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Divani letto: arredi salvaspazio per un design contemporaneo

In collaborazione con la redazione di The Brandformance Society

Ė arrivato il momento di abbandonare l’idea che i divani letto siano semplici soluzioni salvaspazio, oggetti il cui unico scopo è funzionale.

Oggi sono cambiati gli spazi a disposizione, ma anche le esigenze delle persone, ed è sempre più diffusa la richiesta di un divano letto che sia non solo pratico, ma anche elegante e in linea con le tendenze del design contemporaneo. La versatilità resta fondamentale certo, ma il divano letto non è più l’arredo che acquistiamo solo per "nasconderlo" nella stanza degli ospiti: è sempre più spesso l'elemento centrale del living e per questo deve rispettarne lo stile.

Non a caso, per rispondere a questa domanda sempre più presente, i brand stanno innovando le loro collezioni e proponendo divani letto creati con tessuti pregiati, forme particolari e dimensioni personalizzabili.

Il miglior modo per notare questa tendenza è guardare come si comportano le aziende italiane più importanti del settore. Noi, per esempio, abbiamo scandagliato le proposte di più di trenta brand (il nostro punto di riferimento in questa ricerca è stato il sito di Arredinitaly, un e-commerce del mobile molto autorevole nel settore, con diverse proposte di divani letto). E possiamo dire che la funzionalità non è più l'unico obiettivo. Siamo certi che questa trasformazione diventerà presto uno standard.

Ma quali sono le soluzioni più amate oggi, dalle quali prendere ispirazione?

Divano letto matrimoniale con penisola

Chi non adora l’eleganza di un divano con penisola? E se fosse anche un divano letto matrimoniale con penisola? Il mix perfetto tra stile e praticità, pensato per chi vuole massimizzare lo spazio senza rinunciare al design.

Questa soluzione non solo offre un’area più ampia per rilassarsi durante il giorno, ma può trasformarsi in un comodo letto matrimoniale per la notte, garantendo il massimo del comfort. La penisola, protagonista di questo arredo, aggiunge modernità al soggiorno ed è anche uno spazio extra da sfruttare: ideale per distendersi dopo una lunga giornata o per riporre cuscini e coperte, se dotata di un vano contenitore integrato.

I divani letto italiani con penisola si distinguono per la cura artigianale dei dettagli e l’uso di materiali di alta qualità. E oggi l’offerta è così varia che è possibile scegliere tra diverse configurazioni, tonalità e finiture, così che ciascuno possa trovare il modello perfetto per il proprio soggiorno. Per chi cerca una soluzione che coniughi estetica e funzionalità, questi divani sono una delle opzioni più desiderate, soprattutto quando si può approfittare dei divani letto in offerta, per il massimo della qualità e la migliore convenienza.

Divano letto singolo con letto a castello

Perché accontentarsi di un solo letto quando possiamo averne due?

Il divano letto singolo ma a castello è la soluzione in assoluto più interessante presente oggi sul mercato. Perfetto per chi ha poco spazio, ma vuole comunque poter accogliere il maggior numero possibile di amici o familiari.

Ma non è solo la praticità a renderlo così amato. I modelli attuali non sacrificano mai l’estetica: linee essenziali e dettagli curati lo rendono ideale per interni moderni, dove design e utilità devono sempre andare di pari passo.

In un'epoca in cui gli spazi abitativi si fanno più stretti e le necessità cambiano velocemente, il divano letto a castello diventa un esempio perfetto di arredo multifunzionale.

Divano letto con 2 posti con rete a doghe

Per chi ama le soluzioni compatte, ma non rinuncia al comfort, la soluzione perfetta è il classico divano letto a 2 posti ma con la con rete a doghe, che assicura un’esperienza di riposo decisamente superiore, simile a quella di un letto classico. A differenza delle soluzioni con reti in metallo infatti, le doghe garantiscono il supporto ergonomico ideale per la schiena, e favoriscono una perfetta postura.

Oggi, più che mai, gli spazi abitativi richiedono soluzioni intelligenti, in grado di combinare funzionalità e benessere, e il divano letto a 2 posti con rete a doghe rappresenta più di qualunque altro questa perfetta fusione.

