "Non si tratta di fare l'aggiornamento dei valori di mercato ma di andare a cercare le case fantasma e precisare che chi fa le ristrutturazioni edilizie è obbligato ad aggiornare i dati catastali".
Più difficile crescita Pil dell’1% nel 2024
Per il ministro dell'Economia ''le recenti revisioni delle stime trimestrali e annuali da parte dell'Istat, pur elevando di molto il livello del Pil sia in termini nominali che reali, hanno comportato una correzione 'meccanica' al ribasso della crescita acquisita per il 2024 sui dati trimestrali, che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell'1 per cento, per l'anno in corso''.
"In un quadro globale ancora caratterizzato dalle tensioni geopolitiche connesse ai conflitti in atto e da una politica monetaria restrittiva, nel primo semestre dell’anno la dinamica del pil reale è stata nel complesso conforme alle previsioni sottostanti il Def dello scorso aprile. A fronte di consumi stazionari, la crescita del primo trimestre è stata guidata sostanzialmente dalla domanda estera. Nel secondo trimestre, invece, all’espansione hanno contribuito le scorte e i consumi", aggiunge Giorgetti.
"Rapido taglio deficit, Italia fuori da procedura dal 2027"
Giorgetti parla anche del deficit dell'Italia. "L'impegno nell'adozione di riforme consentirà di estendere da quattro a sette anni il periodo di aggiustamento del Piano. La trattativa è ancora in corso'', dice il ministro.
''Il governo ritiene di poter conseguire, pur adottando un profilo di aggiustamento coerente in media con quello stimato dalla Commissione, una riduzione del rapporto tra indebitamento netto e il Pil più rapida e tale da portare l'Italia al di fuori della procedura di deficit eccessivo a partire dal 2027'', dichiara il titolare di via XX Settembre. ''Al percorso di correzione strutturale individuato lungo i sette anni di aggiustamento corrisponde un tasso di crescita medio anno della spesa netta pari a 1,5%, che è in linea con quello della traiettoria di riferimento della Commissione''.
Giorgetti spiega che ''partendo dal livello di indebitamento netto previsto per l'anno in corso, che è stato aggiornato al 3,8% dal 4,3% lo scorso aprile, i livelli obiettivi di crescita della spesa netta consentiranno una correzione annua del saldo primario strutturale pari a 0,55 punti percentuali nel 2025 e nel 2026, coerente con il requisito della procedura di deficit eccessivi cui è assoggettato''.
''Successivamente, all'uscita della procedura per deficit eccessivi prevista a partire dal 2027, il rispetto del percorso obiettivo della spesa netta garantisce un aggiustamento lineare del saldo primario strutturale pari a 0,52 punti percentuali, conforme ai requisiti e alle salvaguardie previste dal patto. Il profilo di crescita annuale della spesa programmata implica che la crescita accumulata della spesa netta si mantenga ben al di sotto di quella del prodotto potenziale nominale'', rileva il titolare di via XX Settembre.
"L'economia tiene"
"L’esame degli indicatori più recenti mostra una sostanziale tenuta della nostra economia".
"Al lieve rallentamento rilevato nell’espansione del settore dei servizi - spiega - si contrappone la graduale stabilizzazione della manifattura. Le più recenti indagini qualitative condotte in quest’ultimo settore mostrano un minor ritmo nella flessione della fiducia delle imprese. Quanto ai servizi, l’indice dei responsabili degli acquisti del comparto (Purchasing Managers’ Index, Pmi) ha continuato a fornire segnali positivi, mantenendosi stabilmente al di sopra della soglia di espansione, anche se su livelli inferiori rispetto al primo semestre del 2024". "Nonostante la normalizzazione del regime di agevolazioni fiscali per gli edifici residenziali, la produzione del settore delle costruzioni, anche per effetto delle numerose opere pubbliche in corso di realizzazione, non ha subito un brusco rallentamento. Le prospettive per l’export risultano complessivamente ancora favorevoli", aggiunge.
"Saldi meglio delle attese ma incertezze economia globale"
In audizione il ministro spiega poi che ''se da un lato l'andamento delle variabili economiche appare complessivamente in linea con le attese, con elementi quali il mercato del lavoro e il saldo di finanza pubblica che risultano addirittura più favorevoli rispetto a quanto previsto mesi fa, dall'altro l'allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente sta alimentando ulteriormente l'incertezza che da tempo caratterizza lo scenario economico globale''.
