Libano, Israele: “Colpiti 200 obiettivi Hezbollah in 24 ore”. Feriti paramedici in raid
Carri armati Israele sfondano base Onu: 15 feriti. Idf "Un errore". Gallant ad Austin: "Hezbollah 'usa' postazioni Unifil". Feriti paramedici della Croce rossa. Israele: "Colpiti 200 obiettivi Hezbollah in 24 ore". Distrutte due moschee, 5 morti
Rimuovere le forze Unifil dal Libano. A chiederlo è il premier israeliano Benjamin Netanyahu al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: dovete provvedere al ritiro delle forze di Unifil dalla roccaforte di Hezbollah nel sud del Libano, scrivono i media israeliani dopo che cinque 'caschi blu' della missione sono stati feriti negli ultimi giorni, quattro dei quali dalle forze israeliane, un quinto in un incidente non ancora chiarito.
I 'caschi blu' di Unifil, ha denunciato Netanyahu, si sono trasformati in "scudi umani" per le milizie di Hezbollah. Per questo, ha aggiunto, il loro ritiro deve essere ordinato "adesso, immediatamente".
Netanyahu ha ricordato che le Idf hanno già avanzato questa richiesta che è stata "costantemente respinta", un rifiuto a suo dire, "interamente finalizzato a fornire scudi umani ai terroristi Hezbollah". "Il suo rifiuto di ritirare le forze dell'Unifil rende i suoi militari ostaggio di Hezbollah e mette in pericolo anche la vita dei nostri soldati".
Onu: carri armati Idf entrati con la forza in base Unifil
E nuove violazioni delle postazioni e della missione Unifil da parte delle forze israeliane si sono verificate nelle ultime ore, denuncia la missione Onu nel sud del Libano con un post su Telegram.
Intorno alle 4.30 di questa mattina, due carri armati Merkava delle Idf "hanno distrutto" l'ingresso principale della postazione Unifil di Ramyah - già presa di mira ieri - e vi sono entrati a forza. I militari della missione, che avevano avvistato le forze israeliane passare il confine con il Libano, erano nei rifugi. I carri armati hanno lasciato la postazione dopo 45 minuti, dopo che Unifil aveva inoltrato una protesta attraverso il meccanismo di collegamento. Una volta in più è stato segnalato che la presenza dell'Idf mette i 'caschi blu' in pericolo.
Quindici 'peacekeeper' della missione Unifil sono rimasti feriti dopo l'irruzione. Alle 6.40 i militari hanno osservato l'esplosione di diversi proiettili un centinaio di metri più a nord che hanno emesso fumo. Anche se i militari avevano indosso le maschere protettive, 15 di loro hanno riportato irritazione della pelle e reazioni gastrointestinali, dopo che il fumo è arrivato alla base. I 'caschi blu' sono stati curati per questi sintomi. Ieri soldati dell'Idf hanno poi costretto allo stop un trasporto logistico cruciale dell'Unifil vicino a Meiss ej Jebel, impedendo il passaggio e di fanno annullando l'operazione.
Per la quarta volta in quattro giorni "ricordiamo all'Idf e a tutti gli attori i loro obblighi per garantire la sicurezza del personale Onu e delle proprietà e di rispettare l'inviolabilità delle postazioni dell'Onu in qualsiasi momento".
"Violare ed entrare in una postazione dell'Onu è una ulteriore violazione flagrante del diritto internazionale e della risoluzione del Consiglio di sicurezza del 2006 1701, si precisa. Qualsiasi attacco deliberato contro i 'peacekeepers' è una grave violazione del diritto internazionale e umanitario e della risoluzione 1701". "Il mandato di Unifil garantisce la libertà di movimento nella sua area operativa e qualsiasi restrizione di tale libertà è una violazione della risoluzione 1701". "Abbiamo richiesto una spiegazione all'Idf per queste violazioni scioccanti", conclude il post.