Perché oggi scegliere i divani letto non significa più accettare compromessi, ma trovare la sintesi perfetta tra design, comodità e qualità del riposo.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Riscaldamenti, vademecum con 10 consigli sull’uso...

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Il decalogo stilato dall'Enea: al primo punto, attenzione alla temperatura dell’acqua che arriva ai termosifoni

Riscaldamenti, vademecum con 10 consigli sull'uso degli impianti

Al via domani 15 ottobre la stagione dei riscaldamenti nella fascia climatica E, che comprende molti grandi centri del Nord Italia come Milano, Torino, Bologna e Venezia. Dal 1° novembre sarà invece la volta della fascia D che include città come Roma, Genova e Firenze. Per unire comfort e risparmio, Enea ha elaborato 10 consigli sul corretto utilizzo degli impianti di riscaldamento.

Al primo punto: attenzione alla temperatura dell’acqua che arriva ai termosifoni. In genere le fasce orarie di riscaldamento della casa vengono programmate con un cronotermostato, che però permette di settare solo la temperatura interna all’abitazione e non quella di mandata dell’acqua nei termosifoni che rimane preimpostata e fissa. “Con variazioni della temperatura esterna anche di dieci gradi su base giornaliera, bisogna evitare di mandare acqua sempre alla stessa temperatura ai termosifoni. La soluzione ideale è quella di abbinare una termoregolazione climatica alla caldaia per il riscaldamento”, spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile Laboratorio Enea di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.

La termoregolazione climatica permette la regolazione della temperatura di mandata dell’impianto di riscaldamento in funzione delle condizioni climatiche esterne, mantenendo la temperatura dell’ambiente desiderata e limitando i consumi. In pratica, minore è la temperatura esterna, più alta sarà la temperatura di mandata ai termosifoni o al pavimento radiante. “Questo tipo di termoregolazione è fondamentale sia per le caldaie a condensazione, che lavorano a basse temperature, ma anche per le pompe di calore, tenendo sempre a mente che per ogni grado aggiuntivo richiesto spendiamo il 2,5% di energia in più. Visto che la mandata può variare anche di 10° C, possiamo limitare i consumi fino al 25%”, conclude Calabrese.

Di seguito il decalogo stilato dall'Agenzia.

Abbina alla caldaia per il riscaldamento un sistema di regolazione climatico

La termoregolazione climatica interviene attraverso una regolazione 'scorrevole' sulla temperatura di mandata dell’acqua all’impianto di riscaldamento in funzione delle condizioni climatiche esterne, consentendo di mantenere la temperatura dell’ambiente desiderata e limitando i consumi fino al 25% ogni 10° C in meno.

Installa sistemi di monitoraggio e controllo

Monitorare i consumi energetici attraverso contatori intelligenti è fondamentale per acquisire consapevolezza sulle proprie abitudini di consumo e per individuare tempestivamente eventuali perdite o malfunzionamenti.

Esegui la manutenzione degli impianti

Un impianto consuma e inquina meno quando è regolato correttamente, è pulito e senza incrostazioni di calcare. Per chi non effettua la manutenzione del proprio impianto è prevista una multa a partire da 500 euro (D.P.R. 74/2013).

Controlla la temperatura degli ambienti e attenzione alle ore di accensione

Occorre innanzitutto determinare in quale delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia ci si trova: infatti, il numero di ore massime di accensione varia, per legge, in base alla zona climatica. Bastano 19°C per garantire il comfort necessario. Per ogni grado in meno si risparmia fino al 10% sui consumi di combustibile.

Scherma le finestre durante la notte

Persiane e tapparelle o anche tende pesanti riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

Non coprire i radiatori

Evita di porre schermature davanti ai termosifoni, come tende o mobili, che ostacolano la diffusione del calore verso l’ambiente. Bene, invece, inserire materiali riflettenti tra muro e termosifone: anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno.

Non lasciare le finestre aperte troppo a lungo

Per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti, mentre lasciare le finestre aperte troppo a lungo comporta inutili dispersioni di calore.

Fai un check-up dell’abitazione

Scegli un tecnico qualificato per valutare l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre. Si può arrivare ad abbattere i consumi fino al 40%.

