Meloni contro il M5S: “Se devo farmi spiegare le cose da voi mi dimetto”. E Conte attacca
L'ironia con affondo della premier in Senato, la risposta del leader pentastellato alla Camera
Giorgia Meloni oggi in Senato a muso duro contro il M5S. La premier nelle repliche ha lanciato l'affondo ai grillini sul tema della transizione ecologica, rispondendo a quelle che ha definito una "sequela di menzogne" riportate da una senatrice Cinquestelle. "Se devo farmi spiegare cosa ho detto da un esponente del M5S, mi dimetto...", le parole della presidente del Consiglio in Aula, parole che in serata hanno suscitato la piccata reazione con replica del leader pentastellato Giuseppe Conte durante la replica alla Camera.
L'affondo al M5S di Meloni in Senato
Nel corso delle repliche al Senato, dopo le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo, la presidente del Consiglio ha risposto duramente all'intervento della senatrice M5S Bevilacqua puntando il dito contro "la sequela di inesattezze miste a menzogne" che a suo avviso sarebbero arrivate dal Movimento 5 Stelle.
"Ho detto che se nel fare la transizione ecologica imponiamo l'uso di un'unica tecnologia, che è l'elettrico, ci consegniamo a nuove dipendenze. Non so se non ha capito ma il concetto non è difficile" ha affermato Meloni rivolgendosi alla senatrice pentastellata. "Se devo farmi spiegare cosa ho detto da un esponente del M5S, mi dimetto...", ha poi ironizzato.
La replica di Conte alla Camera: "Ecco tutte le sue bugie"
"Oggi, Meloni, ha detto una cosa interessante, ovvero che si dimetterà nel momento in cui un esponente del Movimento 5 stelle le spiegherà il senso delle sue parole. Ci provo. Quando lei ha detto sì alla natalità voleva dire il raddoppio delle tasse sui pannolini e sui prodotti per l'infanzia? Quando ha detto cancellazione delle accise voleva dire aumento delle accise, quando ha detto aiuti ai pensionati e stop alla legge Fornero voleva dire tagli alle rivalutazioni delle pensioni. Quando lei ha detto blocco navale intendeva dire facciamo il blocco dei treni. Quando lei ha detto di voler dare ampio spazio al merito intendeva dire 'riconosceremo il merito solo ai familiari e ai nostri amichetti'", la replica di Giuseppe Conte nel suo intervento in aula alla Camera dopo la replica della premier.
"Quando lei diceva no al regionalismo - continua Conte -, intendeva dire a una riforma che rafforzi le regioni fino a spaccare l'Italia. Quando lei predicava la lotta alla mafia intendeva dire facciamo la guerra ai campioni dell'antimafia come De Raho e Scarpinato. La smetta".
"Gli investimenti in sicurezza dove sono? Ha visto che mancano 23mila unità nelle nostre città? Rispetto al mio governo, nel 2019, sono aumentate del 23% le rapine in strada, e lei sta distraendo risorse economiche e umane per mandare 16 migranti in Albania che poi ritorneranno, mentre ne arrivano mille in 24 ore a Lampedusa. Dove sono i suoi post furenti contro la sicurezza? Non se ne occupa più ora che è al governo", l'attacco del presidente pentastellato.
"Non ci venga più a raccontare la favoletta dei poteri forti. Sia onesta con sé stessa: i poteri forti sono in luna di miele con il vostro governo. La smetta con questo vittimismo complottista, si tolga il guscio di Calimero", continua Conte, che conclude: "Gli italiani l'hanno votata per governare non per lamentare della fatica di governare e di complottismi vari. Governi se ne è capace".
Politica
Maternità surrogata reato anche per chi va...
A votare a favore le forze di maggioranza, no invece dalle opposizioni. I sì sono stati 84, i no 58
Maternità surrogata, anche chi va all'estero compie un reato. A deciderlo l'Aula del Senato, che ha approvato in via definitiva il ddl n. 824 sulla gestazione per altri, già votato dalla Camera.
La norma vieta quindi agli italiani di praticare la maternità surrogata non solo nel nostro Paese, dove è già illegale, ma anche all'estero nei Paesi dove invece la pratica è possibile. A votare a favore le forze di maggioranza, Fdi, Fi e Lega, no invece dalle opposizioni. I sì sono stati 84, i no 58.
Scontro frontale in Senato
Ed è scontro frontale sulla norma. Il voto che porta alla nuova legge, arriva dopo una giornata in Senato dove non sono mancati i momenti di tensione, tra maggioranza e opposizione. Con l'Aula più volte richiamata all'ordine dai presidenti di turno, visti i continui battibecchi tra chi era a favore del testo, presentato alla Camera dalla meloniana Carolina Varchi, e i contrari. Più volte i presidenti di turno, come capitato a Mariolina Castellone, hanno minacciato di sospendere l'Aula, per le continue interruzioni degli interventi, visti i continui battibecchi tra i senatori.
Così come successo mentre parlava la senatrice del M5S, Elisa Pirro. "I colleghi maschi di maggioranza stanno dicendo che l'utero non è il mio? I miei organi sono miei e ne faccio quello che voglio", ha detto mentre dai banchi della maggioranza non sono mancate parole di dissenso, che hanno più volte interrotto la pentastellata. "Siamo al comunismo degli organi -replicava lei- . Io posso dare il rene, ma non posso prestare il mio utero, da donna libera, italiana", rivolta al senatore di Fdi, Luca De Carlo. "I miei organi sono miei e ne faccio quello che voglio", insiste mentre viene contestata dai banchi della maggioranza. Tra un botta e risposta e un altro l'Aula vota le questioni pregiudiziali, che erano tre, tutte respinte con 87 voti contrari.
