‘Il giardino e lo specchio’, il 17 ottobre anteprima del corto
Il progetto di Accademia del Lusso con protagonisti ragazzi autistici dell’Associazione 'Modelli si Nasce'
'Il giardino e lo specchio' sarà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma il 17 ottobre alle 18.45, presso lo Spazio Terra di Cinema dell’AuditoriumArte - Auditorium Parco della Musica, grazie al supporto della Regione Lazio. Si tratta di un cortometraggio sperimentale che mescola immagini oniriche a un arrangiamento per chitarra classica de 'La danza della fata confetto' di Tchaicovsky. Un racconto per immagini costruito sulla musica e ispirato agli esordi del cinema muto. Il corto è stato realizzato da Accademia del Lusso su sceneggiatura della docente Paola Rotella, con la regia di Alberto Fabi e la produzione di Farm Studio Factory. Tra i professionisti che si sono dedicati al progetto, Stefano De Pieri, direttore della fotografia, Carolina Turra, che ha curato lo styling, e Niccolò Neri, che ha composto la colonna sonora. Accanto all’attrice protagonista, Chiara Cusano, ci sono modelli e attori d’eccezione: i ragazzi autistici di 'Modelli si Nasce' onlus.
Il corto, ambientato nel Castello Theodoli a Sambuci, gentilmente concesso dall’amministrazione comunale, è un racconto tra sogno e realtà, in cui gli ambienti interni ed esterni diventano non luoghi e i protagonisti sembrano apparire e scomparire come per magia. Un’atmosfera onirica e reale allo stesso tempo, che gli sguardi e i visi dei ragazzi autistici raccontano e interpretano.
Con questo progetto, Accademia del Lusso conferma il suo impegno nel sociale e, soprattutto, nell’importante partnership con Modelli si Nasce, nata proprio con lo scopo di presentare la condizione autistica in modo diverso, unico e scevro da inutili quanto sbagliati luoghi comuni. Per tutta la durata della Festa del Cinema sarà esposta nelle sale dell’Auditorium la mostra fotografica 'Autistic City - Exploring youth different minds unique world', concepita da Accademia del Lusso Roma e Modelli si Nasce, già presentata al Museo capitolino di Palazzo Braschi lo scorso aprile, che viene riproposta in questa occasione visto il grande successo di pubblico registrato durante la prima esposizione.
Le fotografie sono di Marta Petrucci e lo styling di Carolina Turra, due grandi professioniste di Accademia del Lusso, che si sono ispirate ai film di Wes Anderson. Una scelta di carattere estetico con riferimento alle atmosfere retrò e ai colori pastello tanto amati dal regista, ma, soprattutto, riferita all'audacia e all'ambizione di Anderson di affrontare temi seri e, anche, molto toccanti con sensibilità e fantasia.
"'Il giardino e lo specchio' - spiega Laura Gramigna, direttrice di Accademia del Lusso Roma – rappresenta un po’ il coronamento di una serie di iniziative realizzate insieme a questi splendidi ragazzi. Un’esperienza forte e istruttiva, utile a capire che non ci devono essere barriere, perché con le persone autistiche si può collaborare in modo professionale e proficuo. È stato per tutti noi un grande arricchimento e un insegnamento, sviluppando una bellissima sinergia nell’ambito della moda, dell’arte e del cinema".
"La proficua collaborazione con Accademia del Lusso - secondo Silvia Cento, presidente di Modelli si Nasce - sta consentendo ai nostri ragazzi di fare esperienze uniche e altamente formative ed è, anche, la prova che l’autismo può essere fonte di ispirazione per tutti coloro che operano in ambito artistico-creativo. Ringrazio Laura Gramigna per la fiducia accordata al nostro progetto associativo e sono convinta che i ragazzi autistici diano un reale valore aggiunto, sorprendendo lo spettatore con la loro capacità, competenza e, soprattutto, con il loro meravigliosamente unico stile autistico”.