Installa valvole termostatiche

Obbligatorie per legge nei condomini, le valvole termostatiche permettono di ridurre i consumi fino al 20%.

Scegli soluzioni di ultima generazione

Sostituisci il vecchio impianto con uno a condensazione o a pompa di calore ad alta efficienza e adotta cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici a distanza.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Barometro della costruzione sostenibile, panoramica in...

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Presenta la seconda edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile, studio condotto dall'istituto di ricerca CSA, per comprendere le evoluzioni e i fattori chiave da attivare per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile in Italia e nel resto del mondo.

Barometro della costruzione sostenibile, panoramica in Italia e nel mondo

L'implementazione di una edilizia più sostenibile è una questione importante o prioritaria. Questa una delle evidenze emerse dalla seconda edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile, studio condotto dall'istituto di ricerca Csa, per comprendere le evoluzioni e i fattori chiave da attivare per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile in Italia e nel resto del mondo. A presentarlo l'Osservatorio della Costruzione Sostenibile lanciato nel 2023 dal Gruppo Saint-Gobain.

"Il Barometro della Costruzione Sostenibile è concepito per essere uno strumento decisionale per tutti gli attori del settore, in modo da poter comprendere meglio le questioni locali legate all’edilizia sostenibile e passare dalla riflessione all'azione concreta, al fine di costruire un futuro sostenibile per le generazioni future”, spiega Benoit Bazin, amministratore delegato di Saint-Gobain. Per Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia, "i risultati del Barometro della Costruzione Sostenibile ci descrivono chiaramente la situazione specifica del nostro Paese: c’è molto da fare e tutti devono fare la propria parte. Le istituzioni con gli aiuti ai privati, le aziende con la proposta di materiali, prodotti e soluzioni più sostenibili; i professionisti e l’opinione pubblica per ampliare sempre più la conoscenza della sostenibilità nelle sue diverse accezioni”.

Lanciato lo scorso anno in 10 Paesi, il Barometro della Costruzione Sostenibile 2024 ha coinvolto con un sondaggio quantitativo professionisti, studenti, rappresentanti eletti e membri di associazioni di 22 Paesi, tra cui l’Italia. L’indagine è stata condotta dall'istituto di ricerca Csa tra l'11 dicembre 2023 e il 31 gennaio 2024, su un campione di 1.760 intervistati di età pari o superiore a 18 anni provenienti da: Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, India, Italia, Messico, Polonia, Portogallo, Sudafrica, Spagna, Svizzera, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti, Vietnam. Il panel degli intervistati includeva rappresentanti eletti, professionisti, studenti e membri di associazioni coinvolti nella costruzione, edilizia, transizione ecologica, abitazioni, energia, ecc. Quattro evidenze chiave emergono del Barometro 2024: percezioni stabili con un punto di vista ambientale invariato, l'aspetto del benessere è ancora scarsamente riconosciuto e valorizzato; un senso di urgenza condiviso, ma con la necessità di una maggiore consapevolezza e cooperazione; stakeholder meglio informati, meglio formati e più impegnati; qualsiasi implementazione dell’edilizia sostenibile sarà efficace solo se si adatta alle realtà locali.

Il 95% dei partecipanti è d'accordo sul fatto che l'implementazione di una edilizia più sostenibile sia una questione importante o prioritaria. Questo livello di urgenza è chiaramente condiviso da tutti gli attori, indipendentemente dalla regione geografica. Allo stesso tempo, la comprensione dell’edilizia sostenibile sembra parziale, spesso limitata alle questioni ambientali. La sua definizione è ancora in gran parte associata all’'edilizia green': con una definizione direttamente legata all'efficienza energetica degli edifici (42%) e al raggiungimento della neutralità carbonica nell’edilizia (33%). Le nozioni di resilienza e comfort degli occupanti sono considerate secondarie. La consapevolezza è alta, ma varia da una categoria di rispondenti all'altra: l'87% degli intervistati su scala globale ha dichiarato di essere familiare con l’edilizia sostenibile, ma il 20% afferma di non averne mai sentito parlare.

