Stellantis, Tavares: “Nessuna intenzione di lasciare Italia ma politica dia risposte”
L'Ad in audizione a Montecitorio per due ore e mezzo: "Vedo un certo livore, ma i decisori siete voi"
Se la politica italiana chiede risposte a Stellantis, Carlos Tavares chiede risposte alla politica italiana. Oggi in audizione a Montecitorio, per due ore e mezza, alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, l'Ad del gruppo automobilistico, di ritorno dal Cda di Detroit che lo ha confermato fino a fine mandato (2026), illustra la situazione e, soprattutto, le criticità del settore: incertezza normativa e di costi, la competizione cinese, l'elettrico che costa troppo, l'assenza di incentivi e il prezzo dell'energia troppo elevato in Italia.
Alcune certezze ci sono, o "buone notizie" come le definisce lui: primo, Stellantis non ha nessuna intenzione di lasciare l'Italia "e lotteremo come dannati per mantenere la nostra leadership qui"; nessuna intenzione di vendere Maserati, assicura l'Ad; Termoli "è nei nostri piani"; e il Gruppo un piano industriale strategico ce l'ha eccome, "l'ho presentato io stesso ai sindacati", dice Tavares (provocando subito qualche reazione).
Poi, ci sono le dolenti note. Stellantis, dice Tavares, è pronta per la transizione ma servono regole certe. "Abbiamo fatto i compiti, noi siamo pronti. Non chiederemo modifiche ma di garantirci stabilità su quanto deciso", e questa è la prima stoccata alla politica. Poi, il secondo affondo: Tavares fa notare che "per poter vendere i veicoli elettrici, devo farlo allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna" ma produrre elettrico costa "un 40% in più", cosa che crea "all'interno della filiera, una tensione insopportabile" e "voi leader politici dovete spiegarmi come faccio a gestire questi attriti dovuti al fatto che io devo per forza aumentare del 40% i costi".
Le auto elettriche in Italia non si vendono perché costano troppo, dice Tavares, "dobbiamo renderle accessibili con incentivi e sussidi. Come? Attraverso imposte? Questa è una vostra decisione" ma "per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi sennò non ce la facciamo". Poi, c'è la minaccia dei nuovi concorrenti cinesi: le loro auto costano un 30% in meno, dice l'Ad di Stellantis, "e questo aumenta la pressione e dobbiamo assorbire un ulteriore shock. La situazione è davvero difficile. Non mi stupisco che il settore sia sotto pressione". E "in Italia il costo dell’energia è il doppio di quello della Spagna. Perché qui l'energia costa il doppio? Non lo so ma è uno svantaggio notevole".
Detto questo, "abbiamo diversi impianti industriali in Italia e un piano preciso, che abbiamo già condiviso con nostri partner, e l'attività di allocazione dei veicoli sarà assicurata fino al 2030, fino al 2033 in alcuni casi. Possiamo tirare quindi un sospiro di sollievo? No, perché non posso assegnare un nuovo veicolo a un impianto oltre il 2030 perché non posso ignorare l'elemento costo del veicolo, dipende dalla velocità con cui assorbiremo quel 40% di costi in più". Insomma, difficile fare programmi oltre il 2030 "se non so il prezzo a cui potrò vendere i veicoli".
Ma mentre Tavares chiede risposte e certezze al Paese, perché "i decisori siete voi", i rappresentanti di maggioranza e opposizione (c'erano anche la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5S Giuseppe Conte in collegamento) chiedono risposte e certezze da lui, e non risparmiano aspre critiche. Tanto che, riprendendo la parola dopo i numerosi interventi nella Sala del Mappamondo, il numero uno di Stellantis nota: "Mi sembra di vedere una certa rabbia, un certo livore. Io, con rispetto, vorrei dire che è lo stesso atteggiamento che hanno i dipendenti Stellantis. Vorrei solo che riconosceste però che le regole alla base della situazione non le ha volute Stellantis, sono state votate in Ue, non vi piacciono? Abbiamo un problema, dobbiamo risolverlo".
Sport
Butler-Miami, è rottura: da Golden State a Phoenix Suns, il...
L'asso degli Heat è stato sospeso per cattiva condotta dalla sua franchigia. Adesso è ufficialmente sul mercato
La storia tra Jimmy Butler e Miami è ai titoli di coda. Gli Heat hanno annunciato in un comunicato ufficiale di aver sospeso la loro stella per sette partite, "per molteplici episodi di condotta dannosa per la squadra nel corso della stagione e in particolare nelle ultime settimane". Adesso, uno dei giocatori migliori dell’Nba è ufficialmente sul mercato perché - spiega la società - "con le sue azioni e dichiarazioni, ha dimostrato di non voler più far parte di questa squadra. Jimmy Butler e il suo rappresentante hanno indicato che desiderano essere scambiati, quindi ascolteremo le offerte".
Butler, addio a Miami
La cattiva condotta costerà a Jimmy Butler (in scadenza a fine stagione, ma con opzione per rinnovo) oltre 2 milioni di dollari di stipendio da versare agli Heat (ne percepisce circa 52 a stagione), ma la mossa lo porterà a diventare free agent dopo che Miami ha rifiutato di concedergli il rinnovo alle condizioni richieste. E così, la stella Nba potrà andar via prima del tempo e strappare un contratto migliore sul mercato. Sul 35enne non manca l’interesse e in questo senso per Miami la situazione è complicata perché la cessione dovrà avvenire entro il 6 febbraio, data di scadenza degli scambi stagionali. Pochi margini di negoziazione, dunque.
