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Spettacolo

Marco Masini torna con ‘Leggero’: una storia di...

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Marco Masini torna con ‘Leggero’: una storia di libertà e solitudine che ci fa riflettere

Eccoci qua, oggi è un giorno speciale! È l’11 ottobre e, sinceramente, non potevamo non parlarvene: Marco Masini è tornato e il suo nuovo singolo Leggero è finalmente su tutte le piattaforme digitali. Fa parte del suo nuovo progetto discografico, “10 Amori”, che in realtà è già uscito qualche giorno fa, il 4 ottobre, ma solo in vinile e CD (per i veri romantici, no?). Questo album è stato prodotto da Gianluca Tozzi e Milo Fantini e il brano Leggero è proprio uno di quei pezzi che ti colpiscono dritto al cuore. Ti fa venire voglia di dire: “Caspita, ma questa è la mia storia, l’ho vissuta anche io”.

Un uomo solo, un’auto e una fuga verso il mare

Nel brano “Leggero”, Masini ci racconta di un uomo, uno qualunque, che si sente sopraffatto dal peso della vita. E cosa fa? Prende l’auto e parte, di notte, verso il mare. Vuole solo fuggire, lasciarsi tutto alle spalle, sentirsi libero, anche solo per un attimo. Vuole vedere gente che balla, prendere un mojito, sentirsi leggero. Ma, come spesso succede, le cose non vanno come te le immagini. La solitudine non se ne va, resta lì, come un macigno. E poi c’è quella frase nel testo che ti fa venire un nodo in gola: “…me la godo da solo, felice senza amare nessuno e credere che sia ancora possibile un po’ di futuro…”. Quanti di noi, almeno una volta, non hanno sentito il bisogno di mollare tutto e scappare?

Un album che parla di amore in tutte le sue forme

Questo nuovo album, “10 Amori”, non parla solo dell’amore romantico. Parla di tutti quegli amori che ci restano dentro, quelli che anche quando sono finiti continuano a farti compagnia, che non riesci a lasciar andare. Marco racconta questi amori con quella sua poesia un po’ ruvida ma sincera: ci trovi dentro un po’ di ironia, un po’ di malinconia e anche quella leggerezza che ti fa sorridere. Non è mai solo una cosa, c’è un misto di tutto. Insomma, c’è un po’ di tutto. La tracklist è composta da 12 brani, ognuno con una sua anima: “10 Amori (prologo)”, “Allora ciao”, “Un posto piccolo”, “Non è una scelta”, “Dovevamo essere noi”, “Parlare al futuro”, “Ma per te sì”, “Leggero”, “Qualcuno mi ha detto di te”, “Splendido”, “Due fidanzati degli anni ’30”, “10 Amori (epilogo)”.

Ogni canzone è un viaggio. C’è quella nostalgia che ti stringe il cuore, c’è la speranza che ti fa sorridere, c’è l’ironia che ti strappa una risata. Masini ci prende per mano e ci porta con lui in questo percorso e ti ritrovi a pensare: “Sì, Marco, so cosa vuoi dire”. È tutto così semplice, così umano, così vero.

Marco Masini e il coraggio di emozionare

In questo album Marco ci mostra davvero tutto di sé: c’è la sensibilità, c’è la profondità, c’è il coraggio di essere vulnerabile. Lui non ha mai avuto paura di essere autentico, di dirci le cose come stanno. La sua musica è così, senza filtri. Ti fa ridere di pancia, ti fa piangere senza vergogna, ti fa sentire vivo, ma davvero, come quando respiri a pieni polmoni. Ogni brano è come una fotografia sbiadita, un pezzo di vita che abbiamo vissuto, un percorso fatto di momenti belli e brutti, di cadute e risalite, di quelle giornate che non dimentichi. Insomma, c’è dentro tutto quello che ci rende umani, con tutte le imperfezioni e le emozioni che conosciamo fin troppo bene.

I 60 anni e il ritorno live

E poi, c’è anche un traguardo personale che Marco ha deciso di celebrare con questo nuovo progetto: i suoi 60 anni, compiuti il 18 settembre. E per festeggiare alla grande, ha deciso di tornare dal vivo con il tour “10 AMORI LIVE 2025”. Marco torna nei grandi palasport e solo l’idea di queste tre date ci fa venire i brividi: 18 ottobre 2025 al Palazzo dello Sport di ROMA, 24 ottobre 2025 all’Unipol Forum di MILANO, 25 ottobre 2025 al Nelson Mandela Forum di FIRENZE. I biglietti? Sono già su TicketOne.it, quindi, se volete esserci (e fidatevi, volete esserci), muovetevi! Non lasciatevelo sfuggire, perché sarà qualcosa di incredibile.

