The Kolors bloccati in aeroporto: “L’uragano Milton ci ha fermati”
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I The Kolors sono rimasti bloccati in aeroporto a causa dell'uragano Milton. La band italiana si trova in Svizzera, a Zurigo, e con grande delusione ha dovuto annullare il primo concerto negli Stati Uniti, precisamente a Miami in Florida, proprio dove l'uragano sta tenendo tutti bloccati nelle proprie abitazioni.
La delusione dei The Kolors
Il volo per Miami è stato cancellato: "La compagnia aerea ci ha riferito che se non è strettamente necessario, non è possibile volare verso la Florida", racconta ai fan il frontman dei The Kolors, Stash.
"Siamo bloccati qui a Zurigo, dove avevamo lo scalo. Stamattina siamo partiti speranzosi di raggiungere gli Stati Uniti, dove avremmo dovuto suonare per la prima volta in concerto a Miami, concerto sold out", ha esordito Stash nelle Instagram stories.
Dispiaciuto aggiunge: "Uso il condizionale perché, purtroppo, questa cosa non si potrà fare. L'uragano Milton di cui avrete letto, sentito e visto ha fatto sì che questa non sarà la nostra prima volta negli States", spiega ancora Stash.
I The Kolors avrebbero dovuto esibirsi a Miami per l'Hit Week, il Festival della musica italiana nel mondo. L'evento si svolge in contemporanea a Los Angeles, dove è già arrivata Emma Marrone, che sarà la protagonista del Festival nella costa occidentale. La cantante salentina è riuscita ad arrivare in California senza alcun intoppo.
I The Kolors delusi dal sogno americano infranto hanno fatto ritorno a casa, ma prima hanno mandato un messaggio di solidarietà a tutte le persone colpite dall'uragano Milton: "Siamo vicini alle famiglie delle vittime e a tutte le persone che stanno vivendo questo momento difficile in Florida".
Spettacolo
Alice De André debutta alla regia: “Un consiglio di...
La nipote di Fabrizio De André il 19 ottobre a Milano con 'Take Me Aut, l'eore che è in me': "Orgogliosa del mio cognome ma stanca dei continui paragoni. Le sue canzoni preferite? 'Verranno a chiederti del nostro amore' e 'Oceano'
"Un consiglio da mio padre Cristiano? Sorridendo mi ha sempre detto: nella vita fai quello che vuoi ma non cantare". Alice De André, attrice, presentatrice ed educatrice teatrale, nipote di Fabrizio De André, si racconta all'Adnkronos presentando il suo debutto alla regia con lo spettacolo teatrale 'Take Me Aut, l'eroe che è in me', in scena al Teatro Gerolamo di Milano il 19 ottobre alle 20.
Nato dalla collaborazione con la Fondazione Un Futuro per l'Asperger Onlus, lo spettacolo, che ha già debuttato a giugno, è il risultato di un laboratorio teatrale della Scuola Futuro Lavoro, parte della Fondazione stessa, e vede protagonisti i suoi talentuosi ragazzi.
Lo spettacolo, racconta Alice, "parla dell'importanza dell'unicità e del valore delle diversità, di quanto sia prezioso ciò che ci rende diversi, senza la necessità di conformarci alla società attuale. Allo stesso tempo, lo spettacolo evidenzia anche quanto siamo simili nelle nostre paure e gioie". Il punto di partenza è la figura dell'eroe che "abbiamo cercato di umanizzare". Lavorare con i ragazzi della fondazione, per Alice, è stato un'esperienza di crescita reciproca: "Sono cresciuta molto grazie alla loro purezza, una qualità che noi adulti tendiamo a perdere con le sovrastrutture che ci imponiamo. Loro sono liberi, autentici e dicono quello che pensano. Vederli così genuini, salire sul palco per la prima volta davanti a 200 persone, pur non essendo attori, è stato incredibile. Mi hanno insegnato la leggerezza".
Ma chi è l'eore che si cerca di umanizzare? "Un eroe è una persona capace di guardarsi dentro, senza paura di ciò che trova, e di usare questa conoscenza per fare del bene a sé stessa e agli altri. Essere sinceri con se stessi richiede coraggio, ed è già un atto eroico. Mi sono sentita un'eroina tante volte, soprattutto considerando la mia infanzia difficile. Essere qui a parlarne mi rende fiera e i miei eroi sono questi nove ragazzi".
