Uap su infermieri prescrittori: “Professioni vanno rispettate”
"Condividiamo le dichiarazioni del presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, sulla possibilità che venga riconosciuta agli infermieri di rilasciare prescrizioni mediche. Si sottolinea che per potere rilasciare delle prescrizioni occorre preventivamente eseguire una diagnosi, per la quale, quindi, serve la competenza professionale di un medico. Per poter attribuire nuove competenze a una categoria professionale sarebbe quantomai opportuno ascoltare tutte le parti preposte, al fine di avere piena contezza della situazione concreta e dei suoi risvolti". Lo afferma Mariastella Giorlandino, presidente dell'Uap, l'Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata che rinnova "il suo profondo dissenso nel poter riconoscere alle farmacie, prive di autorizzazioni regionali all’esercizio di attività sanitarie e prive degli oltre 420 requisiti professionali, strutturali e tecnologici richiesti dal Dpr n. 502/1992, la possibilità di svolgere attività di screening".
Per tali ragioni, spiega Giorlandino, "l’Uap sta valutando di agire per richiedere una pronuncia della Corte dei Conti su un possibile danno erariale configurabile a fronte degli oltre 112 milioni di euro stanziati alle farmacie per l’esecuzione di screening effettuati in spregio alle norme attualmente vigenti e ai protocolli sanitari previsti, rilasciando quindi screening possibilmente errati".
"La legge n.69/2009, istitutiva delle cosidette farmacie dei servizi, già prevedeva che le farmacie avrebbero potuto ampliare le proprie competenze al di fuori dell’autodiagnosi, ma che in ogni caso le stesse si sarebbero dovute adeguare ai succitati requisiti di cui al Dpr 502/1992, al fine di poter garantire ai cittadini referti garantiti da professionisti specializzati. In sostanza, in assenza di un'esplicita deroga da parte della Legge 69/2009 o del D.lgs. 153/2009, queste norme devono essere interpretate come complementari al quadro normativo già esistente. Quindi, le farmacie possono estendere la loro attività, ma sempre all'interno del perimetro normativo stabilito dal Dpr 502/1992 (e dalle sue successive modifiche). Peraltro, non essendo più in piano di emergenza pandemico da Covid-19, non sussistono più le ragioni per poter attribuire alle farmacie il potere di somministrare vaccini, che costituisce un vero e proprio 'atto medico'”, sottolinea Giorlandino aggiungendo che l'Uap condivide "la necessità di avere chiarimenti dal ministero della Salute e dal Governo, affinché siano rispettate le leggi e venga tutelato il diritto alla salute, costituzionalmente previsto dall’articolo 32, e alla professionalità e adeguatezza della professione medica".
Cronaca
Caso Sangiuliano, carabinieri tornano al ministero: 4 ore...
I militari sono stati ricevuti dallo staff del ministro Alessandro Giuli, il quale, ha messo a loro disposizione quanto richiesto
Sono tornati questa sera al ministero della Cultura, a quanto apprende l'Adnkronos, i Carabinieri inviati dalla procura di Roma per acquisire carte e documenti sul caso dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano e dell'imprenditrice campana Maria Rosaria Boccia.
A quanto risulta all'Adnkronos, i due carabinieri, dopo la visita di questa mattina, sono tornati in via del Collegio romano poco dopo le 19. Sono stati ricevuti dallo staff del ministro Alessandro Giuli, il quale, ha messo a loro disposizione quanto richiesto. I militari avrebbero acquisito su memorie digitali file e corrispondenza da maggio a oggi. Un lavoro particolarmente accurato che si è concluso dopo ben 4 ore, alle 21.15, quando hanno abbandonato la sede del ministero.
Cronaca
Milano: omicidio Rozzano, gip convalida fermo, 19enne resta...
Il giudice ha riconosciuto entrambe le esigenze cautelari, ossia la possibile reiterazione del reato e il pericolo di fuga. Rezza per un'ora e mezza ha spiegato tutto nel dettaglio, ma non ha saputo dire fino in fondo cosa abbia 'innescato' il desiderio di rapinare uno sconosciuto e, di fronte al suo rifiuto, di affondare la lama nel petto del 31enne.
Cronaca
Covid, da Nord a Sud torna obbligo mascherina per entrare...
Dal primo luglio era scaduto, in vista dell'inverno in alcune realtà è arrivata la decisione dei direttori sanitari
L'arrivo dell'inverno e l'aumento della circolazione dei virus respiratori, dall'influenza al Covid fino al virus respiratorio sinciziale, mettono in allerta i direttori di alcuni ospedali che, come previsto dall'ultima circolare Covid, possono scegliere di reintrodurre l'obbligo della mascherina per l'ingresso o per alcuni reparti sensibili.
E' la scelta fatta da dall'ospedale di Brescia che - visto il rialzo dei casi Covid nella zona - ha deciso di ripristinare l'obbligo di indossare i dispositivi di protezione Ffp2 per utenti, visitatori, accompagnatori e caregiver in tutti i reparti. Ma non è l'unico. "In queste settimane in molte regioni del Paese, come ad esempio in Campania, sono state diramate indicazioni per gli ospedali per l’utilizzo dei dispositivi di protezione soprattutto per i reparti a rischio. L’aspetto epidemiologico è importante ma di più lo è la consapevolezza dei cittadini nello scegliere comportamenti adeguati", afferma all'Adnkronos Salute Federsanità Anci.
Il primo luglio scorso era caduto proprio l'ultimo obbligo delle 'vecchie' misure anti-Covid, quello delle mascherine nei reparti con fragili. La circolare del ministero della Salute apriva però alla discrezionalità dei direttori sanitari che possono "valutare l'opportunità di disporre l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei diversi contesti della propria struttura, tenendo conto della diffusione dei virus a trasmissione aerea, delle caratteristiche degli ambienti nonché della tipologia di pazienti, lavoratori o visitatori che li frequentano, in funzione del livello di rischio di infezione e/o trasmissione". E così sta accadendo in alcune realtà che preferiscono 'prevenire' eventuali problemi.
L’appello che fa Federsanità Anci è per l'unico scudo ai virus respiratori, dal Covid all'influenza: la vaccinazione. "Serve vaccinarsi: aderire alle campagne che tutte le regioni stanno mettendo in atto per mettersi al sicuro. E questo soprattutto per gli anziani, le categorie fragili e le persone con sistemi immunitari compromessi", così il presidente di Federsanità Anci, Fabrizio d'Alba, che aggiunge: "Sappiamo, ad esempio, che in Campania in ambito territoriale, si stanno organizzando le vaccinazioni anti-Covid insieme alla campagna vaccinale antinfluenzale. Le aziende sanitarie sono vigili e attente: la prevalenza della malattia oggi è sotto controllo e non necessità di attività straordinarie. La scelta del vaccino è un atto di consapevolezza unica".