Immaginatevi: il palco, le luci, la gente che canta a squarciagola. Marco non sarà da solo, ovviamente, ma con una band incredibile: Massimiliano Agati (batteria e percussioni), Alessandro Magnalasche (chitarra elettrica), Cesare Chiodo (direzione musicale e basso elettrico), Lapo Consortini (chitarra acustica e ideazioni sonore), Stefano Cerisoli (chitarra elettrica), Antonio Iammarino (tastiere, pianoforte). Sarà una festa, un momento di condivisione vera, di quelli che ti restano dentro per sempre.

Un messaggio che ci parla tutti

Alla fine, “10 Amori” è un album che parla di tutti noi. Parla delle persone che abbiamo amato, di quelle che abbiamo perso, di quelle che ancora ci fanno sorridere o piangere. “Leggero” ci ricorda che, anche quando tutto sembra troppo, anche quando ci sembra di non farcela più, è importante cercare quella leggerezza. Quella piccola boccata d’aria che ci permette di andare avanti. Marco ci invita a fermarci un attimo, ad ascoltare la nostra voce interiore, a capire cosa conta davvero.

E quindi, il viaggio continua. Marco è sempre qui, con la sua passione, la sua voglia di raccontarci le cose come stanno. E noi siamo qui, pronti a seguirlo, a cantare a squarciagola sotto quel palco, a sentirci parte di qualcosa di più grande. Pronti, ancora una volta, a essere un po’ più leggeri.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Morto Jim Abrahams, regista de ‘L’aereo più...

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Con i fratelli Jerry e David Zucker ha dato una svolta al genere della commedia demenziale

Una scena de 'L'aereo più pazzo del mondo'

Jim Abrahams, lo sceneggiatore e regista statunitense che con i fratelli Jerry e David Zucker ha dato una svolta al genere della commedia demenziale con opere stravaganti come 'L'aereo più pazzo del mondo' e 'Una pallottola spuntata', è morto oggi all'età di 80 anni per cause naturali nella sua casa di Santa Monica, in California. L'annuncio è stato dato dal figlio Joseph a 'The Hollywood Reporter'.

Nato come James S. Abrahams a Shorewood, nello stato del Wisconsin, il 10 maggio 1944, la prima parte della sua carriera è stata caratterizzata dalla collaborazione con i fratelli Zucker, formando il gruppo Zucker-Abrahams-Zucker di sceneggiatori e registi. Tra i principali lavori del trio hanno avuto particolare successo 'Ridere per ridere' (1977), diretto da John Landis, 'L'aereo più pazzo del mondo' (1980), 'Top Secret!' (1984), con un giovane Val Kilmer, e 'Per favore, ammazzatemi mia moglie' (1986), con Bette Midler e Danny DeVito.

Il trio Zucker-Abrahams-Zucker, conosciuto anche con l'acronimo ZAZ, vinse un premio Bafta per la sceneggiatura del film 'Una pallottola spuntata' (1988), diretto dal solo David Zucher, e ciò permise ad Abrahams di raccogliere i fondi per dirigere il suo primo filo in solitaria: 'Affari d'oro' (1988), pellicola comico-demenziale con Bette Midler e Lily Tomlin, in cui ha una parte anche Michele Placido.

Dopo il satirico 'Roxy - Il ritorno di una stella' (1990), film sull'arroganza delle rockstar e sulle smanie delle giovani generazioni, il successo arrivò ad Abrahams con 'Hot Shots!' (1991), parodia di 'Top Gun' con Charlie Sheen e in cui recita anche Valeria Golino. De 1993 è il sequel 'Hot Shots! 2', in cui l'eroico pilota del film precedente viene richiamato alle armi per liberare gli ostaggi americani dal dittatore Saddam Hussein.

Dopo esperienze come produttore, Abrahams è tornato dietro la macchina da presa nel 1997 con "First do no harm", che non è arrivato nelle sale italiane, e nel 1999 con 'Mafia!', in cui ironizza sul cinema 'mafioso' di Francis Ford Coppola e Martin Scorsese.

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Arriva ‘Max Forever Vol. 1 –...

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Il cantautore celebra questo "periodo fortunato" della sua carriera con una nuova raccolta dei suoi successi

Max Pezzali in concerto - Agenzia Fotogramma

Max Pezzali sorprende ancora il suo pubblico. A poche settimane dai 18 show nei palazzetti di Milano e Roma (di cui 17 già sold out) e in attesa del prossimo 12 luglio con 'Max Forever - Grand Prix' all’Autodromo di Imola, arriva oggi l’annuncio di 'Max Forever Vol. 1 - L'album', in uscita il 13 dicembre in digitale e negli store fisici per Warner Music Italy. Disponibile da domani in pre-order al prezzo speciale di 'un deca', 'Max Forever Vol. 1 - L'album' è solo il primo capitolo, il primo grande assaggio di una serie di volumi antologici, da un’idea di Max Pezzali e Double Trouble Club, per celebrare i brani più iconici di una carriera costellata da successi: un must have per tutti i fan di Max che ospita 16 gemme musicali pronte a risplendere in una veste completamente nuova. L'album sarà disponibile in cd standard e nella versione speciale in denim; doppio vinile colorato e nella versione speciale autografata.

