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Garzoni (Lum): “Pensare in modo aperto alla storia guardando al futuro”

Il rettore dell'ateneo, 'metodo scientifico nasce nelle università'

Garzoni (Lum):

"L'obiettivo di oggi è pensare in modo aperto ai cambiamenti in atto, anche a partire dalla storia e guardando al futuro". Sono le parole di Antonello Garzoni, rettore dell'università Lum 'Giuseppe Degennaro', a margine del convegno di presentazione del libro 'Storia della medicina e dell'odontoiatria' di Michele Covelli, oggi in Senato a Roma.

"La nostra memoria è importante - spiega Garzoni - così come lo è la storia. Il metodo scientifico nasce nelle università, più precisamente all'università di Bologna e con Federico II all'università di Napoli, e rappresenta il momento iniziale della capacità di pensare, in maniera radicata e moderna, al ruolo dell'università a supporto della scienza. Su questo continuiamo con il nostro obiettivo, attraverso lo sviluppo del corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria, che abbiamo recentemente avviato, attraverso tutte le attività in termini di professioni sanitarie che stiamo portando avanti, proprio nell'ottica di pensare a un connubio tra ricerca e mondo delle imprese, delle istituzioni e della sanità, con la capacità di coinvolgere sempre di più le attività di divulgazione scientifica in relazione agli avanzamenti".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Salute e Benessere

Infettivologi: “Preoccupa calo vaccinazioni, 2025 sia...

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Andreoni (Simit): "Dobbiamo prepararci all'arrivo di una nuova pandemia - Oggi è allarme morbillo e antibiotico-resistenza ma molto è stato fatto per l'epatite C - Soddisfatti per Calendario vaccinale per la vita'"

Infettivologi:

"Il timore principale dell'infettivologia è il calo delle vaccinazioni: la campagna contro il virus dell'influenza non ha rispettato le attese e quella contro il Covid registra numeri molto bassi. Come se non bastasse, nel 2024 abbiamo avuto mille casi di morbillo e 3 bambini sono morti a causa della pertosse. Inoltre, non sappiamo cosa sia la malattia che arriva dal Congo. Sappiamo solo che ci sono altri focolai epidemici in giro per il mondo e per questo motivo dobbiamo prepararci all'arrivo di una nuova pandemia. Da qui, l'auspicio di noi infettivologi è che nel 2025 venga approvato il nuovo Piano pandemico. E' stato definito, ma ancora non c'è". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali.

Una pandemia in atto "di fatto già c'è - spiega Andreoni - ed è l'antimicrobico resistenza", un problema "molto serio sul quale dobbiamo tutti confrontarci. Tuttavia", nell'anno che sta per concludersi "abbiamo ottenuto buoni risultati: non solo le misure adottate dal ministero della Salute per contrastare la resistenza ai farmaci, ma anche sul fronte della lotta all'epatite C abbiamo fatto progressi". Grazie allo "screening nella fascia d'età 1969-1989, programma prorogato per tutto il 2025 - sottolinea l'infettivologo - solo "nel 2024 abbiamo scoperto ben 15mila casi di epatite cronica attiva che altrimenti sarebbero rimasti sommersi".

Altri "2 tasselli importanti - evidenzia Andreoni - sono il Calendario vaccinale per la vita e il riconoscimento da parte del Governo dell'innovatività dei cosiddetti antibiotici 'reserve', farmaci di riserva di nuova generazione da destinare al trattamento delle infezioni da germi multi-resistenti che non rispondono agli antimicrobici".

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Salute e Benessere

2025, Ordine infermieri: “Sia anno decisivo per...

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Mangiacavalli (Fnopi): "Aumentare attrattività verso professione con campagne a cura del Governo e prevedere un commissario straordinario ad hoc"

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi)

"Il 2024 per gli infermieri è stato caratterizzato dal raggiungimento di obiettivi economici e di crescita professionale", ma l'auspicio è che "il 2025 sia l'anno decisivo per contrastare la carenza di personale infermieristico nel Servizio sanitario nazionale". Così all'Adnkronos Salute la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli.