Complessivamente, la consapevolezza dell’edilizia sostenibile è alta: l'87% di coloro che sono stati intervistati ha dichiarato di avere familiarità con questo argomento. Una cifra in aumento di +5 punti rispetto al Barometro 2023. Il 68% dei rispondenti afferma di essere sufficientemente informato. Tuttavia, sono ancora necessari sforzi educativi, in particolare tra i rappresentanti eletti, il 45% dei quali dichiara di non averne mai sentito parlare. Nonostante ciò, c'è desiderio e impegno: la maggior parte degli stakeholder di tutti i Paesi (87%) concorda sul fatto che dobbiamo fare di più in termini di edilizia sostenibile, anche se l'aspirazione allo status quo sta crescendo (9%, +4 punti rispetto al Barometro 2023).

Tra le azioni prioritarie da intraprendere per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile si considera cruciale sensibilizzare l'opinione pubblica, così come la questione del costo percepito e della competitività dei materiali, e la cooperazione di tutti gli attori. D'altra parte, il ruolo delle iniziative pubbliche (standard, regolamenti, aiuti), sebbene fondamentale, rimane sottovalutato. Infine, la ristrutturazione energetica sembra essere più una priorità nei Paesi con un parco edilizio ben consolidato, rispetto ai Paesi che danno priorità ai programmi di nuova costruzione per ospitare una popolazione in crescita. Il 92% dei professionisti del settore edile ritiene che l’edilizia sostenibile costituirà tutto o parte del loro business nei prossimi 5 anni.

Gli studi di architettura e le società di ingegneria sono in cima alla lista dei soggetti più spesso citati per promuovere l’edilizia sostenibile. Mentre i professionisti della progettazione edilizia sono citati nel 29% delle risposte spontanee, i rappresentanti eletti e le istituzioni pubbliche li seguono, rispettivamente con il 21% e il 20%. Una nota positiva risiede nel fatto che i professionisti si sentono fortemente impegnati nell’edilizia sostenibile: l'85% dichiara di svolgere tutto o parte del loro lavoro in questo settore, e il 92% prevede di farlo nei prossimi cinque anni. La mancanza di impegno verso l’edilizia sostenibile è percepita come un fattore discriminatorio. Molti professionisti (62%, +3 punti rispetto al 2023) considerano l'impegno dei loro fornitori verso l’edilizia sostenibile come un criterio di selezione. Tra i rappresentanti eletti, la dimensione sostenibile è un criterio decisivo per l'assegnazione dei contratti pubblici. Infine, tra gli studenti che percepiscono l'implementazione di costruzioni più sostenibili come una priorità, il 45% di loro dichiara che non accetterebbe un'offerta di lavoro da parte di un'azienda che non si impegna nell’edilizia sostenibile.

E in Italia? L’edilizia sostenibile in Italia è prima di tutto una questione 'green' e di efficienza energetica. La quasi totalità degli intervistati in Italia si dichiara familiare con l’edilizia sostenibile (98% vs 90% di media Europea). Il 42% del campione pensa che l’obiettivo prioritario dell’edilizia sostenibile sia la protezione dell’ambiente mentre solo l’8% ritiene sia la salute degli abitanti e il 2% la resistenza ai rischi climatici. A riprova di questo, ben il 63% dei rispondenti (contro il 42% della media globale e il 40% della media europea) identifica l’edilizia sostenibile con le costruzioni energeticamente efficienti.

Tra i soggetti ritenuti più idonei a sviluppare l'edilizia sostenibile spiccano architetti e studi di ingegneria (con il 77% delle citazioni vs il 55% della media globale e il 51% della media europea).Tra le azioni che dovrebbero essere attuate in via prioritaria per accelerare lo sviluppo dell'edilizia sostenibile in Italia, accanto a 'Sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sulle sfide dell’edilizia sostenibile' (citata dal 36% del campione vs il 31% della media globale e il 24% della media europea), si segnala 'Aumentare gli aiuti pubblici ai privati' nominata da ben il 35% del campione (vs il 13% della media globale e il 17% della media europea). Con il 24%, al terzo posto, 'Migliorare la competitività dei materiali, prodotti e soluzioni sostenibili'.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Sostenibilità, dalla filiera etica al pack: Icam presenta i...