Sedici reinterpretazioni inedite di pietre miliari che hanno segnato la storia della musica pop italiana, proposte in feat con ospiti speciali o suonante live o in versione acustica: da 'Gli anni' con Cesare Cremonini a 'Sempre noi' con J-Ax, passando per 'Rotta per casa di Dio' con Riccardo Zanotti nella versione live al Circo Massimo del 2023, fino a 'Grazie mille' e 'Aeroplano' suonate in acustico.

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"È un periodo fortunato della mia carriera - dice Max Pezzali - l'affetto ricevuto negli ultimi due anni è davvero qualcosa che mi riempie il cuore e che in tutta onestà non avevo mai ricevuto nei precedenti 30. Per questo motivo mi piaceva l’idea di 'fare una cassetta', come si faceva una volta, con un po' di tracce che abbiamo rivisto, rifatto in studio, fatto suonare un po' meglio, performato dal vivo. Ne faremo poi altre di 'cassette', ecco perché leggete 'Volume 1'. Mi piace pensare di realizzare dei volumi antologici giocando un po' con quelle che ormai sono canzoni più vostre che mie. Ci vediamo come sempre in giro, alle nostre feste''.

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Prima alla Scala, con ‘La forza del destino’ in...

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E' il nono titolo verdiano del maestro Riccardo Chailly, protagonisti il soprano russo Anna Netrebko e il tenore americano Brian Jagde. Il messaggio 'pacifista' del regista Leo Muscato sarà un racconto scenografico che ripercorrerà le guerre di varie epoche

foto Brescia e Amisano Teatro alla Scala

L'urlo della pace si alzerà "forte e chiaro" dal palcoscenico del Teatro alla Scala il 7 dicembre in occasione della Prima, con la rappresentazione de 'La forza del destino' di Giuseppe Verdi, nono titolo verdiano del maestro Riccardo Chailly al Piermarini e la sua undicesima inaugurazione di stagione, che vede tra i protagonisti il soprano russo Anna Netrebko e il tenore americano Brian Jagde. Tra gli spettatori 'd'onore' che varcheranno le porte del Piermarini i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Senato, Ignazio La Russa e il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che saranno accolti dal sindaco Beppe Sala e dal governatore lombardo Attilio Fontana. Sono attesi tra gli ospiti giganti della lirica come i tenori Placido Domingo, José Carreras e il soprano Raina Kabaiwanska. Nonostante per il sovrintendente Dominique Meyer la prossima Prima sarà la sua ultima volta, lui è convinto che "sarà un bel momento forte" e spera che "lascerà una traccia nella storia della Scala".

Il messaggio 'pacifista' del regista Leo Muscato arriverà in scena con un racconto scenografico che ripercorrerà le guerre di varie epoche, prendendo avvio nel Settecento e spingendosi fino ai giorni nostri, senza vincolarsi rigidamente a una precisa aderenza storica. "La guerra fa da sfondo a tutta l'opera - spiega Muscato -. E' presente dalla prima all'ultima scena. Noi abbiamo provato a esasperare questo concetto e per spiegarlo meglio facciamo fare ai personaggi un percorso che attraversa i secoli. Nel primo atto è ancora una minaccia lontana, evocata dalle parole di Leonora 'Con te sfidar impavida / di rio destin la guerra'. Quando ci è stata commissionata questa produzione, l’attenzione mediatica era concentrata su una guerra che dominava quotidianamente le notizie. Nel frattempo, i conflitti sono diventati due - senza contare le guerre dimenticate che faticano a trovare spazio nei media. E ogni giorno cresce la percezione che i loro confini possano espandersi rapidamente, accendendo ulteriori focolai di instabilità".

Nel secondo atto, aggiunge il regista, "la guerra è nel pieno, con l'eccitazione dei giovani che si vogliono arruolare perché credono in una causa per risollevare il proprio Paese". Con il terzo atto si entra nel vivo della guerra in trincea. "Siamo nel '900, con le persone che soffrono e muoiono persone disperate, con la paura che vince sopra ogni altra cosa. Si ha la sensazione che i personaggi abbiano perso la speranza e che la guerra possa potare a qualcosa di buono". Nell'ultimo atto, invece, viene evocato un mondo contemporaneo, "è devastato di macerie e nell'ultima aria, quando Leonora sbuca dal suo rifugio trova una madonnina distrutta che cerca di ricomporre e urla 'Pace, pace o mio Dio'. E' l'urlo che vorremmo lanciare al mondo con la speranza di essere ascoltati".