Portare il cognome De André è per Alice un onore ma non è stato sempre facile: "Il problema non è il cognome ma l'ignoranza di chi fa continui paragoni, come se fossi un'estensione di mio nonno. Io sono un'altra persona, con il mio percorso. Portare questo cognome è un onore immenso, ma è difficile gestire le aspettative degli altri. Mi chiedono sempre quanto sono stata influenzata da mio nonno, come se non avessi una mia identità artistica. E c'è chi si aspetta che io canti, come se fosse un obbligo".
Per esorcizzare questa pressione, Alice ha scelto la stand-up comedy, creando un pezzo comico che è stato però spesso frainteso. "Mio padre mi ha consigliato di riderci su. Lui l'ha apprezzato molto, altri invece hanno pensato che stessi sputando sul cognome di mio nonno, cosa che non farei mai. Mio padre, come me, ha trasformato questa pressione in qualcosa di utile. Anche lui ha dovuto affrontare i paragoni, ma con 'De André canta De André' ha dato una sua interpretazione al repertorio di mio nonno, portandolo anche a un pubblico più giovane".
Insomma ad Alice la musica piace ma non canta: "Sono cresciuta immersa nella musica, e la uso anche nello spettacolo con i ragazzi. Semplicemente, non è mai stata la mia vocazione". Le canzoni preferite del nonno? "Cantata da mio padre amo ascoltare 'Verranno a chiederti del nostro amore'. Mi ha raccontato che mio nonno la cantò a mia nonna la notte in cui si lasciarono. Mio padre la canta con una tale emozione che mi commuove ogni volta. Di mio nonno, sono legata a 'Oceano', perché è il motivo per cui mi chiamo Alice. Queste canzoni rappresentano un legame più diretto con lui". E come Faber, anche Alice si pone grandi obiettivi: "Come mio nonno, sento la vocazione di dare voce a chi non ne ha, o a chi non gliene viene data. Sensibilizzare, questo è il mio obiettivo".
Spettacolo
Massimo Ghini: “Ho avuto un’infanzia...
L'attore sarà ospite di Nunzia De Girolamo a 'Ciao Maschio', sabato 12 ottobre
‘’Vengo da un'infanzia difficilissima". Lo ha detto Massimo Ghini, tra gli ospiti della quinta puntata di Ciao Maschio in onda domani, sabato 12 ottobre, in seconda serata su Rai 1.
"I miei - ha confessato Ghini a Nunzia De Girolamo - si sono separati quando io avevo tre anni e se ora ne faccio 70, ti puoi immaginare in che periodo era e quanti anni sono passati. Tutto questo mi ha segnato. Quando arrivavano le pagelle o i documenti vi era scritto firma del padre o di chi ne fa le veci. E, al posto di mio padre, firmava mia mamma. E io ogni volta che tornavo a scuola, c'erano anche i professori che mi guardavano un po' strano, perché all'epoca c'era questo politically correct…’’.
Il racconto dell'infanzia dell'attore e regista: ‘’Ad un certo punto, - prosegue - abbiamo trovato una soluzione. Mia mamma firmava con la dicitura Lorenzo Ghini, che era il nome di mio padre. Una truffa, per come dire, ma così tutti erano contenti. Purtroppo in qualche maniera penso di aver finto di aver accettato la separazione dei miei, per questo faccio l'attore. Ma dentro di me soffrivo come una bestia, perché quello che ti rimane addosso è il senso dell'abbandono. Mi è mancata tanto una carezza di mio padre. L’ho visto talmente tante poche volte, che mi ricordo quante volte sono state. Una roba assurda. Paradossalmente le volte che l’ho visto di più, è stato quando stava per morire’’.
Spettacolo
‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno è su Sky’, il...
Dal sogno di assistere alla reunion degli 883 all’universalità della storia di Max Pezzali e Mauro Repetto che attraversa tempo e generazioni. Ne abbiamo parlato con Sydney Sibilia e i protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, rispettivamente nei panni di Max Pezzali e Mauro Repetto, in occasione della presentazione a Milano della serie 'Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883', da oggi, 11 ottobre, su Sky e in streaming su Now.
La serie Sky Orginal di Sibilia è ambientata a Pavia, alla fine degli Anni 80. I protagonisti sono Max Pezzali e Mauro Repetto, capaci di dar vita da giovanissimi, negli Anni 90, a un progetto diventato in pochi anni un vero e proprio fenomeno generazionale di portata nazionale. Una storia di musica, di provincia, di illusioni e di grande amicizia, per un coming-of-age che racconta la storia di Max e Mauro, i mitici Anni 90 e la genesi di alcune delle canzoni più famose degli 883, duo che contro ogni aspettativa, partendo da Pavia, ha cambiato la musica italiana sorprendendo tutti, in primis gli stessi Max e Mauro, ormai icone in grado di far cantare ed emozionare intere generazioni di fan.