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I numeri del sesto bilancio

Sostenibilità, dalla filiera etica al pack: Icam presenta i suoi impegni

Oltre 21mila ore di formazione distribuite tra tutti i dipendenti della sede di Orsenigo; 6.900 agricoltori, nelle tre sedi ugandesi di Bundibugyo, Hoima e Mukono, coinvolti nella formazione sulle pratiche agronomiche sostenibili; 26.068 tonnellate di fave di cacao acquistate nel 2023 per gran parte certificate; Codice Etico di Icam sottoscritto dal 97% dei fornitori di cacao e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime; 88% del packaging utilizzato per l’imballaggio primario realizzato in materiale completamente riciclabile; 97% di scarti di materiale organico entrato in processi di economia circolare o inviato a recupero. Sono alcuni dei numeri del sesto bilancio di sostenibilità di Icam Cioccolato, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao.

Partendo dai 4 pilastri su cui si declina l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità, filiera, ambiente, persone e innovazione, il Bilancio di Icam, è redatto in conformità con i Global Reporting Initiative Standards. Icam oggi commercializza in Italia e in 70 paesi esteri, tracciando l’intera filiera, dalla coltivazione delle fave fino al prodotto finito. "In Icam, oggi più che mai, ci impegniamo a costruire una cultura di sostenibilità condivisa all’interno e all’esterno della società - dichiara Sara Agostoni Chief Sustainability Officer di Icam Cioccolato - Lo facciamo tutti i giorni in azienda attraverso il programma di engagement di tutti i collaboratori sulle sfide della sostenibilità, iniziato nel 2023 per informare, coinvolgere e responsabilizzare; lo facciamo da sempre con i nostri fornitori, invitandoli a condividere i nostri valori attraverso il nostro Codice Etico e con i clienti che supportiamo e coinvolgiamo in progetti a sostegno delle comunità di coltivatori nei Paesi di origine. Un approccio che portiamo avanti attraverso due leve che siamo convinti siano fondamentali per uno sviluppo sostenibile: la cultura come necessità per la condivisione degli stessi valori e la Partnership con la consapevolezza che nessuno può fare da solo".

ATTENZIONE ALLE PERSONE - Con gli oltre 400 dipendenti della sede italiana di Orsenigo e i circa 170 della subsidiary Icam Uganda ltd, Icam si impegna a implementare numerose azioni di welfare che vanno oltre a quanto stabilito dalla legge di entrambi i paesi: un corposo pacchetto di benefit, come contributi economici per l’istruzione dei figli, buoni carburante ecc.., oltre a premi economici legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali e alla valutazione delle performance del singolo. Nel solo 2023 sono oltre 21mila le ore di formazione erogate che hanno permesso ai dipendenti di tutti i reparti di raggiungere specifici obiettivi, integrando la propria retribuzione mensile. Azioni che nel corso di questi ultimi anni sono state parallelamente implementate e adattate anche per l’organico ugandese, composto per lo più da compratori e personale impiegatizio (oltre il 64%) e operai (32%). A questi Icam riconosce, oltre alle garanzie previste dalla normativa ugandese (versamento dei contributi pensionistici, permessi giornalieri, assistenza sanitaria e congedo parentale), pasti presso la mensa aziendale, l’integrazione di una somma extra destinata a coprire eventuali spese sanitarie non coperte dal welfare statale in ciascuno dei tre siti produttivi.

L’85% dei dipendenti ugandesi ha potuto inoltre accedere a sessioni di formazione relativa al Codice Etico, di condotta e alle pratiche gestionali e sulle tecniche agronomiche, oltre ad attività di gestione dei farmer e delle comunità locali. La cura e attenzione verso le persone si estendono infine anche in Italia, e al territorio in cui l’azienda opera, attraverso collaborazioni e donazioni di prodotto a supporto di Associazioni come il Banco Alimentare o enti locali che si occupano del sociale (nel 2023 le donazioni di prodotto hanno raggiunto un valore di oltre 1 milione di euro). La presenza dell’azienda sul territorio comasco si contraddistingue inoltre per la partecipazione e il sostegno a iniziative culturali ed educative destinate alle giovani generazioni o attraverso la collaborazione, sempre più stretta, con Noi Genitori Onlus presso la quale l’azienda svolge giornate di volontariato aziendale coinvolgendo i dipendenti a dare il proprio contributo all’integrazione delle persone con disabilità nel tessuto sociale.

