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Cancro al colon, nuovo algoritmo prevede efficacia farmaci: come funziona

Studio Irccs Candiolo: strumento valuta il successo delle molecole che contrastano gli enzimi 'officina' capaci di riparare le cellule tumorali

Un laboratorio di ricerca - (Fotogramma)

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Candiolo - Irccs ha messo a punto un nuovo algoritmo che permette di analizzare, in modo molto più semplice rispetto a quelli attualmente disponibili, i dati genetici dei pazienti con tumore del colon-retto, a partire da organoidi o cellule, e di selezionare coloro che potrebbero beneficiare della terapia sperimentale a base di Parp-inibitori, un trattamento già approvato e utilizzato per i tumori ovarici, del pancreas, della prostata e della mammella. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista 'Npj Precision Oncology'. Si tratta di algoritmo di nuova generazione che prevede il successo dei farmaci contro gli enzimi 'officina' che sono in grado di riparare le cellule tumorali.

"E' stato un lavoro di squadra che ha visto la partecipazione di molti specialisti diversi, dai biologi ai bioinformatici", afferma Sabrina Arena, group leader dell'Irccs Candiolo e docente del Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino, che ha lavorato in collaborazione con Alberto Bardelli dell'Istituto Fondazione di oncologia molecolare (Ifom) e con l'ospedale Niguarda di Milano. "Il nostro team di ricerca multidisciplinare ci ha portato a perfezionare il primo algoritmo sviluppato per il tumore del colon-retto, chiamato HRDetect, fino ad arrivare alla realizzazione di un algoritmo di nuova generazione, HRDirect, che potrebbe semplificare l'identificazione dei pazienti con un tumore del colon-retto vulnerabile alla terapia sperimentale con gli inibitori di Parp, ossia l'enzima che ripara il Dna delle cellule tumorali".

Tumore al colon tra neoplasie più diffuse

Il tumore del colon è una delle neoplasie più diffuse al mondo, nell'elenco dei 'big killer'. Si stima che nel 2023 le nuove diagnosi di tumore del colon-retto siano state circa 50mila, un numero inferiore solo ai nuovi casi di cancro al seno (circa 55.900). Studi precedenti, condotti anche dai ricercatori dell'Irccs Candiolo, hanno dimostrato che gli inibitori dell'enzima Parp, potrebbero rivelarsi utili in futuro anche per il trattamento delle forme più avanzate del tumore del colon-retto. Già usati e approvati per i carcinomi dell'ovaio, del pancreas, della prostata e della mammella, gli inibitori di Parp sembrano efficaci in un gruppo selezionato di pazienti che presentano un'alterazione specifica nel sistema di riparazione del Dna, chiamata BRCAness. Si calcola che questo gruppo di pazienti rappresenti circa il 13% del totale di quelli colpiti dal tumore del colon-retto. Tuttavia, riuscire a sapere in anticipo quali di questi pazienti possano beneficiare o meno del trattamento a base di inibitori di Parp non è affatto semplice.

"Ad oggi esistono degli algoritmi in grado di dare un contributo importante nell'identificazione dei candidati ideali, come ad esempio HRDetect", spiega Arena. Tuttavia, "per funzionare correttamente, i 'vecchi' algoritmi hanno bisogno di avere a disposizione anche il Dna germinale del paziente, ovvero quello che ogni persona ha fin dalla sua nascita, per poi confrontarlo con il Dna tumorale in modo da valutare le vulnerabilità, compresa quella ai Parp inibitori. L'algoritmo di nuova generazione HRDirect, ideato dal ricercatore Giorgio Corti, è invece in grado di effettuare la stessa operazione anche senza avere a disposizione il Dna germinale del paziente, che molto spesso è difficile recuperare o che comunque richiede tempi di analisi più lunghi. Il nuovo algoritmo è l'unico che permette di identificare con una buona sensibilità e accuratezza i pazienti resistenti alla terapia con gli inibitori di Parp".