Idf: tank finito contro postazione Unifil perché sotto attacco
E le spiegazioni dalle Idf sono arrivate. Il carro armato israeliano che è andato a sbattere contro una postazione dell'Unifil era in quel momento sotto attacco da parte degli Hezbollah, hanno precisato le Forze di difesa israeliana. "Da un primo esame è emerso che un carro armato delle Idf, che stava cercando di evacuare i soldati feriti mentre era ancora sotto il fuoco, è andato a sbattere per diversi metri contro una postazione dell'Unifil. Una volta cessato il fuoco nemico e dopo l'evacuazione dei soldati feriti, il carro armato ha lasciato la postazione”.
E ai microfoni del Tg1 il portavoce dell'Idf Daniel Hagari ha precisato che "c'è un'inchiesta in corso al più alto livello possibile su quanto accaduto. Ogni incidente nel quale l'esercito ha forse sparato contro basi di Unifil è un errore, non stiamo puntando contro Unifil. L'Italia è un amico molto importante di Israele, è una amicizia sincera ed anche una alleanza importante. Quando operiamo in Libano il nostro obiettivo è esclusivamente Hezbollah, non il Libano come Paese e neanche i cittadini libanesi".
La risposta dell'Onu a Netanyahu: "Unifil rimane"
In serata arriva la risposta delle Nazioni Unite alla richiesta di Netanyahu di abbandonare il Libano. La missione resta, fa sapere il portavoce di Antonio Guterres in una nota nella quale conferma la missione e ribadisce l'importanza di "garantire la sicurezza del personale e delle strutture". "Gli attacchi contro i peacekeeper violano il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e possono costituire un crimine di guerra", afferma Stephane Dujarric.
Israele agli Usa: "Hezbollah usa Unifil come scudo"
Dal canto su Israele, facendo sapere di aver colpito 200 obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano nelle ultime 24 ore uccidendo decine di militanti, ha ribadito agli Usa che Hezbollah 'usa' le postazioni dell'Unifil per 'coprire' i suoi attacchi. Le Forze di difesa israeliane hanno condotto raid aerei che hanno distrutto lanciarazzi, postazione anticarro, posti di comando e depositi di armi.
Gallant ad Austin: "Hezbollah 'usa' postazioni Unifil"
Hezbollah 'usa' le postazioni dell'Unifil nel sud del Libano per 'coprire' i suoi attacchi e spara dalle vicinanze delle basi "intenzionalmente". Sono i concetti ribaditi dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant nella telefonata al segretario della Difesa americano Lloyd Austin, che ha espresso "profonda preoccupazione" per i raid vicini alle postazioni della missione Onu, nei quali sono rimasti feriti cinque peacekeeper.
Gallant, fa sapere il suo ufficio, "ha sottolineato che, pur affrontando questa significativa sfida operativa, le Idf continueranno a prendere misure per evitare danni alle truppe e alla postazioni di Unifil".
Il ministro della Difesa israeliano ha anche informato il capo del Pentagono sullo stato delle operazioni in Libano: i due "hanno discusso delle attività difensive in corso di fronte alle minacce poste dall'Iran e dai suoi proxy, principalmente le milizie iraniane in Yemen, Siria e Iraq".
Media: Israele colpirà infrastrutture militari ed energetiche Iran
Israele avrebbe deciso di colpire le infrastrutture militari ed energetiche iraniane, in risposta all'attacco missilistico del primo ottobre, mentre non ci sono indicazioni che tra gli obiettivi ci saranno i siti nucleari o che condurrà assassini mirati. Lo rivela l'emittente Nbc, che cita funzionari americani, secondo cui Israele non avrebbe invece ancora preso una decisione definitiva su quando agire. Le stesse fonti fanno sapere di non avere informazioni che indichino che la risposta arriverà oggi, ma, precisando che Israele non condivide con Israele la possibile tempistica, non escludono che la risposta possa arrivare anche durante la festività dello Yom Kippur, che si conclude nelle prossime ore.