GESTIONE RESPONSABILE DELLA FILIERA - Ad oggi il Codice Etico di Icam è stato sottoscritto dal 97% dei produttori di cacao di oltre 20 filiere di approvvigionamento in Africa (68%), Sud America (22%) e in America Centrale (10%) e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime principali. Attraverso l’approvvigionamento diretto del cacao, Icam è in grado, inoltre, di gestire in maniera più efficace e responsabile gli aspetti di complessità che caratterizzano questa catena di fornitura. Quello della tracciabilità del cacao è un aspetto che, oggi più che mai, assume un carattere di urgenza, anche alla luce delle nuove normative comunitarie che impongono alle aziende una conoscenza sempre più approfondita delle proprie catene di approvvigionamento. Proprio in previsione dell’entrata in vigore della European Deforestation-free Products Regulation, dal 2023 Icam ha avviato una collaborazione con tutti i fornitori di cacao diretti per geolocalizzare tutto il cacao acquistato. Controlli che si aggiungono a quelli imposti dai principali enti di certificazione, Biologico, Rainforest Alliance e Fairtrade in primis, che richiedono ai produttori di sottostare a precise regole finalizzate alla salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Nel 2023, il 68% delle oltre 26mila tonnellate di cacao acquistato da Icam ha una o più di queste certificazioni.

L’approccio sostenibile alla filiera ha portato anche all’implementazione del progetto 'Sustainable farming for a Climate Resilient Livelihood of Cocoa Farmers in Uganda'. Avviato nel 2023 in collaborazione con un cliente internazionale e grazie a dei fondi governativi internazionali, il progetto si pone il fine di trasformare l’attuale sistema produttivo, rendendolo resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso differenti tipologie di azioni: trasferire best practices per migliorare la produttività del cacao; promuovere progetti di formazione tecnica, finanziaria e di gender equity, per innescare un processo di miglioramento delle condizioni di vita; incrementare remunerazione, coesione sociale e di conseguenza, la capacita di investire efficacemente nell’attività di coltivazione del cacao. Tra gli obiettivi del progetto per il prossimo biennio sono previste ulteriori azioni finalizzate a implementare politiche per la parità di genere e l’empowerment femminile (aumentandone la partecipazione nei momenti di formazione, migliorando le loro competenze in ambito tecnico e assegnando loro ruoli di leadership per un sempre maggiore coinvolgimento nei processi decisionali).

L’APPROCCIO ALL’INNOVAZIONE - Icam ha istituito negli anni procedure aziendali, periodicamente rinnovate sulla base del processo tecnologico e delle evoluzioni normative, che permettono di prevenire in modo sistematico l’insorgere di non conformità relative a qualità, sicurezza e legalità delle materie prime utilizzate e dei prodotti finiti, per un totale di oltre 20mila test realizzati nel solo 2023. Portare avanti un approccio innovativo significa anche essere capaci di rispondere alle esigenze sempre mutevoli del mercato. Negli ultimi anni si è assistito a un costante incremento della richiesta di prodotti in grado di supportare uno stile di vita sano e più attento ai temi di sostenibilità. Tra questi emergono prodotti in cui viene utilizzato lo zucchero di cocco, prodotti vegani con sostituti del latte a base vegetale, prodotti clean label (no soia/no additivi) e Free-from. Tutte referenze che Icam, ha testato e implementato all’interno della propria offerta, ottenendo anche le certificazioni correlate (Biologico, Vegan Quality, Fairtrade, Rainforest Alliance, Gluten-free e Lactose-free) e su cui è impegnata costante-mente a condurre analisi di fattibilità e a destinare investimenti. Nel corso del 2023 l’azienda ha sviluppato (in fase di test) un cioccolato a ridotto contenuto di zucchero, utilizzando fibre come ad esempio l’inulina e coinvolto fornitori nell’identificazione della tipologia più adeguata di sciroppo d’avena per lo sviluppo di tre ricette di cioccolato con avena in sostituzione del latte in polvere. Nel corso del 2023 sono state realizzate 486 nuove ricette (il 15% in più rispetto al 2022).