Anche se testato e validato al fine di individuare i pazienti candidabili a una specifica terapia, HRDirect potrebbe contribuire in maniera significativa alla ricerca di nuovi 'talloni d’Achille' del tumore del colon-retto. "Il nostro nuovo algoritmo può aiutare anche ad aumentare le conoscenze genetiche di questo tipo di tumori e di verificare la presenza di ulteriori vulnerabilità potenzialmente sfruttabili anche utilizzando altri farmaci”", aggiunge Arena.

"L'Irccs Candiolo è una delle realtà italiane che più crede e investe nella ricerca, convinti che solo grazie gli sforzi dei nostri scienziati riusciremo a raggiungere l'obiettivo di rendere il cancro, anche le forme più diffuse e aggressive, sempre più curabile", commenta Anna Sapino, direttore scientifico dell'Irccs oncologico di Candiolo.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Cronaca

Scuola, chat mamme troppo stressanti, l’esperto:...

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Psicoterapeuta Lancini: "La nostra vita ormai si vive online" - Costarelli (Presidi): "'Su chat mamme servono buon senso ed equilibrio"

Scuola, chat mamme troppo stressanti, l'esperto:

Più che Desperate Housewives, è forse più appropriato dire Desperate Mothers: madri stressate dal lavoro, dalla quotidianità e dalle chat scolastiche. Ci sono madri che scelgono di abbandonare le chat di classe per le troppe parole al vento: i gruppi web sono strumenti che possono essere utili se si danno annunci o informazioni, meno quando a prevalere nelle conversazioni sono commenti di ogni genere e del tutto gratuiti. Che fine hanno fatto i buoni vecchi incontri di persona? Secondo il professor Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, e presidente della Fondazione Minotauro, tutto dipende da come si è sviluppata la società nell'era del web. "Oggi noi isoliamo il nostro comportamento attraverso internet, nelle su varie forme -pc, smartphone, ipad- come se riguardasse solo quell'ambito lì. Internet, le chat, sono la vita che abbiamo costruito in questa società. E poi ci mettiamo a fare petizioni per vietare il cellulare ai ragazzi".

"Io penso, e l'ho dichiarato molte volte, anche in audizioni parlamentari, che i gruppi whatsapp andrebbero chiusi, in particolare quelli scolastici - continua Lancini - le chat sono comode ma hanno allontanato la tradizionale relazione tra scuola, personale scolastico e famiglia: tutto è in rete e quindi si rimane connessi, la nostra vita ormai si vive online. E le chat sono la conseguenza della società che abbiamo deciso di costruire. Una dimensione, quella di internet, che ha cambiato il mondo, come lo avevano fatto tv e fotografia. Oggi però c'è una fragilità adulta senza precedenti e un individualismo altissimo: i genitori nelle chat prima si aiutano, si scambiano informazioni, si organizzano, poi però spesso litigano e si insultano senza pensare ai figli. Questi ultimi non sono più al centro della vita scolastica né di quella familiare perché al centro c'è fragilità dei genitori. Queste chat ne sono lo specchio, il tema principale sono le beghe tra i genitori, le risse, le esigenze degli adulti e non certo dei figli".

Chat di classe che possono sfuggire di mano e diventare teatro di scontri tra genitori: un appello al buon senso e all'equilibrio nell'uso delle chat dei genitori viene da Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio. "Queste chat nascono con una funzione che può essere positiva se è meramente informativa, di scambio di comunicazioni di servizio, - evidenzia Costarelli all'Adnkronos - purtroppo molto spesso il problema sono le persone e questi gruppi diventano altro rispetto alle finalità originali".

"Chat che diventano luogo di offese, creazione di problemi che non ci sono, luoghi virtuali di narrazione di racconti sulla realtà della scuola - spiega Costarelli - mi riferisco per esempio ad accadimenti tra alunni di una classe, interventi di docenti nella loro normale attività di insegnamento che poi vengono raccontati, riferiti, riportati, ingigantiti e quindi diventano uno strumento, anziché di aiuto, di complicazione. A me in oltre 10 anni di lavoro da dirigente scolastico è capitato tante volte di dover gestire problemi creati quasi unicamente dalla comunicazione in chat poco chiara, di problemi di facile risoluzione o addirittura inesistenti che vengono ingigantiti, amplificati tanto da allontanare il fatto originario. Per concludere, il problema non è lo strumento ma l'uso che se ne fa: la tecnologia deve essere di aiuto e non complicare la vita, servono buon senso ed equilibrio".