Iran: "Falso ogni nostro collegamento ad attacco Hamas"
L'Iran respinge come "false" le rivelazioni secondo cui Hamas avrebbe cercato di coinvolgerlo nell'attacco del 7 ottobre e fosse dunque a conoscenza dell'operazione 'Diluvio di al Aqsa'. In una nota citata dall'agenzia di stampa Irna, la rappresentanza iraniana all'Onu afferma che le notizie riportate ieri dal 'New York Times' "non hanno credibilità" e si basano su "documenti inventati".
“Mentre gli stessi funzionari di Hamas con sede a Doha hanno dichiarato che anch'essi non erano a conoscenza dell'operazione e che tutta la pianificazione, il processo decisionale e la direzione sono stati eseguiti esclusivamente dall'ala militare di Hamas con sede a Gaza, qualsiasi affermazione che tenti di collegare l'operazione all'Iran o a Hezbollah - in tutto o in parte - è priva di credibilità e proviene da documenti falsificati”, ha dichiarato la missione in una nota.
Secondo il quotidiano americano, che cita file sequestrati dall'esercito israeliano, Hamas pianificava di attaccare Israele già dal 2022, ma rinviò l'operazione per cercare nel frattempo di ottenere il sostegno di Teheran e di Hezbollah.
Spettacolo
Festa cinema Roma, Francis Ford Coppola oggi protagonista...
Agli Studi di Cinecittà l'anteprima italiana di Megalopolis. Domani il regista in Campidoglio da Gualtieri
Francis Ford Coppola protagonista oggi della preapertura della Festa del Cinema di Roma. Il regista, autore di capolavori come la saga de Il Padrino, Apocalypse Now e Dracula di Bram Stoker, alle 19.30 presenterà, negli iconici Studi di Cinecittà, l'anteprima italiana di Megalopolis, la sua opera più recente.
Come vederlo
La serata potrà essere seguita in diretta streaming anche nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per permettere agli accreditati e al pubblico della Festa del Cinema di assistere al lancio della nuova fiaba visionaria immaginata dal regista. Nel corso della giornata a Cinecittà sarà fatto un omaggio speciale al grande regista italoamericano che torna, dopo anni, negli Studi romani che lo hanno visto preparare alcune scene de Il Padrino Parte III.
Dove incontrare il regista
Domani, 15 ottobre alle ore 18, Francis Ford Coppola incontrerà le giurie di Alice nella città, gli studenti delle scuole di cinema e il pubblico presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica: durante l’incontro, organizzato da Alice nella città in collaborazione con la Festa del Cinema, il regista ripercorrerà gli oltre sessant’anni di carriera che l’hanno reso uno dei Maestri più importanti e celebrati della Settima Arte. Lo stesso giorno, il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, riceverà Coppola in Campidoglio per dedicargli uno speciale tributo della città.
Di che parla il film
Megalopolis sarà al cinema dal prossimo 16 ottobre distribuito in Italia da Eagle Pictures. Scritto, diretto e prodotto da Francis Ford Coppola, il film è interpretato da Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne.
Un artista geniale con il potere di fermare il tempo combatte contro un sindaco ultraconservatore per salvare il mondo morente e ispirare speranza. Megalopolis è un’epopea romana ambientata in un’America moderna e immaginaria. La città di New Rome sta cambiando, causando aspri conflitti tra Cesar Catilina, geniale artista che cerca di proiettarsi in un futuro utopico e idealistico, e la sua nemesi, il sindaco Franklin Cicerone, reazionario e legato a uno status quo regressivo, avido e corrotto. Tra i due si inserisce Julia, la figlia del sindaco che, essendo innamorata di Cesar Catilina, si trova a dover scegliere in chi riporre la propria lealtà e a chiedersi cosa merita, davvero, l’umanità.
Esteri
Balcani, Tajani oggi a vertice Berlino: “Integrazione...