Spettacolo
Festa Roma, domani la proiezione del documentario...
Il documentario 'Tennis and Friends, la prevenzione scende in campo', una produzione di Aut Aut per Rai Documentari, con la regia di Angelo Bozzolini, sarà proiettato domani, alle 15, nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, presso lo spazio 'Lazio Terra di Cinema' (Regione Lazio) all'Auditorium Parco della Musica.
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Spettacolo
Paolo Sorrentino: “Non riesco a confrontarmi con il...
Il regista ha presentato oggi 'Parthenope', dal 24 ottobre nelle sale
(Cinematografo.it) “Lo spettatore migliore è quello privo di qualsiasi senso di colpa perché è libero". Così il premio Oscar Paolo Sorrentino, che oggi ha presentato il suo ultimo film: 'Parthenope', nelle sale il 24 ottobre con PiperFilm (al suo battesimo) in 500 sale. Esce ora, ma ci sono state già diverse anteprime di mezzanotte (una limited release di 7 giorni, 15 proiezioni al giorno, con un unico spettacolo in alcune città italiane): “Sono state un grande successo. Sono venuti tanti giovani, che lo hanno davvero apprezzato. I ragazzi sono liberi e non hanno pregiudizi e dietrologie. Da adulti si è più filtrati e si vedono i film con un bagaglio di idee e aspettative diverse”.
E proprio la giovinezza, così effimera, nonché il passare del tempo, sono al centro di questo film che vede protagonisti: Celeste Dalla Porta (Parthenope Giovane), Stefania Sandrelli (Parthenope Adulta), Gary Oldman (John Cheever), Silvio Orlando (Devoto Marotta), Luisa Ranieri (Greta Cool), Peppe Lanzetta (Vescovo ovvero Tesorone, dal nome del negozio di giocattoli sotto casa di Sorrentino) e Isabella Ferrari (Flora Malva). Ma la protagonista assoluta è senza dubbio colei che dà il titolo al film. “Avendo già fatto nove film con protagonisti maschili, avevo voglia di cambiare e di mettere in primo piano una donna- racconta Sorrentino-. Penso poi che la selvaggia vitalità si addica più a una donna. È un racconto, apparentemente ambizioso, ma in realtà molto semplice e sentimentale sulle varie tappe della vita dalla giovinezza dove ci si abbandona e se si è fortunati si può raggiungere la felicità alla tappa successiva verso la responsabilità e l’età adulta in cui si percepisce che la vita ci sta abbandonando e che ti volta un po’ le spalle. Un momento malinconico e pessimistico che però viene smentito alla fine da Stefania di fronte alla città di Napoli”.
E sul cinema: “Il cinema dovrebbe vedere, ma in modo sbilenco. Mi piace vedere traslando quella vista verso l’immaginazione e la fantasia. Io non sono in grado di confrontarmi con il cinema di oggi perché ne vedo poco, né di giudicare quello che faccio. Uno alla fine è condannato a fare quello che sente, non c’è altro modo per me di fare questo lavoro. Non faccio troppi calcoli, questa storia mi riguardava in quel momento quando l’ho concepita. Non è importante quel che ho provato io nei confronti del film, ma il film in sé”.
Tra le donne non solo la giovane Parthenope- Celeste Dalla Porta (“Il mio è un personaggio davvero sfaccettato in questo racconto che parla dello scorrere del tempo, qualcosa di sottile e delicato”) e Parthenope adulta ovvero Stefania Sandrelli (“odio lo scorrere del tempo”), ma anche Isabella Ferrari nei panni di Flora Malva: “Paolo mi ha regalato un ruolo iconico, ho fatto un provino e ho sentito che su quei versi potevo appoggiare le mie emozioni. Le donne belle vengono continuamente offese, anche io nel corso della mia carriera ho sentito su di me questo rancore e questo pregiudizio proprio per via del mio aspetto fisico. La frase sulla bellezza che ammalia i primi dieci minuti e irrita i successivi dieci anni è proprio vera”. E Luisa Ranieri, nel ruolo della diva Greta Cool: “Lei impersona il divismo, è un personaggio bellissimo. Rappresenta un certo tipo di napoletanità. È una donna sola con un passato non sereno”.