Poi si torna a discutere. Per il senatore della Lega, Massimiliano Romeo siamo di fronte a "ricchi committenti che pagano le donne per soddisfare il proprio desiderio, soprattuto immigrate, questo sì che è un ritorno al Medioevo". "Dove sono le femministe, dov'è la sinistra? -si domanda il capogruppo della Lega, mentre dai banchi della sinistra non mancano brusii- . Come è possibile che il diritto della donna non venga tutelato nella sua dignità?. Adesso difendete solo i diritti dei ricchi committenti...".
Dal M5S replica Alessandra Maiorino: "Con questo obbrobrio giuridico equiparate la surrogazione di maternità, che già in Italia è reato, a reati universali come i crimini di guerra, la tortura, la pirateria e il genocidio, ma allo stesso tempo prevedete una punibilità pressoché bagatellare. Questo dimostra come la vostra sia una volgare speculazione per realizzare uno spot di pura propaganda sulla pelle delle bambine e dei bambini, che nascono come tutti gli altri bambini per via di un progetto d'amore e di famiglia. Tutto questo mette a nudo la vostra cattiva coscienza", attacca.
Dal Pd Anna Rossomando critica lo stesso concetto di reato universale: "Oggi non stiamo discutendo dell’introduzione di un ennesimo reato, considerato che in Italia è già previsto, ma di rendere universale il reato di Gpa" una norma "viziata dall’irragionevolezza e totalmente disallineata rispetto alle pronunce della Corte Costituzionale, della Corte Europea dei diritti dell'uomo e della Corte di Cassazione sezioni unite civili".
Per il meloniano Gianni Berrino invece "il legame che si instaura durante la gravidanza tra madre e figlio non abbraccia aspetti esclusivamente emozionali, ma ha un fondamento scientifico". Per cui "i sostenitori della maternità surrogata dimostrano di ignorare o di calpestare il fenomeno chiamato microchimerismo fetale, per mezzo del quale le cellule del feto migrano nel sangue materno, negli organi e nel cervello", dice anche lui tra le proteste dell'opposizione.
Il dem Filippo Sensi ha poi rivendicato la sua posizione da cattolico: "Io invece sogno di essere non un cattolico ma per la Gpa, bensì un cattolico e dunque per la Gpa, perché al cuore del messaggio cristiano c’è solo l’amore. Ci vuole forza per fare ciò che è giusto. Spero ne siate consapevoli".
"In Italia la gestazione per altri è già proibita. Questa è una legge propagandistica, che non verrà mai applicata. Solo una condotta percepita come gravissima in tutto il mondo può assurgere a reato universale, non una condotta lecita e prevista dalla legge di moltissimi Paesi", accusa la presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger.
Politica
Ricerca Adnkronos SocialData, comitato Orlando: “Da...
"Secondo il nostro strumento di rilevazione del sentiment, ci sono state nell'ultima settimana 1.545 conversazioni di cui si è parlato di Orlando da 995 autori per un engagement di 32.212. Marco Bucci nello stesso periodo ha avuto 1.275 conversazioni da 773 autori per per un engagement di 7.575. Sui social, negli ultimi 28 giorni (18 settembre - 15 ottobre) i dati di crescita follower di Meta danno ragione ad Orlando: su FB è cresciuto di 1.537 follower, rispetto ai 1.158 di Bucci. Su Instagram è cresciuto di 1.716 follower, rispetto ai 552 di Bucci. Sempre negli ultimi 28 giorni, la pagina Facebook di Orlando ha raggiunto 321mila persone con oltre 82mila interazioni. La pagina Instagram, invece, ha raggiunto oltre 210mila persone con 43mila interazioni. Si tratta di numeri semplici e facilmente reperibili che consentono di fare chiarezza rispetto ad alcuni dati che in queste ore stanno circolando sul web". Lo rende noto il Comitato del candidato alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando, commentando la ricerca di Adnkronos con la piattaforma SocialData.
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Ricerca Adnkronos SocialData Marco Bucci: “Ogni like...
Così il candidato alla presidenza della Regione Liguria, Marco Bucci, commentando la ricerca di Adnkronos con la piattaforma SocialData
"Mi fa piacere leggere le considerazioni di Adnkronos, le accolgo con la curiosità di chi non è certo un influencer né ha alle spalle una folta squadra di social manager, né si fa fare video da ministri spagnoli. Penso che per ottenere buoni risultati sia fondamentale puntare su profili qualificati, creativi e capaci, qualità su cui possono contare i collaboratori che mi supportano. Le persone le incontro soprattutto per la strada, le guardo negli occhi e stringo loro la mano. Sempre qui, nella nostra Liguria. Parlo dei problemi concreti e di come risolverli. Ogni like sui social, però, rappresenta per me un abbraccio virtuale con le persone, i numeri mi trasmettono ancora più carica ed energia per affrontare questa sfida. Penso, inoltre, che i social network rappresentino un ottimo modo per comunicare soprattutto alle generazioni più giovani con grande efficacia. Ma sono contento anche che sul web i liguri parlino di infrastrutture e di trasporti. Sono gli argomenti che stanno a cuore anche a me, per i quali metto in campo la mia esperienza e, se posso dire, anche un po' la mia credibilità nel realizzare le cose. Sarà anche per quello che c'è un sentiment diverso rispetto al mio avversario, che non parla di Gronda, di Diga del porto se non per criticarla, e di altre opere fondamentali per muoversi e far muovere la Liguria. Anche sui social noi liguri siamo fatti così: concreti". Lo sottolinea il candidato alla presidenza della Regione Liguria, Marco Bucci, commentando la ricerca di Adnkronos con la piattaforma SocialData.