Al summit partecipano sei Paesi dei Balcani occidentali. Il ministro degli Esteri: "Italia pronta a fare la sua parte"
"L’integrazione dei Balcani occidentali nella Ue è una priorità del Governo - ha indicato Tajani - L’impegno italiano per rafforzare la cooperazione con i partner balcanici è concreto e costante. Il nostro obiettivo è la “riunificazione” dei Balcani occidentali con l’Europa". Con questa linea il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani parteciperà oggi, 14 ottobre, a Berlino su delega del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al decimo Vertice del 'Processo di Berlino' sui Balcani occidentali.
Il “Processo” è una iniziativa dei governi della Uw nata nel 2014 su iniziativa dell’allora Cancelliera tedesca Angela Merkel per accelerare il processo di ingresso dei Paesi dei Balcani occidentali nella Ue. “Il nostro Paese, anche come Presidenza G7, è in prima linea nel rilancio di una dinamica positiva nella regione”, ha sottolineato il ministro degli Esteri, ricordando la visita a settembre in Montenegro e Macedonia del Nord e la riunione presieduta a New York, in occasione dell’assemblea Onu, con i ministri dei Balcani occidentali assieme al Gruppo “Amici dei Paesi dei Balcani Occidentali”.
I partecipanti
Il vertice, presieduto dal cancelliere Olaf Scholz, vedrà la partecipazione dei sei Paesi dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia), assieme ad Austria, Croazia, Francia, Slovenia, Polonia, Grecia e Bulgaria - oltre al Regno Unito e alle istituzioni europee, inclusa la Presidenza di turno ungherese.
L'agenda del summit
Il vertice vedrà una prima sessione di lavoro incentrata sulla cooperazione regionale e il mercato regionale comune (Mrc) e una seconda dedicata all’agenda verde, connettività ed energia, seguite da una discussione informale con rappresentanti della società civile e giovani della regione. I lavori saranno conclusi da un pranzo dedicato al futuro del Processo di Berlino. In occasione del summit sarà firmato un accordo regionale di mobilità per l’accesso agli studi e sarà adottato il nuovo Piano d’Azione per il Mercato Regionale Comune 2025-2028, con l’obiettivo di dare nuovo impulso alla cooperazione regionale.
"Italia pronta a fare la sua parte"
“La riunione di Berlino conferma la centralità dell’integrazione dei partner dei Balcani con l’Unione europea nel nuovo ciclo istituzionale europeo - ha concluso Tajani - Dobbiamo proseguire per arrivare a risultati concreti nel favorire la cooperazione regionale, tanto nell’ambito economico quanto in quello del dialogo politico e delle riforme dei Paesi Partner. L’Italia è pronta a fare la sua parte, soprattutto nello sviluppo delle infrastrutture strategiche e della transizione energetica della regione”.
Esteri
Libano, Netanyahu: “Via i caschi blu”. Idf...
Il premier israeliano sollecita Guterres a ordinare lo spostamento delle truppe Onu: "Sono scudi umani per Hezbollah". Ma dal Palazzo di Vetro confermano: "I caschi blu restano". La premier chiama 'Bibi' e ribadisce il sostegno alla missione. Crosetto sull'irruzione dei tank: "Grave violazione"
Israele non arretra in Libano e "farà tutto il necessario per vincere la guerra". Il premier Benjamin Netanyahu lo ribadisce chiaro e tondo. E davanti alle truppe Unifil che si frappongono tra le forze militari israeliane ed Hezbollah non esita a sollecitare ancora una volta l'Onu a spostare i 'caschi blu' che per il premier israeliano si sono trasformati in "scudi umani" per le milizie del Partito di Dio. Per questo - ha detto rivolgendosi al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il loro ritiro deve essere ordinato "adesso, immediatamente". Ma dal Palazzo di Vetro fanno sapere che la missione non si ritira e Guterres attraverso il suo portavoce ricorda che "gli attacchi contro i peacekeeper violano il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e possono costituire un crimine di guerra".
La telefonata Meloni-Netanyahu
Linea della fermezza confermata a Netanyahu anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri lo ha chiamato al telefono, mentre al confine tra il sud del Libano e il nord di Israele si registrava il quarto 'incidente' in quattro giorni tra l'Unifil e le Idf. La premier, a quanto apprende l'Adnkronos, ha trasmesso "in maniera chiara e netta" al primo ministro israeliano "tre messaggi": gli attacchi all'Unifil sono "inaccettabili", la missione dell'Onu "non si ritira", va garantita la sicurezza di tutto il personale.