Protagonista di questo film anche la città di Napoli. “Ci sono tornato a girare e l’ho trovata per certi versi cambiata, assediata dal turismo ovunque. È una città che resiste e che conserva una sua identità imprecisa. Ma comunque un’identità. Non è una città snob, è autoreferenziale”. E Silvio Orlando dice: “Sono orgoglioso di aver raccontato questo pezzo di Napoli, negli anni Settanta all’università. A Napoli c’è un grande fermento culturale e spero di essere riuscito a ricostruire questo affresco”.
Sulla mancata nomination agli Oscar Sorrentino ribadisce di essere più che contento che vada Vermiglio di Maura Delpero: “Sono anche sollevato, non avevo voglia di sobbarcarmi questa fatica. C’è un momento per tutto”. E rispondendo alla domanda su un possibile film sulle barche a vela che avrebbe voluto fare: “Non ricordo di aver mai voluto fare un film sul mondo della vela. Non so neanche come sia fatta una barca a vela. Per me è noioso parlare sia di calcio che di cinema. Avrei voluto fare piuttosto un film su Ferito a morte tanti anni fa. Non riuscii a farlo perché era troppo costoso il copione. È un libro che involontariamente ho saccheggiato a più riprese. Ora non so cosa farò. Forse andrò in letargo con l’inverno come gli scoiattoli. È prematuro parlare dei miei progetti futuri”. Infine conclude: “Il mio film è deputato a porre nuove domande, così come quello su Giulio Andreotti. Ho scritto le cose attingendo a zone anonime del mio Io. Per me c’è un errore di fondo la missione di un film non è dare risposte oppure, in casi patologici, un messaggio, che è una deriva del nostro essere cattolici e dell’essere legati alla parabola. Un film deve alimentare nuove domande, quindi spero di aver fatto questo. Aver posto altre domande sulle donne anziché dare risposte”.
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Spettacolo
Festa del Cinema di Roma, Nicolò Folin: “Con...
Il corto è stato presentato ad 'Alice nella Città', 'nel futuro sono pronto a tutto'
Nicolò Folin, 22 anni, studente del Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema, aspirante regista, e una carriera ancora tutta da scrivere. Ad 'Alice nella Città', sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema, presenta il cortometraggio ‘Le altre vite’ (prodotto dal Csc): un percorso emotivo nei temi del lutto e della memoria messi in rapporto con le nuove tecnologie. “Il cinema, da spettatore e da aspirante regista, è il mio modo per elaborare il dolore”, dice Nicolò all’Adnkronos che nel buio della sala cinematografica “piango spesso, è un pianto positivo perché è liberatorio”.
Tra i progetti futuri di Folin c’è un lungometraggio: “sto provando a pensare e a scrivere il film tratto dal mio corto ‘In spirito’, anche questo presentato quest’anno ad Alice”. Per la sua pellicola d’esordio desidera “un attore che non ha mai lavorato con il cinema per costruire insieme una performance che possa lasciare un’impronta”, ammette.
Tra studio e desideri, l’aspirante regista sta ancora cercando la sua voce ma a spingerlo a fare cinema “è la curiosità di scoprire qualcosa, che sia una persona, un periodo storico, un incontro o un viaggio”. Del cinema di oggi “amo la possibilità di vedere cose diverse provenienti da tutte le parti del mondo e da ogni fascia produttiva. Per me - dice - è un’emozione perché posso imparare tante cose”. Ma Nicolò ha un desiderio: “vedere maggiore sperimentazione”. In questo momento “sono molto affamato di andare avanti. Sono ancora agli inizi ma il futuro un po’ mi spaventa. La scuola ti dà quel senso di protezione, in un certo senso ti coccola, ma sono pronto a tutto”, conclude.
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