''L'incertezza sul quadro globale, le devastazioni belliche e le perdite umane a cui assistiamo quotidianamente, sia pure a distanza stanno probabilmente incidendo non solo sugli investimenti delle imprese ma anche sulla spesa dei consumatori il che può contribuire a spiegare la risalita del tasso di risparmio delle famiglie italiane negli ultimi trimestri'', sottolinea il ministro.
"In Psb stabile riduzione debito, è necessità ineludibile"
''Il governo - evidenzia Giorgetti - ha la responsabilità di definire interventi che, compatibilmente con gli spazi di bilancio disponibili, riescono a coinvolgere le energie imprenditoriali e gli altri attori di mercato per migliorare ulteriormente la competitività della nostra economia''. La stabilità delle finanze pubbliche ''è un elemento di grande rilevanza in questo scenario'', sottolinea.
Il Psb ''delinea un quadro di finanza pubblica che nel medio periodo porta a una stabile riduzione dello stock di debito pubblico, e dei relativi oneri'', osserva il ministro. ''Una necessità ineludibile, come sostenuto qualche settimana fa dal Presidente Mattarella anche in vista della realizzazione degli investimenti per la doppia transizione digitale e ambientale che stiamo affrontando''.
Per Giorgetti il Psb ''è un documento allo stesso tempo ambizioso ma realistico, che nel rispondere ai complessi vincoli introdotti al fine di raggiungere un compromesso tra approcci diversi alla gestione delle politiche di bilancio affronta i principali problemi del Paese e delinea un percorso di rientro dai deficit accumulati negli anni recenti''. ''La presentazione di questo nuovo documento avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti'', aggiunge il ministro.
"Priorità cuneo, Irpef, famiglie, contratti Pa, sanità"
"La prossima manovra di bilancio si baserà sia sugli spazi di bilancio disponibili, sia sul reperimento di adeguate coperture", sottolinea Giorgetti. In primo luogo, afferma, "la manovra di bilancio che presenteremo nelle prossime settimane fornirà le risorse necessarie a confermare gli interventi ritenuti prioritari. Tra questi rientrano, soprattutto, le misure necessarie a rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore per l’anno in corso, nonché interventi finalizzati a favorire la natalità e a fornire un sostegno alle famiglie più numerose".
La manovra "stanzierà anche risorse per il rinnovo dei contratti pubblici relativo al periodo 2025-2027, per tenere conto dell’andamento dell’inflazione", spiega, ricordando che l’ultima legge di bilancio aveva già stanziato le risorse per il rinnovo del triennio 2022-2024, in corso di perfezionamento. "Inoltre, il Governo considera necessario incrementare i fondi destinati alla sanità pubblica. La spesa sanitaria crescerà a un tasso superiore a quello fissato per l’aggregato obiettivo della spesa netta. Infine, le risorse disponibili a legislazione vigente e quelle ulteriori allocate con la prossima manovra serviranno anche per avviare il programma di riforme e di investimenti delineato nel Piano", afferma Giorgetti.
Sacrifici per chi li può fare
"Farà sacrifici chi in questo momento può permettersi di farli", afferma il ministro dell'Economia nelle risposte durante l'audizione tornando sulle dichiarazioni rilasciate in un'intervista a Bloomberg nei giorni scorsi che hanno innescato una scia di polemiche. In quell'occasione "rispondevo alla comunità dei banchieri", chiarisce ribadendo che in base all'articolo 53 della Costituzione tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Economia
Guide de L’Espresso, Antonia Klugmann conquista 5...
A 45 anni dalla prima edizione, le Guide de L'Espresso hanno celebrato il loro straordinario percorso con un evento al Teatro Arcimboldi di Milano
A 45 anni dalla prima edizione, Le Guide de L'Espresso hanno celebrato il loro straordinario percorso con un evento al Teatro Arcimboldi di Milano. Lo riporta un comunicato. Più di 1.000 ospiti, tra cui volti noti dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni e protagonisti dell'enogastronomia internazionale, si sono riuniti per assistere alla presentazione delle nuove edizioni 2025. La serata, ricca di interventi, premiazioni e momenti sorprendenti, ha rappresentato non solo un'occasione per celebrare l'eccellenza italiana, ma anche per tracciare una nuova direzione: una fase di rinnovamento e sguardo verso il futuro.
Le Guide de L’Espresso, dal 1979, raccontano con passione il meglio dell'Italia, andando oltre i confini della tradizione e mantenendo sempre vivo il rispetto per chi contribuisce a rendere grande il panorama enogastronomico italiano. Testimone di questo nuovo racconto, l'assegnazione dei 5 Cappelli ad Antonia Klugmann, chef dell'Argine a Vencò (Gorizia). Andrea Grignaffini, curatore de La Guida ai 1000 Ristoranti d'Italia, ha così motivato la scelta: “Un giusto tributo a una cuoca che, nella remota bellezza della periferia italiana, lavora con una meticolosità assoluta, ispirandosi alla natura per raggiungere l'essenza del gusto”.