Messaggi dinanzi ai quali Netanyahu ha dato ancora una volta prova di totale 'inflessibilità', come dimostra quanto scritto dal suo ufficio: dopo "le atrocità del 7 ottobre, Israele non permetterà mai più a un'organizzazione terroristica genocida di avvicinarsi ai nostri confini. Né a Gaza né in Libano". Il primo ministro ha espresso "rammarico" per i danni di questi giorni e ha sssicurato che "Israele farà tutto il possibile per impedire che l'Unifil subisca vittime", ma ha riaffermato che "farà tutto il necessario per vincere la guerra". E attacca in quello che sembra un riferimento a Emmanuel Macron ed alla sua proposta di fermare l'invio di armi a Israele: "Purtroppo diversi leader europei stanno esercitando pressioni nella direzione sbagliata".
Nel corso della telefonata, Netanyahu ha riferito a Meloni anche dell'appello rivolto al segretario generale dell'Onu Guterres: "E' arrivato il momento che le forze dell'Unifil si ritirino dalle roccaforti di Hezbollah e dalle zone dei combattimenti". Le Idf, ha ricordato, "lo hanno chiesto ripetutamente e si sono scontrate con ripetuti rifiuti", cosa che ha permesso "ai terroristi di Hezbollah di usare l'Unifil come copertura e scudo umano".
Ma Meloni ha rinnovato l'impegno dell'Italia per Unifil, dicendosi convinta che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati, ha fatto sapere Palazzo Chigi.
Braccio di ferro Israele-Onu
"Il problema - hanno detto fonti informate all'Adnkronos - non è tra Italia e Israele, ma tra l'Onu e Israele", un rapporto fatto di tensioni e reciproche accuse culminato nei giorni scorsi con la definizione di Antonio Guterres 'persona non grata'. Gli israeliani "non vogliono fare la guerra" a Unifil, vogliono solo creare "una fascia di sicurezza di 5-6 chilometri" per evitare che Hezbollah che, stando a quanto sostiene Israele, si nasconde dietro gli avamposti della missione Onu, continui ad attaccare le Idf.
Il nuovo "errore" delle Idf: tank nella base Unifil
E sarebbe colpa di Hezbollah anche l'irruzione di due tank israeliani in una delle basi Unifil denunciata ieri dall'Onu e che ha causato il ferimento di 15 caschi blu. "Intorno alle 4.30 del mattino, mentre i peacekeeper erano nei rifugi - ha ricostruito Unifil in una nota - due carri armati Merkava dell'esercito israeliano hanno distrutto il cancello principale e si sono introdotti con la forza nella postazione", rimanendovi per "circa 45 minuti". Due ore dopo, fa sapere ancora Unifil, "sono stati sparati colpi di arma da fuoco che hanno provocato fumo" e hanno provocato “irritazioni cutanee e reazioni gastrointestinali in 15 peacekeeper che stanno ricevendo cure”.
Episodio giustificato dalle Idf come un "errore": un tank è finito contro una postazione dell'Unifil mentre era sotto attacco da parte dei militanti sciiti del Partito di Dio, non c'è stata alcuna "irruzione" e comunque, ha assicurato il portavoce dell'Idf Daniel Hagari al Tg1, "c'è un'inchiesta in corso al più alto livello possibile su quanto accaduto. L'Italia è un amico molto importante di Israele".
Crosetto: "Grave violazione"
Ma la tensione resta altissima: il ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto di nuovo, denunciando la "grave violazione”, chiedendo "al capo di Stato maggiore, generale Luciano Portolano, di mettersi in contatto con il suo omologo, il generale Herzi Halevi, per ribadire la necessità di evitare ulteriori azioni ostili". Azioni che certamente continueranno fino a quando Netanyahu "non avrà vinto la guerra".