"Nell'anno che sta per concludersi - ricorda - registriamo la detassazione degli straordinari con la legge di Bilancio 2025, a cui si unisce l'incremento dell'indennità di specificità infermieristica e quella per chi opera nei pronto soccorso. Al netto della quantificazione economica in sé, sono sicuramente segnali di attenzione per la professione. Auspichiamo quindi che si prosegua su questa strada, con la detassazione del 15% delle indennità legate a particolari condizioni di lavoro, e che gli importi previsti per l'abbattimento delle liste d'attesa siano esclusi dal tetto di spesa per l'assunzione del personale da parte delle aziende sanitarie".

Sul versante della crescita professionale,"fondamentale" per Mangiacavalli è "il percorso in dirittura di arrivo - come anche annunciato dai ministri della Salute Schillaci e dell'Università Bernini - per formalizzare le lauree magistrali cliniche infermieristiche che permettono di offrire prospettive di carriera sia economiche sia in grado di far agire competenze avanzate". Il 2025 sarà poi "l'anno in cui si attende che diventi strutturale l'abolizione del divieto al cumulo di impieghi per gli infermieri che lavorano nel pubblico, per incentivare, a tutti i livelli, la libera professione".

Tutte queste misure sono "un'arma fondamentale per combattere la gravissima carenza di organici - sottolinea la presidente di Fnopi - e aumentare l'attrattività verso la nostra professione, e dovranno essere affiancate da campagne ad hoc a cura del Governo e, perché no, dalla previsione di un 'commissario straordinario per il contrasto alla carenza di personale infermieristico', come accade per altre gravi emergenze nazionali".

Malgrado i risultati raggiunti, secondo Mangiacavalli "va infatti sempre ricordato che siamo di fronte a un problema del Paese tutto, e non di una singola categoria. Come del resto è emerso anche dal confronto della Fnopi con gli altri enti regolatori europei". Solo "poche settimane fa - rimarca - Fnopi e Oms Europa hanno messo a punto e sottoscritto un position statement con richieste comuni, tra cui: regolamentare meglio l'istruzione infermieristica tra i diversi Paesi; sviluppare una pratica avanzata e specializzata standardizzata per gli infermieri di tutti i Paesi europei; rispondere alla necessità di implementare l'integrazione organizzativa per ricollegare ospedali e territorio".

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Salute e Benessere

Chirurgia, la gamba bionica di Mario salvata da una protesi...

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Chirurgia, la gamba bionica di Mario salvata da una protesi di caviglia su misura

Una protesi di caviglia costruita su misura salva la gamba bionica di Mario, paziente 80enne protagonista di un raro intervento eseguito al Policlinico Gemelli di Roma e definito "unico nel suo genere". Una travagliata storia a lieto fine cominciata una decina di anni fa quando Mario, ex coltivatore diretto, fu colpito da un cancro alle ossa.

Ancora oggi, nonostante gli anni e gli acciacchi, Mario continua a occuparsi del suo orticello in una campagna in provincia di Viterbo. Ma sono tanti gli ostacoli che l'anziano ha dovuto superare e che sono iniziati 10 anni fa con un dolore sempre più forte e insistente alla gamba destra. Dopo una serie di esami, l'ortopedico consultato da Mario gli ha comunicato che quei fastidi erano causati da un tumore osseo raro (un adamantinoma) a carico della tibia. Alla diagnosi è seguita la resezione del tumore con impianto di una mega-protesi di tibia prossimale, cioè nell'area vicino al ginocchio. Dopo circa un anno dall'intervento, però, una grave infezione della protesi impiantata ha costretto Mario a subire una serie di complessi interventi chirurgici che si sono conclusi con l'impianto di una protesi totale di gamba e di caviglia in titanio, rivestita in argento per evitare nuove infezioni. Una gamba bionica.