LA RESPONSABILITÀ VERSO L’AMBIENTE - L’impegno nella salvaguardia dell’ambiente è per Icam parte integrante del proprio operato. Consapevole del fatto che la catena di approvvigionamento del cacao (scope 3) rappresenta l’elemento con il più elevato impatto (86%) sulla propria Carbon Footprint, l’azienda nel 2020 ha avviato insieme a Carbonsink il Life Cycle Assessment, uno studio puntuale volto a comprendere le differenze nei fattori emissivi nelle varie aree di approvvigionamento e ridurli. Lo studio è partito dall’Uganda nel 2021 ed è proseguito con il Perù nel 2022: dallo studio della filiera ugandese risulta il beneficio ambientale di una filiera di cacao biologico rispetto a quelle di cacao convenzionale (si va dai 2,9 kgCO2eq/kg del sito di Bundibugyo, dove è coltivato per lo più cacao biologico, ai 4 kgCO2eq/kg dei siti di Hoima e Mukono dove viene coltivato cacao convenzionale). Lo studio è poi proseguito indagando la filiera del Perù, su un campione di una decina di cooperative fornitrici. Pur in un contesto maggiormente intaccato dall’impatto del Land Use Change, rispetto all’Uganda viene confermato l’approccio virtuoso nell’approvvigionamento Icam. L’impatto della filiera Icam peruviana risulta infatti pari al 40% dell’impatto definito dalla letteratura per il Paese, e di poco inferiore alla media globale.

In Italia, Icam produce il proprio cioccolato all’interno di uno sito produttivo, quello di Orsenigo, completamente automatizzato, in grado di assicurare funzionalità, tracciabilità e sostenibilità ambientale. La presenza di un impianto di trigenerazione, che genera simultaneamente elettricità, vapore e acqua fredda a partire da una singola fonte energetica, consente di ottenere in modo altamente efficiente gran parte dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno del processo produttivo dello stabilimento. Nel 2023, il 74,34% del metano acquistato ha alimentato il trigeneratore, mentre il restante fabbisogno energetico è stato coperto dall’acquisto dalla rete nazionale energia elettrica, che dal 2021 proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Nel corso degli anni l’impianto è stato protagonista di ulteriori investimenti volti a migliorarne sensibilmente le prestazioni energetiche e a implementarne l’efficienza, con l’obiettivo di ridurre costantemente l’impatto ambientale e contribuendo ad abbassare l’indice di intensità energetica, che presenta un trend in costante riduzione (-6,1% nel 2023). Nel 2023 l’azienda ha generato e smaltito in maniera responsabile un totale di 3.909 tonnellate di scarti organici e non: il 97% dello scarto organico è stato destinato alla zootecnia o al recupero di biomassa, con solo il 3% destinato a discarica; i rifiuti non-organici (imballi monomateriali, carta/cartone, plastica, legno, materiale ferroso) vengono differenziati e recuperati al 100%; gli imballi misti sono destinati a recupero per il 27%, gli imballi in juta vengono invece separati dai materiali misti e inviati a un operatore specializzato, con cui è attiva una collaborazione dal 2020, che li recupera e reimpiega nella produzione di pannelli isolanti e fonoassorbenti utilizzati in bioedilizia, nell’automotive o nella coibentazione termica naturale (nel 2023 sono state recuperati oltre 157.000 kg di juta). Concludendo poi con le eccedenze di prodotto finito che vengono destinate a Banco Alimentare. Una gestione della produzione rispettosa per l’ambiente che passa anche dalla scelta degli imballi e del packaging, preferibilmente riciclabile o, dove possibile per un’idonea conservazione del prodotto, realizzato in materiale compostabile e biodegradabile che ha visto nel 2023 un aumento dell’8% del suo impiego nella produzione di tavolette. Allo stesso tempo, l’azione di 'sgrammatura' degli incarti di tavolette ha coinvolto il 78% degli incarti acquistati (+2%), per un risparmio di circa 56 tonnellate di carta rispetto all’anno precedente, e un totale di circa 200 tonnellate in 4 anni.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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