Un principe chef, il sogno di George: “Re tra i fornelli prima che sul trono”
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Prima di essere incoronato re, il principe George vorrebbe fare lo chef anziché prestare servizio, come da tradizione, nelle forze armate. Lo ha dichiarato il proprietario di un ristorante nel Norfolk, dopo che il primogenito di William e Kate ha visitato assieme alla madre e ad altre persone il suo locale. Desmond MacCarthy, proprietario del Wiveton Hall Cafe, vicino a Blakeney, ha mostrato a George il suo forno a legna per pizza e ha detto che il giovane principe era emozionato. Dopo averlo visto, ha dichiarato: "Questo è ciò che voglio fare quando sarò grande!".
Parlando di George al Daily Mail, MacCarthy ha affermato: "E' un ragazzo dolce, è venuto qui con i suoi amici, perché Sandringham non è poi così lontano". Purtroppo, però, il principe non potrà lavorare nel ristorante, che chiuderà a novembre dopo 17 anni. Il proprietario ha spiegato che "è triste quando le cose cambiano, ma credo che accadrà qualcos'altro con il tempo. C'è stato un aumento dei costi, quello dell'elettricità è molto alto, ed è stato più difficile reclutare personale. Nonostante l'estate molto impegnativa, è difficile gestire un'attività 12 mesi all'anno se è stagionale e redditizia solo per pochi mesi".
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Libano, Usa a Israele: “Garantire sicurezza...
Austin ha quindi ribadito "il sostegno incrollabile" degli Stati Uniti riguardo il diritto di Israele all'autodifesa. Fonti Tel Aviv: "Risposta a Iran ancora in fase di pianificazione"
Garantire "la sicurezza delle forze Unifil". E' il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, a esortare il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, dopo gli attacchi delle Idf contro la missione Onu in Libano degli ultimi due giorni. Lo ha riferito Haaretz, precisando che durante un colloquio Austin ha ribadito al suo omologo "il sostegno incrollabile" degli Stati Uniti riguardo il diritto di Israele all'autodifesa e l'impegno dell'Amministrazione per "un accordo diplomatico che consenta il rientro in sicurezza dei civili libanesi e israeliani nelle loro case su entrambi i lati del confine".
"Ho sollecitato la garanzia della sicurezza delle forze Unifil e il coordinamento degli sforzi per passare dalle operazioni militari a un percorso diplomatico il prima possibile", ha sottolineato Austin, evidenziando l'impegno comune degli Usa e di Israele per "impedire a qualsiasi attore di sfruttare le tensioni o espandere il conflitto nella regione".
Altri 2 peacekeeper di Unifil, la forza delle Nazioni Unite in Libano, sono stati feriti oggi. La conferma è arrivata in una nota della stessa Unifil in cui si legge che due peacekeeper dello Sri Lanka sono rimasti feriti nelle scorse ore al confine con Israele.
Secondo Unifil, dopo gli attacchi di ieri in cui sono rimasti feriti due peacekeeper indonesiani, oggi si sono registrate "due esplosioni vicino a una torre di osservazione". Inoltre, "carri armati israeliani sono avanzati" e "un bulldozer dell'esercito israeliano ha abbattuto sezioni di un muro di protezione" di una postazione dell'Unifil nel villaggio libanese di Labboune.
Fonti Israele al Washington Post: "Risposta a Iran ancora in fase di pianificazione"
Quanto alla risposta israeliana all'Iran per l'attacco missilistico del primo ottobre è ancora in fase di pianificazione, ha indicato un funzionario israeliano, che ha parlato a condizione di anonimato, al Washington Post dopo che la riunione del gabinetto israeliano convocata ieri sera si è conclusa senza il via libera alla rappresaglia contro la Repubblica islamica.
Il funzionario ha confermato il ritardo nella decisione del gabinetto di sicurezza, precisando che tra Israele e l'Amministrazione Biden le consultazioni sono continue. La fonte ha specificato, inoltre, che il gabinetto di sicurezza può essere convocato telefonicamente per una votazione in qualsiasi momento.
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Omicidio Mollicone, i giudici: “Non ci sono prove sui...
Le motivazioni della sentenza del processo di appello
Non ci sono le prove, il movente è "evanescente". Per questo la Corte d'Assise d'Appello di Roma il 12 luglio ha assolto gli imputati nel processo per l'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. ''Questa Corte ritiene di non avere le prove della colpevolezza degli odierni imputati, e sa che una sentenza di colpevolezza sarebbe costruita su fondamenta instabili'', si legge nella motivazione della sentenza di secondo grado nel processo a carico del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, il figlio Marco, e la moglie Annamaria, i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale.
''Non vi è certezza che la barbara uccisione della povera Serena sia avvenuta nella caserma dei Carabinieri di Arce: non è certo che la ragazza sia entrata in quel luogo, non è certo che sia stata scagliata contro la porta, ancora più incerto è che la seconda parte dell'aggressione alla sua persona (quella, letale, dell'imbavagliamento e dell'asfissia) sia avvenuta nella stessa stazione'', scrivono i giudici.
Manca la prova del movente che si è rivelato ''evanescente'' e il ''compendio probatorio complessivamente insufficiente e contraddittorio, impedisce di individuare gli imputati Mottola, o alcuno di loro, quali responsabili dell'omicidio di Serena Mollicone', secondo le motivazioni.
''Questa Corte non ignora che, nel corso dei lunghi anni trascorsi dopo la morte di Serena, si sia progressivamente radicata in larga parte dell'opinione pubblica la convinzione della responsabilità degli odierni imputati. Ma il convincimento del giudice non può e non deve fondarsi sui sondaggi o sugli umori popolari'', aggiungono i giudici.
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Ponte Stretto, Bonelli: “Ultima parola su impatto...
Il portavoce nazionale di Europa Verde: "Prevale la politica sulla scienza. È irresponsabile ciò che ha fatto il governo, prevedendo la stessa procedura anche per le centrali nucleari"
"Ve la immaginate Giorgia Meloni che autorizza la Valutazione d'Impatto Ambientale per il ponte sullo Stretto di Messina, nonostante i pareri discordanti tra le amministrazioni dello Stato? È proprio quello che prevede l'articolo 1, comma 1, la norma voluta e inserita, con la ‘manina’ di Salvini, nel decreto ambiente approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Come è noto, la commissione tecnica sulla Via ha espresso ben 236 osservazioni sul progetto, e alcune autorità dello Stato, come l'INGV, non sono state coinvolte nella valutazione”. E' la denuncia di Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs.
"Sembra il terzo atto delle forzature istituzionali, le cosiddette ‘leggi ad operam’. Esse attribuiscono al Consiglio dei Ministri, organo politico privo di competenze tecniche, la "complessiva valutazione" su questioni di interesse ambientale e sociale, nonché sulla sicurezza strutturale. A cosa servono leggi e approfondimenti sui problemi, quando una riunione tra esponenti politici può decidere su ambiente, sicurezza, espropri, deportazioni, piloni che scivolano su faglie sismiche, e costi astronomici e incontrollati?", prosegue Bonelli.
"Questo governo si è assunto la responsabilità di far prevalere la politica sulla scienza, mettendo in secondo piano la sicurezza. Ma la premier è stata informata da Salvini che il progetto prevede che il pilone lato Calabria poggi su una faglia sismica attiva, come indicato dalla cartografia dell'ISPRA. È irresponsabile ciò che ha fatto il governo, prevedendo la stessa procedura anche per le centrali nucleari. Questo esecutivo calpesta le norme a tutela dell'ambiente e marginalizza scienziati e tecnici”, conclude.