La serata, condotta da Lavinia Spingardi, è stata inaugurata dalle parole del direttore de L'Espresso, Emilio Carelli: “Uniti dalla passione per la buona cucina e per il vino di qualità, abbiamo coinvolto i più importanti chef nazionali, produttori di vini d’eccellenza, giornalisti e cultori del settore”, e arricchita dagli interventi del Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, dell'Assessora alla Mobilità di Milano, Arianna Censi, e di Gianluca Ianuario, presidente de L'Espresso, che ha consegnato il premio per il Miglior progetto di ristorazione solidale alla Fondazione Ernesto Pellegrini Onlus, riconoscendo lo straordinario impegno nel promuovere valori di inclusione, solidarietà e sostenibilità attraverso il lancio del Ristorante Ruben a Milano. In questa cornice si pone anche il progetto di espandere ulteriormente il messaggio di inclusione e sensibilità: presto, infatti, verrà lanciata una versione internazionale delle Guide, per portare l'impegno e la visione di questo progetto oltre i confini nazionali.
Tra le novità 2025, l'ingresso di 70 nuovi ristoranti e la presentazione di 12 premi speciali, tra cui uno dedicato al servizio di sala. E non poteva mancare il premio al pranzo dell’anno assegnato allo chef Niko Romito del Ristorante Reale. Importanti novità anche per La Guida ai 1000 Vini d'Italia, curata da Luca Gardini che ha selezionato 1000 etichette dopo mesi di degustazioni, valutando parametri come pulizia stilistica, identità e costanza qualitativa. Il premio per la Miglior Cantina d’Italia va a Marisa Cuomo: “La sfida alle possibilità del territorio e allo stesso concetto di viticoltura: la cantina di Marisa e Andrea è capace di regalare veri miracoli in bottiglia”. Spiccano, inoltre, le classifiche speciali: i Top 5 vini naturali e i Top 5 vini sotto i 15 euro, a dimostrazione della varietà e ricchezza del panorama vitivinicolo.
La serata, infine, si è conclusa con una celebrazione della cucina italiana, grazie al catering curato dal Ristorante Da Vittorio, in collaborazione con sei chef di talento, che hanno offerto agli ospiti un'esperienza gastronomica unica. Le creazioni sono state accompagnate da alcune prestigiose etichette premiate dalla Guida, tra cui il tagliobordolese di Tenuta San Leonardo, il Valdobbiadene DOCG Extra Brut Tridik Quota430, vendemmia 2023 di Colesel e il Gavi DOCG del Comune di Gavi La Meirana 2023 dell’azienda Broglia. Tra i premi e i cappelli assegnati in questa edizione de Le Guide ai Ristoranti d’Italia 2025, si distinguono i 5 Cappelli, con un punteggio di 19,5 su 20: Le Calandre di Massimiliano Alajmo, Osteria Francescana di Massimo Bottura, Piazza Duomo di Enrico Crippa, Reale di Niko Romito; e i 5 Cappelli, con un punteggio di 19 su 20: Cracco di Carlo Cracco, Duomo di Ciccio Sultano, L’Argine a Vencò di Antonia Klugman Uliassi di Mauro Uliassi.
Economia
Sciopero 29 novembre, si va verso precettazione. Uil:...
L'annuncio del ministro, la nota del Mit dopo l'incontro con i sindacati. Bombardieri: "Faremo ricorso". Cgil: "Ministro dà i numeri ma non pensa a rimuovere cause". Opposizioni all'attacco
In vista dello sciopero di otto ore proclamato per il 29 novembre, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la precettazione."Per evitare agli italiani l'ennesimo venerdì di caos ho deciso di intervenire direttamente riducendo a 4 ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati per venerdì", ha spiegato il leghista in un video.
Il leader della Cgil Maurizio Landini "dice che sto limitando il diritto di sciopero, in due anni e poco più di governo 949 scioperi effettuati in Italia. Diritto allo sciopero sì ma anche diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani è l'impegno che mi sono preso", continua il ministro.
La precettazione era stata annunciata in una nota del Mit al termine dell'incontro con le organizzazioni sindacali che ha visto la partecipazione del ministro.
"In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute ed al lavoro di tutti gli altri italiani", recita la nota del Mit citando Salvini, che aggiunge: "Guarda caso di venerdì".