Ma ancora non era finita. A distanza di 6 anni, Mario torna dagli ortopedici del Gemelli per un dolore alla caviglia. Gli esami rilevano la rottura di una vite della protesi, a livello della caviglia. E' necessario sostituire il pezzo, ma l'unico modo per farlo - decretano gli specialisti - è facendo confezionare una protesi 'custom-made', disegnata e realizzata su misura. Gli ortopedici del Gemelli inviano perciò la Tac di Mario all'Implantcast, una ditta specializzata di Buxtehude, cittadina a sud ovest di Amburgo, in Germania. Basandosi sulla ricostruzione tridimensionale della caviglia bionica di Mario, i bioingegneri realizzano un calco della protesi custom-made con una stampante 3D, sul quale viene realizzata la protesi in titanio per l'impianto definitivo. Ed ecco l'intervento effettuato da Carlo Perisano, professore aggregato dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dirigente medico presso la Uoc di Ortopedia e Traumatologia della Fondazione Policlinico Gemelli, diretta da Giulio Maccauro. L'operazione dà i suoi frutti: "A distanza di appena qualche giorno dall'intervento, Mario sta di nuovo in piedi sulla sua gamba bionica arricchita di quest'ultimo gioiello tecnologico", riferiscono dall'Irccs capitolino.

"Il paziente - afferma Perisano - era stato sottoposto negli anni a diversi interventi chirurgici per il trattamento di un tumore osseo della tibia e delle successive complicanze che avevano compromesso anche le articolazioni del ginocchio e della caviglia. Nel 2019 è stato sottoposto a posizionamento di mega-protesi custom-made personalizzata di tibia totale ginocchio e caviglia, scongiurando così il rischio di una chirurgia demolitiva, ovvero dell'amputazione dell'arto, garantendo al paziente il ritorno alle normali attività quotidiane".

"Le protesi personalizzate (o custom-made) - illustra lo specialista - rappresentano un'innovazione significativa in ambito ortopedico. Si tratta tuttavia di impianti costosi, proprio perché realizzati su misura, che vengono per questo riservati a casi particolari e selezionati. L'impiego di tali protesi ci consente di personalizzare l'intervento sulle specifiche esigenze del paziente, garantendo un'accurata riproduzione anatomica ed un elevato grado di recupero funzionale. Nel caso specifico, la realizzazione di una componente astragalica su misura ci ha consentito di revisionare l'attuale protesi di caviglia e ha permesso al paziente un precoce ritorno ad un livello funzionale normale". E dal Gemelli rimarcano che "la revisione con una protesi di caviglia custom made di una protesi totale di caviglia e tibia è un intervento finora mai descritto in letteratura".

"L'obiettivo di questi interventi di alta specializzazione - spiega ancora Perisano - è quello di minimizzare le complicanze, scongiurare il ricorso a chirurgie demolitive e consentire al paziente di proseguire la sua normale vita quotidiana. Le protesi personalizzate sono progettate su misura per il singolo paziente, tenendo conto delle peculiari caratteristiche anatomiche e della tipologia di trattamento. Nel caso specifico del signor Mario abbiamo fatto realizzare una protesi su misura per la sua caviglia, un'articolazione per la quale il ricorso all'uso di protesi customizzate è molto meno frequente rispetto ad articolazioni come anca, ginocchio e spalla e non scevro da difficoltà tecniche ed anatomiche".

Nei mesi precedenti all'intervento chirurgico è stato elaborato un protocollo di pianificazione chirurgica, con un prototipo della componente astragalica e tibiale, che comprendeva dettagliate indicazioni relative ai tagli di resezione ossea, alle dimensioni della componente e a tutti gli step intra-operatori, riporta una nota. Successivamente, previa accurata valutazione del progetto e dopo ulteriori modifiche, è stata realizzata la componente protesica definitiva.

"Si tratta di interventi di estrema precisione - commenta Maccauro, ordinario di Ortopedia dell'Università Cattolica - Grazie ad un'accurata pianificazione pre-operatoria e allo strumentario dedicato ed estremamente sofisticato necessario per il confezionamento di queste protesi speciali (maschere di taglio, guide per posizionare le componenti protesiche e la protesi custom made stessa), ci è possibile effettuare interventi molto precisi che riducono gli errori intraoperatori e guidano l'operatore nei processi decisionali e nell'atto chirurgico impensabili in passato".

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