Se all’inizio viene rappresentata un’epoca in cui una giovane donna, per inseguire il suo amore, deve sfuggire al controllo paterno travestendosi da uomo, nell’ultimo atto viene rappresentata la tragica follia di un ufficiale decorato, consumato dalla sete di vendetta. "Fin dal principio, il nostro immaginario si è concentrato sull’idea di un movimento rotatorio, una ruota del destino in continuo movimento con i personaggi che si muovono in direzione opposta, avanzando con ostinazione attraverso scenari che cambiano continuamente - dice Muscato -. Con il trascorrere del tempo, dei secoli, questi paesaggi si fanno via via più cupi, più devastati, e sempre più realistici". Anche i costumi, curati da Silvia Aymonino, seguono questa evoluzione: "all’inizio, nel Settecento, appaiono come sagome stilizzate, evocazioni simboliche di un’epoca lontana. Man mano che la narrazione si avvicina ai nostri giorni, acquistano una concretezza sempre maggiore, fino a diventare profondamente realistici, specchio fedele del mondo che raccontiamo”.

La serata inaugurale sarà dedicata al soprano Renata Tebaldi, nel ventennale della scomparsa. L’artista fu già interprete della parte di Leonora alla Scala nel 1955 sotto la direzione di Antonino Votto. Il 7 dicembre, inoltre, l’opera sarà eseguita integralmente nella versione del 1869 ripensata da Verdi per la Scala, secondo l’edizione critica curata per Ricordi da Philip Gossett e William Holmes nel 2005. "E' uno spettacolo importante e difficile - sottolinea il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, alla sua ultima Prima in attesa di passare il testimone a Fortunato Ortombrina -. Siamo di fronte a un capolavoro della storia dell’opera, che ha un valore forte in questo teatro". 'La forza del destino' è relativamente poco presente in cartellone: se le ultime esecuzioni risalgono al 1999 con Riccardo Muti e al 2001 con Valery Gergiev e i complessi del Mariinskij, l’unico allestimento in apertura di stagione è addirittura del 1965, con Gavazzeni sul podio e la regia di Margherita Wallmann.

Tornerà a inaugurare la stagione con Verdi Anna Netrebko, dopo il trionfo dell’anno scorso in 'Don Carlo' e del 2016 con 'Giovanna d’Arco'. L’artista, di casa alla Scala, è impegnata anche venerdì 29 novembre nel concerto straordinario diretto da Riccardo Chailly nel centenario della scomparsa di Giacomo Puccini. "Anna è la mia eroina verdiana dai tempi di 'Giovanna d'Arco' - spiega Chailly - e da anni ci troviamo insieme in questi titoli verdiani". La sua parte sarà sostenuta il 28 dicembre e il 2 gennaio da Elena Stikhina. Sarà invece un debutto al 7 dicembre per l'americano Brian Jagde, reduce da diverse produzioni di quest’opera nei principali teatri del mondo (da Parigi a Londra, al Metropolitan e nelle scorse settimane a Barcellona), che alla Scala è già stato Turiddu in Cavalleria rusticana e Calaf in Turandot.

Approda all’inaugurazione in scena anche Ludovic Tézier, uno dei grandi baritoni di oggi, che aveva partecipato al 7 dicembre televisivo '…a riveder le stell'” durante il lockdown oltre a cantare in 'Onegin' (2006), 'Lucia' (2006) e 'Un ballo in maschera' (2022) che sarà Don Carlo di Vargas. E ancora Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Preziosilla, Alexander Vinogradov in quelli di padre Guardiano, Marco Filippo Romano Fra Melitone, Fabrizio Beggi il Marchese di Calatrava, Carlo Bosi Mastro Trabuco.

"Noi dobbiamo essere orgogliosi di avere questi cantanti - ammette Meyer - non succede in ogni generazione di avere una Anna Netrebko, siamo grati alla natura che ci dà interpreti ideali in grado di assumere una recita così importante del 7 dicembre e sono felice di aver riunito questi cast, che è una famiglia". Chiede di augurarle "buona fortuna" Netrebko, che parla del suo ruolo e delle difficoltà legate a 'La vergine degli angeli', l'inno religioso che chiude il finale del secondo atto. "Leonora non è certo una donna del XXI secolo come lo sono io" spiega, visto che nell'opera finisce per ritirarsi in convento. "Amo molto questo ruolo - confessa Netrebko - ci sono tante cose che scopro ogni volta che mi confronto con questo capolavoro".

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