Uil: "Impugneremo precettazione"
"Impugneremo la precettazione presso le sedi opportune, faremo subito il ricorso. Leggeremo ovviamente la motivazione ma eravamo preparati perché è il secondo anno consecutivo che il ministro Salvini precetta i trasporti durante uno sciopero di Cgil e Uil. Non ci ricordiamo la stessa solerzia durante altri scioperi indetti da altri sindacati. Mi pare ci sia un tentativo di mettere in discussione il diritto allo sciopero e una corrispondenza fra la commissione di garanzia e la politica che è preoccupante, con la commissione di garanzia che risponde agli input di un ministro che si preoccupa soltanto di ridurre gli spazi democratici in questo paese". Così all’Adnkronos il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a margine dell’incontro ‘Le politiche economiche e fiscali per lo sviluppo sostenibile dell’Italia’ alla Clubhouse Montecitorio, durante il quale è arrivata notizia della precettazione firmata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
Cgil: "Ministro dà i numeri ma non pensa alle cause"
"Invece di dare i numeri, il Ministro Salvini si dovrebbe domandare perché ci sono tante lavoratrici e lavoratori che sono costretti a scioperare per rivendicare i loro diritti e un salario adeguato", afferma quindi in una nota la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli commentando le dichiarazioni del ministro Salvini. "Dalle nostre rilevazioni, nel tpl, dove operano nel territorio nazionale circa mille aziende tra pubbliche e private, negli ultimi 24 mesi - precisa la dirigente sindacale - la media mensile è stata di 17 scioperi. Nei 19 mesi del governo Gentiloni, dal 2016 al 2018, la media mensile degli scioperi è stata pari a 22. Mentre, durante il governo Renzi, in 34 mesi, la media mensile è stata di 18 scioperi".
Per Gabrielli "se la questione centrale diventa la quantità degli scioperi e non le cause la questione non è più quella del contemperamento degli interessi, che anche la legge tutela, ma si vuole limitare il diritto di sciopero. Al ministro bisogna inoltre ricordare - aggiunge la segretaria confederale - che gli scioperi vengono proclamati nel rispetto delle fasce di garanzia e dei presidi minimi dei servizi a tutela degli utenti. L’oggetto della discussione che riguarda il 29 novembre è la compressione dello sciopero generale e delle sue regole, ma al ministro conviene far finta di non capire”, conclude la segretaria confederale.
"Il ministro Salvini ancora una volta attacca il diritto di sciopero, è uno sciopero generale, il primo che proclamiamo quest'anno e lo proclamiamo proprio per tutelare al meglio i diritti delle persone che altrimenti non sono tutelate anche dalle politiche del governo. Questo è un attacco esplicito e penso che il problema vero è tutelare i cittadini da Salvini, non tutelarli da uno sciopero". E' quanto afferma quindi il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commentando la precettazione, partecipando alla trasmissione "Il cavallo e la torre" su Rai 3.
"Salvini è un po' ossessionato. Ma io rispondo degli scioperi che proclamo questo è il primo sciopero generale che noi proclamiamo, ne abbiamo proclamato un altro un anno fa e abbiamo proclamato alcune ore di sciopero come Cgil e Uil contro i morti sul lavoro, quindi, noi stiamo chiedendo da tempo. Se vuole faccia una legge sulla rappresentanza ma il punto vero non è contare quanti scioperi, il punto vero è capire perché le persone arrivano a scioperare perché vorrei far presente che ci rimettono lo stipendio, non è gratis, non è un giorno di vacanza...", continua Landini, incalzato da Marco Damilano che gli chiedeva di commentare le parole del ministro che, in un video tira in ballo lo stesso Landini e conta il numero degli scioperi indetti dai sindacati.
Opposizioni all'attacco
"Sta purtroppo diventando un copione, quello del governo che rifiuta il confronto con i lavoratori, respinge i tentativi di esporre le proprie ragioni e che, con la precettazione, nega anche il diritto di sciopero. Una violazione grave, che disapproviamo fermamente", commenta la segretaria del Pd Elly Schlein.
“Ormai Salvini lavora scientificamente per ridimensionare il diritto di sciopero. Un diritto garantito dalla Costituzione e che non è nella disponibilità di un ministro pronto a mettere sotto pressione, attraverso la sua fluviale attività propagandistica, anche l’autorità di garanzia sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. E’ un comportamento grave anche perché mette l’uno contro l’altro chi lavora. Vorremmo ricordare a Salvini che chi fa sciopero rinuncia a una parte di salario. Deve essere rispettato non criminalizzato”. Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, e la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.