Il futuro di Jimmy Butler
Le squadre che prenderebbero Butler di corsa sono diverse, tutte con ambizioni importanti ma in un momento di difficoltà. Golden State, per esempio, che avrebbe giocatori interessanti da mettere sul tavolo come contropartita (Kuminga su tutti). E poi, gli Houston Rockets e i Phoenix Suns. Franchigie che potrebbero virare su Butler per puntare al titolo. In fondo, l’americano - a Miami dal 2019 - ha trascinato i suoi alle Finals nel 2019-20 e nel 2022-23. Sempre da protagonista. Particolare da non sottovalutare.
Esteri
Israele-Gaza, Netanyahu convoca ministri mentre proseguono...
Israele: "Intercettato missile lanciato dallo Yemen". Houthi rivendicano
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato per oggi pomeriggio nel suo ufficio di Gerusalemme un piccolo gruppo di ministri per un incontro sulla sicurezza, mentre a Doha proseguono i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo ha detto un consigliere di uno dei ministri al Times of Israel, senza precisare se il tema al centro della riunione sarà quello degli ostaggi. Secondo la radio israeliana, all'incontro ci saranno anche Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, i due ministri dell'estrema destra che si oppongono ad ogni accordo.
Israele: colpiti oltre 100 'obiettivi terroristici' a Gaza
Intanto su Telegram le Idf hanno scritto che l'Aeronautica israeliana ha colpito oltre 100 "obiettivi terroristici" nella Striscia di Gaza durante tutto il weekend. Secondo le Idf, sono stati "eliminati" nel corso degli attacchi decine di terroristi di Hamas. Le Forze di difesa israeliane hanno anche riferito di aver colpito numerose basi di lancio per i razzi sparati da Gaza contro Israele. Le Forze armate e i servizi di intelligence "continueranno a operare contro le organizzazioni terroristiche nella Striscia in difesa dei cittadini di Israele", affermano le Idf.
Intercettato missile lanciato dallo Yemen, Houthi rivendicano
Le Forze di difesa israeliane oggi hanno inoltre riferito di aver intercettato un missile dallo Yemen, il cui lancio è stato rivendicato dagli Houthi. In un post su Telegram, le Idf hanno scritto: "Dopo che le sirene sono suonate a Talmei Elazar, un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato prima che entrasse in territorio israeliano". In una nota, i miliziani sciiti hanno rivendicato di aver sparato "un missile balistico ipersonico" contro una centrale elettrica a sud di Haifa.
Cronaca
Sindrome post vacation, cos’è? Le regole per...
Le raccomandazioni degli psicologi toscani, 'evitare l'effetto-interruttore, stop eccessi, tanto sonno e coltivare le amicizie'
"Gli americani lo chiamano post vacation o holiday blues", quel mix di tristezza e smarrimento che scatta quando dopo un periodo di stop tocca tornare alla routine quotidiana. "Non stiamo parlando di una patologia ufficialmente riconosciuta, ma si tratta di condizioni psicologiche sempre più diffuse", spiega Maria Antonietta Gulino, presidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana, che contro la sindrome post-feste suggerisce 5 regole per ripartire più sereni.
Le 5 regole
"Il rientro al lavoro dopo le vacanze natalizie è fonte di stress per molti" e questo disagio "può raggiungere chiunque", osserva l'esperta. "Le festività, del resto - analizza - rappresentano un periodo in cui il tempo risulta sospeso e, con esso, i problemi, le scadenze, la sveglia per andare al lavoro, i rapporti a volte difficili nei contesti lavorativi".
E "più le vacanze si configurano come un'oasi di relax, più il ritorno alla realtà di tutti i giorni rischia di essere difficile da affrontare. Questa dinamica - precisa Gulino - incide maggiormente su chi soffre già di un disagio psicologico, come nei casi di depressione o di bassa autostima, e su quei soggetti che stanno attraversando momenti difficili a livello interpersonale, sia nella sfera privata che sul lavoro".
"Darsi una serie di regole per affrontare al meglio la ripartenza è quindi fondamentale. La prima è quella di evitare l''effetto interruttore'", raccomanda la psicologa: "Non si può pensare di spegnere d'un tratto il sollievo delle vacanze e di calarsi immediatamente nella realtà precedente, fatta di ritmi sostenuti, moli di lavoro spesso importanti, viaggi nel traffico, orari da rispettare al minuto e potenziali attriti con le persone circostanti. Meglio, per chi può, iniziare a tornare al lavoro in modo graduale, magari ricominciando con una mezza giornata o anche un giorno intero, ma vicino al weekend".
Il secondo consiglio, prosegue la presidente degli psicologi toscani, è "non interrompere del tutto le buone abitudini prese in vacanza, quando i tempi sono stati più dilatati: hobby, sport, letture, musica, amici, cinema e qualsiasi altra cosa per cui abbiamo avuto più spazio, più libertà di scelta, non devono essere azzerati all'improvviso".
"Il terzo accorgimento - continua Gulino - riguarda l'alimentazione: durante le feste si tende ad eccedere, ma quando ricomincia la vita di tutti i giorni bisogna stare attenti a curarla con maggior attenzione. Mente e corpo si influenzano reciprocamente. Allo stesso modo", quarta regola, "è fondamentale gestire bene il sonno: i ritmi delle vacanze ci hanno portato a dormire di più o diversamente e la mancanza di riposo può accentuare il senso di disagio e di stanchezza".
"L'ultimo consiglio, non meno importante - conclude l'esperta - è quello di mantenere il più possibile solide le relazioni che siamo riusciti a coltivare maggiormente nel periodo festivo, a livello di amicizie, famiglia e sentimenti, perché sono energie fondamentali tutto l'anno".