Le chat di classe sono "tristi ed educativamente sbagliate'. Così le definisce all'Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica ed esperta in politiche scolastiche: "Nel mondo della scuola il fenomeno delle chat dei genitori è uno fra i più tristi. Spesso, infatti, le chat divengono il luogo dell'insulto gratuito ai docenti o di insulto reciproco tra i genitori, - spiega Suor Anna Monia Alfieri - in virtù degli schieramenti che si creano, di volta in volta, a seconda della questione da trattare. Il fenomeno delle chat, pertanto, rivela in modo evidente l'incapacità educativa dei genitori della nostra epoca, non di tutti, ovviamente! Qualche mosca bianca, per fortuna c'è e il suo destino è quello di essere emarginato dal resto del gruppo".

"Tralasciando il tempo che viene perso per seguire i diversi commenti, ritengo che sia errato il concetto stesso di chat di classe, in quanto le comunicazioni passano sempre attraverso i canali ufficiali della scuola, primi fra tutti il registro online e il sito della singola istituzione scolastica. Chiaramente i genitori sono liberi di scegliere se organizzare o meno la chat di classe, tuttavia la motivazione spesso addotta, ossia che la chat è un canale per diffondere notizie e avvisi relativi al mondo della scuola, non ha alcun fondamento. Trovo, inoltre, che sia educativamente non solo sbagliato - continua Suor Anna Monia Alfieri - ma pure enormemente pericoloso mostrare ai figli i contenuti delle chat, soprattutto quando esse contengono insulti o critiche alla volta dei docenti".

"Il messaggio della collaborazione tra scuola e famiglia -osserva- naufraga miseramente e il ragazzo registra dentro di sé come cosa da adulti il comportamento adolescenziale dei genitori. Occorre che gli adulti facciano gli adulti, che lo siano veramente e sappiano, pertanto, gestire in modo maturo la necessità imprescindibile del dialogo tra la scuola e la famiglia, unico antidoto ai molteplici mali che caratterizzano la nostra società e che ogni giorno andiamo denunciando". (di Giselda Curzi)

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Cronaca

Al Senato la presentazione del libro ‘Storia della medicina...

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Università Lum, il testo del professor Covelli protagonista domani nella Sala Caduti di Nassirya

Al Senato la presentazione del libro ‘Storia della medicina e dell’odontoiatria’

È fissata per domani, martedì 15 ottobre, alle ore 13.30, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, la presentazione del libro ‘Storia della medicina e dell’odontoiatria’ curato da Michele Covelli, docente dell’Università Lum 'Giuseppe Degennaro’. All’incontro prenderanno parte, oltre all’autore, il senatore Filippo Melchiorre, Antonello Garzoni, rettore dell’Università Lum, Lorenzo Lo Muzio, rettore dell’Università di Foggia, Umberto Romeo direttore del dipartimento di Medicina dell’Università La Sapienza, e Andrea Pilloni, docente dell’Università La Sapienza

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Cronaca

Conti spiati, Valeria Marini: “Non ho nulla da...

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L'ex regina de 'Il Bagaglino' tra le celebrità spiate dall'ex bancario Vincenzo Coviello

Valeria Marini - Agenzia Fotogramma / Ipa

Anche Valeria Marini è tra gli spiati dall'ex bancario di Intesa Sanpaolo che per circa due anni ha controllato di nascosto i conti correnti di diversi politici e vip. Ma l'ex regina del 'Bagaglino' all'Adnkronos afferma di essere assolutamente serena ma '"sicuramente infastidita". "Io non ho niente da nascondere - sottolinea Marini - pago le tasse regolarmente e ho un fratello che è un super commercialista, perciò sono assolutamente tranquilla".

"Certo è che dà molto fastidio sapere di essere passata allo scanner, come ha detto giustamente la nostra premier - continua l'attrice - è assurdo che possano succedere queste cose, ha ragione Al Bano quando dice che bisognerebbe prendere tutti i soldi e metterli sotto le mattonelle'', conclude scherzando l'attrice. (di Alisa Toaff)

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