"Matteo Salvini non governa, provoca. Vuole lo scontro, usa il suo potere per far alzare la temperatura: la precettazione non ha nulla a che vedere con l’interesse collettivo e si profila come una arbitraria violazione del diritto di sciopero”, attacca Franco Mari, capogruppo di Avs nella commissione Lavoro della Camera.
"L'ennesima precettazione di uno sciopero dei trasporti da parte di Salvini è solo il tentativo maldestro di scaricare sui lavoratori il caos terrificante in cui versa il settore. Un caos che ha come causa scatenante un ministro che andrebbe precettato lui, visto che di fronte ai problemi se la dà sempre a gambe levate senza mai fornire una soluzione. Gli utenti di treni e tpl sanno benissimo che l'odissea è ormai una costante settimanale, per nulla limitata alle giornate di sciopero. Il quale, fino a prova contraria, è un diritto che la Costituzione sancisce. Salvini, invece di cianciare di banche, di ponte sullo Stretto o di canone Rai, provi magari ad ascoltarli questi lavoratori. E a dire qualche volta 'sì, i disservizi del tpl sono responsabilità mia'. Così, giusto per vedere l'effetto che fa", dichiarano in una nota i parlamentari M5S delle commissioni Trasporti di Senato e Camera Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi, Luigi Nave, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede.
"C’è un ministro in Italia che invece di impegnarsi a garantire l’efficienza del trasporto pubblico tutto l’anno, da una parte perde tempo a diffondere odio sui social contro i suoi avversari politici e contro i più deboli, e dall’altra si impegna esclusivamente nel tentare di cancellare il diritto dei lavoratori a scioperare, sancito dalla Costituzione e da decenni di lotte democratiche in questa Repubblica". Lo scrive sui social Nicola Fratoianni di Avs. "In ogni caso - aggiunge il leader di SI - un ministro assolutamente inadeguato e inqualificabile. Salvini può stare sicuro che le sue intimidazioni non faranno paura a nessuno e che la risposta dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese sarà pacata, decisa e corale contro la sua arroganza".
Economia
Finanziamento ai partiti, verso il cambio del 2 per mille:...
Fonti del Colle confermano la contrarietà del Capo dello Stato, che non darebbe il via libera. Cosa prevede l'emendamento al decreto fiscale proposto dal Pd e riformulato dal governo
Stop del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla modifica inserita nel decreto legge fiscale del meccanismo che permette ai contribuenti di destinare al finanziamento dei partiti il due per mille, in particolare in riferimento alla ripartizione dei fondi così ottenuti. Fonti del Quirinale confermano la contrarietà del Capo dello Stato, che non darebbe il via libera ad una norma del genere per vari motivi.
Innanzi tutto la mancanza di omogeneità rispetto alla materie contenute nel provvedimento in discussione al Senato. Inoltre una riforma del genere richiederebbe un provvedimento ad hoc e non una semplice disposizione contenuta in un emendamento ad un decreto legge che ha delle caratteristiche particolari, in primis i requisiti di necessità ed urgenza. Infine il cambiamento proposto avrebbe un impatto notevole sulle finanze pubbliche e su fondi che derivano dalle scelte dei cittadini.
Cosa c'è nell'emendamento
Modificare la disciplina del 2 per mille ai partiti, cioè la quota della propria Irpef che i contribuenti decidono di girare al finanziamento della politica. Questo il contenuto, attualmente al vaglio della Commissione Bilancio del Senato, proposto dal Partito Democratico e riformulato dal governo, che prevede da un lato di abbassare la quota dell'imposta sul reddito da destinare alla politica dal 2 allo 0,2 per mille, ma dall'altro di estendere la platea a tutti i contribuenti attraverso un meccanismo di ripartizione generalizzata tra le forze politiche, aumentando la dotazione ai partiti a 42,3 milioni.
Secondo il testo infatti nel caso in cui il contribuente non esprima una scelta sul partito a cui indirizzare questa quota, allora "la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse". Di fatto quindi quello 0,2 per mille sarà ‘versato’ da ogni contribuente italiano, ripartendo le quote di chi non ha indicato una forza politica specifica sulla base delle preferenze espresse da chi invece lo ha fatto, privilegiando quindi di volta in volta i partiti più ‘gettonati’. Gli oneri calcolati per questo nuovo meccanismo - si legge nell'emendamento - sono pari a 42,3 milioni di euro dal 2025 a cui, secondo il provvedimento (quasi raddoppiato rispetto al precedente tetto di 25 milioni).